Un film originale e geniale. E anche se nulla resta nella storia del cinema oggi perché ogni oggetto di consumo e desiderio (attori compresi) cambiano ogni due anni (a volte anche senza gusto), Bérénice Bejo ha contribuito con la sua recitazione a rendere meno effimero un film colto come The Artist che, se imperfetto, sarebbe stato un fallimento. La Bejo rimane nella memoria, lascia il segno come l'attrice del cinema muto che abbraccia il sonoro e vede in questo la possibilità di una carriera da star. Curiosamente, abbracciando un film muto nella realtà, è riuscita a incantare critica e pubblico. Nonostante l'assenza della parola, ha saputo dare quella scintilla trasgressiva che cresceva come un anticorpo, fotogramma dopo fotogramma, e la stessa tensione emotiva e sessuale che un'attrice, in un film parlato, avrebbe potuto offrire.
Figlia di Miguel Bejo
Bérénice Bejo nasce il 7 luglio 1976 a Buenos Aires, in Argentina. A soli 3 anni, segue i suoi genitori in Francia dove si trasferiscono. Suo padre è il regista e sceneggiatore Miguel Bejo e sarà lui stesso a inserirla nei circoli culturali di cinematografia francese, nonché a spingerla a iscriversi a dei corsi di arte drammatica.
Debutto cinematografico
Dopo aver recitato nel cortometraggio Pain perdu (1993) di Tiéri Barié e al film tv Histoires d'hommes (1996) di Olivier Langlois, recita il personaggio di Karine nella pellicola di Abdelkrim Bahloul Les soeurs Hamlet (1996). Ma nonostante il debutto cinematografico, continua a privilegiare per alcuni anni il piccolo schermo (Alice Nevers - Professione giudice, Julie Lescaut), visto che il cinema sembra offrirle semplicemente piccole parti (La Captive, Passionnément).
L'attrice promettente
Solo nel 2000, ci si accorge di lei. Dopo il ruolo di Laetitia Rance in Meilleur espoir féminin di Gérard Jugnot, viene nominata al César come miglior attrice promettente. Non vincerà il premio, ma attirerà l'interesse del cinema internazionale, visto che sarà inserita nel ruolo di Christiana, la confidente di Shannyn Sossamon, in Il destino di un cavaliere (2001) di Brian Helgeland.
Ritorno in Francia
Ritornata in Francia, recita con Marie-France Pisier e Guillaume Depardieu in Comme un avion (2002), ma anche in: 24 heures de la vie d'une femme di Laurent Bouhnik, dove è la fatale Olivia che confonde con la sua bellezza e vitalità Michel Serrault; Le Grand Rôle (2004), commedia sul mondo delle attrici; e il drammatico Cavalcade (2005).
La candidatura all'Oscar e il premio per Il passato
Il 2006 è l'anno dell'incontro con il regista Michel Hazanavicius. L'autore la sceglie per il ruolo di Larmina El Akmar Betouche nella sua parodia di 007 OSS 117 - Le Caire, nid d'espions. Ma quello che non si aspetta è che la Bejo riuscirà a conquistargli il cuore. L'amore scatta sul set, fra un ciak e l'altro, e in men che non si dica i due si ritrovano sposati e genitori di due bambini. Nel 2011, la Bejo diventa la protagonista femminile del film muto The Artist, un altro film diretto dal marito. Recita accanto a Jean Dujardin, ma anche John Goodman, James Cromwell e Penelope Ann Miller. Suo il ruolo dell'attrice Peppy Miller, amica di un attore del cinema muto in declino, che farà di tutto per farlo uscire dalla depressione nella quale è entrato. Per il ruolo, la Bejo viene candidata all'Oscar come miglior attrice non protagonista, ma anche ai BAFTA e ai Golden Globe. Ritorna sul set, dopo tre mesi di assenza per la nascita della sua secondogenita, in Tutti pazzi per Rose (2012). In seguito vincerà il premio come miglior interprete femminile al Festival di Cannes 2013 per Il passato di Asghar Farhadi. Protagonista del film del marito Michel Hazanavicius The Search nel 2014, due anni dopo è a Cannes nel film di Marco Bellocchio tratto da Gramellini Fai bei sogni (2016) e in quello di Joachim LaFosse Dopo l'amore.
Diretta spesso dal marito Hazanavicius (Il mio Godard, Il principe dimenticato), nel 2018 è diretta da Pablo Trapero ne Il segreto di una famiglia e nel 2021 la vediamo in due film italiani, Il materiale emotivo di Sergio Castellitto e Il colibrì di Francesca Archibugi. Nel 2022 presenta al Festival di Cannes il film del marito di cui è protagonista, Cut - Zombi contro Zombi. Nel 2022 è diretta da Francesca Archibugi ne Il colibrì e nel 2024 da Piero Messina in Another End.
Vita privata
Moglie di Michel Hazanavicius, ha da lui due figli, Lucien e Gloria.