Un film da grande pubblico con un chiaro intento sociale raccontato con disarmante semplicità. Commedia, Italia2023. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Di fronte alla mancanza di offerte di lavoro, Antonio, attore appassionato ma spesso disoccupato,
accetta un lavoro offertogli da un vecchio amico e collega come insegnante di un laboratorio teatrale all'interno di un istituto penitenziario. Espandi ▽
Antonio Cerami è un attore di teatro che da tre anni non calca il palcoscenico, vive da solo in un appartamento a Ciampino dove sente il passaggio di ogni aereo e doppia film porno per arrivare a fine mese. Il suo amico Michele gli trova un incarico insolito: sei giorni di lezioni di recitazione presso un carcere di Velletri allo scopo di far mettere in scena ai detenuti una serie di favole. È un progetto finanziato dal Ministero cui la direttrice del carcere, Laura, ha acconsentito senza troppo entusiasmo, ma ad entusiasmarsi sarà Antonio, che deciderà di mettere in scena presso il teatro di Michele un progetto più grande: “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, perché i detenuti “sanno cosa vuol dire aspettare: non fanno altro”. Riccardo Milani dirige e adatta (insieme a Michele Astori, entrambi autori di soggetto e sceneggiatura) il film francese Un Triomphe di Emmanuel Courcol, a sua volta tratto dalla storia vera dell’attore svedese Jan Jonson, che mise effettivamente in scena Beckett con un gruppo di detenuti. Grazie ragazzi è il tipo di film che negli Stati Uniti si definisce “crowd pleaser”, cioè disegnato per andare incontro al gradimento del grande pubblico, dunque si risparmia digressioni filosofiche vezzi autoriali per mettersi a servizio del racconto con onestà e gentilezza, e tuttavia si concede un finale non del tutto encomiabile. Recensione ❯
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Una riflessione sul tempo e sulla memoria attraverso le opere dell'artista israeliano Dani Karavan. Documentario, Israele2020. Durata 66 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film al contempo lineare e intricato, emozionante ma mai melodrammatico, doloroso quanto divertente e appassionato, su uno dei più importanti artisti contemporanei. Espandi ▽
Nato nel 1930, Dani Karavan è autore di circa settanta opere e installazioni disseminate per il mondo, tra land art e urbanistica. Il filmmaker Barak Heymann, con la complicità di Hava e Tamar, rispettivamente moglie e figlia di Karavan, pedina l’artista mentre controlla e verifica lo stato di manutenzione delle sue creazioni, che si tratti di una piazza o di un monumento, delle aiuole di un giardino o di un supposto canale d’acqua. Il documentario si svela in modo progressivo e paradossale come una riflessione sul tempo e sulla memoria. Mentre cerca di conservare nel miglior stato possibile le sue creazioni, perché perpetuino la traccia di riflessioni filosofiche e storiche, l’artista deve prendere atto della labilità del proprio corpo mortale, del suo limite. Recensione ❯
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Un saggio sublime di cinema documentario. Con un lascito al mondo e un finale luminoso. Documentario, Polonia2021. Durata 75 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un dialogo tra Roman Polanski e Ryszard Horowitz, amici separati dalla persecuzione nazista. Espandi ▽
Roman Polanski e Ryszard Horowitz, circa sei anni di differenza, hanno frequentato lo stesso liceo artistico a Cracovia. Polanski (1933) è nato a Parigi, Horowitz (1939) a Cracovia. Entrambe le loro famiglie sono state testimoni della costruzione del ghetto e delle deportazioni nei campi di concentramento dalla città polacca. A fine anni Cinquanta entrambi hanno lasciato la Polonia, trovando affermazione professionale rispettivamente l'uno come regista, l'altro come fotografo (o meglio photocomposer, come si dichiara) negli Stati Uniti (Polanski prima in Europa). Da allora non sono più tornati insieme nella loro città natale, dove, a oltre sessant'anni di distanza, si danno appuntamento. È l'occasione per ricordare, anche quando non si vorrebbe, per ovvi motivi. Recensione ❯
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Film a episodi ben scritto e recitato che, con un bel piglio aggressivo, omaggia la commedia (amara) all'italiana. Commedia, Italia2023. Durata 125 Minuti.
Fra ironia e amarezza, una commedia per ridere e riflettere sull'umanità e anche rivalutare le nostre feste. Espandi ▽
Nel primo episodio due fratelli ai poli opposti della questione vaccinale rischiano di rovinare la cena della vigilia alla sorella impegnata in politica; nel secondo un imprenditore fa visita con moglie e figlia ad una comunità per senzatetto a puro scopo di immagine; nel terzo un uomo sposato con amante giovanissima cerca di passare San Valentino alternandosi fra le due donne; e nel quarto viene chiesto ad una conduttrice televisiva di scusarsi pubblicamente per un servizio misogino del quale viene ritenuta corresponsabile.
È un lavoro di squadra che affronta temi di attualità con un bel piglio aggressivo che omaggia la commedia (amara) all'italiana: il lavoro di scrittura dei dialoghi è superiore alla media fino a tre quarti di ciascun episodio, così come è ottimo il lavoro degli attori.
I quattro finali rivelano la più amara delle verità: che in Italia (quasi) tutto si accomoda, e le rivoluzioni non la spuntano (quasi) mai sul quieto vivere. In questo senso I migliori giorni (titolo di per sé altamente ironico) più che una commedia è un horror che denuncia l'attitudine nazionale a tirare a campare assestando un colpo al cerchio e uno alla botte, con gattopardiana rassegnazione a non cambiare (quasi mai) nulla. Recensione ❯
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Un viaggio intimo nella vita di Luca Alinari uno dei più grandi artisti del Novecento italiano: interviste, testimonianze dirette, rari documenti d'archivio portano sul grande schermo l'universo globale del pittore fiorentino. Espandi ▽
"Anche la pittura è sempre una guerra" racconta Luca Arinari (1943 - 2019) mentre dipinge una delle sue tele. L'inquadratura è concentrata sulla mano dell'artista che, con il pennello, pian piano crea, con calma e delicatezza, minuzia e poesia, quegli elementi che andranno a comporre una grande narrazione visiva. Per Alinari la pittura è "una guerra" che combatte profondamente la realtà. Un quotidiano contro cui un animo e un talento come quello di Alinari hanno cercato di ribellarsi, con un esito che ha lasciato tracce positive e incancellabili.
Il film documentario di Lorenzo Borghini racconta, in maniera delicata, senza mai sovrapporsi ai soggetti trattati, la storia e il lavoro di un'anima gentile che, da quando era bambino - come testimoniano gli amici di sempre, come Pino Pini, con il quale Alinari ha sperimentato su altri media, come quello del video ad esempio - ha scelto la pittura (o è stato scelto dalla pittura) come strada per interpretare la realtà.
Suggestioni, narrazioni, immagini dettagliate, aiutano a osservare quei dipinti costellati di piccole figure, di linee e puntini, di stelle e di cieli, di occhi e di scritte, di tracce e di colore con cui Alinari ha creato la sua poetica come difesa dal mondo circostante, o come tributo ad esso. Recensione ❯
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Una storia sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra crollare. Espandi ▽
Un uomo misterioso intercetta quattro uomini nel momento in cui hanno deciso di farla finita, e ora deambulano insieme a lui, né morti né vivi. L’uomo ha intenzione di fornire loro una prospettiva diversa dalla quale guardare la propria situazione durante una settimana in cui rimarranno sospesi nel tempo, senza bere né mangiare, e senza che nessuno si accorga della loro presenza. Ma non è facile far cambiare idea a chi si sentiva arrivato al capolinea della propria vita. Paolo Genovese torna alle atmosfere metafisiche di The Place con un film che sul tema del suicidio visto come sbocco ad una mancanza percepita di alternative. C’è però qualcosa di terminalmente algido e asfittico nella elucubrazione tutta cerebrale di una sceneggiatura così calcolata da risultare meccanica. Ogni emozione è tenuta a distanza sia dal copione che dalla regia, e i quattro “walking dead” attraversano davvero come zombie questa storia, senza creare la risonanza emotiva necessaria per coinvolgere lo spettatore. Recensione ❯
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Un documentario che offre un vastissimo panorama di ciò che la cultura nazionale ha
prodotto in un quarto di secolo. Documentario, Italia2022. Durata 121 Minuti.
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Battiston debutta alla regia con una commedia sul ritorno alla natura e sull'incrollabilità dei sogni. Commedia, Italia, Slovenia2023. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due amici stanchi delle rispettive vite fuggono dalla città e intraprendono l'avventura della vita in campagna. Liberamente ispirato al romanzo 'Bouvard e Pécuchet' di Gustave Flaubert. Espandi ▽
Durante una gita di fotoamatori, due uomini di mezza età di Roma, entrambi di nome Fausto, si conoscono e diventano amici. Un’improvvisa eredità spinge il primo Fausto e proporre all’amico di mollare tutto e trasferirsi al nord, nelle campagne del Friuli, dove vivere liberi praticando l’agricoltura. Ingenui e ottusi, anche dopo un incidente non perderanno, però, l’entusiasmo e la voglia di fare. Per il suo esordio alla regia, Giuseppe Battiston si è ispirato liberamente a “Bouvard e Pécuchet” di Flaubert per una commedia sul ritorno alla natura e sull’incrollabilità dei sogni.Impegnato in primissima persona nel progetto come regista, sceneggiatore (con Marco Pettenello) e interprete protagonista, in Io vivo altrove! Battiston ha riunito nella sua figura i dubbi di un sognatore e i patetici sforzi di un uomo fallito ma ostinato. Il film stesso, con i suoi toni svagati e bonari, con la sua anima dolce e un po' programmatica, sembra però aver assorbito l'esibita incertezza del progetto. Recensione ❯
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Commedia ben riuscita d'amore e di rapine per la quarta regia di un Louis Garrel sempre più maturo. Commedia, Francia2022. Durata 99 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna è convinta che il marito abbia abbandonato la vita criminale. Suo figlio non è d'accordo. Espandi ▽
In quel di Lione, Abel lavora come guida in un acquario e non si è ancora ripreso dalla prematura scomparsa della moglie. Anche la madre Sylvie gli dà pensiero, visto che continua a sposare detenuti in serie. L'ultimo della lista è l'ex-rapinatore Michel, il quale appena uscito di prigione apre un negozio di fiori assieme a Sylvie. Abel però è convinto che ci sia sotto qualcosa di losco. Preoccupato per la madre, si mette a pedinarlo coinvolgendo un'amica, Clémence.
Alla quarta prova come regista, il celebre attore Louis Garrel si mostra sempre più a suo agio e capace di sperimentare.
Amori, sentimento e melodramma non mancano e rappresentano una garanzia per gli appassionati del genere. Notevole però è stavolta il loro utilizzo, anche in chiave metanarrativa, come strumenti "del mestiere" in una rapina. Recensione ❯
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Un'esplosione di colori. Un cartoon ambientalista che trova i momenti più riusciti in impazzite gag visive. Animazione, Lussemburgo, Germania2022. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
L'incredibile viaggio di una ragazzina incappata all'improvviso in una fata pasticciona. Espandi ▽
Violetta è una fatina dei denti golosa e pasticciona che, come ogni anno, non è riuscita a superare l'esame. Maxie è invece una bambina di 12 anni costretta ad andare a vivere in città a casa del compagno della madre, un attivista ambientalista. La fata si perde nel mondo degli umani e, se ci resta troppo a lungo, rischia di trasformarsi in un fiore. Dopo aver incontrato la ragazzina, decide di aiutarla a esaudire il suo desiderio, quello di tornare nella casa di campagna della nonna.
La fata combinaguai riesce a far affezionare alle due protagoniste e, anche se risulta scontato in alcuni passaggi e non sempre mette a fuoco alcuni personaggi secondari (soprattutto la madre di Maxie, come si può vedere nel dialogo in cui la figlia le dice di aver avuto a che fare con una fatina), tiene un discreto ritmo.
Al di là del suo percorso lineare, dove mantiene comunque le attese, è proprio questo suo dinamismo che rende il film più imprevedibile. Recensione ❯
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Ursula Meier gioca con tutti gli elementi del dramma familiare per narrare a suo modo le dinamiche di una famiglia atipica. Drammatico, Svizzera, Francia, Belgio2022. Durata 101 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Margaret ha sulle spalle un'ingiunzione restrittiva di tre mesi per aver picchiato sua madre. Ma i 100 metri che ora la separano dalla sua casa non fanno che esacerbare il suo desiderio di avvicinarsi alla sua famiglia. Espandi ▽
Durante un furioso litigio, la trentenne Margaret ferisce la madre Christina e viene per questo condannata a restare per tre mesi lontana dalla donna, ad almeno cento metri di distanza dalla sua abitazione. Molto legata alla sorellina Marion, Margaret accetta di tenere all’aperto le lezioni di musica per la ragazzina, restando al di qua di una linea tracciata sul terreno e impossibile da superare. La svizzera Ursula Meier torna a raccontare le dinamiche di una famiglia atipica, in cui, come nel precedente Sister, a essere messa in discussione sono i ruoli e, come nell’opera prima Home - Casa dolce casa?, è soprattutto lo spazio a definire affetti e relazioni. La sceneggiatura del film gioca con tutti gli elementi del dramma familiare, dall’amore fisico a quello spirituale, dalla nascita di nuove vite (i gemellini di Louise) alla morte (quella simbolica del pianoforte), insistendo come già succedeva in Sister sulla necessità di ridefinire, o più ancora rinnegare, ruoli e dinamiche della famiglia tradizionale. Recensione ❯
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I fatti del gennaio 1943 visti attraverso gli occhi di sei soldati aggrappati alla vita. Drammatico, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il primo film di finzione sugli Alpini nella Ritirata di Russia 1943, che costò la vita a migliaia uomini. Espandi ▽
La seconda via è il primo film centrato unicamente sui fatti del gennaio 1943, visti attraverso gli occhi di sei soldati aggrappati alla vita Alessandro Garilli parte da lontano, da quasi sedici anni di ricerche, bozze, tentativi, proposte, che pian piano si trasformano in viaggi nell’oblast' di Voronež, una sceneggiatura che gira da una decade, un documentario dal titolo Un tempo da neve. Nel mezzo si susseguono campagne di crowdfunding, accumulo di patrocini istituzionali e, raccolta di preziose memorie orali come quelle di Carlo Vicentini e Nelson Cenci. L’obiettivo di Garelli è uno e soltanto uno – dare racconto visivo della tragica ritirata degli Alpini nel gennaio del 1943. Ne esce però un film quadrato, monolitico, senza asperità, fenditure, crepe. Ad una certa solidità del racconto, qualche interessante composizione visiva e la giusta scelta di far esprimere in dialetto veneto/abruzzese i personaggi, non fa seguito nessun reale slancio immaginifico, poetico, vitalistico – i ricordi sono più brogliacci che ceselli, i nemici inutili e sempre colpevoli. Solo il finale appare giusto e necessario. Recensione ❯
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È la Vigilia di Natale, siamo a Roma in un quartiere residenziale. Due ladri pasticcioni, travestiti da Babbo Natale e dal suo assistente Elfo, dopo un furto confusionario e incalzati dalla polizia irrompono in un'abitazione. Espandi ▽
È la Vigilia di Natale, siamo a Roma in un quartiere residenziale. Due ladri pasticcioni, travestiti da Babbo Natale e dal suo assistente Elfo, dopo un furto confusionario e incalzati dalla polizia irrompono in un'abitazione. Ma in casa trovano solo i due piccoli Liam e Olivia, che li scambiano per babysitter e iniziano a fargliene di tutti i colori. I due ladri sanno che dovranno assecondarli e intrattenerli, in attesa che la polizia sgomberi il quartiere e loro possano fuggire. Il piano è quello di riuscire a farli addormentare leggendo loro una storia.. Recensione ❯
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Una fiaba semplice e antica raccontata secondo codici scomparsi, con gentilezza ed empatia. Drammatico, Francia, Italia2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film è l'adattamento del romanzo del 1923 "Vele scarlatte" incentrato sull'emancipazione di una donna negli anni '20 e '30. Espandi ▽
Il soldato Raphael torna dalla Grande guerra al suo villaggio normanno, identificandosi come "l'uomo di Marie". Marie non c'è più, ma c'è una bambina di cui Raphael ignorava l'esistenza: è sua figlia Juliette, che diventerà la sua ragione di vita. Per lei l'uomo ricomincerà a fare il falegname, dimostrandosi l'artigiano migliore della zona e un eccellente intagliatore. Ad aiutarlo c'è Madame Adeline, una vedova di buon cuore che accoglie entrambi nella sua fattoria. Ma Raphael, Juliette e Madame Adeline non sono ben visti nel villaggio, che considera l'uomo colpevole di omissione di soccorso, e le donne due streghe - come ogni "femmina non addomesticata". Il loro è tuttavia un percorso di speranza, in attesa del passaggio delle vele scarlatte pronosticato a Juliette dalla maga del paese.
"Vele scarlatte" è un racconto dello scrittore russo Alexandr Grin che è un incoraggiamento a non arrendersi di fronte alle difficoltà, e Pietro Marcello ne rispetta la dimensione favolistica, valorizzandone però anche quella documentaria: fin dall'inizio la narrazione è intessuta di immagini d'archivio che mostrano il ritorno dei soldati e la vita dei primi anni del secolo scorso come un misto di operosità e ristrettezze.
Le vele scarlatte è una fiaba semplice e antica, raccontata secondo codici scomparsi, fedele a ritmi e relazioni che non ci sono più, e che invece sarebbe importante ritrovare. Recensione ❯
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Puro stile Blumhouse che si combina con la tensione prima nascosta e poi esplosiva del cinema di James Wan. Horror, USA2023. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'ingegnere di robotica in un'azienda di giocattoli costruisce una bambola realistica che inizia ad assumere una vita propria. Espandi ▽
Cady, una bambina di otto anni, resta orfana dopo che i genitori sono tragicamente morti in auto mentre erano in macchina con lei dopo essersi trovati davanti a una tormenta di neve. La zia Gemma fa interagire la bimba con M3gan, una bambola a grandezza naturale in grado di ascoltare, guardare e imparare e può essere, al tempo stesso, una severa insegnante ma anche la migliore amica. Con il passare dei giorni tra la bambina e la bambola s’instaura un legame fortissimo; ormai è più di un giocattolo e fa parte della famiglia. M3gan è puro stile Blumhouse che si combina con la tensione prima nascosta e poi esplosiva del cinema di James Wan, qui tra i produttori oltre ad essere co-autore del soggetto. Dirige Gerard Johnstone, al secondo lungometraggio dopo Housebound del 2014, ma si sente la mano del regista di Insidious e The Conjuring proprio per la capacità di lasciar avvertire dei segnali sinistri già all’interno delle mura domestiche e nel rapporto con la vicina di casa e il cane invadente. M3gan diventa così anche una riflessione acuta sul pericolo della scienza (“la più grande invenzione dai tempi dell’automobile”) e la dipendenza delle macchine. Recensione ❯
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