Titolo originale | L'économie du couple |
Titolo internazionale | After Love |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia, Belgio |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Joachim Lafosse |
Attori | Bérénice Bejo, Cédric Kahn, Marthe Keller, Jade Soentjens, Margaux Soentjens Catherine Salée, Tibo Vandenborre, Philippe Jeusette, Annick Johnson, Pascal Rogard, Ariane Rousseau, Francesco Italiano, Maxime Kesteman, Lara Seldrum, Bernard Dauchot, Gaëtan Lejeune, Besnik Limani, Thomas van Zuylen, Lou Godart. |
Uscita | giovedì 19 gennaio 2017 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,23 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 20 gennaio 2017
Una coppia decide di divorziare ma nessuno dei due vuole rinunciare alla casa in cui hanno vissuto per dieci anni. In Italia al Box Office Dopo l'amore ha incassato 240 mila euro .
Dopo l'amore è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Per Marie e Boris è l'ora dei conti. In tutti i sensi. Dopo quindici anni di matrimonio e due bambine, decidono di mettere fine alla loro relazione, consumata da incomprensioni e recriminazioni. Marie non sopporta i comportamenti infantili del marito, Boris non perdona alla moglie di averlo lasciato. In attesa del divorzio e costretti alla coabitazione, Boris è disoccupato e non può permettersi un altro alloggio, lei detta le regole, lui le contraddice. L'irritazione è palpabile, la sfiducia pure. Arroccati sulle rispettive posizioni sembrano aver dimenticato il loro amore, il cui frutto è al centro della loro attenzione. Genitori di due gemelle che stemperano con intervalli ludici le tensioni, Marie e Boris condividono una proprietà su cui non riescono proprio a mettersi d'accordo. A chi appartiene la casa? A Marie che l'ha comprata o a Boris che l'ha rinnovata raddoppiandone il valore? La disputa è incessante, il dissidio incolmabile. Ma è fuori da quella 'loro' casa che Marie e Boris troveranno la risposta. Una possibile.
Troppo spesso in una coppia il denaro diventa il mezzo migliore per esercitare potere sull'altro, per fargli pagare letteralmente il fallimento della relazione. Dopo l'amore abita lo scacco e presenta la fattura del disamore di una coppia che non sa più come accordare i propri sentimenti, regolare i propri conti, le responsabilità genitoriali, le tenerezze intermittenti, i rancori costanti. Joachim Lafosse, che ha fatto delle relazioni umane il suo terreno di elezione (Proprietà privata, Les Chevaliers blancs), dirige un dramma borghese in più atti intimo e vibrante. Ogni piano risplende di un'intensità eccezionale, approssimandosi ai suoi personaggi dissonanti.
Interpretato da Bérénice Béjo e Cédric Kahn, che superano i confini della rappresentazione, Dopo l'amore mette in scena con rara proprietà, eludendo cliché e psicologismi, i dubbi, le paure e la vitalità, malgrado tutto, di una coppia arrivata a fine corsa. Abile nell'individuare ed emergere i movimenti sottili che corrompono i sentimenti, l'autore belga chiude i suoi protagonisti in un interno e fa di quel domicilio coniugale qualcosa su cui litigare ma non la ragione del litigio, che è sempre altrove. La casa è il terreno su cui si cristallizza il loro rancore, su cui prendono posizione, ciascuno la sua, su cui pesano i rispettivi orgogli. Ma quel domicilio è soprattutto il valore aggiunto in termini d'amore che ciascuno apporta in una relazione. Boris reclama per sé la metà di quella casa certo, ma vuole soprattutto che Marie riconosca che lui è stato lì, che l'ha abitata, l'ha ristrutturata e ne ha aumentato il valore. Lui vuole che lei riconosca che è stato presente, utile, che ha contribuito con la sua 'competenza', tecnica e umana, alla costruzione della loro famiglia.
Per Lafosse l'economia di coppia, quella del titolo francese (L'économie du couple), è anche questo, piccole impronte, pennellate, tracce mai sentimentali. È l'amore e non si può ridurre alla metà del valore di una casa. L'amore di cui Marie e Boris si sono amati. Lo attesta ogni sguardo, lo dimostra ogni rimprovero. Marie e Boris sono stati felici e da quella loro felicità sono nate due gemelle, duo inseparabile e opposto ai genitori, isole provvisorie in cui abbandonarsi e abbandonare per qualche minuto la lotta. Le figlie li sfidano disarmanti, li catturano nelle loro coreografie del cuore, li confondono il tempo di una canzone ("Bella" di Maître Gims). Prima che ciascuno ritorni al suo esilio, al frigo diviso in due, a una coabitazione forzata regolata al millimetro e per questo quasi comica. È la loro antica passione a nutrire il rancore di oggi, è la loro economia che adesso si disputano. Ciascuno reclama la sua parte, prigionieri di uno spazio da cui non possono (e non vogliono) uscire. La macchina da presa li segue, li sfiora rimarcando l'erranza disordinata, ripetitiva, ossessionata che li trasloca attraverso l'appartamento, silenziosi, incomprensibili l'uno all'altra. Marie e Boris hanno perso il controllo del quotidiano, sono apparizioni indesiderabili nella cena o negli spazi dell'altro che sembrano godere dell'irritazione che suscita la loro presenza. Ma alla circolazione esasperata dei corpi e dei sentimenti, Lafosse guadagna questa volta la via d'uscita, l'accidente che determinerà una presa di coscienza provvidenziale per Marie e Boris, aggrappati alla routine del loro odio e incapaci di guardare il mondo fuori.
Dopo l'amore termina con un compromesso, un finale aperto e all'aperto, che fa respirare ambiente e personaggi, figurando come eccezione nell'opera al nero dell'autore. Una filmografia che fa vedere senza mostrare. Un'economia straordinaria, pertinente all'amore e al cinema. A una storia semplice così complicata da vivere.
L’économie du couple, più efficacein originale è un kammerspiel ben diretto e ben interpretato. Film leggermente claustrofobico, è girato con pochi piani-sequenza tutti all’interno dell’appartamento di Marie (Bérénice Bejo) e Boris (Céndric Kahn), coniugi in crisi in attesa di separazione effettiva.
...ma quelle infelici lo sono ciascuna a modo proprio. Una frase che, ormai, è divenuta un tormentone, citata sia negli episodi di Criminal Minds che nei film più di spessore come Il Riccio, di Mona Achache, di qualche anno fa. Eppure il fil rouge, regge, è quello. Anche nel film di Joachim Lafosse, appena uscito nelle sale italiane, il tema 'eterno' della fine di un [...] Vai alla recensione »
Una delle cose più difficili nel cinema penso sia la rappresentazione ESATTA della realtà, senza finzione e senza fronzoli. Spesso, per qualsiasi tema indifferentemente, si tende o ad addolcire o a drammatizzare la scena. Il tema della separazione, di una relazione finita, di come gestire gli ultimi momenti e i figli è un dramma che molti vivono purtroppo.
Ovviamente la chiave di lettura che vede il sesso "debole" ormai diventato ben più pre-potente di quello maschile è quella più banale e immediata fra le molte che questo splendido film contiene in sè. Che la moglie rappresenti una algida e austera divinità pronta a colpire con i suoi fulmini il povero malcapitato Boris appare chiaro dalle prime scene. [...] Vai alla recensione »
La storia mi ha assestato una grande coltellata in pieno petto. Il quotidiano è stato raccontato con molta dovizia di particolari, ora teneri, ora spiacevoli, a volte amorevoli, o sgradevoli, furiosi, duri, dolci, affettuosi. Dopo quindici anni di amore e due figlie la convivenza forzata fra Marie e Boris diventa intollerabile, le loro condotte fatte di continue provocazioni, dispute, polemiche, [...] Vai alla recensione »
Grande recitazione dei due protagonisti per una vera e propria piece teatrale. Un appartamento claustrofobick, il fuori che non esiste, tutto è costruito per moltiplicare i sentimenti contrastanti di una coppia ormai sulla via della separazione, ma costretta a condividere, per lo meno in parte, lo stesso tetto: odio, amore, contrasti economici, disprezzo , affetto, ricordi, rabbia tutto [...] Vai alla recensione »
Vedere questo film significa entrare senza essere visti nella vita di una famiglia,nel più profondo intimo,al culmine di una crisi senza via d'uscita,con i due figli che con molta fatica vedono i propri genitori disgregarsi l'uno dal l'altro,in una disputa economica dettata soprattutto da rancori e incomprensioni,ma necessaria per continuare una vita dignitosa.
Beh, non è certo un film rilassante questo di Joachim Lafosse, ma averne di film così! Esemplare nella struttura narrativa, compresso in quella casa che è il fulcro di tutto, dove vengono a galla tutti i motivi, anche più banali, che portano Marie e Boris, sposati da quattordici anni e con due splendide gemelle, a odiarsi e farsi male, male davvero.
Francia, oggi. Marie e Boris sono sposati da 15 anni e hanno due figlie gemelle di 7 anni. I due però non vanno più d'accordo e vogliono separarsi ma questo non viene loro permesso a causa delle difficoltà economiche di Boris e dal fatto che non riescono a mettersi d'accordo su come suddividere i soldi della casa in cui vivono.
Affilato come una lama, il racconto non cede mai alla retorica, accenna senza mai veramente dire, entra nella vita della coppia sfasciata, insegue i due che, piuttosto che affrontare i veri motivi dello sfascio- solo una volta lui chiede, senza ottenere risposta, se non sia il caso di sottoporsi a una terapia di coppia- sposta il conflitto sul piano concreto del danaro e dei diritti-doveri riservati [...] Vai alla recensione »
Ciò che può accadere quando finisce una relazione matrimoniale viene ben descritto dal regista Joachim Lafosse nella sua pellicola "Dopo l'Amore". In essa, infatti, egli presenta la situazione in cui si viene a trovare una coppia di giovani sposi dopo 15 anni di matrimonio e dopo la nascita di due bambine gemelle. I coniugi in questione hanno deciso di lasciarsi e [...] Vai alla recensione »
La storia mi ha assestato una grande coltellata in pieno petto. Il quotidiano è stato raccontato con molta dovizia di particolari, ora teneri, ora spiacevoli, a volte amorevoli, o sgradevoli, furiosi, duri, dolci, affettuosi. Dopo quindici anni di amore e due figlie la convivenza forzata fra Marie e Boris diventa intollerabile, le loro condotte fatte di continue provocazioni, dispute, [...] Vai alla recensione »
Alla fine, cede lei per salvare le bambine e mettere fine allo strazio. Gli dà il 50%. Lui, no. Come sempre.
Spiace apparire, o essere, leziosi, ma questa espressione caratterizza bene questo curioso film, ottimamente interpretato, realizzato nella nazione in cui risiedo. Il termine ha una coonnotazione tecnica, trattandosi di un kammerspiel, come qualcuno ha scritto prima di me. Quindi, omesso qualsiasi suono esterno e , ufficialmente, niente scene madri.
Film deludente. Il tema "crisi di coppia" è interessante, meglio hanno saputo fare autori nostrani ("giorni e nuvole" ad eempio). "Dopo l'amore" è un film francese, girato esclusivamente in interni al pari di una fiction televisiva, come se i due protagonisti non avessero una vita propria al di fuori delle loro 4 mura.
Le discussioni famigliari sono, si sa,tutte uguali fra loro. Ma questa ha oltretutto il desiderio di fare scuola. Affinchè non sorga il dubbio, la claustrofobia viene dalla noia, e non, come probabilmente ambiva Lafosse, dalla struttura del film. In coda, l'unica vera domanda te la lascia la sentenza del giudice: in belgio non si pagano gli alimenti ai figli?
In occasione dell'uscita di Dopo l'amore, film di Joachim LaFosse passato con successo al 34° Torino Film Festival e al cinema da giovedì 19 gennaio, MYmovies.it presenta l'esclusivo oroscopo 2017 firmato da Chiara Rapaccini, in arte RAP, pittrice, scultrice, designer, illustratrice, scrittrice per grandi e piccoli e naturalmente vignettista satirica, che con la sua pagina "Amori Sfigati" sta riscontrando uno straordinario successo su Facebook.
Interpretato da Bérénice Béjo e Cédric Kahn, che superano i confini della rappresentazione, Dopo l'amore mette in scena con rara proprietà, eludendo cliché e psicologismi, i dubbi, le paure e la vitalità, malgrado tutto, di una coppia arrivata a fine corsa.
12 vignette, 12 segni zodiacali, 12 battute per parlare di amore e di un rapporto di coppia in crisi, proprio come quello di Maria e Boris, protagonisti di Dopo l'amore, che dopo quindici anni di matrimonio e due bambine decidono di mettere fine alla loro relazione, consumata da incomprensioni e recriminazioni, ma che proprio non riescono a mettersi d'accordo sulla casa in cui abitano. A chi appartiene? A Marie che l'ha comprata o a Boris che l'ha rinnovata raddoppiandone il valore? La disputa è incessante, il dissidio incolmabile. Ma è fuori da quella 'loro' casa che Marie e Boris troveranno la risposta. Una possibile.
Quanto litigano gli ex coniugi Marie e Boris, costretti alla convivenza. Lui, architetto, è a spasso ma pretende una consistente buonuscita per I' appartamento ristrutturato. Lei si occupa delle due gemelle e gli rinfaccia di non rispettare gli accordi. Chissà se tornerà l'amore di un tempo. Una riuscita commedia ai confini del dramma nella provincia francese.
Di cosa parliamo quando parliamo di disamore? Quasi sempre di soldi, anche se ammetterlo fa male. Chiunque abbia attraversato una crisi coniugale o ne sia stato testimone, sa che quando l'amore e il desiderio lasciano il campo alla collera e al risentimento, nove volte su dieci lo scontro si sposta sul piano economico. Quanti soldi mi dai, cosa ti devo, quanto ho speso io per la casa e quanto tu, quanto [...] Vai alla recensione »
Dopo 15 anni insieme, Marie (Bejo) e Boris (Kahn) si stanno separando. La casa dove vivono con le loro due gemelle è stata acquistata dalla donna (con i soldi di papà), ma l'uomo l'ha ristrutturata: riusciranno ad accordarsi sulla divisione dei beni mobili e immobili? Mal tradotto internazionalmente (After Love) e da noi (Dopo l'amore), L'économie du couple del belga classe '75 Joachim Lafosse è un [...] Vai alla recensione »
Quando finisce un amore, cantava Riccardo Cocciante, «ti senti un nodo nella gola, ti senti un buco nello stomaco, ti senti un vuoto nella testa e non capisci niente». Ma non è tutto, Quando finisce un amore, racconta Joachim Lafosse, succede anche che, sull'equilibrio sfasciato della coppia, pesino improvvisamente rapporti economici e differenze di classe.
Marie e Boris (rispettivamente Bérénice Bejo e Cédric Kahn) hanno due belle e vispe bambine e si trattano in cagnesco nella loro bella casa parigina. Spiegazioni zero sull'antefatto, sui perché e per come siano arrivate a questo due persone che si sono amate per quindici anni, ma la coppia è in crisi. Lei non lo sopporta, lui è protervo, litigano a sangue sui conti che non tornano e impediscono di [...] Vai alla recensione »