Cameron Michelle Diaz è nata a San Diego, in California il 30 agosto del 1972. Il padre, Emilio Diaz, d'origine cubana, lavorava come sovrintendente per una compagnia petrolifera. La madre, Billie Early, di origini tedesche, era agente in una compagnia di esportazioni. Cameron frequentò la Long Beach Polytechnic High School ed ebbe tra i suoi compagni di classe il rapper Snoop Dogg: durante gli anni scolastici veniva soprannominata 'Skeletor' per via della sua magrezza.
L'ingresso nel mondo dello spettacolo
Quando Cameron aveva solo sedici anni le capitò di trovarsi invischiata in una festa con un sacco di star e di produttori hollywoodiani: era la persona giusta al posto giusto nel momento giusto. Conobbe un fotografo che nel giro di una settimana le procurò un contratto con l'agenzia di modelle Elite. Terminati gli studi iniziò a lavorare in Giappone dove conobbe il fotografo Carlo de la Torre: con lui avrà una relazione di quasi cinque anni. La sua carriera come modella è di altissimo livello: ha sfilato per nomi del calibro di Calvin Klein e Levi's e nel 1990 è comparsa sulla copertina delle prestigiose riviste Mademoiselle e Seventeen.
L'esordio sul grande schermo e il cinema indipendente
Fu il suo agente che le suggerì di valorizzare la sua personalità e la sua esuberanza tentando la carriera dell'attrice. Dopo dodici audizioni andate male, riuscì finalmente a ottenere una parte nel film The Mask - Da zero a mito al fianco di Jim Carrey, allora niente più di una promessa del cinema comico a stelle e strisce. La produzione mise a dura prova il temperamento della giovane Cameron che, per via dello stress e dell'impreparazione, fu colpita da un'ulcera. Alla fine lo sforzo venne ripagato dal successo. La sua entrata in scena nei panni di Tina Carlyle, pupa del boss di turno, è di quelle che non si dimenticano e sebbene la sua interpretazione non abbia fatto impazzire la critica, la Diaz è diventata un'autentica icona sexy del cinema statunitense. Eppure, nonostante la notorietà, le apparizioni successive saranno tutte riservate a produzioni indipendenti dirette da giovani e ambiziosi registi. Nella commedia nera Una cena quasi perfetta per la regia di Stacy Title sarà una studentessa universitaria che, insieme ad altri quattro compagni, organizza delle cene a base di politica, confronti ideologici e omicidi. Sempre nel 1996 Steven Baigelman la dirigerà in Due mariti per un matrimonio, ambiziosa commedia in cui dividerà la scena con Keanu Reeves e sarà anche la protagonista femminile dell'opera seconda di Edward Burns, Il senso dell'amore. Come se non bastasse, nello stesso anno la Diaz è al fianco di Harvey Keitel nella commedia Acque profonde, curiosa pellicola che mescola azione, scambi di persona e sfumature thriller.
Il cinema che conta
Pare quasi che Hollywood avesse bisogno di vederla alla prova in parti davvero recitate (dopo l'exploit da cartone animato di The Mask) per richiamarla all'ovile. E così, dopo l'abbuffata indipendente del 1996, l'anno successivo arriva la chiamata per affiancare Julia Roberts ne Il matrimonio del mio migliore amico. La Diaz interpreta la parte della ricca e ingenua Kimmy, giovane e ricca studentessa in procinto di sposarsi con Michael. Dovrà vedersela con Julia Roberts nei panni della critica gastronomica Julianne, fidanzata storica di Michael, decisa a riprendersi la sua vecchia fiamma. Una commedia riuscitissima che non nasconde il suo debito con le scoppiettanti screwball comedies di Hawks e di Cukor di cui riesce a recuperare l'energia, il dinamismo e il predominio femminile nel gioco delle parti. L'interpretazione della Diaz è sorprendente: riesce a tener testa alla Roberts nel ruolo della solare e tenera ereditiera e la sua prova canora raggiunge insospettabili vette di umiltà e di immedesimazione. Sempre nello stesso anno sarà nuovamente un'ereditiera in Una vita esagerata diretta da Danny Boyle, strana commedia in cui due angeli devono fare innamorare la Diaz e Ewan McGregor.
Il periodo migliore della carriera
Il 1998 resterà probabilmente l'anno migliore per Cameron Diaz. Per la prima volta la dirige un autore con la A maiuscola: sarà Terry Gilliam a volerla in Paura e delirio a Las Vegas. Non è certo la pellicola migliore dell'ex Monthy Python, ma la trasposizione dell'autobiografia di Hunter S. Thompson mantiene il tono surreale e sgangherato del romanzo. Diretta da Peter Berg sarà poi la protagonista femminile della commedia nerissima Cose molto cattive. Un bizzarro addio al celibato si conclude con un duplice omicidio, eppure al ritorno a casa il futuro maritino scoprirà che la promessa sposa è disposta a tutto pur di arrivare all'altare. Per quanto possa sembrare strano, la folgorante bellezza della Diaz trova la sua espressione migliore in ruoli totalmente agli antipodi rispetto a quelli che sarebbe lecito attendersi.
E così, dopo l'esordio da pupa mozzafiato, la Diaz sceglie sempre ruoli in cui l'aspetto principale non sia la bellezza estetica del personaggio bensì un suo difetto psicologico, un suo agire controcorrente o anche semplice il suo far parte di una trama curiosa e insolita. E così dopo dopo l'humor feroce di Cose molto cattive arriva il successo planetario di Tutti pazzi per Mary. L'innocuo Ted vuole ritrovare Mary, la sua prima fidanzatina del liceo, e ingaggia così lo strampalato detective Pat Healy interpretato da Matt Dillon (ai tempi compagno della Diaz). Il problema è che Healy si innamora di Mary. Una commedia politicamente scorrettissima che non arretra davanti a nulla: dispetti a handicappati, cagnolini fulminati e sperma usato come gel per i capelli. Una pellicola in cui la Diaz, col suo sguardo conturbante e incerto fra la ragazza della porta accanto e una diva dal sex appeal prorompente, è semplicemente perfetta: riceverà una nomination ai Golden Globe. Decisamente raro trovare un'attrice così bella e ricercata capace di mettersi sempre alla prova in ruoli così scomodi e alternativi: in sostanza, è il modo migliore per capire che dietro un aspetto così liscio e patinato si nasconde una personalità frastagliata e tutt'altro che banale.
Qualche curiosità
Cameron Diaz ha pubblicamente ammesso di essere germofobica: prima di toccare un oggetto preferisce spolverarlo e pulirlo, si lava le mani molte volte al giorno e spesso usa i gomiti per aprire le porte. La stessa Diaz ironizza sulla sua situazione: "Non ho paura dei germi, semplicemente so che esistono...". Inoltre la Diaz si è apertamente schierata contro Bush durante la campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca del 2000 indossando una maglietta con scritto: "I WON'T VOTE FOR A SON OF A BUSH!". Per completare il tratteggio di una personalità tutt'altro che banale si potrebbe completare il quadretto con quello che ha recentemente affermato il giornalista di una rivista americana: "Cameron Diaz è il tipo di ragazza ingenua che qualunque stilista sognerebbe di vestire" insieme a quello che di lei ha detto Peter Farrelly, regista di Tutti pazzi per Mary: "Beve come un marinaio e mangia come un camionista, spazzolando un piatto dopo l'altro". E giusto per chiudere il quadretto, la Diaz ha dichiarato di sentirsi spesso stanca mentalmente al punto da considerare lo stress una vera e propria malattia cui è riuscita a trovare un antidoto di rara efficacia: il sesso! Non solo, ha aggiunto anche che "il sesso è il miglior antidoto per curare ogni tipo di malattia!". Nel 1999 compare in due pellicole diversissime: si imbruttirà ad arte per interpretare il ruolo di Lotte nella sofisticata e originale commedia di Spike Jonze Essere John Malkovich (per cui avrà una seconda nomination ai Golden Globe), e vestirà i panni della spietata dirigente di una squadra di football sempre ai ferri corti col coach Al Pacino in Ogni maledetta domenica, super-produzione hollywoodiana per la regia di Oliver Stone.
Cameron nel nuovo millennio
Nel 2000 offre invece una delle sue migliori interpretazioni da attrice in Le cose che so di lei, esordio al cinema del figlio di Gabriel Garcia Marquez in una pellicola in cui si incastrano diversi episodi al femminile, in cui la Diaz interpreta una ragazza cieca. Nel 2000 sarà una delle tre Charlie's Angels, adattamento cinematografico di una delle serie televisive degli anni Settanta: per il secondo episodio girato nel 2003 diventerà la seconda attrice della storia, dopo Julia Roberts, a ricevere un compenso di venti milioni di dollari per un singolo ruolo, anche se il film ebbe certo il successo sperato al botteghino. Nel 2001 prestò la voce alla principessa Fiona del cartone Shrek e per la sua prestazione 'vocale' ricevette quasi dieci milioni di dollari.
Nel 2001 ottiene la sua terza candidatura come migliore attrice ai golden globe per la sua interpretazione di Julie in Vanilla Sky. La Diaz è la fidanzata di Tom Cruise che, una volta scoperto di essere stata tradita, si suiciderà in un incidente automobilistico in cui lo stesso Cruise finirà per restare sfigurato. L'anno successivo le capiterà l'occasione della vita: Martin Scorsese la vuole per il ruolo della giovane borseggiatrice Jenny, protagonista femminile di Gangs of New York. La pellicola è ambientata nella seconda metà dell'Ottocento nel quartiere dei Five Points a New York, teatro di violente competizioni tra bande criminali che intendono assicurarsi il dominio del territorio. E la Diaz non si gioca male le sue carte: la sua interpretazione viene unanimemente apprezzata e non sfigura assolutamente di fronte a due colossi del calibro di Daniel Day-Lewis e Leonardo DiCaprio. Eppure quello che non convince è proprio il film, troppo macchinoso e freddo per piacere davvero, così che Scorsese non riesce a fare per Cameron Diaz quello che gli riuscì con Sharon Stone in Casinò. La Diaz dovette accontentarsi (si fa per dire) della quarta nomination ai golden Globe della carriera ma ancora una volta non riuscì a scrivere il suo nome nel cast di un vero film da storia del cinema.
Le esperienze più recenti
Da quel momento la Diaz ha collezionato ruoli sempre più riusciti, quasi sempre in linea con il personaggio che si è creata nel tempo. La troviamo infatti nelle commedie
In Her Shoes - Se fossi lei (2005) di Curtis Hanson e L'amore non va in vacanza (2006) di Nancy Meyers; presta la voce alla principessa Fiona anche nel secondo, nel terzo e nel quarto capitolo di Shrek (2004, 2007 e 2010); è presente in
Notte brava a Las Vegas (2008) di Tom Vaughan, nel thriller The Box (2009) di Richard Kelly, in La custode di mia sorella (2009) di Nick Cassavetes, in Innocenti bugie (2010) con Tom Cruise e in The Green Hornet (2011) di Michel Gondry. Sempre nel 2011 è la protagonista dell'irriverente commedia Bad Teacher, nella quale recita il ruolo di una professoressa sboccata ma divertente, al fianco del suo ex Justin Timberlake, mentre l'anno successivo affiancherà Colin Firth nel remake Gambit. Il 2013 la vede impegnata nelle riprese del nuovo film di Ridley Scott The Counselor - Il procuratore, con Michael Fassbender, Brad Pitt e Javier Bardem.
Nel 2014 è nuovamente diretta da Jake Kasdan in Sex tape - Finiti in rete, commedia su una coppia in crisi che per ritrovare lo slancio decide di filmarsi mentre fa sesso.