Titolo originale | Redoubtable |
Anno | 2017 |
Genere | Commedia, Biografico, Sentimentale, |
Produzione | Francia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Michel Hazanavicius |
Attori | Louis Garrel, Stacy Martin, Bérénice Bejo, Micha Lescot, Grégory Gadebois Felix Kysyl, Louise Legendre, Jean-Pierre Mocky, Tanya Lopert, Lola Ingrid Le Roch, Eric Marcel. |
Uscita | martedì 31 ottobre 2017 |
Distribuzione | Cinema |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,84 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 26 ottobre 2017
Il ritratto dell'appassionata e anticonformista storia d'amore tra Anne Wiazemsky e il maestro del cinema Jean-Luc Godard. In Italia al Box Office Il mio Godard ha incassato 70,5 mila euro .
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Il ritratto di una delle figure più importanti del cinema francese e mondiale, quella di Jean-Luc Godard, vista attraverso gli occhi dell'allora giovanissima moglie Anne Wiazemsky. Il sessantotto, il maoismo, le proteste contro la guerra in Vietnam, ma soprattutto la storia d'amore appassionata e complicata, tra Anne e Jean-Luc.
Michel Hazanavicius dopo il passo falso di The Search, torna alla sua pratica cinematografica preferita: rivisitare un genere offrendogli una nuova occasione di visibilità. Era accaduto con un grande e, in parte, inatteso, successo di pubblico per The Artist e non si sa quanto il miracolo possa ripetersi con questo Redoutable che nell'originale ha una valenza più double face rispetto alla traduzione italiana in Il mio Godard.
L'incertezza è dettata dal soggetto scelto: quanti, al di là dell'ambito della cinefilia, conoscono il cinema di JLG (come ha finito per essere chiamato da ammiratori e detrattori) e, in particolare, le opere che precedono e seguono il periodo preso in considerazione nel film?
Solo chi ne ha apprezzato (o detestato) l'opera può cogliere tutte le sfumature ironiche di un ritratto che nasce dall'autobiografia dell'allora giovanissima moglie Anne.
C'è una consistente dose di odio/amore in questo film che si appropria degli stilemi dell'autore (occupandosi quindi del 'genere' Godard) per sottolinearne le contraddizioni. Hazanavicius ammira il Maestro ma fondamentalmente detesta l'uomo del quale mette in luce tutte le aporie.
Godard in questo film appare come un borghese costantemente impegnato a tagliare un cordone ombelicale che reiteratamente gli si attorciglia contro ricordandogli la propria estrazione sociale. Non sono tanto gli occhiali; che come un tormentone si ritrovano infranti; a sottolinearne una simbolica miopia nei confronti di chi gli sta vicino, quanto piuttosto le modalità in cui vorrebbe ingabbiare la relazione con Anne ad evidenziare questa condizione. La pervicacia con cui insiste sul vincolo matrimoniale, con annesse gelosie e desiderio di avere sempre la giovanissima consorte al proprio fianco, lo rappresenta come il più borghese dei borghesi. Al di là del divertissement di un regista che si diverte a mostrare che il proprio re artistico è nudo c'è la lettura a distanza di un periodo che, per ragioni anagrafiche, Hazanavicius non ha vissuto ma del quale offre una lettura in cui prevalgono più le ombre che le luci.
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Quello del 68' fu il movimento di massa che più di tutti incise e rivoluzionò in profondità la società nella seconda metà del cosiddetto secolo breve. "Il mio Godard", tratto da "Un An Apres" di Anne Wiazamesky ex moglie di Godard, è la narrazione del maggio francese attraverso gli occhi, il lavoro, la vita di uno deli artisti più [...] Vai alla recensione »
Fischiatissimo a Cannes per lesa maestà, arriva nelle sale italiane “Il mio Godard” di Michel Hazanavicious (quello di “The Artist”), tratto dal libro di memorie di una stagione assai “calda”, di Anne Wiazemsky, moglie e musa di Jean Luc. Sullo schermo prende vita la scena privata di una coppia: lui che dopo la dichiarazione di lotta de “La cinese” [...] Vai alla recensione »
Come si evince dal titolo stesso "Il Mio Godard", l'ultimo film del regista Michel Hazanavicius è un omaggio al grande regista della Nouvelle Vague" Jean.Luc Godard. Il ritratto di questo grande maestro del cinema francese viene presentato e raccontato dalla moglie, l'attrice Anne Wiazemsky, che molto più giovane si innamorò subito di lui sia come uomo [...] Vai alla recensione »
È sorprendente che qualcuno abbia preso sul serio la rappresentazione del regista francese in Il mio Godard, come se si trattasse di un vero attacco al maestro della nouvelle vague. Persino per i suoi detrattori, deve essere chiaro che Michel Hazanavicius è troppo sveglio per cadere in una trappola di questo tipo. Lui e il protagonista, Louis Garrel, raccontano su questo pregiudizio un aneddoto interessante: quando si era sparsa la voce che i due avrebbero realizzato insieme Il mio Godard, gli amici del regista gli chiesero subito che cosa gli saltasse in mente a mescolarsi con un divo del cinema d'élite, e al tempo stesso a Garrel tutti domandavano se si rendesse conto di quanto fosse "cretino" l'autore con con cui avrebbe lavorato. Testuali parole.
Dunque, la spericolatezza di questo progetto non ha nulla a che fare con un tentativo di ridimensionare Godard facendolo diventare un pupazzo nelle mani di un autore poco propenso a dichiararsi allievo della nuova onda parigina.
E al tempo stesso, Il mio Godard non è nemmeno un santino ad uso e consumo dei nostalgici, che avrebbero magari preferito un altro tipo di ritratto. La verità è che Godard è sempre stato, a detta di tutti, una persona poco sopportabile e che, specie dopo La cinese, si è trasformato in un tipo ancora più intrattabile. A pensarla così era senz'altro Anne Wiazemsky, scomparsa da poco, musa del regista, moglie "scandalosa" del genio, via via maltrattata e marginalizzata dall'ego di Jean-Luc, che di lì a pochi anni avrebbe poi rotto clamorosamente anche con François Truffaut.
Ma la verità è anche che Godard è stato per molti anni un talento avanti sui tempi, un sabotatore delle convenzioni artistiche e sociali, un rivoluzionario scomodo e impertinente, capace di scontrarsi ad armi pari con un sistema culturale tronfio e manifestamente conservatore.
Il mio Godard è il ritratto di una delle figure più importanti del cinema francese e mondiale, quella di Jean-Luc Godard, vista attraverso gli occhi dell'allora giovanissima moglie Anne Wiazemsky. Il sessantotto, il maoismo, le proteste contro la guerra in Vietnam, ma soprattutto la storia d'amore appassionata e complicata, tra Anne e Jean-Luc.
Con Il mio Godard, Michel Hazanavicius torna a rivisitare un genere con il ritratto di una delle figure più importanti del cinema mondiale.
In occasione dell'uscita al cinema, Michel Hazanavicius e Louis Garrel raccontano in una video intervista il film che li vede rispettivamente regista e protagonista, l'idea che ne sta alla base - realizzare una commedia attraverso una tragedia - e l'accoglienza da parte della stessa Anne Wiazemsky.