As Bestas

Il vicino di casa è uno straniero la vita in campagna diventa horror

Una coppia di francesi di mezza età, Antoine e Olga, si è stabilita in un villaggio galiziano semidisabitato nel nord-ovest della Spagna. I coniugi praticano agricoltura e allevamento ecoresponbabile: nel frattempo restaurano, a proprie spese, case abbandonate per favorire il ripopolamento rurale. Anziché ingraziarsi i pochi abitanti, però, ottengono solo la loro diffidenza, poi il loro odio. La prima perché sono avvertiti come diversi e snob dai villici (che continuano a chiamare Antoine "il francese"); il secondo allorché si profila un'occasione che potrebbe fruttare un gruzzolo a ciascuno dei paesani in cambio dell'installazione di pale eoliche. Soluzione alla quale Antoine nega il proprio voto, per salvaguardare il paesaggio. Presentato fuori concorso a Cannes e e premiato in una quantità di festival, As bestas -La terra della discordia potrebbe consacrare la fama del quarantenne regista spagnolo Rodrigo Sorogoyen, già auto e di alcuni film apprezzati dalla critica e di parecchie serie tv. La linea narrativa è quella di un thriller rurale, dove la tensione sale gradualmente fino a diventare insostenibile, grazie a un perfetto "timing" di sceneggiatura (scritta dal cineasta assieme a Isabel Pëna) tra dialoghi ad hoc e inquietanti silenzi. Il crescendo di violenza, che dovrà necessariamente sfociare nel dramma, ricorda inevitabilmente Cane di paglia di Sam Peckinpah. Più in generale, però, l'atmosfera riporta ad alcuni classici del genere western: anche perché diverse scene chiave si svolgono nel decrepito locale, I'unico del villaggio, in cui si radunano gli uomini come in un saloon del vecchio West. Non ci si aspetti. però, la versione aggiornata di un film con John Wavne né l'ennesima trama di vendetta. Sorogoven accosta questi generi ma poi li prende in contropje.de, aggiungendo elementi psicologici sulla differenza incolmabile tra due culture: quella degli intellettuali consapevoli decisi a salvare il pianeta e quella dei paesani abbrutiti. che farebbero qualsiasi cosa per uscire dalla loro condizione di invisibili. Il conflitto tra Antoine e i suoi vicini di casa, i fratelli Xan e Lorenzo, diventa sempre più violento, fino ad arrivare al punto di non ritorno in un bosco. Siamo a poco più della metà del film, che dura due ore e 17 minuti, ed è qui che Sorogoyen sorprende veramente lo spettatore. Perchè il thriller si trasforma, dopo un'ellissi non rivelabile, in un dramma famigliare che ha per protagonisti Olga, interpretata con grande sensibilità da Marina Fois. Al centro di questa seconda parte c'è una grande scena in piano-sequenza nella quale si fronteggiano la donna e sua figlia Maria, venuta dalla Francia per assisterla. Ciò che fa il vero valore del film, però, è il modo in cui ogni tipo di episodio trova a soluzione stilistica migliore: dalla scena bestiale del bosco, girata in dolly e carrelli, alle peregrinazioni di Olga, "pedinate" e riprese in steadycam.
Da La Repubblica, 13 aprile 2023


di Roberto Nepoti, 13 aprile 2023