Titolo originale | Rumours |
Anno | 2024 |
Genere | Commedia |
Produzione | Canada, Germania |
Durata | 118 minuti |
Regia di | Evan Johnson, Galen Johnson, Guy Maddin |
Attori | Alicia Vikander, Cate Blanchett, Takehiro Hira, Charles Dance, Nikki Amuka-Bird Denis Ménochet, Roy Dupuis, Zlatko Buric, Ralph Berkin, Rolando Ravello, Tomi Kosynus, Alexa Kennedy. |
MYmonetro | 2,59 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 maggio 2024
Una commedia politica che racconta di un G7 molto particolare. Al Box Office Usa Rumours ha incassato 314 mila dollari .
CONSIGLIATO NÌ
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Sette primi ministri si incontrano in Germania per il G7. Sono chiamati a stilare insieme un testo importante per affrontare una crisi mondiale, ma finiranno coinvolti in una serie di vicende misteriose e impreviste che complicheranno in modo inesorabile l'andamento delle cose, fino a stravolgerle del tutto.
Ci sono volute sei mani per firmare la regia di una commedia che sceglie di mischiare la satira politica con la farsa, il mystery movie con l'horror e il genere catastrofico.
Una commistione curiosa, con cui Guy Maddin, Evan e Galen Johnson portano sullo schermo un G7 mai così divertente, con Cate Blanchett nei panni di una cancelliera tedesca più sentimentale del previsto, e Rolando Ravello in quelli di un buffo primo ministro italiano simpatizzante con il fascismo. Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania, Canada e Giappone vengono messi a confronto attraverso i loro premier assolutamente antieroici, difettosi, vulnerabili, pieni di problemi emotivi, ma anche evidentemente impreparati, improvvisati, irresistibili. Non si contano le stoccate umoristiche su ciascun Paese, la maggior parte delle quali colpisce nel segno. Almeno fin quando la sceneggiatura non cede il passo a una parentesi "romance" - con tanto di premier del Canada dal cuore spezzato, interpretato da Roy Dupuis- che sulle prime fa anche sorridere, ma dopo poco distoglie dal ritmo e dal senso del film. Una dark comedy che prova a graffiare in più occasioni, ma non va mai fino in fondo e sceglie escamotage narrativi talvolta superficiali, finendo per attestarsi al livello del puro intrattenimento, quando sarebbe potuta essere una grandiosa satira politica, colma di metafore e riferimenti espliciti all'attualità. L'obiettivo è chiaramente un altro, una derisione leggera scevra dalla denuncia impegnata, che sfrutta l'esperiente della riunione dei più potenti della Terra in un castello, all'interno di un bosco (tale castello di Dankerode in Germania), con tanto di ritrovamento di cadaveri umani dell'età del ferro, morti da circa duemila anni.
La trama si incentra sempre più su di loro e sempre meno sullo sberleffo politico, e lì perde di mordente e di credibilità. Resta una farsa ricca di allegorie divertenti, e talora demenziali. Resta un film reso godibile, se non da una regia omogenea (la moltitudine di mani dietro la cinepresa si nota eccome), da un cast ben assortito su cui spicca il carisma di Blanchett. Colpisce l'aderenza al ruolo di Charles Dance, mentre Dénis Menochet si cala nei panni del loquace premier francese, Nikki Amuka-Bird in quelli dell'instancabile primo ministro inglese, e Takehiro Hira in quello giapponese. Fa piacere ritrovare in un cast internazionale Rolando Ravello, attore e regista di talento ed esperienza comprovati, capace di donare spessore e umanità al suo Antonio Lamorte, sulla carta macchiettistico con la sua totale estraneità al contesto, alla lingua e anche al cinismo altrui. Troppo poco spazio dedicato ad Alicia Vikander, in un ruolo e in una lingua tutti da scoprire, mentre il gigantesco cervello rinvenuto nel bosco fa pensare direttamente a Beau ha paura di Ari Aster. Non a caso il regista compare tra i produttori della commedia, insieme alla stessa Blanchett.
Il G7, in Germania. Ci sono la premier tedesca (Blanchett), il francese (Ménochet), l'inglese (Amuka-Bird), lo statunitense (Dance), l'italiano (Ravello), il giapponese (Hira) e il canadese (Dupuis). Una barzelletta? Ritorno al lungo di Guy Maddin, con i fidi Evan e Galen Johnson, a sette anni dal cripto-rifacimento di La donna che visse due volte, The Green Fog: i capi di stato siedono in cerchio [...] Vai alla recensione »
Un castello a Dankerode, in Germania, ospita il G7. La padrona di casa è la cancelliera tedesca (Cate Blanchett): prima di portare gli altri sei leader al gazebo in riva al lago per la cena di fine lavori, Hilda mostra loro lo straordinario ritrovamento in quei giardini antistanti il bosco di un corpo umano appartenuto all'età del ferro, circa duemila anni fa.
Un gazebo e sette personaggi. Un trattato del G7 da scrivere, per risollevare le sorti del mondo durante le tante crisi economiche, finanziarie, politiche del nostro tempo. "C'è sempre una crisi!" lamenta l'anziano presidente degli Stati Uniti a un certo punto del film. Ma questo testo non ci vuole molto a capire che i sette personaggi non riusciranno mai a finire di scriverlo, annacquato com'è da [...] Vai alla recensione »