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John Turturro

John Turturro (John Michael Turturro) è un attore statunitense, regista, produttore, sceneggiatore, coreografo, è nato il 28 febbraio 1957 a New York City, New York (USA).
Nel 1992 ha ricevuto il premio come miglior attore straniero al David di Donatello per il film Barton Fink - È successo a Hollywood. Dal 1991 al 1992 John Turturro ha vinto 2 premi: David di Donatello (1992), Festival di Cannes (1991). John Turturro ha oggi 67 anni ed è del segno zodiacale Pesci.

L'italiano di Brooklyn

A cura di Matteo Treleani

Istrionico caratterista, ha costruito la sua fama e bravura su un umorismo e una parlantina rapida e pungente spesso pieni di venature sarcastiche pur non prive di scoppi d'ira. Turturro è il tipico erede di una certa atmosfera della New York italoamericana, che interpreta un mondo grottesco e divertente, sempre un po' ironico ma con alcune velature di malinconia. Un mondo che è al tempo stesso violento, colmo di contraddizioni razziali e spesso razziste che hanno visto in Turturro, di origini italiane, un interprete straordinario, dal volto indimenticabile, di cui certamente non si rimarca il sex appeal, ma la cui abilità caratteriale è straordinaria. La sua capacità camaleontica di aderire ai personaggi non è sfuggita ad autori del calibro di Spike Lee e dei fratelli Coen, che ne hanno fatto una sorta di feticcio. Turturro è un instancabile attore, dal 1980 ha interpretato una settantina di ruoli, ma anche diretto cinque film.
Nato a Brooklyn, figlio di un immigrato siciliano carpentiere e di un'americana cantante di jazz, vive tuttora nello stesso quartiere, ed è vicino di casa dell'amico Steve Buscemi, con cui condivide un certo stile nella recitazione, nonché l'appartenenza a quell'ambiente newyorkese, melting pot di tradizioni italiane, ebree e africane.
John inizia la sua carriera cinematografica come comparsa in Toro scatenato (1980) di Martin Scorsese, ma la parte che lo rende noto sarà il protagonista di "Danny and the deep blue see", opera teatrale di John Patrick Shanley. L'ottima interpretazione gli apre le porte per una serie di ruoli di grande popolarità, pur non essendo mai protagonista: da Vivere e morire a Los Angeles (1985) di William Friedkin, dove Turturro interpreta il personaggio più ambiguo della storia, a Il colore dei soldi (1986), ancora di Scorsese, e ad Hannah e le sue sorelle di Woody Allen. Nel 1987 (anno in cui appare anche ne Il siciliano di Cimino) il regista Tony Bill lo vorrà per Five Corners dove Turturro rivela nel suo personaggio un'oscura intensità.
Spike Lee resta affascinato da questa interpretazione e vuole Turturro per il razzista ed esplosivo italo americano Pino di Fa' la cosa giusta (1989), inizio di una lunga e proficua collaborazione. È un periodo fortunato per Turturro: appena un anno dopo si apre l'altra duratura collaborazione che lo renderà un attore di culto, quella coi fratelli Coen. Sarà infatti Bernie Bernbaum, il gangster ebreo di Crocevia della morte (1990). Le connotazioni razziali calzano bene a Turturro che nello stesso anno è il proprietario di nightclub antisemita in Mo' better blues, ancora con Spike Lee, dimostrazione che le sue capacità attoriali possono assumere i ruoli più disparati (prova ne è anche il suo ruolo in Jungle Fever, 1991).

All'ombra dei fratelli Coen
Sarà poi Barton Fink, scrittore in crisi creativa nel Barton Fink dei Coen per il quale vince il premio come miglior attore protagonista a Cannes. Nel '92 scrive e dirige la storia sull'immigrato italiano Niccolò Vitelli di Mac che gli vale un altro premio a Cannes, per la prima volta da dietro la macchina da presa: la Camera d'Or. Mentre nel dimenticato Gli sgangheroni (remake di Una notte all'opera dei fratelli Marx) interpreta Groucho stesso. Torna ai suoi ruoli da caratterista nell'ottimo Fearless (1994) di Peter Weir e in Quiz Show di Robert Redford storia di un famoso scandalo televisivo americano (in cui si scoprì che un quiz era truccato) dove Turturro interpreta ancora una volta un personaggio socialmente identificato, un ebreo del Queens. Nei successivi Eroi di tutti giorni (1995) di Diane Keaton e Box of Moonlight di Tom DiCillo sarà rispettivamente un frustrato inventore e un uomo che riscopre la spontaneità come fonte di gioia e di vita. Dopo una parte ancora nei ghetti newyorkesi nel magnifico Clockers (1995) e nei panni dell'agente di Girl 6 (1996), entrambi di Spike Lee, Turturro interpreta Primo Levi ne La tregua (1997) per il quale perde diversi chili per rendere credibile una sua riemersione dai campi di concentramento. Il Levi di Turturro è un finissimo personaggio che, incredulo di fronte alla noncuranza degli altri, torna lentamente alla vita di tutti i giorni.
A teatro tornerà interpretando opere di Brecht e Beckett, sempre a Brodway, e nel '98 dirige il suo secondo film, di cui è anche protagonista: Illuminata, pellicola sul teatro agli inizi del '900, in concorso a Cannes, netta affermazione delle sue capacità autoriali come regista. Turturro qui dirige Susan Sarandon, Christopher Walken e Ben Gazzara, nonché Katherine Borowitz, sua moglie dall'85, che aveva già voluto per Mac.
Nel '98 è invece il coach Billy Sunday nel dramma sportivo di Lee He got game, mentre nel '99 comparirà in uno dei ruoli per cui lo si ricorda più volentieri: il campione di bowling Jesus Quintana ne Il grande Lebowski dei Coen. Accanto a Jeff Bridges, John Goodman e Steve Buscemi, Turturro è un folle giocatore di bowling che crede di essere una divinità. Il cast straordinario e le sue capacità da caratterista rendono l'interpretazione mitica e incredibilmente divertente. Di Turturro non si ricorderà di certo il sex appeal, ma il suo volto trasmette tutta la bizzarria e l'assurdità dei ruoli che interpreta. Sempre nel '99 presta la voce a Harvey the Black Dog, il personaggio che parla al serial killer di Summer of Sam, lo straordinario poliziesco di Spike Lee, ambientato in un'afosa estate newyorkese.
Altro ruolo cult è quello di Pete, in Fratello dove sei? ancora dei Coen. Accanto ai magnifici George Clooney, Tim Blake Nelson e John Goodman interpreta una farsesca odissea omerica proiettata nel Mississipi degli anni '30.
Nel 2000 compare invece accanto a Johnny Depp e Christina Ricci nel drammone The man who cried. Ma Turturro non disdegna ruoli in film altamente commerciali come Una spia per caso, (2000, triste remake de Il dittatore dello stato libero di Bananas), Danni collaterali (2002), Mr. Deeds (2002) o persino il protagonista di Fear X (2003), alternandoli con le interpretazioni ben più autoriali dello scacchista Alexandre Luzhin in La partita - la difesa di Luzhin (2001) o del professore di Tredici variazioni sul tema (2001). Nel 2003 interpreta Chuck accanto a Jack Nicholson e Adam Sandler in Terapia d'urto. Dopo La tregua, inoltre, le sue relazioni con l'Italia si fanno sempre più marcate: nel 2003 è Andrea nel corto Ore 2: calma piatta e presta la voce per l'Opopomoz di Enzo D'Alò. Nel '92, tra l'altro, aveva vinto il David di Donatello per Barton Fink. Nel 2004 il suo volto si defigura in quello dello psicotico di Secret Window, inquietando il protagonista Johnny Depp. Turturro si dedica con altrettanta passione ai ruoli televisivi, come dimostra il successo di Monk, in cui interpretava il protagonista Ambrose Monk, che gli è valso un premio Emmy.
Sempre nel 2004 torna a collaborare con Spike Lee nella commedia Lei mi odia, dove copre il ruolo del mafioso Don Angelo Bonasera. Ma il 2004 è anche l'anno del suo terzo film da regista, e anche il più fortunato: Romance & Cigarettes, con Kate Winslet, un'opera che segue i toni dei fratelli Coen ma con una sua particolarità bizzarra, in cui si può rintracciare l'ironia di Turturro: dai dialoghi surreali alle canzoni da musical. Romance & Cigarettes sarà in concorso al festival di Venezia del 2004.
Dopo il film di spionaggio Quelques jours en septembre (2006) dove è ancora una volta un personaggio ambiguo e psicotico, Turturro recita in film diretti da noti attori come The good shepherd (2006) di De Niro e Slipstream (2007) di Anthony Hopkins. A conferma che da bravo camaleonte riesce a saltare da un ruolo all'altro, pur mantenendo una caratterizzazione per ogni personaggio, Turturro appare poi negli interessanti panni dell'agente Simmons persino nei Transformers (2007) di Micheal Bay.

Una passione italiana
È l'ispettore Antonio Ricci in Miracolo a Sant'Anna per la regia di Spike Lee (2008), sfortunata e criticatissima pellicola tratta dall'omonimo best-seller di James McBride e basata sui fatti realmente accaduti il 12 agosto 1944, durante la Seconda guerra mondiale. Riabbraccia l'amico Robert De Niro in Disastro ad Hollywood di Barry Levinson e si "fantasmizza" in Zohan di Dennis Dugan, dove è un terrorista che mette in piedi una catena di fast food mediorientali. Turturro però è anche un grande estimatore del teatro e della letteratura italiana: cura infatti lo spettacolo Fiabe italiane (Italian folktales) liberamente ispirato all'omonima raccolta di Italo Calvino e alle favole di Giambattista Basile e Giuseppe Pitré, inserito nel programma al Teatro Stabile di Torino. Il suo viaggio italiano prosegue poi in Sicilia alla ricerca delle location adatte per un film che ha in testa da molto tempo. Ne esce fuori con Prove per una tragedia siciliana, un documentario che è un vero e proprio atto d'amore per la terra che ha dato i natali ai suoi nonni, guidato dalla voce e dai ricordi di Andrea Camilleri e fotografato magnificamente da Marco Pontecorvo. Terza tappa: Napoli. Come per la precedente pellicola, anche qui ritorna ad interessarsi della cultura popolare italiana, esplorando la musica e la cultura di Napoli. Viene fuori un documentario musicale intitolato Passione, dove ripresenta al pubblico alcune tra le più belle canzoni della tradizione partenopea, con un cast composto sia da cantanti tradizionali come Raiz, che da attori come Massimo Ranieri, Peppe Servillo e Fiorello, impegnati a narrare il fascino e il mistero di una Napoli invisibile agli occhi del turista.

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Focus

FOCUS
domenica 3 marzo 2019
Marzia Gandolfi

Mai veramente una superstar, John Turturro ha una lunga e prolifica carriera dietro di lui. Se il suo nome è poco noto al grande pubblico, la sua silhouette dinoccolata, il naso pronunciato, gli occhi ardenti e il sorriso gentile sono stati immortalati da una pletora di registi e celebrati dai cinefili del mondo. Attore caleidoscopico, ha recitato tutto. Dal gotha del cinema indipendente (Tom DiCillo, Noah Baumbach) ai blockbuster (Transformers), la sua carriera è eclettica e impressionante

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