Anno | 2022 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Spagna, Francia |
Durata | 137 minuti |
Regia di | Rodrigo Sorogoyen |
Attori | Denis Ménochet, Marina Foïs, Luis Zahera, Diego Anido, Machi Salgado David Menéndez. |
Uscita | giovedì 13 aprile 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Movies Inspired |
MYmonetro | 3,78 su 33 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 11 aprile 2023
L'arrivo di una coppia di francesi all'interno di un villaggio delle campagne spagnole sconvolge gli equilibri degli abitanti del posto. Gli 'stranieri' diventano bersaglio di insulti e poi di minacce sempre più temibili. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, ha vinto un premio ai Cesar, 2 candidature e vinto un premio ai Lumiere Awards, 16 candidature e vinto 9 Goya, In Italia al Box Office As Bestas ha incassato 285 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In un villaggio rurale in Spagna una coppia di francesi decide di riattare dei ruderi con la prospettiva di realizzare un agriturismo. La popolazione locale però non vede di buon occhio la loro presenza. In particolare due fratelli, proprietari di una piccola fattoria confinante con la loro, non sopportano il fatto che i due non votino a favore dell'installazione di impianti eolici nell'area circostante. Le irrisioni prima e le minacce esplicite poi si fanno sempre più temibili.
Rodrigo Sorogoyen si conferma come un regista abilissimo nel dirigere attori che diano corpo e vitalità ai personaggi loro affidati.
Nel vedere As bestas (letteralmente traducibile come "Le bestie") lo spettatore italiano (e non solo) non può non andare con la memoria a Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti. Come in quel film del 2007 abbiamo una coppia che decide di andare a vivere in un paesino suscitando la profonda diffidenza degli autoctoni. In cosa consiste allora la differenza e l'originalità del film di Sorogoyen? Consiste in una serie di elementi che fanno di quest'opera un trattato per immagini su opposte visioni del mondo che si trasformano in una lotta per la sopravvivenza.
A partire dalla diffidenza atavica verso lo 'straniero' che trova in vaghe reminiscenze storiche la motivazione per tenere a distanza e dileggiare 'il francese' che si vuole allontanare al più presto da un contesto che è contraddittoriamente chiuso se non sprangato nei confronti di chi viene da fuori. Contraddittoriamente perché nei confronti dell'installazione delle pale eoliche, che portano con sé il miraggio di un facile arricchimento, questa chiusura non si manifesta ma anzi anche i più alieni da qualsiasi mutamento ne vorrebbero l'immediata approvazione. Che non arriva, con un voto che è determinante, proprio dalla coppia francese che, sulla base di principi di rispetto dell'ambiente, vede quell'intervento come una deturpazione del paesaggio.
Da qui nasce il conflitto che vede in due fratelli, legati da un profondo spirito di rivalsa, i 'giustizieri' che, in un crescendo carico di tensione, si adoperano affinché gli intrusi abbandonino il luogo e le coltivazioni che hanno iniziato ad attivare.
Nello stesso anno in cui Alcarràs ha vinto l'Orso d'Oro a Berlino con una vicenda che vede comunque al centro il mondo rurale, diventa ancor più interessante chiedersi cosa stia accadendo in questa Europa che dovrebbe essere dei popoli che però non solo non sembrano avere una visione unitaria del futuro ma sono al centro di diatribe localizzate.
Significativo è un dialogo che 'il francese' ha con gli agenti di polizia locali i quali, di fronte alla sua denuncia delle minacce ricevute, gli rinfacciano la sua cultura superiore quasi a giustificare, grazie a questa differenza, il comportamento dei suoi aggressori.
Un ulteriore elemento di interesse nasce poi, in un film che avrebbe potuto essere circoscritto a un confronto tutto al maschile, dalla figura della moglie del protagonista. Si tratta di una donna che con la sua silente ed amorevole presenza sostiene ma anche ammonisce il compagno di una vita e saprà, al momento giusto, caricarsi di gravi responsabilità con una dignità con la quale anche i più determinati avversari dovranno fare i conti.
AS BESTAS disponibile in DVD o BluRay |
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In As Bestas Sorogoyen sceglie il thriller per tornare a esplorare le profonde contraddizioni insite nell’esperienza umana. La durata del lungometraggio sulla carta potrebbe sembrare particolarmente generosa, ma per come è concepita l’opera si rivela assolutamente perfetta. Il regista infatti si prende tutto lo spazio narrativo necessario per creare un impianto in cui la dicotomia [...] Vai alla recensione »
Rispondo a Gabriella su sua nota del 19/08/2023 22:06:15: "Meglio quando le donne erano creature da salvare? Quando i maschi erano forti e coraggiosi e le donne vivevano felicemente alla loro ombra?" No sicuramente No ! non era certo meglio allora quando le donne erano creature da salvare. Ma i cambiamenti sociali e culturali sono asessuati, cioè [...] Vai alla recensione »
E' possibile, oggigiorno, realizzare un film politico nel senso più ampio del termine, sulla falsariga di quello realizzato da un autore italiano come Elio Petri? La risposta affermativa ci arriva dall'ultimo film di Rodrigo Sorogoyen, regista spagnolo ancora poco noto qui in Italia, dal titolo "As bestas. La terra della discordia" presentato fuori concorso a Cannes l'anno [...] Vai alla recensione »
Penso che sia tratto da una storia vera, comunque lavorativamente parlando in generale è un pò dura collaborare con la gente, tutti abbiamo ragione e tutti vediamo le cose alla nostra maniera, poi come si vede spesso ci sono soprusi, ingiustizie, in qualsiasi posto si va si trova sempre un'incomprensione futile, banale, che guasta la giornata oppure rende invivivile [...] Vai alla recensione »
Il magnifico film di Rodrigo Sorogoyen, odora di terra, di sudore, di fatica, di miseria, ma pulsa anche di odio, di discordia, di conflitto, si preannuncia con un incipit apparentemente scollegato, ma che troverà poi la risposta nel modo più angosciante. Per certi versi mi è venuto da associarlo a “Gli spiriti dell’isola”, una comunità chiusa, ostile [...] Vai alla recensione »
Chiaramente ispirato nel concept al "Vento fa il suo giro" di Giorgio Diritti, cammin facendo percorre strade diverse, più interessato a un'analisi della cupidigia umana (contrapposta al fondamentalismo green radical chic) che a un pamphlet antropologico sulle differenze culturali. Ma nonostante l’autenticità dell’ambientazione e degli interpreti, il film risulta [...] Vai alla recensione »
Caino agricoltore e Abele pastore a ruoli invertiti, ma questa volta la diatriba non è per ingraziarsi Dio, la colpa è del demonio che governa il mondo odierno, il dio danaro, che fa capolino sotto le lusinghiere mentite spoglie ecologiche della moderna tecnologia eolica. Dramma compatto e teso dal primo all’ultimo minuto, come il cinema nostrano si sogna di fare da tempo, quello di Rodrigo Sorogoyen [...] Vai alla recensione »
Galizia: i coltivatori francesi Antoine ed Olga e l’acrimonia con gli autoctoni vicini xenofobi Xan e Lorenzo. Thriller rurale e faida Franco-Ispanica, tratta da una storia vera: accaduto il prevedibile però, il racconto scarta e confluisce in altri “sentori carsici”. Sorogoyen ha talento vero, mantiene costanti tensione e dubbio, non delinea steccati né meramente sceglie tra colpevoli o innocenti; [...] Vai alla recensione »
Notevole lavoro cinematografico. Regia e recitazione ai massimi livelli. Ma è la sceneggiatura sorprendente e innovativa a stupire di più, il rovesciamento di prospettiva e la scoperta che il vero conflitto non è tanto tra gli uomini, ma tra le opposte forze femminili in campo: tra la matriarca e la tenace, ed infine vittoriosa, moglie.
Galizia: i coltivatori francesi Antoine ed Olga e l’acrimonia con gli autoctoni vicini xenofobi Xan e Lorenzo. Thriller rurale e faida Franco-Ispanica, tratta da una storia vera: accaduto il prevedibile però, il racconto scarta e confluisce in altri “sentori carsici”. Sorogoyen ha talento vero, mantiene costanti tensione e dubbio, non delinea steccati né meramente sceglie [...] Vai alla recensione »
Il tema del film mi ha portato alla mente il nostro "IL VENTO FA IL SUO GIRO" di Giorgio Dritti el 2005, ma si tratta di tuttaltro, con una potenza narrativa e una tensione che non scende mai nonostante un ritmo apparentemnte lento. Una grande prova di regia (10 min di dialogo con camera fissa) che scivolano via in una tensione crescente
Unico neo, forse troppo lungo. Ottima recitazione di tutti e ottima la capacità di tenere viva la tensione con un continuo crescendo. Ho trovato un fortissimo richiamo a Un tranquillo weekend di paura e a Cane di paglia.
Un film duro, sporco e bellissimo. Tratto da una storia vera, possiamo trovare tante situazioni che una sola potrebbe essere oggetto di un film. Da una coppia che rischia i risparmi in un'avventura in mezzo alla natura, a due fratelli che vivono con l'anziana madre, figli di una società antica ancorata al passato. Resilienza, lotta, crudeltà, amore e ricordo si mischiano insieme [...] Vai alla recensione »
Il film di Sam Peckinpah il " Cane di paglia" finisce e si rende giusitiza con una mattanza in cui la vittima si ribella e si fa giustizia da sola in una esplosione di violenze e morti. Credo che stia proprio qui la differanza con questo film e cioè qui la fine del film diventa opera della costanza, della fermezza e dell'amore delle donne in un'esplosione minima di violenza.Do [...] Vai alla recensione »
Rodrigo Sorogoyen, insieme a Carlos Vermut l'astro più luminoso nella generazione quarantenne del nuovo cinema spagnolo, torna con As Bestas a marcare il territorio di confine e indagare le modalità di trapasso tra umano e bestiale, razionale e istintuale - freudianamente tra legge e pulsioni. Ci sono novità, rispetto a Il regno e Madre, riguardo implicazioni tematiche e ideologiche e modi diegetici [...] Vai alla recensione »
Questa cerimonia, che funge da introduzione allegorica a tutta la vicenda, si chiama rapas das bestas: comporta una fisicità e una virilità che la macchina da presa evidenzia grazie al ralenti, facendone emergere il sottofondo sessuale sublimato nella lotta con una natura indomita. Segue un'altra sequenza, in osteria, dove assistiamo, con inquadrature avvolgenti, ai discorsi scurrili e piccati di [...] Vai alla recensione »
Incensato dalla critica fin dal suo passaggio a Cannes, il film ha consacrato il talento di Rodrigo Sorogoyen (1l Regno) ed è stato il trionfatore della stagione cinematografica spagnola (nove premi Goya). Olga e Antoine (Marina Fois, Denis Ménochet) si sono stabiliti in un piccolo villaggio della Galizia dove praticano agricoltura ecoresponsabile e restaurano ruderi per facilitare il ripopolamento. [...] Vai alla recensione »
Tocca ridimensionare, ma solo un po', l'acclamato folk thriller di Sorogoyen. Regista dotato, in gamba, lucido purché lo si tratti con gli strumenti giusti, un autore cinefilo che piega i generi a modo suo e non certo il nuovo filosofo della violenza o dei conflitti contemporanei. Qui, pescando un po' da Peckinpah e un po' dal nero francese, conduce una sfida serrata aggiornata alla guerra tra poveri [...] Vai alla recensione »
È solo da un paio d'anni che si sono insediati in una zona rurale della Galizia. Una coppia di francesi ha deciso di praticare agricoltura biologica, nutrendo altresì il sogno di riadattare dei ruderi per trasformarli in un agriturismo. Il rapporto con i due fratelli che gestiscono la fattoria confinante non è idilliaco: frequenti sono le canzonature verso il "francesino" (in realtà corpulento) e sua [...] Vai alla recensione »
A proposito di cinema spagnolo - la grande notizia, tra l'altro, è che Victor Erice sarà a Cannes - viene naturale il confronto tra due registi attualmente centrali nell'economia del cinema contemporaneo, che ne sviluppano le potenzialità in modo opposto quanto radicale. Se Albert Serra (di cui il mese prossimo uscirà in Italia il suo straodinario, psichedelico Pacifiction) parte dallo spessore, anzi [...] Vai alla recensione »
Matura coppia francese cambia vita, si trasferisce nella campagna spagnola a coltivar pomodori molto bio e a ristrutturare ruderi. Ma i rapporti con i locali si guastano presto, causa impianto eolico alla cui costruzione i francesi si oppongono mentre gli spagnoli sono favorevoli. E la lite degenera, il conflitto si fa sempre più aspro. E il film sempre più cupo e teso e bello, sempre più avvincente [...] Vai alla recensione »
As Bestas è ambientato in un villaggio della Galizia dove si è da poco trasferita una coppia di francesi - Antoine e Olga - che sognano di fare gli agricoltori eco-responsabili, di vivere a contatto con la natura e di ristrutturare alcuni ruderi cadenti per attrarre in futuro qualche forma di turismo green. Ma per gli abitanti del posto loro due sono gli stranieri.
Antoine e Olga, borghesi francesi ex-integrati, hanno trovato il loro paradiso. In fuga da una vita intellettuale in fondo insoddisfacente, si sono traferiti in Galizia: il sogno di una nuova agricoltura sostenibile, il recupero di vecchie case per la comunità, il coltivare e l'allevare come gesti - alla fine - politici. Antoine e Olga pensano, anzi sanno, di essere nel giusto.
In un paese perso tra i monti della Galizia, e ormai quasi spopolato, una multinazionale vuole installare un impianto eolico. Tra i pochi che si oppongono c'è Antoine (Denis Ménochet). Con la moglie Olga (Marina Foïs), silenziosa e saggia, è venuto dalla Francia inseguendo un sogno: vivere del suo pezzo di terra e riaggiustare le case diroccate, perché tornino a essere abitate.
I migliori "cattivi" dell'anno sono due fratelli di campagna che sembrano usciti da una versione spagnola di "Un tranquillo week-end di paura". Con molte sfumature in più e altrettante buone (o quasi buone) ragioni da conficcare come frecce avvelenate nella nostra coscienza. Il maggiore, Xan, sembra una versione zotica e ghignante del Gassman più truce (l'attore si chiama Luis Zahera e non vi uscirà [...] Vai alla recensione »
Nervi saldi. Soprattutto voi che immaginate la campagna come pace e armonia, lontana dalle beghe di condominio e dagli sgambetti tra colleghi. La tensione da thriller parliamo di cinema, non di buone maniere o riposante agriturismo - è stata celebrata con nove premi Goya. Più una lunga lista di riconoscimenti internazionali, e il regista madrileno non è nuovo a questi successi.
Alla fine è una questione di aria: non tanto quella mossa dall'utopia impattante delle pale eoliche. Ma quella che manca, quella che non c'è, che viene meno. Non so voi, ma difficilmente io ho visto (almeno di recente) un film più soffocante e irrespirabile di questo. Come una lenta asfissia, un respiro trattenuto per sempre: come quella violenza a lungo solo promessa, minacciata, cresciuta nel rancore [...] Vai alla recensione »
Un potente dramma rurale, arcaico e insieme attualissimo. È lo spagnolo "As bestas. La terra della discordia", uno dei film più belli dell'annata, presentato lo scorso anno al Festival di Cannes, nella sezione non competitiva Premiére, e vincitore di ben nove premi Goya. È la conferma del talento del regista Rodrigo Sorogoyen, uno dei migliori registi spagnoli di oggi, già apprezzato per titoli come [...] Vai alla recensione »
Rodrigo Sorogoyen è uno dei pochi registi spagnoli a essersi guadagnato una certa reputazione in Francia. Con As bestas costruisce un ponte tra i due paesi. Marina Foïs e Denis Ménochet interpretano Olga e Antoine, due quarantenni francesi che si trasferiscono in un villaggio galiziano per creare un'azienda agricola ecosostenibile. Ma cascano male. Entrano in conflitto con i loro vicini, Xan e Lorenzo, [...] Vai alla recensione »
Ieri, primo giorno di programmazione, "As Bestas - La terra della discordia" ha incassato 4.850 euro in tutta Italia. Ed è un vero peccato, perché trattasi di un film potente, ispirato a una storia tragicamente vera, uno spaccato antropologico e insieme una vicenda esemplare, che meriterebbe l'attenzione del pubblico, almeno di quello che va ancora al cinema.
Uno dei film più incisivi del Festival di Cannes dello scorso anno è l'assoluto protagonista del weekend in sala: si tratta di "As bestas", nuovo lungometraggio di Rodrigo Sorogoyen, uno dei talenti più interessanti del cinema spagnolo contemporaneo. Dopo diversi buoni esiti per il grande schermo, tra cui "Il regno" del 2018 e "Madre" del 2019, Sorogoyen ha raggiunto piena maturità con la notevole [...] Vai alla recensione »
Antoine e Olga sono francesi. Tale connotazione, apparentemente priva di valore, acquista un'importanza cruciale se trasposta nella Galizia del nostro secolo, un'oasi atavica rimasta inviolata dallo scorrere del tempo. Antoine e Olga, dicevamo, sono francesi: e questo "essere francesi", nella Galizia del nostro secolo (o dei secoli precedenti), equivale ad una condanna.
In una breve scena di As Bestas, Antoine (Denis Menochet) si trova davanti a una pala eolica. L'immagine ce lo mostra piccolo in contemplazione e al cospetto di quella che sembra essere una divinità, ovvero la rappresentazione del dio denaro che scatena le ostilità tra lui e la moglie Olga (Marina Foïs) da una parte, e i vicini Xan (Luis Zahera) e Lorenzo (Diego Anido) dall'altra.
Antoine (Denis Ménochet) e Olga (Marina Foïs) si sono stabiliti da tempo in un piccolo villaggio dell'entroterra galiziano. Lì conducono una vita tranquilla, anche se la convivenza con la popolazione locale non è idilliaca come vorrebbero. Quando scoppia un conflitto con i loro vicini, i fratelli Anta, la tensione si fa crescente in tutto il villaggio fino a raggiungere un punto di non ritorno.
Antoine e Olga si sperduto nella trasferiscono in n paese Galizia. Qui, l'uomo è perseguitato da brutali vicini di casa. Al centro della diatriba il veto per la costruzione di pale eoliche su terreni confinanti. Il regista è un portento. Comunica un'incrollabile tensione servendosi di semplici suggestioni, in assenza di effetti speciali. Spezza il film in due blocchi narrativi, cambiando punto di vista, [...] Vai alla recensione »
Una coppia di francesi di mezza età, Antoine e Olga, si è stabilita in un villaggio galiziano semidisabitato nel nord-ovest della Spagna. I coniugi praticano agricoltura e allevamento ecoresponbabile: nel frattempo restaurano, a proprie spese, case abbandonate per favorire il ripopolamento rurale. Anziché ingraziarsi i pochi abitanti, però, ottengono solo la loro diffidenza, poi il loro odio.
Prima ci sono Il vento fa il suo giro e Padroni di casa, ogni western che si rispetti con protagonista uno straniero, ogni gotico in cui al paesino giunge il forestiero. Ogni Cane di paglia. Qui l'ospite è un insegnante (Denis Ménochet), venuto con la moglie (Marina Foïs) in Galizia, comunità autonoma nel nord-ovest della Spagna, per cambiare il proprio modo di vivere: coltivare, vendere i prodotti [...] Vai alla recensione »
Vincitore di nove premi Goya (gli Oscar spagnoli), in concorso l'anno scorso a Cannes, As Bestas (Le bestie) coglie in modo radicale e in tensione thriller una guerriglia morale e ambientale tra arcaico e moderno del nostro tempo, con una buona messa in scena della "geografia" delle parti e delle ragioni psicologiche e storiche. Trasferiti dalla Francia nella campagna spagnola di Galizia, dove riescono [...] Vai alla recensione »
L'ultima volta lo avevamo visto a Venezia 2019, dove Marta Nieto aveva vinto il Premio Orizzonti per la miglior interpretazione femminile come protagonista di Madre, ma nel frattempo Rodrigo Sorogoyen si è dato alla tv, con la spettacolare Antidisturbios: Unità Antisommossa su Disney+ e l'episodio El Doble, ispirato a Ray Bradbury, delle ultime Historias para no dormir.
Esistono ancora, per nostra fortuna, opere cinematografiche che riescono a sconvolgere semplicemente con la forza di un'idea basica. As bestas di Rodrigo Sorogoyen - approdato alla Festa del Cinema di Roma 2022 dopo il passaggio Fuori Concorso al Festival di Cannes di quest'anno - rientra a pieno titolo in questa ristrettissima categoria. As bestas, cioè le bestie.
In un villaggio della Galizia una coppia francese (interpretata da Marina Foïs e Denis Ménochet) pratica un'agricoltura eco-responsabile e restaura ruderi per facilitare il ripopolamento. La sua opposizione a un progetto eolico determina dissidi con la comunità del luogo. Rodrigo Sorogoyen, sottintendendo conflitti contraddittori e temi corposi (istinto territoriale, violenza intrinseca), con una regia [...] Vai alla recensione »
In un villaggio della Galizia, una coppia di francesi di buona cultura che hanno deciso di dedicarsi all'agricoltura entra presto in collisione con una coppia di fratelli del luogo, loro vicini, grezzi e prepotenti. La questione verte sulla costruzione di pale eoliche, che i francesi non vogliono accettare. La situazione, nonostante il timido intervento delle forze dell'ordine, può precipitare da un [...] Vai alla recensione »
L'inatteso, nei film di Rodrigo Sorogoyen, riguarda il cuore umano. Raramente un "agente" esterno. Una cosa del mondo. La realtà. Nel cinema del regista spagnolo è l'identità del soggetto a subire i contraccolpi dei gesti, delle azioni, dei modi di essere, agire, reagire. In As bestas, dove una coppia francese prende residenza in un villaggio tra campagna e montagne della Galizia per lanciare un progetto [...] Vai alla recensione »
I francesi Antoine e Olga si sono trasferiti da alcuni anni in un paesino della Galizia, con lo scopo di praticare agricoltura eco-sostenibile e di ristrutturare le vecchie case abbandonate in modo da favorire il ripopolamento della zona, che soffre di una diaspora dovuta alla povertà e al fatto che le giovani generazioni non vogliono seguire le precedenti nel lavoro della terra, o nella pastorizia. [...] Vai alla recensione »
Parte come uno conflitto tra popoli diversi. Francesi da una parte, spagnoli da una parte. La separazione in As Bestas diventa ancora più netta rispetto al precedente film di Rodrigo Sorogoyen, Madre, che era ambientato a Vieux-Boucau-les-Bains, comune francese della Nuova Aquitania. L'estraneità, il disagio di non far parte del luogo viene ulteriormente accentuata nel sesto lungometraggio del cineasta [...] Vai alla recensione »
Antoine (Denis Ménochet) e Olga (Marina Foïs) sono una coppia francese che ha deciso di cambiare vita. Da qualche mese si sono trasferiti nel piccolo villaggio di Bierzo, nella campagna galiziana. Agricoltori eco-sostenibili, si oppongono al piano che prevede l'installazione di altre pale eoliche e incominciano a restaurare i vecchi rustici con l'intenzione di attirare in zona i turisti.