Titolo originale | Coco |
Anno | 2017 |
Genere | Animazione, Avventura, Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Lee Unkrich, Adrian Molina |
Attori | Anthony Gonzalez, Gael García Bernal, Benjamin Bratt, Alanna Ubach, Renee Victor Mara Maionchi, Valentina Lodovini, Matilda De Angelis, Lombardo Boyar, Alfonso Arau, Cheech Marin, Jaime Camil, Gabriel Iglesias, Edward James Olmos. |
Uscita | giovedì 28 dicembre 2017 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Walt Disney |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,77 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 21 dicembre 2018
Argomenti: Pixar Dante Alighieri
Il film, prodotto dalla Pixar, racconta la storia di un ragazzo che vivrà un'avventura per dimostrare il suo amore per la musica. Ha vinto 2 Premi Oscar, ha vinto un premio ai Golden Globes, ha vinto un premio ai BAFTA, ha vinto 2 Critics Choice Award, ha vinto un premio ai Producers Guild, In Italia al Box Office Coco ha incassato 11,4 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Miguel è un ragazzino con un grande sogno, quello di diventare un musicista. Peccato che nella sua famiglia la musica sia bandita da generazioni, da quando la trisavola Imelda fu abbandonata dal marito chitarrista e lasciata sola a crescere la piccola Coco, adesso anziana e inferma bisnonna di Miguel. Il giorno dei morti, però, stanco di sottostare a quel divieto, il dodicenne ruba una chitarra da una tomba e si ritrova a passare magicamente il ponte tra il mondo dei vivi e quello delle anime.
Diverso eppure di famiglia, è questo l'effetto che fa Coco alla prima visione. La Pixar si inoltra in un territorio finora inesplorato, immergendovisi in profondità, eppure ovunque, nel film, risuona un'aria di famiglia, con echi di Up e Inside Out, o forse un unico gene responsabile, che è dentro tutti i figli della lampadina salterina, ed è quello della rimembranza.
Qui il concetto è declinato nell'accezione di rievocazione e preso in maniera letterale.
Mentre, durante la festa dei morti, il paese di Santa Cecilia (e il Messico tutto) allestisce altari nelle case e illumina i cimiteri per accogliere la visita dei famigliari defunti, Miguel si trova a compiere un percorso che trasforma quella tradizione lontana in qualcosa di reale, di personale e di urgente, una questione di vita e di morte (appunto), e impone l'importanza del ricordo tra le priorità della vita, anche di un giovanissimo come lui.
L'immersione dei creatori di Coco nell'universo messicano del Dìa de Los Muertos è un'immersione totale, che ingloba la storia ma anche l'aspetto visivo del film e ne rispetta e riproduce la varietà intrinseca. Come la folk art messicana legata a questa ricorrenza varia da comunità a comunità e presenta una gamma ampissima di figure e materiali differenti, così Coco mescola le tonalità al neon degli alebrijes (vero tocco magico del film) con la ritrattistica fotografica, il cinema indigeno, Frida Khalo e il suo debordante mito (altro tocco spassoso), l'estetica musicale e quella carnevalesca.
C'è tanta trama, c'è una vicinanza tematica stretta con "Il libro della vita" prodotto nel 2014 da Guillermo Del Toro, c'è l'eco di Tim Burton, e, a volte, può sorgere il dubbio che tanto scoppiettare di colori e corse contro il tempo possa servire a coprire la mancanza di quelle piccole perle di genialità nella semplicità, quelle palline blu tristezza e giallo gioia, quelle porte in infinita sequenza, che, in altri film Pixar, ci hanno stretto con una mano il cervello e con l'altra il cuore. Però Coco fa una cosa importante, che non ha solo a che vedere con un lavoro di reale (e non superficiale o funzionale) esplorazione di un'altra cultura, ma con un'incursione in un territorio misterioso, il post mortem, che è un luogo della vita di tutti, adulti e bambini.
In questo senso, la continuità con Inside Out è forte e evidente: dopo aver fatto i conti con la matassa ingarbugliata delle emozioni, il tempo si è rivelato maturo per guardare con "spirito" avventuroso e commovente dentro un altro fitto mistero, quello della mortalità; e la celebrazione messicana, fatta di musica, colori e leggende a carattere familiare, si è rivelata, per questo fine, un sentiero luminoso ed efficace.
Il cinema d'animazione, lo sappiamo, ha tempi diversi da quello che utlizza attori e ambienti reali e per questo non è raro che un "nuovo" progetto affondi in verità le radici in un tempo non recentissimo. Nel caso di Coco, il film Disney-Pixar che si ispira alla festività messicana del Giorno dei Morti, e che uscirà non a caso nel mese di novembre, si deve guardare indietro di sette anni per individuarne la genesi.
Chiuso il terzo capitolo di Toy Story, infatti, nel 2010, il regista Lee Unkrich (Alla ricerca di Nemo, Monsters&Co.) si mette al lavoro sulla storia del dodicenne Miguel, figlio di calzolai, cui è proibito far musica a causa delle malefatte di un antenato musicista. Quando però, per l'appunto nel Giorno dei Morti, Miguel si ritrova a suonare la chitarra del defunto Ernesto de la Cruz, viene magicamente trasportato nell'aldilà e costretto a risolvere gli antichi e mai sopiti problemi di famiglia. Qui ritroverà anche un grande affetto, la nonna, Mama Coco.
Se leggendo queste poche righe di sinossi la vostra mente è stata visitata dal ricordo dell'ambientazione di "Grim Fandango", videogioco di culto di qualche decennio fa, o di The Book of Life ( Il libro della vita ), il film diretto da J.R. Gutierrez e prodotto, tra gli altri, da Guillelmo del Toro, non siete gli unici.
Anche in quel caso, Manolo Sanchez, ragazzino con la musica nel sangue ma promesso ad una carriera da matador, intraprendeva un viaggio nella Terra dei Dimenticati, per riportare in vita la sua innamorata in una dinamica apertamente shakespeariana. Il film di Unkrich parte però da un terreno molto diverso, estraneo per origine alla cultura latina, e alle prese per la primissima volta -per quel che riguarda la filmografia Pixar- con un cast interamente sudamericano. Il colosso Disney, inizialmente, non si è mosso con tatto su questo terreno, facendo infuriare molti, specie sui social, con la richiesta di comprare la dicitura "Dia de los Muertos" e farne un marchio commerciale.
Anche in ragione di questo inizio maldestro dei lavori, che ha fatto slittare in avanti la data presunta di realizzazione e distribuzione del film, Unkrich e i suoi collaboratori sono tornati a più riprese in Messico per approfondire il ritratto del personaggio, col risultato che l'iniziale fascinazione per i colori accesi e il clima carnevalesco che caratterizza la festa in oggetto e che "cozza" così perfettamente con il suo contenuto di scheletri e personificazioni della Morte, si è andata arricchendo, a detta degli autori, di suggestioni più profonde e conoscenze sempre più approfondite.
Con queste premesse, e la qualità a cui la Pixar ci ha abituato, Coco, per la regia di Lee Unkrich e la co-regia di Adrian Molina, autore della sceneggiatura, ha tutte le carte per avviarsi a replicare le diciotto precedenti meraviglie d'animazione di un'azienda unica, nata dalla Lucas Film, passata a Steve Jobs (che l'ha battezzata col nome che ce l'ha fatta conoscere e che ancora mantiene) e quindi alla Disney, senza perdere in genialità e autonomia. Primissimo studio a sviluppare un intero lungometraggio in computer grafica, la Pixar è da trent'anni al primissimo posto nel settore e niente sembra minacciare il suo primato. Con Coco i creativi statunitensi affrontano per la prima volta un argomento complesso, finora inesplorato: dopo aver attraversato la superficie del mare, le porte che dividono il mondo dei mostri da quello degli umani, o la barriera che separa il mondo di una ragazzina da quello delle sue emozioni ( Inside Out), è arrivato il momento di varcare un'altra soglia, quella che separa il mondo dei vivi e quello dei morti.
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La Pixar segna ancora un punto a suo favore con un film che di natalizio non ha nulla, almeno di primo acchito. Sfavillante e sgargiante, Coco di Lee Unkrich (già regista di Toy Story 3) narra le avventure di Miguel, dodicenne baldanzoso e sincero con un sogno, come da tradizione Disney: seguire le gesta del suo idolo, Ernesto de la Cruz, famoso chitarrista e partecipare a un concorso musicale, [...] Vai alla recensione »
Penso di non esagerare dicendo che si tratti di uno dei capolavori migliori sfornati dalla Disney/Pixar, per certi versi anche superiore rispetto ad altri classici Disney che hanno saputo incarnare determinati valori ma senza andare a fondo nell'introspezione psicologica dei personaggi. Coco è un film che è stato criticato (per quanto possano essere considerate critiche [...] Vai alla recensione »
Un uomo muore solo quando viene dimenticato. È questo quello che "Coco" cerca di comunicare. A ognuno di noi è capitato di perdere una persona cara e nonostante non la vediamo tutti i giorni, quest'ultima la ricordiamo attraverso foto o magari oggetti che in vita era solita usare. La morte è un tema delicato da capire e comprende , specie se vuoi esporlo [...] Vai alla recensione »
"Uniremo con le note il cuore e le anime" è la frase tratta da una delle canzoni presenti nel nuovo film di animazione Pixar che meglio racchiude il significato dell'intero lungometraggio. I legami profondi, quelli che vanno oltre la morte, che si costruiscono giorno dopo giorno nel corso della vita, che toccano - appunto - il cuore e l'anima, e che spesso vengono resi [...] Vai alla recensione »
Coco sembra Up a ruoli invertiti, dove il protagonista non è un anziano supportato da un ragazzino, ma un ragazzino che ha in una nonna anziana l'unico seppur passivo supporto; dove al centro del discorso non c'è solamente il tentativo di riappropriarsi della propria vita e del suo senso profondo, ma la voglia di riportare l'attenzione sul più grande rimosso delle societ&agr [...] Vai alla recensione »
“Uniremo con le note il cuore e le anime” è la frase tratta da una delle canzoni presenti nel nuovo film di animazione Pixar che meglio racchiude il significato dell’intero lungometraggio. I legami profondi, quelli che vanno oltre la morte, che si costruiscono giorno dopo giorno nel corso della vita, che toccano – appunto – il cuore e l’anima, [...] Vai alla recensione »
Miguel ha un sogno nel cuore, un richiamo irrefrenabile verso la musica. La sua numerosa famiglia tuttavia ha bandito quest’arte da generazioni. Nel giorno dei morti, molto sentito nei paesi messicani, Miguel decide a dispetto di tutto di esibirsi in un contest musicale nella piazza principale del suo paese. Le cose tuttavia non vanno come pianificato e Miguel rimasto senza strumento musicale [...] Vai alla recensione »
A Natale puntualmente esce nelle sale cinematografiche un film cartoon per il pubblico dei più giovani o giovanissimi e quest'anno, per la precisione, "Coco" della Pixar. Ambientato in Messico, la storia racconta di un ragazzino che ama ed è particolarmente dotato per la musica. Ma la sua famiglia, poichè generazioni addietro vi è stato un avo [...] Vai alla recensione »
La Pixar torna dopo due sequel ("Cars 3" e "Finding Dory") con un film originale e il risultato, come lo è stato per "Inside Out" e per la maggior parte dei suoi film, è un vero successo. Un successo non solo rilegato al box-office, settore nel quale è andato molto bene anche se avrebbe potuto fare meglio, ma soprattutto al consenso ricevuto [...] Vai alla recensione »
Miguel ha la musica nel sangue ed il suo grande sogno è diventare un grande musicista. Purtroppo i suoi famigliari ha deciso ormai da parecchi anni di bandire definitivamente la musica dalle loro vite, dopo che uno dei loro avi in passato ha deciso di abbandonare moglie e la figlia piccola per dedicarsi alla musica e raggiungere il successo.
Miguel Rivera proviene da una numerosa famiglia di calzolai situata I Messico , ma lui sogna di essere un musicista come il suo idolo Ernesto De La Cruz , ma c'è un piccolo ma cruciale dettaglio : la sua famiglia abborisce la musica, per via del padre della bisnonna Coco , che ha deciso di abbandonare la sua famiglia per suonare ed ottenere la rinomanza mondiale.
"Per tutta la vita ho sentito qualcosa dentro di me che mi rendeva diverso", una frase di un peso specifico straordinario che da sola potrebbe valere il prezzo del biglietto. Ma Pixar come al solito e' capace di andare molto oltre e, grazie anche ad una superficialità iniziale nel trattare il delicato tema delle tradizioni messicane, crea l'ennesimo capolavoro.
Eccoci tornati dopo più di un anno a recensire film. Di Tofi non c'è traccia... Dopo essersi addormentata, non è più tornata. Pertanto, oggi siamo solo io e (l'inimitabile) Ric. Da dove cominciare: film scelto a casissimo dopo aver perso tempo a provare a studiare qualità e statistica (con scarsi risultati).
Infatti cosa mi ha lasciato questo film dopo poco più di un giorno? Bhè penso che sia un film che debba essere visto da chiunque nella vita e penso che debba essere visto almeno una volta in vita. infatti penso che sia un film che al di la del generoso bellissimo ma è un film che va oltre. Si in effetti è bellissimo.
Sono sincera all'inizio non mi aspettavo un granchè, ma pian piano mi prendeva sempre più, in attesa del grande finale! e che finale!Mi sono commossa.. veramente un bel film! Complimenti
La famiglia Rivera porta con se dai tempi degli avi una spietata avversione per la musica data dal fatto che il capostipite per amore della musica lasciò la famiglia. Il giovane Miguel però è fermamente intenzionato a coronare il suo sogno di diventare musicista e sfida i divieti impostigli dalla famiglia. Nel giorno della ricorrenza dei morti pronto ad esibirsi nel tradizionale [...] Vai alla recensione »
Miguel nonostante la contrarietà della famiglia vuole fare musica. Questo lo porterà nel mondo dei morti per scoprire il suo passato e trovare quindi la direzione del suo futuro. Un film che entrando nella cultura del messico si interroga sulla famiglia e la ricerca della propria strada. Il capolavoro strappa lacrime che non ti aspetti firmato Disney Pixar.
Che dire, come quando uscì Vanilla sky che con più soldi riciclava Apri gli occhi la disney se la gioca copiando spudoratamente Gutierrez, tanto la diney è la disney e il suo impero ha raggiunto anche star wars. A me è piaciuto the book of life e questo per me è una pallida, ma pur sempre eseguita bene, imitazione.
La Pixar ha trasformato i cartoni animati in cinema d’animazione. Personalmente ne scelgo uno all’anno non essendo mai stato un fans accanito di cartoni. L’opzione quest’anno è andata su questo film molto bello sia per la scenografia, le musiche, i colori ma soprattutto per la scelta dei temi da trattare ed i contenuti.
Un film da non perdere,c'è tutto ciò che serve per entusiasmare adulti e bambini,ben fatto disegni meravigliosi personaggi esilaranti,storia avvincente e che tocca il cuore, parla di sentimenti profondi facendoti ridere.
Miguel per rincorrere la sua passione per la musica, passerà involontariamente nel regno dei morti e rincontrerà i suoi antenati di famiglia. La grafica animata è davvero impeccabile e l'ambientazione messicana è ben ricostruita. Anche se è un film di animazione per famiglie, la trama è complessa e piuttosto intrecciata.
ho avuto la fortuna di vederlo in spagna dove non solo escono prima che da noi,ma molti capolavori anche internazionali da noi non arrivano proprio.la colonna sonora ,importante per un film sulla musica e' bellissima,e anche la trama scorre velocemente.basta dire che alla fine il pubblico ha applaudito.erano anni che non mi capitava di sentirlo per un film.
Un film che tocca il cuore, bellissimo e commovente.
Vado assolutamente controcorrente nella valutazione. Seppur ben realizzato, Coco è una scopiazzatura di molte altre pellicole sullo stesso tema, la festa dei morti messicana. Non ho trovato spunti interessanti ed innovativi tali da giustificarne la visione. Per quanto mi riguarda, una pellicola che si può tranquillamente tralasciare.