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Una tragedia immersa nel colore, nel dramma di un intenso rapporto madre e figlio. Espandi ▽
Il quasi quarantenne Julio Cesar vive con la madre in una casa alla foce del Tevere. La donna, di origine colombiana, condivide con il figlio quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana. Lavorano per uno spacciatore locale e vanno anche ballare insieme nei locali specializzati in musiche latinoamericane. La loro è una simbiosi che talvolta lascia trapelare tensioni che si acutizzano quando dalla Colombia giunge Ines, una giovane neofita corriere della droga. La gelosia della madre non tarderà a manifestarsi.
Partendo da situazioni di vita personalmente vissuta Enrico Maria Artale porta con partecipazione sullo schermo una relazione complessa. Ne è nato un film carico di sentimenti vissuti tra affetto e sofferenza in cui l'arrivo dall'esterno di una figura femminile che non sia solo un corpo a pagamento (unica 'libertà' concessa dalla madre a Julio Cesar) rappresenta la possibile apertura a una realtà diversa e, al contempo, anche un avvicinamento a radici culturali che restano sullo sfondo pur facendo sentire il loro richiamo. El Paraiso è solo il nome di una piccola imbarcazione perché in realtà quello in cui vivono i protagonisti è un Purgatorio in cui il tempo della crescita individuale è stato sospeso. Recensione ❯
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Un film minore per Lanthimos in cui l'eccesso di compiacimento e l'esilità di argomenti nuovi lo rendono un affare per pochi. Drammatico, Gran Bretagna2024. Durata 165 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Espandi ▽
Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Nel primo episodio un impiegato viene incaricato dal suo capo di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto è convinto che la moglie, scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un viaggio, sia stata sostituita da una sosia. Nel terzo due adepti di una setta sono alla ricerca di una donna che ha il potere di restituire la vita ai morti.
A breve distanza dal suo maggiore successo, Povere creature, Yorgos Lanthimos si dedica a un progetto che ricorda più gli inizi della sua carriera. Dichiaratamente e volutamente meno conciliante rispetto alle aspettative del pubblico, Kinds of Kindness assembla tre mediometraggi che portano la durata complessiva del film ben oltre le due ore. Arrivare al terzo episodio, dopo quasi tre ore di gelido sarcasmo con derive grandguignolesche può essere impegnativo per i non iniziati al cinema di Lanthimos. Recensione ❯
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Un esordio ambizioso ma che scivola su troppa conciliazione e poca tensione. Fantasy, Horror - USA2024. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Mina, un'artista di 28 anni, rimane bloccata in una foresta estesa e immacolata nell'Irlanda occidentale. Espandi ▽
Un uomo corre in una foresta, inseguito da minacciose presenze. Disperato, cerca di uscire dal bosco prima del calare del sole, ma perde tragicamente l'orientamento... Tempo dopo, Mina, una donna che lavora in un negozio di animali, riceve l'incarico di consegnare un pappagallo in una cittadina dell'Irlanda occidentale. Mina entrerà nel bosco, e sarà guidata da un'anziana, di nome Madeline, fino a un rifugio. Insieme a Madeline, e ad altre due persone, Mina si ritroverà intrappolata in una struttura in cemento, con una Tv e una parete di vetro. Attraverso questa parete le misteriose presenze del bosco osservano i quattro prigionieri e ne assumono a volte la forma.
Vorrebbe essere un horror teorico l'esordio alla regia di Ishana Shyamalan, un film sul tema del doppio e sulla fascinazione dello sguardo, ma le ambizioni non riscattano la poca tensione e un finale troppo conciliante.
Per quanto Dakota Fanning e soprattutto l'irlandese Olwen Fouéré, nei panni della anziana Madeline, sorreggano il film con le loro interpretazioni, anche il colpo di scena che rilancia la vicenda nel terzo atto si rivela prevedibile e così il momento migliore del film rimane la disperata fuga iniziale. Recensione ❯
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Una favola dalle ombre profonde che racconta l'emancipazione con garbo e rispetto della Storia. Biografico, Francia, Belgio2023. Durata 115 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna nasconde da tutta la vita una sua pecularità genetica: il suo corpo è coperto da peli. Quando si sposa decide di voler vivere libera da questo segreto. Espandi ▽
Francia, fine ‘800. Rosalie ha un segreto: da quando è nata è coperta di peli, che suo padre ha rasato attentamente per anni. La prima notte di nozze, il marito Abel la allontana inorridito. Ma Rosalie è una giovane donna determinata e sceglie di mostrarsi a tutti con la barba non rasata, attirando nuovi guadagni in famiglia. Riuscirà la volitiva protagonista ad essere accettata? Diretto da Stéphanie Di Giusto e da lei sceneggiato con Sandrine Le Coustumer, Rosalie è narrato come una favola dalle ombre profonde con al centro la sensualità e la seduzione, perché Rosalie è irresistibilmente attraente, con o senza barba. Di Giusto è per fortuna attenta a non imporre a Rosalie una lettura antistorica in nome dell’emancipazione femminile contemporanea: se da un lato infatti vediamo (finalmente) una donna dominare anche la più improbabile delle circostanze, dall’altro sono chiaramente rappresentati tutti i vincoli dell’epoca alla sua autodeterminazione. Recensione ❯
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Commedia, gangster movie, parodia e heist movie. Ma senza affondo decisivo e vibrante. Commedia, Thriller - USA2024. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un comedy-thriller poliziesco che ha per protagonista un insolito trio: la gallerista Patrice Capullo, il sicario Reggie Pitt e il capo di Reggie, Gordon Davis. Espandi ▽
La gallerista Patrice ha deciso di mollare il suo artista di punta e ritorna così nell'anonimato del mercato indipendente. È alle strette, Patrice, tra pusher creditori e collezionisti scannati. Così quando un malavitoso del New Jersey, l'afroamericano che parla yiddish Gordon, si presenta da lei con l'idea di riciclare denaro sporco vendendo dei quadri, la wasp e bourgeoisie Patrice non può tirarsi indietro. Tocca solo fabbricare l'artista, inventarsi il concetto e creare la performance. Forse lo scagnozzo Reggie può dare una mano, forse è appena nata la nuova stella dell'arte, The Bagman.
Tra commedia, gangster movie, parodia e heist movie, il film non trova mai l'affondo decisivo e vibrante (né quando accenna al sistema patriarcale o ai "lord of war" o alla finanziarizzazione speculativa, perché, appunto, accenna soltanto).
Un po' tutto sembra essere fuori fuoco, appannato, piatto, a partire dal mondo dell'arte contemporanea che non è stato messo in gioco come invece avvenuto con quello della moda in Zoolander. Recensione ❯
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Il primo vero film dei Me contro Te? La trama è ancora basica ma tutto è più curato e approfondito. Commedia, Italia2024. Durata 62 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Il sesto film del duo comico più famoso di YouTube. Espandi ▽
L'alleanza dei malvagi (il Signor S, Perfidia, Viperiana e Serpe) minaccia di distruggere la terra facendo ricadere la colpa su Luì e Sofì che sono già giudicati come criminali dalla presentatrice di un telegiornale. Per salvarsi assieme ai loro fidati amici e sventare il piano malefico, viaggiano indietro nel tempo e arrivano davanti il liceo scientifico Newton nell'anno scolastico 1991/92 con l'obiettivo di conoscere il Signor S (che allora era un adolescente spesso bullizzato che si chiamava Silvano) per impedirgli di diventare cattivo. Nel frattempo, l'incrocio tra Perfidia e Viperiana ha generato un mostro che sembra invincibile, Perfidiana, che sta devastando la città e radendo al suolo gli edifici.
In Operazione spie - con la presenza sui titoli di testa c'è una lente d'ingrandimento che potrebbe essere un riferimento all'ispettore Clouseau della saga sulla pantera rosa - c'è uno sviluppo più articolato rispetto agli sketch gonfiati di YouTube dei film precedenti e in più si sta cominciando a familiarizzare soprattutto con i personaggi secondari.
In più i numeri musical restano maggiormente impressi rispetto alle canzoni. Forse è il vero primo film dei Me contro Te. Piacerà al pubblico che li ha sempre amati? Recensione ❯
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Una ragazza rimane senza internet in un momento molto importante e si collega alla rete di uno sconosciuto. Espandi ▽
Hot Spot - Amore senza rete parte con una citazione dalla commedia romantica Sul più bello dalla quale prende a prestito sia il trio dei roommate che un certo stile di battuta (il cosceneggiatore e produttore Roberto Proia è lo stesso per i due film, qui affiancato alla sceneggiatura da Mauro Graiani), ma della trilogia con protagonista Ludovica Francesconi non ha l'originalità e la freschezza, per rifarsi invece ad un duo di successi anni '80: Flashdance la cui storia d'amore centrale è mutuata in modo molto simile, e Pretty Woman, in particolare nella professione del protagonista e nella figura del suo amico cinico e guastafeste, Manlio (Carlo Giuseppe Gabardini), praticamente identico al Philip Stuckey del film di Garry Marshall.
Il che non è una buona notizia, perché quelle due commedie romantiche sono state girate più di quarant'anni fa, e si suppone che oggi ci voglia qualcosa di più contemporaneo e innovativo Recensione ❯
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Un racconto formidabile che precede ed espande la saga. George Miller firma un'altra epopea folgorante. Azione, Avventura, Fantascienza - Australia2024. Durata 148 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'atteso ritorno all'iconico mondo distopico che il pluripremiato e geniale filmmaker George Miller ha creato più di 30 anni fa, con gli emblematici film di "Mad Max". Espandi ▽
Non osavamo sognarlo ma George Miller lo ha fatto ancora, a settantanove anni firma un’altra epopea folgorante dove Mad Max, eroe motorizzato, non compare più. Furiosa: A Mad Max Saga racconta l’infanzia e la giovinezza di una bambina nata in un’oasi di pace e di donne, rapita dal cattivo di turno e finita nel clan di un tiranno rock che ha l’età delle sue articolazioni. Bastano una manciata di secondi per capire che siamo di nuovo a casa, in uno spazio comune, in un luogo caro, nel deserto rosso di George Miller, cavalcato dal 1979 con un incredibile successione di inseguimenti ‘a motore’ e creativamente armati. Film più lungo della saga, Furiosa salta alla gola e non molla la presa per due ore e ventotto minuti, interrogandoci sul sapore delle lacrime e il significato della vendetta. Un racconto formidabile e brutale, rinvenuto nella sabbia e risalente all’età della pietra o forse più avanti, nel nostro imminente futuro. Il film è un’estensione del capitolo precedente e insieme la sua antitesi. Recensione ❯
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Maria incarna il femminile moderno in questa evocativa anti-narrazione che denuncia la scomoda e secolare realtà della misoginia. Drammatico, Italia2023. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
A quarant'anni dall'uscita del libro di Barbara Alberti, questo film racconta Maria non più come spettatrice, ma come coraggiosa artefice della propria esistenza. Espandi ▽
Partendo dal romanzo omonimo di Barbara Alberti, Paolo Zucca dirige un’anti-narrazione mariana cercando una Maria più ‘vera’, più compiuta, a cui prova a restituire la sua condizione pienamente umana. Il film non è una speculazione femminista ma un’ipotesi che prova a riempire i buchi storici e a gettare uno sguardo nuovo su una grande figura femminile del primo cristianesimo. Zucca si prende più libertà sulla tradizione cristiana ma lo fa senza fare rumore. Non è un film ortodosso Il Vangelo secondo Maria ma un film esitante, instabile su cui pesa il sole del Mediterraneo. Immerso in un realismo straordinariamente evocativo e poetico, è affollato di personaggi, uomini e donne del popolo che formano una galleria di ritratti pasoliniani e autentici. Un femminile moderno e più complesso – si tratta della donna prima della Madre - che denuncia la secolare e scomoda realtà della misoginia. Perché nel lontano passato le cose erano altrettanto complicate, altrettanto intrise di potere, privilegi e politica. Le voci sovversive le ascoltiamo solo cercando diligentemente ai margini, guardando con attenzione tra immaginazione e realtà. Recensione ❯
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Per celebrare il 10° anniversario della celebre serie anime, l'attesissimo film sul mondo della pallavolo continuerà la sfida tra i rivali più amati dai fan, Karasuno e Nekoma. Espandi ▽
Alle nazionali giapponesi di pallavolo studentesca non ci sono seconde possibilità: o si vince o si esce. La partita tra il Karasuno e il Nekoma è l'occasione che Shoyo Hinata stava aspettando, una volta infatti il suo apatico amico Kenma Kozume gli aveva detto che gli sarebbe piaciuto giocare contro di lui in una partita del genere - non una cosa da poco per un ragazzo che non sembra trovare alcun piacere nella pallavolo, nonostante sia un giocatore di grande intelligenza tattica. La sfida tra il Karasuno, ossia la squadra dei corvi, e il Nekoma, quella dei gatti selvatici, viene soprannominata "la battaglia della discarica" e sarà un match tanto combattuto quanto gioioso.
Haikyu!! The Dumpster Battle è un anime sportivo dove non conta tanto la vittoria, quanto l'adrenalina e l'entusiasmo della squadra, e la partita è in fondo un momento di contagioso divertimento condiviso.
Se la produzione, pur pensata per il cinema, rimane di derivazione televisiva, ci sono però passaggi in cui il benemerito studio I.G. ha trovato il budget per sequenze più incisive, dove le figure sono plasticamente deformate nel loro slancio. Ci sono sequenze di grande virtuosismo tecnico che mettono a tacere le banalità di sceneggiatura - che qua e là affiorano stucchevoli - comunicando invece con il più puro linguaggio del cinema. Recensione ❯
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Luca Barbareschi porta sullo schermo un testo teatrale di David Mamet che nella trasposizione non perde di efficacia. Drammatico, Italia2023. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Uno psichiatra vede deragliare la sua carriera e la sua vita privata dopo essersi rifiutato di testimoniare a favore di un ex paziente violento ed instabile che ha causato la morte di diverse persone. Espandi ▽
Carlos David Hirsch è uno psichiatra ebreo che esercita a New York che si trova al centro di un processo mediatico che rischia di mettere fine alla sua attività professionale. Un suo giovane paziente ha commesso una strage dichiarandosi poi gay. Un quotidiano ha riportato erroneamente una definizione dell'omosessualità pubblicata in un libro del terapeuta scatenandogli contro una parte dell'opinione pubblica. Se a ciò si aggiunge che Hirsch si rifiuta di testimoniare in tribunale in favore del paziente, nonché di consegnare i taccuini su cui ha preso appunti sulle sedute l'avvocato e amico che lo sostiene teme di poter fare ben poco in suo favore. Luca Barbareschi porta sullo schermo un testo teatrale di David Mamet che nella trasposizione non perde di efficacia. La sceneggiatura è di David Mamet, scrittore, sceneggiatore e regista di cui la critica internazionale riconosce da sempre il valore. Il personaggio dello psichiatra che Barbareschi interpreta non è del tutto di invenzione perché si rifà a un caso che negli Stati Uniti, a partire dal 1969, è stato al centro della cronaca nonché nel dibattito in tema di legislazione. Recensione ❯
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Un horror dove i demoni del passato tornano a tormentare un attore alla deriva. Espandi ▽
Anthony Miller è un attore in difficoltà per svariati motivi: di recente è diventato vedovo, ha un trascorso di dipendenze varie e la sua carriera è in declino. Ha anche un problematico rapporto con la figlia adolescente Lee, espulsa da scuola per il carattere ribelle. Anthony accetta di subentrare a un attore misteriosamente defunto rilevandone il ruolo da protagonista di un film horror di genere esorcistico, ma ben presto le cose sul set prendono una piega strana e terrificante. Il film procede un po' a strappi: dopo un preambolo brillante che sfrutta a dovere l'aspetto metacinematografico, si impantana un po' nelle dinamiche psicologiche, in particolare tra il protagonista e la figlia, con qualche tempo morto e qualche lungaggine, trovando di tanto in tanto spunti interessanti (e qualche jump scare per tener desto lo spettatore) sino a vivacizzarsi in una parte finale tonitrusnte, ma un po' banale, che dà comunque un senso al titolo. Recensione ❯
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Lo stato di crisi dell'istituzione scolastica raccontato senza retorica e senza sconti. Drammatico, Germania2023. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'insegnante decide di indagare sulla questione che vede uno dei suoi alunni sospettato per furto. Espandi ▽
Quando la nuova insegnante di matematica e di educazione fisica di una seconda media tedesca, Carla Nowak, decide di prendere l'iniziativa per scoprire chi è il responsabile dei furti che si sono verificati nella scuola, lo fa con le migliori intenzioni. Eppure la sua azione finisce per innescare una reazione a catena, che sfocia proprio là dove Nowak non avrebbe mai voluto, in quell'immagine finale, che è iconograficamente associabile a una vittoria, ma racconta una tragica sconfitta.
La sala professori fotografa con la giusta drammaticità lo stato di un'istituzione in grossa crisi, esogena e endogena, in cui il rispetto che un tempo era precetto è stato sostituito dal sentimento umorale, per cui all'insegnante si dà retta finché è simpatico, sa intrattenere, non si fa scudo con il suo ruolo, perché allora quello scudo, sebbene di latta, diventa subito il bersaglio del tiro incrociato di alunni e genitori.
Con passo felpato e occhio lucido, sostenuto da una colonna sonora asciutta e perfetta, Çatak segue l'intensa Leonie Benesch affondare nella spirale del tutti contro tutti, senza mai smettere di opporre resistenza, anche solo con lo sguardo, e mantiene saggiamente il film nell'ambito del verosimile. Recensione ❯
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Il fulminante esordio alla regia di Michele Riondino porta con sé l'eredità di molto cinema. Drammatico, Italia2023. Durata 99 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film dal solido impianto civile e dagli echi grotteschi e arrabbiati che rimandano a La classe operaia va in paradiso di Elio Petri. Espandi ▽
1997. All’ILVA di Taranto è appena avvenuta l’ennesima morte sul lavoro, ma Caterino Lamanna, operaio addetto ai lavori di fatica nell’industria siderurgia, è pronto a darne la colpa ai sindacati. Caterino è un cane sciolto che pensa al suo imminente matrimonio con la giovane albanese Anna e si fa i fatti suoi, finché Giancarlo Basile, dirigente dell’ILVA, non lo recluta per “farsi un giro e dirgli quello che succede” in fabbrica, e resoconti in particolare le attività del sindacalista Renato Morra, che infiamma gli animi degli operai e li spinge alla ribellione. Basile offre a Lamanna la promozione a caposquadra e l’auto aziendale, ma Caterino chiede di essere mandato alla Palazzina Laf pensando che sia un luogo di privilegio riservato a pochi eletti. In realtà è un edificio in disarmo, incrocio fra una riserva indiana, un manicomio e una prigione, dove sono rinchiusi in orario di lavoro i dipendenti qualificati che hanno fatto l’onda, e che quindi sono invitati a licenziarsi o ad accettare un incarico demansionato e incoerente con la loro preparazione. Palazzina Laf segna l’esordio alla regia dell’attore Michele Riondino, ed è un esordio fulminante, che porta con sé non solo la conoscenza approfondita della storia ignobile dell’ILVA e delle sue ricadute sul territorio tarantino (dove Riondino è nato e cresciuto), ma anche l’eredità di molto cinema, dalla saga grottesca di Fantozzi fino all’alienazione stralunata di La pecora nera di Ascanio Celestini, Brazil di Terry Gilliam e Tony Manero di Pablo Larrain. Recensione ❯
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Krasinski riflette - e ci fa riflettere - sulla perdita di immaginazione che caratterizza i nostri tempi. Commedia, Drammatico, Family - USA2024. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
L'incredibile storia di una bambina e della sua capacità di vedere gli IF, cioè gli amici immaginari di tutte le persone. Espandi ▽
Bea, un'adolescente orfana di madre e con il padre in procinto di subire una delicata operazione chirurgica scopre di poter vedere gli amici immaginari che sono stati abbandonati da quelli che un tempo erano stati bambini e si erano avvalsi della loro compagnia. Dopo aver scoperto che il suo vicino di casa ha il suo stesso potere i due si alleano per poter ridare loro compagnia.Una commedia delicata che può piacere ai bambini ma ha anche qualcosa da comunicare ai grandi. Il film di John Krasinski non si limita a giocare con questa ampia varietà di personaggi come potrebbe far pensare una fantasmagorica sequenza in cui tutti vengono coinvolti nell'azione. C'è, nel sottofondo pronto ad emergere progressivamente, il senso della perdita di fantasia ed immaginazione propria del divenire adulti ma non solo.
Una volta tanto gli effetti speciali non sono fini a se stessi ma intervengono nel sostenere una vicenda che mostra come sia possibile realizzare film in cui attori e personaggi del mondo dell'animazione interagiscono per produrre senso Recensione ❯
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