Attore francese poliglotta, Denis Ménochet mette tutta la sua passione per la recitazione al servizio di autori, che lo innalzano a loro interprete feticcio come ha fatto François Ozon, e del pubblico.
Internazionalmente conosciuto, con qualche sporadica apparenza nei film hollywoodiani, riesce a guadagnarsi ben tre candidature ai César.
Il suo metodo per entrare nei panni di un personaggio è molto particolare. Per ognuno dei caratteri interpretati sul palco, come davanti alla cinepresa, sceglie una canzone che lo ispiri, dopo la lettura dello script. Da quella canzone, che è in grado di descrivere pienamente il personaggio da interpretare, costruisce e imbastisce il ruolo.
Studi
Figlio di un ingegnere petrolifero, segue il padre, assieme al resto della sua famiglia, nel suo lavoro in giro per il mondo. Così, passa gran parte dell'infanzia e dell'adolescenza dividendosi tra la Francia e la Norvegia, l'Argentina, l'Uruguay, gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi Uniti.
All'età di diciannove anni, lavora come autista della superstar del tennis John McEnroe e, poco dopo, comincia la sua carriera cinematografica e televisiva, realizzando cortometraggi. Questo dopo una lunga formazione come attore comico con Lesley Chatterley, Robert Cordier e Jordan Beswich all'Acting International School.
Prime pellicole
Tale percorso gli ha consentito di prendere parte alla sitcom Caméra Café. Di lì a poco, gli verranno aperte anche le porte del cinema nazionale e internazionale con L'amore sospetto (2005) di Emmanuel Carrère e con il prequel Hannibal Lecter - Le origini del male (2007).
Avrà poi un piccolo ruolo in La Vie en rose (2007) di Olivier Dahan e sarà diretto da Sophie Marceau in Trivial - Scomparsa a Deauville. Quentin Tarantino lo sceglierà per interpretare il ruolo dell'allevatore francese accusato di ospitare ebrei nel film Bastardi senza gloria, nel 2009. Poi recita in Vento di primavera (2010), nel Robin Hood (2010) di Ridley Scott e nell'action Special Forces - Liberate l'ostaggio (2011) di Stéphane Rybojad.
Attore feticcio di Ozon
Diretto dalla collega Mélanie Laurent in Les Adoptés (2011), entra in contatto con il cineasta François Ozon, che lo imporrà non solo nel cast di Nella casa (2012), ma lo introdurrà anche in pellicole successive, come il delicatissimo Grazie a Dio (2019), che esamina gli abusi all'interno della chiesa cattolica, e la versione maschile di Le lacrime amare di Petra von Kant (1975), Peter von Kant (2022), dove Ménochet è un arrogante regista cinematografico, sicuro di sé, che rimane vittima di un feroce e tenero amore disperato, in una splendida ed esplicita incarnazione del regista tedesco che scrisse l'opera originale, il defunto Rainer Werner Fassbinder.
Proprio grazie a questi due ultimi titoli, sarà candidato ai César in due categorie diverse, (miglior attore non protagonista e protagonista, senza però vincere.
Il Goya come miglior attore in Spagna
A queste opere, si aggiungono Tutta colpa del vulcano (2013), The Program (2015) di Stephen Frears, l'avventuroso flop Assassin's Creed (2016), il ritmato Io danzerò (2016) e, infine, L'affido - Una storia di violenza (2017) di Xavier Legrand, dove il fisico massiccio dell'attore è contenitore di una mente puerile e prepotente, pericolosa quando si tratta di voler avere ragione sulla vita degli altri, in particolare su quella della ex moglie, attraverso striscianti dinamiche di possesso. Indubbiamente, una delle sue più importanti performances, meritevole di una terza candidatura ai César come miglior attore protagonista.
Sarà poi nel cast di 7 giorni a Entebbe (2018), nel religioso Maria Maddalena (2018) di Garth Davis, nel curioso Only the Animals- Storie di spiriti amanti (2019) di Dominik Moll e avrà un posto tutto suo anche nel grande cast corale di The French Dispatch (2021), diretto da Wes Anderson.
Definitivamente esportato nel cinema europeo e mondiale, reciterà anche in The Mauritanian (2021) di Kevin Macdonald e con Jodie Foster, in As bestas (2022), che gli farà ottenere il Goya come miglior attore protagonista, e nell'atipico Beau ha paura (2023) di Ari Aster.
