gabriella
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lunedì 8 gennaio 2024
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il profumo delle cose autentiche
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L'immagine capovolta di Christian DE Sica con la quale si apre il film, ci consegna l’attore in una veste completamente rinnovata, lontana dalla comicità grossolana cui eravamo abituati, è un’immagine inedita, gentile e delicata quella di Pietro ex professore ora in pensione, che vive solo in un appartamento a Roma con un bel terrazzo dove si dedica con cura e passione alle sue piante. Divorziato e senza figli, ha un fratello anch’esso in pensione con il quale si vede di tanto in tanto e un libro da scrivere che non va avanti perché dimentica le parole. Nell’appartamento di fronte viene ad abitare una coppia, Eleonora e Luca, lui si occupa di fotografia e lei gli organizza il lavoro, oltre che dedicarsi alle piante sul terrazzo.
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L'immagine capovolta di Christian DE Sica con la quale si apre il film, ci consegna l’attore in una veste completamente rinnovata, lontana dalla comicità grossolana cui eravamo abituati, è un’immagine inedita, gentile e delicata quella di Pietro ex professore ora in pensione, che vive solo in un appartamento a Roma con un bel terrazzo dove si dedica con cura e passione alle sue piante. Divorziato e senza figli, ha un fratello anch’esso in pensione con il quale si vede di tanto in tanto e un libro da scrivere che non va avanti perché dimentica le parole. Nell’appartamento di fronte viene ad abitare una coppia, Eleonora e Luca, lui si occupa di fotografia e lei gli organizza il lavoro, oltre che dedicarsi alle piante sul terrazzo. Così tra Pietro ed Eleonora si crea un legame, percepito da subito , da entrambi come qualcosa di necessario, di salutare e che soddisfi quel bisogno di leggerezza di cui tutti abbiamo bisogno .Emergono così due profonde solitudini, dolori del passato e preoccupazioni per il futuro che si intrecciano e sbocciano in una rinnovata consapevolezza che implicherà delle scelte coraggiose ma inevitabili. Pietro non potrà sottrarsi al declino dell’età e alle sue conseguenze, così Eleonora che deve fermarsi perché non ce la fa a stare dietro a un marito sempre di corsa, in fuga dai suoi fantasmi. E’ un film fatto di sguardi, di dolcezza, di malinconica tenerezza, di frasi inespresse e cuori che sanno ascoltare, di colori che illuminano una parete bianca, di occhi mai conosciuti che guardano tra il fogliame, di una scrittura intima e segreta, conservata tra le pagine di un diario, c’è l’eterna ricerca della felicità, e la voglia di crederci ancora.
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inlandempire
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martedì 2 gennaio 2024
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una carezza per l''anima
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fare un film alla Kaurismäki con Christian De Sica non è un qualcosa di così ordinario. Carone ci riserverà parecchie sorprese. Il film è davvero delicato, una poesia, commovente senza mai essere ricattatorio. Da vedere, da sentire.
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inlandempire
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lunedì 25 dicembre 2023
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una poesia tra il caos rabbioso dei nostri tempi
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Non trovo parole migliore di quelle scritte da Marco Lodoli:
Non è sempre facile capire i motivi per cui alcuni film hanno un successo strabiliante e altri, ugualmente interessanti, passano quasi inosservati. Così siamo tutti contenti del trionfo di “C’è ancora domani”, che ha riportato in sala tanto pubblico entusiasta, e però dispiace vedere che “I limoni d’inverno” di Caterina Carone finora ha conquistato pochi spettatori.
Eppure anche questo film racconta la storia di una donna che finalmente trova la sua libertà, separandosi dal marito, che non è un uomo ignorante e brutale come quello di Paola Cortellesi, ma è comunque un uomo che non capisce i desideri della moglie, preso da un narcisismo e da una volontà di affermazione che passano su di lei come un rullo compressore.
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Non trovo parole migliore di quelle scritte da Marco Lodoli:
Non è sempre facile capire i motivi per cui alcuni film hanno un successo strabiliante e altri, ugualmente interessanti, passano quasi inosservati. Così siamo tutti contenti del trionfo di “C’è ancora domani”, che ha riportato in sala tanto pubblico entusiasta, e però dispiace vedere che “I limoni d’inverno” di Caterina Carone finora ha conquistato pochi spettatori.
Eppure anche questo film racconta la storia di una donna che finalmente trova la sua libertà, separandosi dal marito, che non è un uomo ignorante e brutale come quello di Paola Cortellesi, ma è comunque un uomo che non capisce i desideri della moglie, preso da un narcisismo e da una volontà di affermazione che passano su di lei come un rullo compressore. Lui è un fotografo che combatte a testa bassa per il proprio successo e pensa solo alla sua carriera, finalmente a una svolta decisiva, mentre lei ha dovuto abbandonare ogni aspirazione artistica per mettersi al servizio delle ambizioni del marito. Lui vuole lasciarsi alle spalle ogni mediocrità, ha solo paura di essere risucchiato dalla vita di tutti i giorni, semplice, grigia, ripetitiva, mentre lei improvvisamente intuisce che quella apparente mediocrità può contenere un sentimento nuovo, autentico, libero.
La terrazza del loro appartamento si affaccia su un’altra terrazza, dove un professore in pensione innaffia e cura le sue piante, aspettando che il suo limone faccia finalmente un frutto. E così, giorno dopo giorno, parola dopo parola, tra Eleonora e il vecchio professore nasce una vera amicizia, una relazione gentile, affettuosa, un’intesa profonda. Tutto accade in una Roma che non è quella testaccina, caciarona e vitale del film della Cortellesi, ma è una Roma silenziosa, sospesa tra i palazzi dietro piazza Bologna, i viali che dolcemente salgono da Trastevere al Gianicolo, il verde dell’orto botanico, il mare invernale di Fiumicino.
Il professore è Christian De Sica, malinconico e misurato, commovente nel suo declinare verso una malattia che gli ruba pensieri e ricordi, e a poco a poco cancella il suo mondo; Eleonora è Teresa Saponangelo, bravissima nel dare forma e sostanza a una donna che sta scoprendo l’inautenticità della sua esistenza precedente e il bisogno di cercare la sua piccola felicità. Lui la incoraggia delicatamente a riprendere pennelli e colori, a esprimere se stessa, lei lo accompagna con affetto lungo l’ombroso viale del tramonto.
Qualcosa si spegne, qualcosa nasce, è un crepuscolo che contiene e sostiene un nuovo giorno. “Per essere felici bisogna innanzitutto credere di poterlo essere”: è una frase di Tolstoi che ritorna durante questa storia, un invito a pensare che ci si può sempre sottrarre a una vita infelice per cercarne una nuova, più vera e intensa. Il film avanza lentamente, come una melodia in do minore, senza strappi e scene estreme, seguendo le morbide curve della vita, e non si può non affezionarsi a questi due personaggi, che hanno sofferto molto, ma che ancora sanno farsi guidare dalla tenerezza e dalla speranza.
È un film da vedere assolutamente, traversato dalla grazia e dalla gentilezza, sentimenti che trovano poco spazio nel caos rabbioso dei nostri tempi.
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sabato 16 dicembre 2023
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una piccola perla di rara delicatezza, da vedere
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"I limoni d'inverno" di Caterina Carone è una piccola perla nell'attuale panorama cinematografico italiano. Chi detesta (giustamente) i cinepanettoni, non si faccia minimamente trarre in inganno dalla presenza di Christan De Sica, qui in un inconsueto quanto riuscito e toccante ruolo drammatico, quello di Pietro, un professore di lettere in pensione che lentamente scivola nell'Alzheimer. Piccoli segnali, parole che non si ricordano, la ricerca di chiavi di una macchina venduta da tempo, una dimenticanza sempre più diffusa e invasiva che lo portano a fare degli accertamenti (stupenda, onirica e poetica la scena della risonanza magnetica che sembra trasformarsi un occhio che scruta nelle pieghe della mente).
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"I limoni d'inverno" di Caterina Carone è una piccola perla nell'attuale panorama cinematografico italiano. Chi detesta (giustamente) i cinepanettoni, non si faccia minimamente trarre in inganno dalla presenza di Christan De Sica, qui in un inconsueto quanto riuscito e toccante ruolo drammatico, quello di Pietro, un professore di lettere in pensione che lentamente scivola nell'Alzheimer. Piccoli segnali, parole che non si ricordano, la ricerca di chiavi di una macchina venduta da tempo, una dimenticanza sempre più diffusa e invasiva che lo portano a fare degli accertamenti (stupenda, onirica e poetica la scena della risonanza magnetica che sembra trasformarsi un occhio che scruta nelle pieghe della mente). Pietro dimentica, non prima però di aver conosciuto Eleonora, interpretata da una altrettanto bravissima e vitale Teresa Saponangelo, vicina di terrazzo in crisi con il compagno fotografo. Anche qui, chi si aspetta una facile storia sentimentale, si sbaglia. Tra Pietro ed Eleonora c'è un incontro di solitudini, fra anime perse ognuna a suo modo tra le increspature della vita, una intesa che si costruisce prima da un terrazzo all'altro (la bellezza dei terrazzi romani, dove Pietro cerca inutilmente di far crescere un piccolo albero di limoni), poi in lunghe passeggiate serali a raccontarsi e svelare i propri smarrimenti. I limoni cresceranno, tra le intemperie, quando Pietro non potrà più essere lì a vederli, ma Eleonora sarà capace di ritrovare la sua vocazione artistica.
Caterina Carone costruisce con notevole consapevolezza una pellicola di grande dolcezza e poesia che ha il dono sincero della grazia, tutta quella che si può estrarre dagli sguardi e i gesti quotidiani. Per certi versi mi ha ricordato "Nelly e Mr. Arnaud" di Claude Sautet, ma alcuni passaggi hanno il lento respiro tarkovskiano, nell'indagine di un microcosmo che pezzettino dopo pezzettino contribuisce a costruire il nostro interiore e che, improvvisamente, una malattia spariglia senza farsene accorgere. Tutto ruota intorno a un De Sica lirico e crepuscolare, qui in una prova d'attore davvero magnifica dagli esiti inediti, e per me che ho una passione per i film dove attori più abituati ad altri registri si cimentano in ruoli drammatici, è stata una sorpresa felicissima. Le musiche di Nicola Piovani e la fotografia di Daniele Ciprì contribuiscono non poco alla riuscita di questo piccolo miracolo.
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wallace90
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sabato 9 dicembre 2023
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sconsigliato
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Inziamo dall'unica cosa da salvare di questa pellicola, e cioè l'interpretazione di De Sica. Purtroppo, questo film scorre lento e senza una particolare attrattiva. La recitazione del cast decisamente mediocre e l'assenza di organicità nell'intreccio non aiutano certo la soglia dell'attenzione. È come se, all'interno del film,ci fossero tante piccole storie ma nessuna sviluppata e approfondita bene. Il rapporto col fratello, la conoscenza con Eleonora, il rapporto tra Eleonora e il marito, il tema della soddisfazione lavorativa di Eleonora e della perdita di una figlia, il rapporto tra Pietro e il ragazzo del bar, il tema della malattia e dell'invecchiamento.
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Inziamo dall'unica cosa da salvare di questa pellicola, e cioè l'interpretazione di De Sica. Purtroppo, questo film scorre lento e senza una particolare attrattiva. La recitazione del cast decisamente mediocre e l'assenza di organicità nell'intreccio non aiutano certo la soglia dell'attenzione. È come se, all'interno del film,ci fossero tante piccole storie ma nessuna sviluppata e approfondita bene. Il rapporto col fratello, la conoscenza con Eleonora, il rapporto tra Eleonora e il marito, il tema della soddisfazione lavorativa di Eleonora e della perdita di una figlia, il rapporto tra Pietro e il ragazzo del bar, il tema della malattia e dell'invecchiamento. Tante piccole tracce lasciate lì e non sviluppate, per di più intrise di dialoghi banali e scontati. Anche la disperazione stessa di Pietro rimane in superficie, dando poco modo all'attore di esprimersi e al pubblico di emozionarsi. In definitiva, per la regia c'è ancora parecchio lavoro da fare.
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massimo cortese
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venerdì 8 dicembre 2023
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film delicatissimo che merita di esser visto
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Film delicatissimo. La narrazione procede con tempi adeguati, attingendo spesso da altre forme artistiche, quali la scrittura e la pittura, che hanno la funzione di raccontare il non detto. Ogni personaggio vive nel suo microcosmo, con il desiderio di realizzarsi, il timore delle perdite e l’angoscia per il tempo che passa, inesorabile. Anche l’elemento del sogno ha il suo peso, quasi fosse il filo narrativo per capire meglio la propria vita. Le ambientazioni parlano più delle parole. Ho notato una grande attenzione per le piccole cose – le foglie, i fiori, gli arredi, i bicchieri ed altri oggetti di uso comune – che, senza togliere nulla alla rappresentazione poetica dei fatti, spinge lo spettatore ad osservare la realtà.
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Film delicatissimo. La narrazione procede con tempi adeguati, attingendo spesso da altre forme artistiche, quali la scrittura e la pittura, che hanno la funzione di raccontare il non detto. Ogni personaggio vive nel suo microcosmo, con il desiderio di realizzarsi, il timore delle perdite e l’angoscia per il tempo che passa, inesorabile. Anche l’elemento del sogno ha il suo peso, quasi fosse il filo narrativo per capire meglio la propria vita. Le ambientazioni parlano più delle parole. Ho notato una grande attenzione per le piccole cose – le foglie, i fiori, gli arredi, i bicchieri ed altri oggetti di uso comune – che, senza togliere nulla alla rappresentazione poetica dei fatti, spinge lo spettatore ad osservare la realtà. Non manca un sottile atto di accusa verso la vita frenetica. Il film propone un momento di riflessione di fronte ai grandi interrogativi della vita: che senso hanno la malattia e la morte? Cosa vuol dire vivere mettendo il cuore in quello che si fa? Vi consiglio caldamente la visione di questo film dove il senso del limite è visto come l’opportunità per mettersi di fronte all’altra persona.
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sabato 28 ottobre 2023
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e dedicato ad ANDREA LURIDIANA , fratello dell autore ( Mario ) e mio , scomparso prematuramente anni fa .????
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