In un futuro prossimo esiste la possibilità di salutare le persone che non ci sono più, cercando un modo per alleviare il dolore del distacco. Cosa resta di tutto l'amore che i corpi si promettono quando il loro tempo finisce? Espandi ▽
Sal ha perso la compagna Zoe in un incidente d'auto. La sofferenza è tale che l'uomo arriva a tentare il suicidio, e a quel punto la sorella Ebe lo spinge a cercare una soluzione in Another end, una tecnologia d'avanguardia in grado di caricare la personalità e i ricordi di una persona scomparsa nel corpo di un volontario, per una serie di incontri pensati per preparare l'addio che non si è potuto avere in caso di morte improvvisa. Dopo aver ritrovato la sua Zoe, però, Sal non riesce a staccarsi da lei e inizia a pregare la sorella, che lavora per l'azienda proprietaria del programma Another end, di dargli più tempo. Ci è voluto qualche anno per rivedere quel Piero Messina che nel 2015 aveva portato il suo primo lungometraggio L'attesa in concorso a Venezia, con un'opera lontana dai canoni del cinema italiano e che mostrava una prospettiva già pienamente formata. Ill suo secondo film Another end è un progetto ambizioso, di respiro internazionale e dalle leggere inclinazioni sci-fi.
Come ne L'attesa, al centro c'è il dolore e l'assenza di una persona scomparsa. Stavolta però Messina ci crea attorno un immaginario e un mondo visivamente impressionante, fatto di paesaggi urbani indecifrabili che si arrotolano attorno ai personaggi, in un uso espressionista dell'architettura cittadina. Recensione ❯
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Un buon esempio di innovazione, dalla regia movimentata e dall'animazione ispirata. E con una serie di nuovi personaggi esilaranti. Animazione, USA2024. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Po deve affrontare una novità: il maestro Shifu non potrà più essere il Guerriero Dragone. Per il panda è il tempo di una nuova avventura e di nuovi amici/nemici. Espandi ▽
Il Maestro Shifu ha una notizia per Po: non potrà più essere il Guerriero dragone ma dovrà scegliere il suo successore. Po non è contento, sia perché il ruolo di Guerriero dragone gli piace, sia perché, nonostante gli sia stato consegnato il bastone della saggezza, non si ritiene in grado di assumere il ruolo di guida spirituale. Il kung fu panda si imbatte in una volpe, Zhen, agilissima e pronta a rubare e a giocare sporco, che lo informa di un nuovo grande pericolo, ovvero la Camaleonte.
La regia di Mike Mitchell è movimentata, l'animazione ha momenti ispirati che si rifanno all'iconografia classica orientale e sequenze a rotta di collo, e la sceneggiatura del trio Jonathan Aibel, Glenn Berger e Darren Lemke, pur non avendo la potenza dirompente e innovativa del primo episodio della saga, costruisce una vicenda facile da seguire e ricca di spunti comici.
Kung Fu Panda 4 è un buon esempio di innovazione nella continuità, che ci insegna ad avere il coraggio di lasciare quello che siamo per diventare quello che saremo e a liberarci dei cattivi maestri, ricordandoci che l'arte del kung fu non è qualcosa che puoi rubare ma qualcosa che ti devi meritare. Recensione ❯
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Episodi dalla straordinaria creatività, emozione e intelligenza. Un atto di fede, per chi ama Wenders. Fantasy, Drammatico - Germania1993. Durata 145 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'affascinante sequel di Il cielo sopra Berlino. Un film che sotto le mentite spoglie di un thriller diventa opera concettuale e filosofica che riflette sull'arte, la vita e la morale. Espandi ▽
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Una fotografia di atmosfera e un montaggio aderente alla storia per un crime noir dagli spunti intriganti. Drammatico, Italia2024. Durata 101 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una storia di amicizia; ma anche una storia di vite spezzate, di sangue e di un feroce e doloroso countdown durato vent'anni in attesa di una vendetta che appare inevitabile. Espandi ▽
Gianluca è un poliziotto con tanta rabbia dentro e una gran voglia di menare le mani. Margherita è una giornalista che si concede a chiunque in incontri sessuali frettolosi e senza futuro, e suo fratello minore Andrea è un tossico pronto a tutto pur di procurarsi una dose. Walter è una star del rock con il nome d'arte Inferno, e ha una figlia che vede di rado dopo il divorzio dalla moglie. Infine Antonio fa il postino nel paese di San Severino dove tutti lo ritengono "un po' strano". Un giorno Gianluca manda un sms a Margherita, Walter e Antonio che dice: "Domani torno in Calabria. Lo voglio fare. Chi c'è c'è", invitando quelli che erano i suoi amici più cari quando erano ancora dodicenni a riesumare un passato che tutti loro hanno cercato di dimenticare, ma che ha condizionato pesantemente le vite di ognuno.
Il problema principale del film nasce nel fatto che tutto ciò che è successo fra l'evento traumatico e il presente non viene mai raccontato, nemmeno per sommi capi, creando un buco drammaturgico davvero difficile da comprendere.
Peccato perché la regia offre spunti interessanti, la fotografia di Valerio Azzali è di atmosfera e il montaggio di Luciana Pandolfelli aderisce alla storia. Il cast è di per sé valido, ma la direzione spinge un po' troppo sulla artificiosità della messinscena. Recensione ❯
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Una denuncia, dai toni thriller, per parlare - con una buona dose di realismo - di un'umanità che fugge dalle persecuzioni. Drammatico, Francia2022. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La Via Crucis di un uomo e una donna, mentre si fanno strada tra neve farinosa, notti gelide e sottobosco. Espandi ▽
Samuel è sopravvissuto ad un incidente stradale in cui è morta sua moglie. Torna per la prima volta nello chalet di montagna in territorio italiano dove hanno trascorso dei bei momenti insieme. Qui ha trovato rifugio Chereh, una profuga afgana sfuggita ad una retata della polizia. Dopo un'iniziale intenzione di disinteressarsi della sua sorte decide di esserle d'aiuto. I due dovranno lottare non solo con la Natura avversa ma anche con dei cacciatori di migranti.
Il film è una denuncia che utilizza il thriller, anche sul piano della colonna sonora, per parlare di un'umanità che fugge dalle persecuzioni.
Un altro merito di un film che alterna i silenzi con le esplosioni di tensione esplicita è quello di non voler essere manicheo. Come lo spettatore potrà rilevare l'umanità che Renusson ci descrive non sta solo dalla parte dei persecutori accecati da un odio ideologico che fa vedere nel migrante esclusivamente un nemico a cui impedire l'accesso nella propria terra d'origine. C'è anche chi pensa in modo diverso ed agisce di conseguenza. Recensione ❯
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Un'avventura, tra il letterario e il realistico, che racconta di un amore assoluto. E di un'estate di crescita. Drammatico, Francia2023. Durata 84 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Una tata propone alla bambina che accudisce di seguirla a Capo Verde per un'ultima estate insieme. Espandi ▽
Cléo ha sei anni e trascorre le giornate con la tata Gloria, una signora capoverdiana arrivata in Francia per lavorare. Quando la donna è costretta a tornare a casa per occuparsi dei figli, Cléo le fa promettere che si rivedranno presto. L'estate successiva, così, la bambina vola a Capo Verde. Presto per Cléo la gioia di riabbracciare Gloria si trasforma nel dolore per doverla condividere con altri e la sua estate diventa un complicato ma inevitabile percorso di crescita.
La regista francese Marie Amachoukeli (al secondo film dopo il lavoro a sei mani Party Girl) rielabora i suoi ricordi d'infanzia e racconta la storia di un amore assoluto, visto dalla prospettiva bassa e miope di una bambina.
Narrativamente, la scelta più interessante del film consiste così nel viaggio di Cléo a Capo Verde, un'idea nata dalle discussioni della regista con l'interprete di Gloria, Ilça Moreno Zego: compiendo un tragitto al contrario rispetto a quello solito degli adulti (e in tal senso Marie Amachoukeli è brava a sottolineare in più momenti la natura economica del legame fra Gloria e il padre di Cléo), Cléo vive un'avventura tra il letterario (la sua è un'inevitabile fase di passaggio da romanzo di formazione) e il realistico. Recensione ❯
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La testimonianza inedita di un artista eclettico e controverso e dell'uomo che voleva raccontarne l'unicità. Documentario, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Michele Avantario ha lanciato programmi televisivi, fatto videoarte, creato lo spot promozionale dell'Estate romana di Renato Nicolini, ma soprattutto è stato un grande conoscitore di musica africana superfan del musicista nigeriano Fela Kuti, Back President dell'afro beat e simbolo della nuova evoluzione africana. Recensione ❯
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Una favola meditata che ci invita a riflettere sui confini, con semplicità e acutezza. Drammatico, Commedia - Italia2024. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Ambientato in Puglia, un dramma dai toni della commedia che cerca di affrontare il concetto di confine. Espandi ▽
Alfonsina Milletarì è una bidella in pensione che vive in un paese della Puglia. Non è particolarmente religiosa ma una notte in sogno le appare la Madonna che le chiede di fare pace con il fratello e di far scavare in un uliveto, in un punto preciso in cui una sua immagine è stata sepolta.
Beppe Cino è da sempre interessato ad un'indagine antropologica sui valori che rendono l'essere umano degno di essere definito come tale. Con questa favola meditata, ci vuole invitare a riflettere sulla molteplicità di barriere che si frappongono a un dialogo che finisce col sembrare impossibile ma che forse non lo è.
Sotto quell'albero bisogna scavare non tanto per trovare quanto la Madonna apparentemente chiede ma soprattutto per riscoprire la possibilità di un dialogo e forse anche di qualcosa di più. Cino ce lo espone con semplicità ma anche con l'acutezza nella descrizione dei caratteri. Recensione ❯
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Una detection dai temi davvero perturbanti che racconta l'abito mentale della nostra società. Drammatico, Thriller - Francia2022. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Tratto da un vero caso di cronaca giudiziaria, un film che tratta il tema della gravidanza e la possibile scissione tra la mente e il fisico delle donne. Espandi ▽
Claire è un'avvocatessa felicemente sposata a Thomas e madre affettuosa. Un giorno però il marito tornando a casa trova la moglie riversa in un lago di sangue. In ospedale c'è la polizia: un neonato è stato abbandonato su un cassonetto, e tutti gli indizi portano a lei. Ma Claire sostiene di non aver aspettato un terzo bambino. Da quel momento partirà un'indagine per scoprire la verità e Sophie, collega e amica di Claire, comincerà a costruire la sua difesa sulla base di un fenomeno psicofisico conosciuto dalla scienza medica ma poco clinicamente dimostrato: la negazione di gravidanza.
Basato su una storia vera Senza prove, scritto e diretto da Béatrice Pollet, racconta non tanto un caso di cronaca giudiziaria, quanto l'abito mentale della società in cui viviamo. La regista e sceneggiatrice fa emergere a poco a poco i dettagli della vicenda e del passato di Claire, che dietro una vita apparentemente perfetta nasconde un abbandono e una morte misteriosa, seguendo le regole della detection ma anche quelle del diniego psicologico.
"Accettare la negazione di gravidanza sarebbe accettare di non avere controllo", dice Sophie: e non parla solo di Claire, ma di un'intera società impostata sull'illusione di poter governare anche l'irrazionale. E se la confezione del racconto resta abbastanza convenzionale, i temi che solleva sono davvero perturbanti. Recensione ❯
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Un affresco dall'appeal internazionale che si fa gesto politico riportando in primo piano la dignità delle donne algerine. Drammatico, Algeria, Francia, Taiwan, Arabia Saudita, Qatar2022. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia della regina Zafira, una donna coraggiosa che ha saputo sfidare l'arroganza degli uomini. Espandi ▽
Algeri, 1516. La città nordafricana subisce da sei anni il dominio dei conquistatori spagnoli. Il re a capo della repubblica monarchica, Salim, è un uomo di pace ma non tollera più la presenza degli stranieri, e quando il pirata algerino Aruj detto Barbarossa sconfigge gli spagnoli lungo la costa, Salim accetta con lui un'alleanza. Non sa che Aruj ha intenzione di impossessarsi del suo palazzo, il suo cavallo e sua moglie, anzi, le sue mogli: la saggia Chegga e la volitiva Zafira. Quando le maschere cadono però sarà proprio Zafira a tenere testa al pirata violento e carismatico, nell'interesse dell'Algeria e di suo figlio Yahia, il cui destino di re è minacciato da Barbarossa.
Il film si colloca al crocevia di molti approcci drammaturgici - tragedia shakespeariana e melodramma, film storico e cappa e spada, fantasy ed epopea, Mille e una notte e mito fondante - e riesce a mantenere in equilibrio le sue anime. La messinscena è sontuosa, costumi, trucco e acconciature sono magnifici, la fotografia pittorica è fortemente evocativa e la recitazione, pur mantenendosi sopra le righe, è adeguata a una leggenda millenaria che riporta a una tradizione poi sovrascritta dalla colonizzazione francese.
Zafira, l'ultima regina attinge a Il trono di spade come all'iconografia classica algerina, e il risultato è un appeal internazionale le cui radici etniche restano però molto visibili e in una certa misura resistenti ai compromessi. Recensione ❯
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La materia - il ribaltamento del punto di vista sullo spogliarello femminile - è difficile da trattare e la regia scivola nella superficialità. Drammatico, Francia2022. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Non sei mai stato in un strip-club. Ma hai sempre avuto voglia di farlo... almeno una volta. Solo che non hai mai osato, tutto qui. Questo film racconta la storia di qualcuno che al contrario ha voluto osare. Espandi ▽
La dottoranda Manon ha un sogno: diventare una professionista dello striptease, spogliarsi di fronte agli altri, farsi guardare e desiderare. Coraggiosa e sicura di sé, si presenta in un locale di Parigi e si fa assumere come spogliarellista. Lo fa per passione, ma per gestire lei stessa il gioco dell'amore e della seduzione. Con il passare delle serate e degli spettacoli, tra i piaceri e i pericoli di una professione al limite tra arte e prostituzione, Manon si innamora della collega e amica Mia, con la quale inizia una intensa relazione. Manon sembra non volere un futuro per sé, mentre Mia sogna di diventare attrice e le loro strade, inevitabilmente, dovranno separarsi.
Tra uno spoglierello, uno spettacolo privato per clienti facoltosi, una scena d'intimità fra amiche, una scena d'amore fra amanti e le audizioni di Mia come attrice teatrale, in Solo per me si parla di consapevolezza femminile, di rispetto, di coscienza femminile, ma tutto è sconfessato da una regia laccata e incapace di gestire una materia (visiva e narrativa) difficile da trattare.
Dove sta il limite tra esibizione e sfruttamento, o tra piacere e guadagno, o tra sicurezza e aggressione? Di questo il film parla solo in modo superficiale, preferendo scegliere nella seconda parte la via del dramma sentimentale (per di più interminabile), chiudendo con un elogio della sorellanza che suona quantomeno casuale, se non posticcio. Recensione ❯
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Un film divertentissimo che danza tra gangster, noir e cartoon e, a distanza di trent'anni, acquista una nuova luminosità. Azione, Commedia - USA1994. Durata 101 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Stanley, un impiegato di banca sfortunato, trova per caso un oggetto di legno che galleggia sull'acqua. Si tratta di un'antica maschera voodoo che trasforma completamente il possessore e gli permette di essere ciò che vuole. Espandi ▽
Stanley Ipkiss è un impiegato di banca timido e solitario che vive in un appartamento in affitto. L'unico a fargli compagnia è il suo cane Milo. Dopo una serata pessima in cui gli è stato impedito di entrare al Coco Bongo Club, dal ponte vede in acqua una maschera che raccoglie e porta a casa. Quando la mette sul suo viso, avviene la trasformazione. Stanley si trasforma così in The Mask. Ha una faccia verde ed è dotato di incredibili superpoteri che gli permettono di affrontare a viso aperto la criminalità locale. Però anche la polizia gli sta addosso.
Carrey diventa, con i suoi movimenti e una faccia che sembra di gomma, l'incrocio tra un comico del muto e un intrattenitore che si prende la scena tutta per sé. Salta dentro e fuori il film ma lascia ampio spazio allo sviluppo di una storia che guarda il cinema classico e il cinema dei supereroi prima dell'esplosione su grande schermo della Marvel.
Il film incrocia i generi con una contagiosa allegria e, a distanza di trent'anni, regge benissimo e acquista una nuova luminosità. Al box office è stato un grandissimo successo con un incasso di oltre 350 milioni di dollari. Recensione ❯
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Un film in cui non contano le motivazioni ma l'osservazione degli esseri umani. Con una forma che si avvicina al cinema di Wim Wenders. Drammatico, Gran Bretagna, Germania1979. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Robert compie un viaggio nell'Inghilterra di fine anni '70 per raggiungere Bristol dove è morto il fratello. Espandi ▽
Robert conduce una trasmissione radiofonica notturna nell'Inghilterra di fine anni '70. Quando gli arriva la notizia della morte del fratello per la quale si sospetta il suicidio decide di raggiungere Bristol per saperne di più. Lungo il percorso incontra alcune persone con cui interfacciarsi più o meno rapidamente. Il suo percorso è accompagnato da una colonna sonora musicale di rilievo.
Christopher Petit realizza un film in cui non contano le motivazioni Ciò che conta è osservare gli esseri umani. Quello che ci viene proposto è un on the road che ha una meta dichiarata ma in cui di fatto ciò che più conta sono gli incontri e il panorama di un'Inghilterra waste land in cui ognuno trascina con sé il proprio dolore, le proprie ossessioni o, comunque, la propria solitudine.
La colonna sonora vede presenti brani di personalità del mondo della musica entrate nella storia di cui vengono annunciate sia la presenza che i brani nei titoli di testa. In apertura c'è David Bowie. Così come toccherà ai Kraftwerk, pionieri della musica elettronica, divenire l'ultimo contatto possibile tra i fratelli con le audiocassette inviate dall'uno all'altro. Recensione ❯
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Un buon prodotto da pubblico, con una regia che racconta bene il rombo dei motori. Drammatico, Sportivo - Italia, Gran Bretagna, Irlanda2024. Durata 109 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'incredibile storia del Campionato del mondo di rally del 1983, in cui i coraggiosi sfavoriti del team Lancia, guidati dal carismatico Cesare Fiorio, affrontarono il potente team Audi in un'impresa che sembrava impossibile. Espandi ▽
1983. Cesare Fiorio, direttore sportivo della Lancia, vuole vincere il campionato del mondo di rally, ma la germanica Audi è dotata di un comparto finanziario e industriale superiore, e soprattutto ha dotato le sue nuove macchine da corsa di quattro ruote motrici, rendendole imbattibili. La risposta di Fiorio sarà creare la Lancia 037. Fiorio si lancia in un duello non solo contro l'Audi ma anche contro il direttore sportivo della casa tedesca, Roland Gumpert. Il pilota giusto per sconfiggerlo, secondo Fiorio è, paradossalmente, un tedesco, Walter Rohrl, che al contrario del direttore sportivo non vuole vincere a tutti i costi e si interessa all'apicultura quanto ai rally.
Race for Glory è un buon prodotto da pubblico, con i suoi eroi e antieroi, le sue sfide e le sue astuzie come quella (inventata) di spostare da un parcheggio all'altro le Lancia prodotte affinché sembrassero abbastaza numerose da passare il vaglio della Fédération Internationale de l'Automobile: uno stratagemma di mussoliniana memoria.
Il mondo dei rally viene rappresentato come un universo analogico minacciato dalle alte tecnologie, più schietto e sincero di ciò che l'avrebbe seguito. La regia di Mordini asseconda l'andamento di gara e racconta bene il rombo dei motori e l'incalzare della strada dal punto di vista dei piloti, ma si mantiene su un terreno di mezzo che non restituisce appieno la febbre della corsa. Recensione ❯
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Una donna torna nella casa della sua infanzia per scoprire che l'amico immaginario che ha lasciato è molto reale ed è infelice per averlo abbandonato. Espandi ▽
Nella nuova casa, la piccola Alice si trova a suo agio e intrattiene una vivace amicizia con Teddy, un orsacchiotto di peluche trovato lì, che diventa il suo amico immaginario. Jessica e Max vedono di buon occhio la cosa, ritenendola del tutto normale per una bambina della sua età. Le cose si complicheranno però ben presto. Jeff Wadlow è uno specialista nel genere (Obbligo o verità, Nickname: Enigmista) e conferma una buona mano nella gestione del racconto, se non una particolare inventiva. Non c’è niente di particolarmente sorprendente, anche i rivolgimenti conclusivi sanno abbastanza di già visto, ma la narrazione si mantiene svelta e a tratti avvincente, garantendo una buona tenuta spettacolare. In definitiva, Imaginary è un tipico prodotto Blumhouse, levigato, professionale, ricco d’atmosfera, di buon intrattenimento e però con ben poche novità dal punto di vista strutturale e narrativo. Recensione ❯
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