Il pubblico italiano inizia a conoscerlo come il ragazzo dai piccanti e accesi gusti sessuali che compie un viaggio on the road, con il suo migliore amico e una donna più matura e sposata in Y tu mamà también di Alfonso Cuaron. Ma Gael Garcia Bernal non è solo questo. Volto di quel vuoto emotivo e di quella solitudine che colpisce gli adolescenti avvelenati dalle brutture del mondo contemporaneo, è un attore premuroso nei riguardi dei suoi stessi personaggi che accudisce, offrendo loro ogni minimo dettaglio e ogni minima attenzione, al fine di farli apparire più veri. Interprete carismatico, nonché sex symbol messicano senza pari, la sua presenza (anche erotica) si percepisce appena entra in un'inquadratura.
Origini e formazione
Figlio d'arte (i suoi genitori sono gli attori Patricia Bernal e José Angel Garcia) Gael Garcia Bernal intraprende la carriera di attore fin da bambino, lavorando con i suoi genitori in un numero abbastanza cospicuo di spettacoli teatrali. E dopo il secondo matrimonio di sua madre, si affiaterà in maniera particolare al suo patrigno, il regista Sergio Yasbek.
Soap opera e il trasferimento a Londra
Il suo debutto di fronte a una macchina da presa è, però, tutto televisivo con la soap opera Teresa (1989-1991), seguita da un ruolo anche nella telenovela El abuelo y yo, nel 1992, al fianco del migliore amico, l'attore messicano Diego Luna.
A metà degli anni Novanta, a soli 17 anni, decide di trasferirsi a Londra e si iscrivere alla Central School of Speech and Drama, dove compare in numerosi film scolastici e interagisce con piccoli registi che gli faranno interpretare una nutrita cifra di cortometraggi fra cui spiccano De tripas, corazòn (1996) diretto da Antonio Urrita (che sarà nominato all'Oscar come miglior cortometraggio) e, più in là, El ojo en la nuca (2001) di Rodrigo Plà.
Debutto messicano
Tornato in Messico, gli viene offerto il suo primo ruolo cinematografico nella pellicola di Alejandro Gonzàles Iñárritu Amores perros (2000), seguito da Y tu mamà también (2001) di Alfonso Cuaròn, accanto a Diego Luna, con il quale condividerà il Premio Marcello Mastroianni.
Carriera in ascesa
Da qui, la sua carriera arriva a una svolta definitiva che lo porterà a recitare con una mefistofelica Penelope Cruz, un'angelica Victoria Abril e la signora del cinema europeo Fanny Ardant in Nessuna notizia di Dio (2001) di Agustìn Dìaz Yanes, seguito da una sorta di uccelli di rovo messicano per la regia di Carlos Carrera, Il crimine di Padre Amaro (2002), e dall'inglese I'm with Lucy (2002) di Jon Sherman, dove sarà uno dei pretendenti di una biondina tutto pepe, fra Craig Bierko, John Hannah, Anthony LaPaglia e David Boreanaz.
I ruoli importanti
Ex fidanzato di Natalie Portman e vincitore a Cannes del premio Chopard come rivelazione maschile del 2003 a Cannes, offrirà il suo volto per due perfetti ritratti del Che Guevara, prima nel televisivo Fidel (2002) di David Attwood e poi nella pellicola di Walter Salles I diari della motocicletta (2004), uno dei suoi ruoli più intensi. Il grande regista Pedro Almodòvar lo imporrà come protagonista nel suo giallo-erotico La mala educaciòn (2004), mentre James Marsh lo tinge di tragico e gli fa indossare i panni di un novello Edipo in The King (2005) con William Hurt. Impegnato anche in teatro, calca il palco londinese dell'Almeida, per recitare il ruolo di Leonado nella piéce di Federico Garcia Lorca "Blood Wedding".
Nel 2006, seguiranno il surreale L'arte del sogno di Michel Gondry, con Charlotte Gainsbourg, Alain Chabat e Miou-Miou, nella parte di Stéphan, un impiegato che lavora in un'azienda che produce calendari e che si innamora della sua vicina di casa; e poi nell'intricato e collettivo Babel, diretto ancora una volta da Iñárritu, con Brad Pitt e Cate Blanchett. Oltre al film drammatico Il passato (2007) e al toccante ed impegnato Even the rain, Bernal si è recentemente diretto verso la commedia americana: nel 2010 è al fianco di Amanda Seyfried in Letters to Juliet, e l'anno successivo è accanto a Kate Hudson nel sentimentale Il mio angolo di paradiso, diretto da Nicole Kassell.
Migliore amico dell'attrice argentina Dolores Fonzi, simbolo del nuovo cinema latino americano, politicamente impegnato, passa alla regia nel 2007 con la pellicola Déficit, all'interno della quale è anche interprete, basato su un progetto televisivo dal titolo Ruta 32 che riporta l'attore in Messico per raccontare una riunione di famiglia che mescola diverse classi sociali.
Lavorerà più volte con Pablo Larrain, in No - I giorni dell'arcobaleno (2012) e nel biopic Neruda (2016). Nel 2018 lo vedremo protagonista di Museo - Folle rapina a Città del Messico di Alonso Ruizpalacios e poi in Lontano da qui di Sara Colangelo. Recentemente è stato protagonista del film di Pablo Larrain Ema e di quello di M. Night Shyamalan Old. Tra le interpretazioni più recenti troviamo il thriller The Mother (2023) e Another End (2024) di Piero Messina.
Ambiguo, sanguigno, esplosivo, con quel corpo minuto che raggiunge appena il metro e sessantacinque di altezza, Gael Garcia Bernal ha lo sguardo di chi si sente a suo agio in ogni scena, forse merito di quei grandi occhi verde smeraldo, limpidissimi, o di quelle labbra carnose che stravolgono i sensi di ogni uomo o donna che lo vedono sullo schermo. C'è passione in questo ometto che è passato da Almodovar a Hollywood, c'è passione anche in chi lo segue da anni, c'è passione in quegli istinti primordiali e prigionieri dell'inconscio che libera anche solo con un primo piano silenzioso.