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lunedì 23 dicembre 2024
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as bestas
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kronos
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sabato 29 giugno 2024
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el viento hace sus rondas
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Chiaramente ispirato nel concept al "Vento fa il suo giro" di Giorgio Diritti, cammin facendo percorre strade diverse, più interessato a un'analisi della cupidigia umana (contrapposta al fondamentalismo green radical chic) che a un pamphlet antropologico sulle differenze culturali.
Ma nonostante l’autenticità dell’ambientazione e degli interpreti, il film risulta assai prolisso e narrativamente in calando.
Sopravvalutato.
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felicity
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mercoledì 13 marzo 2024
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tra intelletto e bestialità
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In As Bestas Sorogoyen sceglie il thriller per tornare a esplorare le profonde contraddizioni insite nell’esperienza umana. La durata del lungometraggio sulla carta potrebbe sembrare particolarmente generosa, ma per come è concepita l’opera si rivela assolutamente perfetta. Il regista infatti si prende tutto lo spazio narrativo necessario per creare un impianto in cui la dicotomia tra ragione e istinto è il fulcro centrale e che permetterà una ferina escalation di violenza – fisica e psicologica – partendo da presupposti insospettabili.
Per fare ciò l’autore spagnolo lavora di cesello sull’atmosfera e sulla costruzione di un climax ineludibile.
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In As Bestas Sorogoyen sceglie il thriller per tornare a esplorare le profonde contraddizioni insite nell’esperienza umana. La durata del lungometraggio sulla carta potrebbe sembrare particolarmente generosa, ma per come è concepita l’opera si rivela assolutamente perfetta. Il regista infatti si prende tutto lo spazio narrativo necessario per creare un impianto in cui la dicotomia tra ragione e istinto è il fulcro centrale e che permetterà una ferina escalation di violenza – fisica e psicologica – partendo da presupposti insospettabili.
Per fare ciò l’autore spagnolo lavora di cesello sull’atmosfera e sulla costruzione di un climax ineludibile. Un crescendo sottile tiene infatti gli spettatori incollati allo schermo, portandoli dalla diffidenza iniziale a quel punto di non ritorno che costituisce l’acme della storia. Il linguaggio di macchina fatto di numerosi pianisequenza (statici e dinamici) e la fotografia plumbea che lascia poco spazio alla speranza sono strumenti eccellenti al totale servizio dello script e incidono in modo decisivo nel costruire la sensazione di inquietudine e angoscia che definisce tutta la pellicola.
In As Bestas il carattere pericolosamente soggettivo della giustizia naturale e il principio dell’homo homini lupus vengono portati all’estremo e la convinzione più o meno lecita del sopruso trasforma la ‘vittima’ in carnefice. Saranno solo i fattori ambientali e i fortuiti casi della vita che decideranno chi con la morale saprà frenare l’istinto, e sarà la caoticità degli eventi a sentenziare chi, tra intelletto e bestialità, avrà la meglio.
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luciano sibio
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mercoledì 23 agosto 2023
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ah le donne salvifiche
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Rispondo a Gabriella su sua nota del 19/08/2023 22:06:15:
"Meglio quando le donne erano creature da salvare? Quando i maschi erano forti e coraggiosi e le donne vivevano felicemente alla loro ombra?"
No sicuramente No ! non era certo meglio allora quando le donne erano creature da salvare. Ma i cambiamenti sociali e culturali
sono asessuati, cioè vengono fatti dall'umanità in sè. Del resto gli uomini che una volta vedevano le donne come esseri inferiori e da proteggere erano educati da donne.Per cui oggi pensare che le donne e basta costituiscano il fermento rivoluzionario nel mondo nella direzione della parità dei sessi è fare del conformismo da 4 soldi.
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Rispondo a Gabriella su sua nota del 19/08/2023 22:06:15:
"Meglio quando le donne erano creature da salvare? Quando i maschi erano forti e coraggiosi e le donne vivevano felicemente alla loro ombra?"
No sicuramente No ! non era certo meglio allora quando le donne erano creature da salvare. Ma i cambiamenti sociali e culturali
sono asessuati, cioè vengono fatti dall'umanità in sè. Del resto gli uomini che una volta vedevano le donne come esseri inferiori e da proteggere erano educati da donne.Per cui oggi pensare che le donne e basta costituiscano il fermento rivoluzionario nel mondo nella direzione della parità dei sessi è fare del conformismo da 4 soldi.
Conformismo ampliamente giustificato nel film per il mondo con cui nel film stesso si affronta l'altro grosso problema odierno, seppur indirettamente, e cioè il problema dell'immigrazione, banalizzandolo e riportandolo qualunquisticamente alla paura del diverso,ma su via è una ingenuità palese.Così come ingenuità palese nel film è stato un certo modo, oggi assai di moda nel mondo radical chic, di dipingere l'ambientalismo.E poi non ci lamentiamo se oggi certa sinistra, anche in Spagna, perde le elezioni.
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luciano sibio
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martedì 8 agosto 2023
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ah le donne salvifiche !
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Il film di Sam Peckinpah il " Cane di paglia" finisce e si rende giusitiza con una mattanza in cui la vittima si ribella e si fa giustizia da sola in una esplosione di violenze e morti. Credo che stia proprio qui la differanza con questo film e cioè qui la fine del film diventa opera della costanza, della fermezza e dell'amore delle donne in un'esplosione minima di violenza.Donna che ha perso il suo amato marito ucciso da due bifolchi, vicini di casa della coppia francese,che era andata in Galizia, sulla montagna, a sviluppare una nuova vita fatta di amore per la natura lavorando la campagna. Vicini che essendo ovviamente non di larghe vedute nell'accettazione di stranieri sulla loro terra e con una visione più prosaica della natura stessa e della vita agreste a seguito di un conlitto di interessi per l'installazione di pali eoliche uccidono l'odiato francese marito della donna.
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Il film di Sam Peckinpah il " Cane di paglia" finisce e si rende giusitiza con una mattanza in cui la vittima si ribella e si fa giustizia da sola in una esplosione di violenze e morti. Credo che stia proprio qui la differanza con questo film e cioè qui la fine del film diventa opera della costanza, della fermezza e dell'amore delle donne in un'esplosione minima di violenza.Donna che ha perso il suo amato marito ucciso da due bifolchi, vicini di casa della coppia francese,che era andata in Galizia, sulla montagna, a sviluppare una nuova vita fatta di amore per la natura lavorando la campagna. Vicini che essendo ovviamente non di larghe vedute nell'accettazione di stranieri sulla loro terra e con una visione più prosaica della natura stessa e della vita agreste a seguito di un conlitto di interessi per l'installazione di pali eoliche uccidono l'odiato francese marito della donna.
Diciamo che il tenore del film sullo stampo del " Cane di paglia" basta e avanza per promuovere il film stesso e la sua visione .
Il finale con le donne salvifiche francamente il regista se lo poteva risparmiare di questi tempi, in cui c'hanno decisamente annoiato con questa storia delle femmine buone e brave rispetto ai maschi cattivi e incapaci. Femmine e maschi sono anatomicamente differenti ma "umanamente" uguali per cui se dal film al di là della soggettività della storia si voglia trarre una filosofia di vita, come appare nelle intenzioni del regista,siamo in errore. Si è fatto così il solito conformismo da 4 soldi tanto caro a qualche maschio spaventato o a caccia di opportunistica captatio benevolentiae verso il gentil sesso, condito con un pò di ambientalismo.Bisogna smetterla con questo malcelato conformismo di sinistra, difatti la gente già da adesso vota compatta per i bifolchi.
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rosmersholm
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giovedì 1 giugno 2023
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notevole
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Notevole lavoro cinematografico. Regia e recitazione ai massimi livelli. Ma è la sceneggiatura sorprendente e innovativa a stupire di più, il rovesciamento di prospettiva e la scoperta che il vero conflitto non è tanto tra gli uomini, ma tra le opposte forze femminili in campo: tra la matriarca e la tenace, ed infine vittoriosa, moglie.
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emanuele 1968
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domenica 7 maggio 2023
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reale
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Penso che sia tratto da una storia vera, comunque lavorativamente parlando in generale è un pò dura collaborare con la gente, tutti abbiamo ragione e tutti vediamo le cose
alla nostra maniera, poi come si vede spesso ci sono soprusi, ingiustizie, in qualsiasi posto si va si trova sempre un'incomprensione futile, banale, che guasta la giornata
oppure rende invivivile in vicinato, oppre sul luogo del lavoro, rende sterili le collaborazioni a discapito di tutti, il meccanismo sociale è sempre quello, che peccato, è un meccanismo datato e avariato applicabile in tante situazioni, insomma è una bella gatta vivere, la vita è bella però così non è vita
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phil
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martedì 2 maggio 2023
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un film squisitamente politico
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E' possibile, oggigiorno, realizzare un film politico nel senso più ampio del termine, sulla falsariga di quello realizzato da un autore italiano come Elio Petri? La risposta affermativa ci arriva dall'ultimo film di Rodrigo Sorogoyen, regista spagnolo ancora poco noto qui in Italia, dal titolo "As bestas. La terra della discordia" presentato fuori concorso a Cannes l'anno scorso e ispirato ad una vicenda realmente accaduta nel 2010 in Galizia, regione della Spagna settentrionale. Protagonista una coppia di francesi che, cultori dell'ecologia e dell' approccio green all'agricoltura, rilevano un terreno nel selvaggio entroterra Galiziano . Parrebbe proprio una specie di Eden terrestre se non fosse per i rapporti vieppiù ostili con i vicini, di professione bovari, che si dimostrano zotici e minacciosi verso i due francesi.
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E' possibile, oggigiorno, realizzare un film politico nel senso più ampio del termine, sulla falsariga di quello realizzato da un autore italiano come Elio Petri? La risposta affermativa ci arriva dall'ultimo film di Rodrigo Sorogoyen, regista spagnolo ancora poco noto qui in Italia, dal titolo "As bestas. La terra della discordia" presentato fuori concorso a Cannes l'anno scorso e ispirato ad una vicenda realmente accaduta nel 2010 in Galizia, regione della Spagna settentrionale. Protagonista una coppia di francesi che, cultori dell'ecologia e dell' approccio green all'agricoltura, rilevano un terreno nel selvaggio entroterra Galiziano . Parrebbe proprio una specie di Eden terrestre se non fosse per i rapporti vieppiù ostili con i vicini, di professione bovari, che si dimostrano zotici e minacciosi verso i due francesi. La ragione è presto detta: un giorno un'azienda norvegese di sfruttamento dell'energia eolica manifesta l' intenzione di impiantare pale eoliche nella zona, proponendo sostanziosi rimborsi ai proprietari terrieri ivi residenti. Ad opporsi è la coppia francese che è convinta della necessità di mantenere intatto l'habitat naturale evitando qualsiasi iniziativa di speculazione edilizia sul territorio. Inutile dire che l' epilogo sarà tragico.
In un' atmosfera ricca di suspense, conforme a quel cinema della minaccia incombente che è stata prerogativa dello stile di Hitchcock e a cui si sono poi ispirati tanti autori (fra questi il mio pensiero va a Sam Peckinpah di " Cane di paglia"), il regista Sorogoyen ci propone una trama densa di riferimenti a tematiche che impattano pesantemente sulla qualità della nostra vita contemporanea. Intanto è riscontrabile il sentimento di sospetto che si tramuta in xenofobia verso lo straniero che entra nella tua comunità. I due francesi sono certo immigrati di lusso, non si presentano male, eppure vengono percepiti come estranei e forieri di disturbo in un certo qual modo della stabilità della propria comunità.
Oltretutto, sono estranei che si rapportano in modo rispettoso verso la natura ( per il loro approccio ecologista), mentre chi è nato e cresciuto in quel contesto vede nella natura una componente matrigna e non avverte una visione idilliaca della natura, dal momento che se ne ricava un lavoro costantemente duro e ingrato. Ovvio che, se si profila all'orizzonte la possibilità di farsi espropriare il terreno da un'azienda di energia, ricevendo un congruo rimborso, i contadini siano interessati a trarre vantaggio e cambiar vita. È quindi un modo differente di vedere la dimensione naturale e i contrasti sono forti e insanabili. Una dimostrazione lampante di come, contrariamente all'utopia del buon selvaggio di Rousseau. Semmai vale il detto plautino dell' "homo homini lupus" che caratterizza lo stato di natura ben descritto dal filosofo inglese Hobbes.
Si tratta quindi di grandi temi generali che sono sempre più avvertiti nelle nostre società esposte all'emergenza climatica, proprio per un rapporto squilibrato fra uomo e natura.
Un film che vale la pena andare a vedere, sia per la grande prova recitativa degli attori e sia per il semplice fatto che la tenuta media di una pellicola nelle sale cinematografiche è sempre più limitata nel tempo. Perdere la visione di un'opera così sarebbe un vero peccato.
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gabriella
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domenica 30 aprile 2023
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cortocircuito umano
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Il magnifico film di Rodrigo Sorogoyen, odora di terra, di sudore, di fatica, di miseria, ma pulsa anche di odio, di discordia, di conflitto, si preannuncia con un incipit apparentemente scollegato, ma che troverà poi la risposta nel modo più angosciante. Per certi versi mi è venuto da associarlo a “Gli spiriti dell’isola”, una comunità chiusa, ostile allo straniero, all’apertura con l’altro, unico luogo d’incontro , un bar, dove si beve, si discute, si litiga, stavolta la vicenda si svolge in un paese nelle campagne galiziane, anonimo come i suoi abitanti, con il ritmo lento ,dall’andamento dei giorni che si susseguono tutti uguali, quello stesso ritmo che spezza la schiena a Xan, al fratello Lorenzo da quando sono nati.
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Il magnifico film di Rodrigo Sorogoyen, odora di terra, di sudore, di fatica, di miseria, ma pulsa anche di odio, di discordia, di conflitto, si preannuncia con un incipit apparentemente scollegato, ma che troverà poi la risposta nel modo più angosciante. Per certi versi mi è venuto da associarlo a “Gli spiriti dell’isola”, una comunità chiusa, ostile allo straniero, all’apertura con l’altro, unico luogo d’incontro , un bar, dove si beve, si discute, si litiga, stavolta la vicenda si svolge in un paese nelle campagne galiziane, anonimo come i suoi abitanti, con il ritmo lento ,dall’andamento dei giorni che si susseguono tutti uguali, quello stesso ritmo che spezza la schiena a Xan, al fratello Lorenzo da quando sono nati. Non così per Antoine e Olga, una coppia francese che ha scelto quel luogo per vivere di agricoltura biologica, ragion per cui rifiutano di votare per l’installazione delle pale eoliche sul territorio, dando luogo così a una faida spietata e senza scampo in un paesaggio rurale, nebbioso, sporco, abbandonato ,che sembra di essere in un villaggio fantasma del west. Le domande cui si pone lo spettatore sono tante, difficilissimo prendere una posizione netta, è pur vero che l’esplicita violenza dei fratelli galiziani è disturbante e invasiva, sappiamo però che l’unico modo per comunicare che conoscono è lo scontro fisico, non hanno la cultura e la conoscenza di Antoine che non evita di inchiodarli a una realtà della quale fino a quel momento forse non erano nemmeno consapevoli. A questo punto la brutalità non si limita più a sabotaggi e intimidazioni, ma affonda sempre di più nella paura, e in un’efferata vendetta. In questo contesto, emerge la figura femminile di Olga, personaggio almeno fino a quel momento in ombra, tanto da farla sembrare passiva, la scopriamo essere la vera oloitadora capace di domare i sentimenti con un’intensità lacerante, con una pazienza tesa a un obiettivo di giustizia, con la fermezza della ragione, implacabile e determinata, rovesciando la brutalità in dignità e riscatto. La potenza visiva , i piani sequenza , lo snodo narrativo , sono di una cura e una meticolosità incredibile, la tensione è alle stelle, il passo non concede tregua, la colonna sonora pressante, la recitazione è un complesso di perfezione. Bravissimi tutti, senza eccezione, magnetica Marina Fois che è vero che ricorda Frances Mc Dormand in “ Tre manifesti a Ebbing Missouri”, stessa tensione nel viso magro, teso e nervoso, che ci regala anche uno splendido duetto/scontro con Marie Colomb , un’altra lotta, tra due donne, due madri, due visioni sulla vita ma lo stesso amore sconfinato che sconfigge la paura.
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giofa
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domenica 23 aprile 2023
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as bestas
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Unico neo, forse troppo lungo.
Ottima recitazione di tutti e ottima la capacità di tenere viva la tensione con un continuo crescendo.
Ho trovato un fortissimo richiamo a Un tranquillo weekend di paura e a Cane di paglia.
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