fabriziog
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sabato 14 gennaio 2023
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semplicemente bellissimo
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La lettura è terapeutica. La scrittura è terapeutica. Parlare e sfogarsi sono terapeutici.
Il teatro è terapeutico: la scrittura teatrale è uno stato meraviglioso e avvincente.
E poi c’è l’attesa. C’è chi vive solo di attesa. Attende. E fra un’attesa e l’altra v’è il vuoto. Pensare non conviene, anzi, è deleterio, perché se pensi impazzisci.
Il luogo della permanente attesa è il carcere: è lo spazio dell’attesa, del vuoto e dell’assenza di pensiero.
E poi arriva un uomo che sostituisce ai mugolii orgasmatici dei doppiaggi dei film porno la parola recitata di “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, e tutto cambia: le menti si aprono ad un’attesa diversa, un’attesa fatta di suoni, cieli romani, piazze toscane, borghi umbri, umanità ritrovata o forse mai conosciuta.
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La lettura è terapeutica. La scrittura è terapeutica. Parlare e sfogarsi sono terapeutici.
Il teatro è terapeutico: la scrittura teatrale è uno stato meraviglioso e avvincente.
E poi c’è l’attesa. C’è chi vive solo di attesa. Attende. E fra un’attesa e l’altra v’è il vuoto. Pensare non conviene, anzi, è deleterio, perché se pensi impazzisci.
Il luogo della permanente attesa è il carcere: è lo spazio dell’attesa, del vuoto e dell’assenza di pensiero.
E poi arriva un uomo che sostituisce ai mugolii orgasmatici dei doppiaggi dei film porno la parola recitata di “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, e tutto cambia: le menti si aprono ad un’attesa diversa, un’attesa fatta di suoni, cieli romani, piazze toscane, borghi umbri, umanità ritrovata o forse mai conosciuta.
Un Antonio Albanese semplicemente straordinario. Un dendi, abile ed ammiccante Fabrizio Bentivoglio. Una Sonia Bergamasco che fa capire, o meglio, sentire al pubblico l’evoluzione interiore della direttrice di un istituto penitenziario. Un Giacomo Ferrara che, dopo Spadino di Suburra, si mostra dal lato rischiarato della Luna di chi vuole essere altro. Un Nicola Rignanese che esprime il volto tragico e sofferente del controllo poliziesco. Un Vinicio Marchioni nei panni del detenuto “capetto” che è cambiato pur rimanendo lo stesso, ed è rimasto lo stesso pur essendo cambiato. D’altronde è il Teatro dell’Assurdo e la vita è inspiegabile come i suoi personaggi che si agitano nelle proprie esistenze, al pari di cinque ristretti e di un regista che da anni ha abbandonato le scene ed adesso calca quelle più importanti, quelle di cinque anime che vogliono scoprirsi.
Godot, alla fine, appare e possiede le vestigia di un vecchio che non ha mai smesso di suonare la chitarra e sognare di essere migliore di come si sente ed è sentito “lì dentro”.
“Grazie Ragazzi” di Riccardo Milani è un film che continua a galleggiare dentro lo spettatore anche dopo, perché parla dell’uomo in perenne ricerca di Godot, in costante attesa del suo arrivo.
Fabrizio Giulimondi
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eugenio
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martedì 9 maggio 2023
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teatro tra le sbarre
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Grazie ragazzidi Riccardo Milani con Antonio Albanese è molto più che una “semplice” commedia carceraria di un attore fallito (Antonio appunto) chiamato a educare dei detenuti nel carcere di Velletri con un laboratorio teatrale su Samuel Beckett. È canto degli ultimi e di chi spesso aspetta un fine pena mai di non facile risoluzione.
È storia di vita che si fa scena, materia teatrale, di un’attesa di un Dio che mai arriverà.
È storia di esistenze recluse, dove il tempo appare di una lentezza inesorabile e si vive aspettando l'ora d'aria, il giorno di visita, il momento dei pasti, la libertà.
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Grazie ragazzidi Riccardo Milani con Antonio Albanese è molto più che una “semplice” commedia carceraria di un attore fallito (Antonio appunto) chiamato a educare dei detenuti nel carcere di Velletri con un laboratorio teatrale su Samuel Beckett. È canto degli ultimi e di chi spesso aspetta un fine pena mai di non facile risoluzione.
È storia di vita che si fa scena, materia teatrale, di un’attesa di un Dio che mai arriverà.
È storia di esistenze recluse, dove il tempo appare di una lentezza inesorabile e si vive aspettando l'ora d'aria, il giorno di visita, il momento dei pasti, la libertà.
Jan Jonson, a metà degli anni '80 con il pretesto di un Teatro dell'Assurdo beckettiano ha messo in scena con un gruppo di detenuti, con la regia di Emmanuel Courcol, Un anno con Godot. Siamo nel 2022e Milani riprende in mano il film francese rendendola commedia autonoma, brillante di luce propria, nel raro caso di un rifacimento italiano superiore all’originale, non solo grazie alla bravura succitata di Albanese, ma di un’intera squadra ottimamente diretta. Perché Grazie ragazzi, mette anima e corpo, cercando di stemperare la leggerezza di un tono da commedia, parimenti al dramma di una vita tra le sbarre, con una misee di impegno sociale figlia del teatro. Un teatro che specchiandosi nel volto di un Antonio, con cenni di biografismo venato, è capace di strappare il velo di agrodolce amarezza nella figura frustrata ma determinata di un attore fallito ridotto a doppiare film porno -senza moglie con figlia all’estero che nemmeno lo considera- in un monolocale vista pista d’atterraggio di Fiumicino e si traduce in lectio di vita, in salvezza, secondo l’adagio che l’arte e la cultura sono gli unici strumenti capaci di aiutare le persone ad esprimere il proprio io più profondo e a fare il primo passo verso il cambiamento.
Nel film, le storie appunto di vita dei detenuti, balbettanti, iracondi, sono maschere dello stesso debutto teatrale dei protagonisti che li interpretano; sono sintomatiche della loro ansia e malinconia, della loro voglia di riscatto per gli affetti rimasti “dall’altro lato delle sbarre”. La loro vita, con un riferimento aulico a “Cesare deve morire”, scorre tra le scene e le prove, non senza qualche eccesso volutamente goliardico ma senza retorica. Sono quelle di Damiano, Diego, Manuel, Aziz che poi sono corrispondono a Lattanzi, Marchioni Montanini e Ferrara che dopo un debutto non tornano all’agio delle loro case ma nel casermone delle loro celle, nonostante la tournee, nonostante il successo che arriverà insperato.
Coraggioso, Grazie ragazzi, quasi due ore tra romanesco e Beckett, tra risate (amare) e dramma, tra sentimento e realtà, tra persona e personaggio e soprattutto inno all’amore per un palcoscenico che si fa appunto emozione e trasformazione di una realtà per definizione granitica e inossidabile tra quelle quattro mura, non precipuamente di scena.
Dove l’attesa ricomincia….
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felicity
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giovedì 8 febbraio 2024
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per chi vuole sorridere senza spegnere il cervello
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Grazie Ragazzi è una commedia semplice e divertente con la volontà di dire la sua sul sociale, oltre che a far divertire, in parte riuscendoci.
La forza del film è sicuramente riconducibile al funzionamento del gruppo di detenuti che compongono la compagnia teatrale; ognuno dei personaggi, seppur non eccessivamente caratterizzato, permetterà allo spettatore di appassionarsi e immedesimarsi in loro: ognuno dei detenuti infatti nasconde un lato pronto a venir fuori una volta salito sul palco.
Il tema di un’attesa che non sembra dover mai finire si adatta perfettamente alla condizione carceraria e il film di Milani sa ricordarcelo abilmente, senza calcare troppo il pedale sulla sociologia, ma anche senza tralasciare spunti di comicità involontaria che la sceneggiatura sa sottolineare, fino al colpo di scena finale.
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Grazie Ragazzi è una commedia semplice e divertente con la volontà di dire la sua sul sociale, oltre che a far divertire, in parte riuscendoci.
La forza del film è sicuramente riconducibile al funzionamento del gruppo di detenuti che compongono la compagnia teatrale; ognuno dei personaggi, seppur non eccessivamente caratterizzato, permetterà allo spettatore di appassionarsi e immedesimarsi in loro: ognuno dei detenuti infatti nasconde un lato pronto a venir fuori una volta salito sul palco.
Il tema di un’attesa che non sembra dover mai finire si adatta perfettamente alla condizione carceraria e il film di Milani sa ricordarcelo abilmente, senza calcare troppo il pedale sulla sociologia, ma anche senza tralasciare spunti di comicità involontaria che la sceneggiatura sa sottolineare, fino al colpo di scena finale.
Riuscendo così a trovare un piacevole equilibrio tra la commedia e la riflessione, tra il sorriso e lo sguardo sulla realtà.
Una visione godibile, senza troppe pretese, lineare e semplice, una visione consigliata per chi vuole divertirsi ed emozionarsi.
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frankmoovie
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domenica 5 febbraio 2023
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a teatro con il cinema ...
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Andare a cinema per vedere un film, Grazie Ragazzi, con Albanese con l'intento di farti quattro risate grazie alle sue fantasiose invenzioni comiche che, spesso, rasentano l'assurdo e trovarsi nel mondo dell'assurdo con una commedia di Beckett recitata da quattro detenuti che sono oggetto di una sperimentazione per educare persone, senza altre vie d'uscita, ad un'arte per loro sconosciuta, con l'aiuto di un regista per caso. E così, in sala, man mano che la storia procede ed il coinvolgimento aumenta, lo spettatore si ritrova immerso nel mondo del teatro, della ricerca di un cast tra improbabili attori, ognuno con problemi, della passione crescente di un regista "per forza", delle prove sudate, dei debutti ed emozioni che un uomo prova calcando un palcoscenico e facendosi giudicare da un pubblico che spesso è familiare o fatto da amici e poi di volta in volta sempre più esigente.
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Andare a cinema per vedere un film, Grazie Ragazzi, con Albanese con l'intento di farti quattro risate grazie alle sue fantasiose invenzioni comiche che, spesso, rasentano l'assurdo e trovarsi nel mondo dell'assurdo con una commedia di Beckett recitata da quattro detenuti che sono oggetto di una sperimentazione per educare persone, senza altre vie d'uscita, ad un'arte per loro sconosciuta, con l'aiuto di un regista per caso. E così, in sala, man mano che la storia procede ed il coinvolgimento aumenta, lo spettatore si ritrova immerso nel mondo del teatro, della ricerca di un cast tra improbabili attori, ognuno con problemi, della passione crescente di un regista "per forza", delle prove sudate, dei debutti ed emozioni che un uomo prova calcando un palcoscenico e facendosi giudicare da un pubblico che spesso è familiare o fatto da amici e poi di volta in volta sempre più esigente. L'emozione della recitazione, di vivere una storia diversa dal quotidiano che ti porta lontano per un po' di tempo dalla monotonia delle quattro mura, da vizi e difetti ... Chi ha recitato sa cosa si prova e un po' di commozione "prende" al suono degli applausi e per il riconoscimento, specie da chi non ci credeva, degli sforzi fatti. Teatro nel cinema: ultimamente abbiamo visto film che sfruttano questo filone, come quello dedicato ai Fratelli De Filippo oppure quello su Pirandello con altri due comici, Ficarra e Picone ... Questo film di Milani ci ha regalato momenti di più alta intensità con attori ben scelti come Sonia Bergamasco, Vinicio Marchionni, Fabrizio Bentivoglio ... e un Antonio Albanese vero mattatore, con grande maturità artistica e un monologo da "premio". La pellicola è ben fatta, buona la fotografia e la scelta di location teatrali in varie città italiane di cui vengono dati assaggi di angoli monumentali. Molte frasi, nel film, invitano a riflettere sullo stato di detenzione nelle carceri e sullo stato d'animo di chi si trova a viverci, di chi ci lavora e di chi si impegna per una redenzione. Questo è un film da non perdere.
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massimliano bertola
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sabato 17 giugno 2023
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un grande albanese
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Un grande Antonio Albanese,per un film molto bello e emozionante
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belliteam
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martedì 27 giugno 2023
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aspettando godot (e trovando un bel film)
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Grazie Ragazzi e' innanzitutto tratto da una storia vera (accaduta in Francia) dove un gruppo di carcerati ha messo in scena il capolavoro di Samuel Beckett, vicenda poi ripresa da un film "un triomphe" anch'esso transalpino, poi rielaborata da Riccardo Milani, in questa toccante versione.
la scelta poi del protagonista, Antonio Albanese, e' perfetta perche' credibile, e in questa interpretazione, una delle migliori della sua carriera, ci regala momenti di Cinema che omaggia il teatro, e rende ancor piu' intensa una storia che avrebbe come protagonisti (oppure co-protagonisti in questo caso e' piu' appropriato) un gruppo di carcerati che mettono in scena "aspettando Godot" guidati da "Antonio".
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Grazie Ragazzi e' innanzitutto tratto da una storia vera (accaduta in Francia) dove un gruppo di carcerati ha messo in scena il capolavoro di Samuel Beckett, vicenda poi ripresa da un film "un triomphe" anch'esso transalpino, poi rielaborata da Riccardo Milani, in questa toccante versione.
la scelta poi del protagonista, Antonio Albanese, e' perfetta perche' credibile, e in questa interpretazione, una delle migliori della sua carriera, ci regala momenti di Cinema che omaggia il teatro, e rende ancor piu' intensa una storia che avrebbe come protagonisti (oppure co-protagonisti in questo caso e' piu' appropriato) un gruppo di carcerati che mettono in scena "aspettando Godot" guidati da "Antonio".
non mancano battute, che danno il giusto tocco di leggerezza a questo bel film, ma che hanno il pregio di non snaturarne l'efficacia e la forza. da vedere.
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francesco izzo
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lunedì 14 agosto 2023
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detenuti: attori e uomini. ancora bravo milani.
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Anche se con un lungo monologo finale del regista sul palco che si sarebbe potuto evitare (si capiva già tutto a mio avviso senza farci la spiegazione sopra...) e con qualche parolaccia di troppo a concluderlo (ma io ormai appartengo ad una vecchia generazione e non mi adatto a questo andazzo verbale) il film centra il bersaglio e risveglia i giusti sentimenti, le giuste riflessioni ed emozioni che deve suscitare il mondo dei detenuti.
Tantopiù poi quelli che cercano un qualsivoglia riscatto nella recitazione teatrale, chi per un motivo chi per un altro. Certo è una favola - riportata a realtà dal finale del film - che, dopo un'alzata d'ingegno come quella facilitata dall'alcool al ritorno dalla tournèe, un magistrato conceda di fare un altro spettacolo in un grande teatro.
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Anche se con un lungo monologo finale del regista sul palco che si sarebbe potuto evitare (si capiva già tutto a mio avviso senza farci la spiegazione sopra...) e con qualche parolaccia di troppo a concluderlo (ma io ormai appartengo ad una vecchia generazione e non mi adatto a questo andazzo verbale) il film centra il bersaglio e risveglia i giusti sentimenti, le giuste riflessioni ed emozioni che deve suscitare il mondo dei detenuti.
Tantopiù poi quelli che cercano un qualsivoglia riscatto nella recitazione teatrale, chi per un motivo chi per un altro. Certo è una favola - riportata a realtà dal finale del film - che, dopo un'alzata d'ingegno come quella facilitata dall'alcool al ritorno dalla tournèe, un magistrato conceda di fare un altro spettacolo in un grande teatro. Ma un film, si sa, è opera di fantasia: e, fintanto che riesce a lanciare messaggi positivi e giusti, è sempre apprezzabile.
Gli attori sono bravi, rendono e rappresentano quello che devono ed anche la colonna sonora è azzeccata.
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