dario
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mercoledì 18 marzo 2015
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discontinuo
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La regia è buona, ma quando c'è azione. Fuori dik essa, si cade nel melenso (il rapporto con la moglie e il figlio). Eastwood non sa trattare temi del genere. Appena si richiedono concetti seri, il nostro regista affonda letteralmente nelle banalità. Qui, poi, manca del tutto una disamina, anche minima, sulla tragedia dell'Irak. Tutto dentro le righe della convenzionalità. Bel fondale, ma poca consistenza. E poi è ora di finirla con l'esaltare l'uso delle armi!
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miguel angel tarditti
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venerdì 27 marzo 2015
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de como matar 170 personas
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DE COMO MATAR 170 PERSONAS
(algun niño incluido) puede transformar un hombre en un heroe,
en leyenda de una cultura. Suena a contrasentido, no?
“AMERICAN SNIPER” el nuevo film de Clint Eastwood
Màs incomprensible todavìa, si eses hombre es un francotirador, que trabaja escondido en las alturas, con un arma super sofisticada y una mira que le permite ver a 2000 metros de distancia.
Entonces, para volverse un heroe, una leyenda y ser honrado post mortem por un pueblo, se necesita:
a) “coraje” para disparar desde un escondite en las alturas,
b) se necesita una buena vista, y
c)buena punteria y ya està?
Pobre nuestro Sargento Cabral no? que con una precaria bayoneta en mano donò su vida al enemigo para salvar a nuestro gran paradigma de humanidad Generalisimo San Martìn, quien por otra parte de coraje sabia!
Creì que ese era el coraje, el que se juega hasta los tuetanos, el que me enseñaron en la escuela, ese verdadero coraje en el que creerè siempre.
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DE COMO MATAR 170 PERSONAS
(algun niño incluido) puede transformar un hombre en un heroe,
en leyenda de una cultura. Suena a contrasentido, no?
“AMERICAN SNIPER” el nuevo film de Clint Eastwood
Màs incomprensible todavìa, si eses hombre es un francotirador, que trabaja escondido en las alturas, con un arma super sofisticada y una mira que le permite ver a 2000 metros de distancia.
Entonces, para volverse un heroe, una leyenda y ser honrado post mortem por un pueblo, se necesita:
a) “coraje” para disparar desde un escondite en las alturas,
b) se necesita una buena vista, y
c)buena punteria y ya està?
Pobre nuestro Sargento Cabral no? que con una precaria bayoneta en mano donò su vida al enemigo para salvar a nuestro gran paradigma de humanidad Generalisimo San Martìn, quien por otra parte de coraje sabia!
Creì que ese era el coraje, el que se juega hasta los tuetanos, el que me enseñaron en la escuela, ese verdadero coraje en el que creerè siempre.
Pero parece que los tiempos cambian las pautas morales!
Uy! si se alzaran de la tumba los griegos que tanto discutieron sobre la virtud! Pobres.
El film deClint Eastwood ambientado muchos años mas tarde de aquel en el que cayò el valiente negrito, en un Iraq invadido “preventivamente” con alucinantes equipos de guerra por los americanos del Norte, nos pone (y no creo que sea la intenciòn del film) ante la profunda reflexion sobre los valores morales actuales de nuestras sociedades.
Por ejemplo el de entender qué es el coraje.
Se mata 170 personas desde un escondrijo y se pasa a la historia como heroe?
Se enseña contra el viento, el frio, y supongo, hasta hambre en una escuelita de la Quebrada de Humahuaca, y se es anonimo y no heroico?
Un profesional de Medicos de Fronteras, se contagia de ebola en alas de su vocaciòn de servicio, y solo sacude la cronica unos pocos dias?
Curiosa prioridad en esta escala de valores dignas de ser analizadas por un Sociologo. Y por un psicologo. O de cualquiera que sepa y quiera usar la razòn.
Se lo dejo ahì picando, para que lo piensen en la soledad de la almohada.
El film, una gran superproduccion americana, obviamente esta bien filmado por alguien que tiene mucho talento como Clint Eastwood, y al que puede ser que el estado americano haya “encomendado” este trabajo, no lo se.
Es muy eficàz desde el punto de vista cinematografico, y tiene el merito de hacerte sentir dentro de la guerra. Y la inteligencia fundamental, de mostrarte el absurdo de esa (y de todas) guerra, donde las dos partes estan equivocadas.
Allà ellos: la necesidad de justificar una guerra absurda, mentirosa.
Y acà nosotros: nodejandonos embaucar falazmente.
Y que viva nuestro negrito querido y “corajudo” Sargentisimo Cabral, carajo!
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barone16
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lunedì 4 maggio 2015
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american sniper fa centro
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Clint Eastwood non delude le aspettative e tira fuori dal cilindro un ottimo film, carico di emozioni oltre che d'azione. Questo film ha saputo intrattenermi senza che vi fosse mai un momento di noia. Belle le scene in cui Cooper si estranea dalla quotidianità, infatti, è molto bravo nel far trasparire lo stato di trans in cui si trova che gli fa rivivere le tremende esperienze vissute in Iraq. È palpabile il suo spirito patriottico che trascina anche lo spettatore nelle vicende. Un film diretto ed interpretato a regola d'arte che non si fa mancare nulla sia sotto l'aspetto emotivo, sia sotto quello più maschio della crudele realtà offerta dalla guerra. Film ottimo!
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enrico danelli
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domenica 31 maggio 2015
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dio non gioca a dadi con il mondo. gli uomini sì.
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Se non fosse Clint Eastwood il regsita, si potrebbe pensare che il film sia un necrologio di Chris Kyle con ovvii e rimarcati accenti patrottici all'ombra della bandiera a stelle e strisce. Sicuramente, per buona parte del film, il dipanarsi di una trama molto semplice e l'estrema e asettica obiettività del regista possono dare l'impressione sbagliata che si voglia veramente proporre la filosofia assurda de "il mondo si divide in pecore, lupi e cani da pastore". Invece, e per fortuna, l'aver scelto per la trasposizione cinematografica (e quindi per la fama imperitura) la vita di Kyle (prima ai più sconosciuto), vita vissuta in un certo modo e conlcusa in un altro, fa di Clint Eastwood un gigantesco interprete della nostra epoca.
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Se non fosse Clint Eastwood il regsita, si potrebbe pensare che il film sia un necrologio di Chris Kyle con ovvii e rimarcati accenti patrottici all'ombra della bandiera a stelle e strisce. Sicuramente, per buona parte del film, il dipanarsi di una trama molto semplice e l'estrema e asettica obiettività del regista possono dare l'impressione sbagliata che si voglia veramente proporre la filosofia assurda de "il mondo si divide in pecore, lupi e cani da pastore". Invece, e per fortuna, l'aver scelto per la trasposizione cinematografica (e quindi per la fama imperitura) la vita di Kyle (prima ai più sconosciuto), vita vissuta in un certo modo e conlcusa in un altro, fa di Clint Eastwood un gigantesco interprete della nostra epoca. Il messaggio è chiaro: l'indottrinamento neo-manicheo che divide il mondo in pecore e lupi è falso e pericoloso. Un ragazzotto semplice del Texas, cresciuto dal padre a pane e fucili, è la vittima sacrificale di questo sistema : nonostante i rischi corsi in Iraq in mezzo ai "lupi", il nostro "cane da pastore" verrà ucciso in patria da una "pecora". Purtroppo quello che manca in questo film è il ritmo, un ridimensionamento delle pur efficaci scene di guerra a favore delle vicende "umane" del protagonista, svolte in modo piuttosto banale. Manca insomma una scenografia più adeguata, più profonda, tanto che la bibbia che Kyle porta sempre con sè da tenera età sembra più un talismano portafortuna che l'insieme di valori a cui credere. Dopo le vette di Gran Torino e Million Dollar Baby, film perfetti sotto ogni aspetto, Eastwood ci consegna un film eseguito in modo un po' scolastico e talvolta banale, nonostante il signiificato universale che da esso promana : gli uomini, nonostante le loro false certezze, sono soggetti al caso.
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renatoc.
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martedì 19 giugno 2018
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grande clint
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Ancora una volta Clint Eastwood regista fa centro portando sullo schermo la storia di un personaggio del nostro tempo realmente esistito: Chris Kyle morto pochi anni anni or sono (2013) ucciso da un ex commilitone squilibrato! Chris Kyle è un personaggio che ha fatto epoca, meritandosi il nome di "leggenda", come militare nella recente guerra in Iraq! Non prendiamo subito le voci "falco", "guerrafondaio", ecc. Chris credeva veramente in ciò che faceva, amava il suo paese e voleva proteggere i suoi connazionali in guerra! Da giovane il padre lo aveva educato ad essere il "cane pastore che protegge le pecore dai lupi" e tale ha voluto essere, militare volontario e infallibile cecchino (sul suo curriculum risulteranno 160 vittime!).
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Ancora una volta Clint Eastwood regista fa centro portando sullo schermo la storia di un personaggio del nostro tempo realmente esistito: Chris Kyle morto pochi anni anni or sono (2013) ucciso da un ex commilitone squilibrato! Chris Kyle è un personaggio che ha fatto epoca, meritandosi il nome di "leggenda", come militare nella recente guerra in Iraq! Non prendiamo subito le voci "falco", "guerrafondaio", ecc. Chris credeva veramente in ciò che faceva, amava il suo paese e voleva proteggere i suoi connazionali in guerra! Da giovane il padre lo aveva educato ad essere il "cane pastore che protegge le pecore dai lupi" e tale ha voluto essere, militare volontario e infallibile cecchino (sul suo curriculum risulteranno 160 vittime!). Viene talmente preso dalla sua missione tanto da allontanarsi dalla famiglia, con gran dolore della moglie! Quando dopo diversi anni di guerra torna definitivamente a casa ed in famiglia, si sente a disagio, vuole ancora essere utile al suo paese e così va ad addestrare al tiro persone con menomazioni fisiche! Con questo lavoro trova finalmente il suo equilibrio, felice sul lavoro e nella famiglia! Ma proprio svolgendo questo lavoro troverà la morte per mano di un commilitone squilibrato! Sembra strano che certi uomini, eroi nazionali o idoli della musica come John Lennon debbano finire la propria esistenza per mano di squilibrati!
Questo film non vuole essere ideologico, è una bellissima descrizione che Clint Eastwood fa su questo personaggio!!
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lanco
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domenica 4 gennaio 2015
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film modesto
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non più di 2 stelle per quest'opera tanto decantata dai vari commentatori, quanto inconsistente sul piano rappresentativo.
Chi si aspettava un qualcosa di rapportabile a "il nemico alle porte" o a anche a "Black hawk down" rimarrà deluso. Questo per le scene d'azione. Per quanto riguarda il retroterra psicologico l'opera non va oltre meri accenni. Eppure i mezzi tecnici non mancavano nè la bravura degli attori, nè la lunghezza del film (oltre 2 ore). Il fatto è che si è costruito un film su una storia inconsistente e con l'aggunta di una semplice facile rappresentazione filmica di tiri a bersaglio, che non da alcun pathos allo spettatore.
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non più di 2 stelle per quest'opera tanto decantata dai vari commentatori, quanto inconsistente sul piano rappresentativo.
Chi si aspettava un qualcosa di rapportabile a "il nemico alle porte" o a anche a "Black hawk down" rimarrà deluso. Questo per le scene d'azione. Per quanto riguarda il retroterra psicologico l'opera non va oltre meri accenni. Eppure i mezzi tecnici non mancavano nè la bravura degli attori, nè la lunghezza del film (oltre 2 ore). Il fatto è che si è costruito un film su una storia inconsistente e con l'aggunta di una semplice facile rappresentazione filmica di tiri a bersaglio, che non da alcun pathos allo spettatore.
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[+] storia incosistente???
(di felix1)
[ - ] storia incosistente???
[+] film asolutamente modesto!
(di yanomangiacorbezzoli)
[ - ] film asolutamente modesto!
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fabiofeli
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domenica 4 gennaio 2015
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pecore, lupi e cani da pastore
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Il film ha tre prologhi. Nella prima scena lo sferragliare di un cingolato interrompe un suono che sembra (forse lo è) l’invito di un muezzin alla preghiera. Nelle due che seguono c’è un padre texano che per la prima volta conduce il figlio adolescente a caccia di cervi e poi a casa, davanti alla tavola imbandita, spiega che esistono tre categorie umane - pecore, lupi e cani da pastore – e che nella vita si deve essere solo come questi ultimi. Chris Kyle (Bradley Cooper) e il fratello Jeff (Keir O’Donnell), da adulti, sono due giovanotti amanti del rodeo: hanno appreso la lezione del padre e cercano di metterla in pratica. Vengono profondamente segnati, come grandissima parte degli statunitensi, dall’attentato delle Torri Gemelle e non esitano ad arruolarsi nella Marina, accettando un addestramento umiliante e disumano, che riecheggia in modo sinistro il Full Metal Jacket di Kubrik.
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Il film ha tre prologhi. Nella prima scena lo sferragliare di un cingolato interrompe un suono che sembra (forse lo è) l’invito di un muezzin alla preghiera. Nelle due che seguono c’è un padre texano che per la prima volta conduce il figlio adolescente a caccia di cervi e poi a casa, davanti alla tavola imbandita, spiega che esistono tre categorie umane - pecore, lupi e cani da pastore – e che nella vita si deve essere solo come questi ultimi. Chris Kyle (Bradley Cooper) e il fratello Jeff (Keir O’Donnell), da adulti, sono due giovanotti amanti del rodeo: hanno appreso la lezione del padre e cercano di metterla in pratica. Vengono profondamente segnati, come grandissima parte degli statunitensi, dall’attentato delle Torri Gemelle e non esitano ad arruolarsi nella Marina, accettando un addestramento umiliante e disumano, che riecheggia in modo sinistro il Full Metal Jacket di Kubrik. Chris ha un talento naturale nel colpire il bersaglio, e solo in questo non si uniforma agli ordini dell’addestratore: entrerà nel corpo speciale dei SEAL e nella guerra in Iraq sarà il cecchino infallibile del titolo, un perfetto cane da pastore per i marines-pecore contro i lupi-iracheni. La sua capacità di distinguere i bersagli pericolosi dalle persone inoffensive e il gran numero di nemici abbattuti gli varranno il nome di “La Leggenda”. C’è un ma. Il fratello Jeff ed altri commilitoni, pur addestrati e trasformati in killer-robot micidiali, non riescono a sostenere il conflitto interiore vedendo che una guerra ritenuta giusta si trasforma in una catena dell’orrore senza fine e senza senso. Chris non vacilla. Non lo trattiene neanche la minaccia della moglie, Taya (Sienna Miller), di sparire con i figli se lui partirà per la quarta missione: eliminare il “macellaio”, il numero 2 di Al Qaeda che utilizza un trapano elettrico come nel peggiore dei film splatter, e il cecchino iracheno capace di colpire un marine a grande distanza. Sopravvive apparentemente indenne, ma anche dentro di lui il tarlo della violenza incontrollata ha scavato e lo psicologo se ne accorge. Chris collabora al recupero dei commilitoni profondamente feriti nel corpo e nell’anima e contemporaneamente recupera la sua umanità. Coda con didascalia prima del finale-sorpresa.
Solo Clint Eastwood poteva scegliere un eroe nazionale come Chris Kyle per fare un film contro tutte le guerre: un irriducibile trasgredire come nello splendido Gran Torino, dove lo stesso Clint mima una scena consueta dei suoi western per vincere il duello con esito volutamente rovesciato contro il malvagio di turno. Il vero lupo è il fuoco amico: la propaganda nazionalista, infatti, miete anche vittime da salutare con tre colpi di moschetto e con un pugno possente sopra la bara. In molte scene, girate nelle kasbah del Marocco, non si distinguono aggressori da aggrediti, marines da guerriglieri: tutti sono mescolati in un inferno di polvere e pallottole micidiali che non falliscono a 1000 metri di distanza. In quell’incubo da non augurare a nessuno su questa terra, dove il chiaro e lo scuro si agglutinano in tutti i toni del grigio, non si distinguono più le tre categorie di persone del padre texano. Tema analogo nel Leoni per agnelli di Redford, lodevole pur senza attingere ad alte vette. Questo, invece, è un film da non mancare.
Valutazione ****
FabioFeli
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slibedis
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domenica 4 gennaio 2015
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apologia delle armi
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Un film decisamente militarista, inizialmente richiesto a Spielberg, che però ha declinato. La trama: il giustiziere delle sconfinate praterie, dei cowboy buoni e degli indiani cattivi, pronto ad esportare la democrazia, seduce la futura moglie a bicchieri di whysky. Catapultato in Iraq, se ne sta bel bello sui tetti delle case a sparare ai cattivi, uomini, donne e bambini. Purtroppo uno dei suoi compagni rimane ferito, è d'obbligo una spedizione punitiva a chi ha osato tanto. Come in un videogame, passa il primo, poi il secondo, poi il terzo muro. Finalmente al quarto muro riesce ad uccidere il Cattivo, il gioco è concluso, avverte la moglie al telefono mentre spara e uccide gli ultimi nemici e se ne può tornare a casa.
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Un film decisamente militarista, inizialmente richiesto a Spielberg, che però ha declinato. La trama: il giustiziere delle sconfinate praterie, dei cowboy buoni e degli indiani cattivi, pronto ad esportare la democrazia, seduce la futura moglie a bicchieri di whysky. Catapultato in Iraq, se ne sta bel bello sui tetti delle case a sparare ai cattivi, uomini, donne e bambini. Purtroppo uno dei suoi compagni rimane ferito, è d'obbligo una spedizione punitiva a chi ha osato tanto. Come in un videogame, passa il primo, poi il secondo, poi il terzo muro. Finalmente al quarto muro riesce ad uccidere il Cattivo, il gioco è concluso, avverte la moglie al telefono mentre spara e uccide gli ultimi nemici e se ne può tornare a casa. Finalmente a casa, dopo un periodo di assestamento, può dedicarsi alla moglie, ai figli, ai veterani e a fermare i cuori dei cervi, creati solo per questo. Ma, mentre gioca a John Wayne in un film di John Ford, puntando la sua colt alla moglie, mentre tutti ridono e si divertono, suonano alla porta. Il buon Chris, mai stanco di fare del bene, per aiutare i veterani afflitti da disturbo da stress post-traumatico, accompagna al poligono un giovane veterano fuori di testa. Quest'ultimo, invece di sparare al bersaglio, spara a lui. Il film si conclude con un'interminabile corteo di bandiere americane.
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[+] pecore, lupi e cani da pastore
(di fabiofeli)
[ - ] pecore, lupi e cani da pastore
[+] in effetti parla del cervello...
(di slibedis)
[ - ] in effetti parla del cervello...
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jacopo b98
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domenica 4 gennaio 2015
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questa volta non ci siamo proprio...
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Il cecchino Chris Kyle (Cooper) divenne una leggenda tra i Navy Seals per aver ucciso oltre 160 persone in 4 turni in Iraq. Padre di famiglia con 2 figli e una moglie (Miller) è morto nel 2013 ucciso da un pazzo in una giornata tranquilla in un poligono di tiro in Texas. Sceneggiato in modo indegno da Jason Hall, è uno dei più bassi risultati della carriera di C. Eastwood, sicuramente il suo film peggiore nel nuovo millennio. È un trionfalistico inno al personaggio di Kyle, sicuramente di grande interesse cinematografico, che Eastwood e Hall rendono paladino del Bene (l’America) nella guerra contro il male (gli Arabi, che sono tutti cattivi, senza eccezioni).
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Il cecchino Chris Kyle (Cooper) divenne una leggenda tra i Navy Seals per aver ucciso oltre 160 persone in 4 turni in Iraq. Padre di famiglia con 2 figli e una moglie (Miller) è morto nel 2013 ucciso da un pazzo in una giornata tranquilla in un poligono di tiro in Texas. Sceneggiato in modo indegno da Jason Hall, è uno dei più bassi risultati della carriera di C. Eastwood, sicuramente il suo film peggiore nel nuovo millennio. È un trionfalistico inno al personaggio di Kyle, sicuramente di grande interesse cinematografico, che Eastwood e Hall rendono paladino del Bene (l’America) nella guerra contro il male (gli Arabi, che sono tutti cattivi, senza eccezioni). Insomma una visione delle cose, al di là che poco condivisibile, decisamente semplicistica. Il film inoltre non è altro che una ripetizione vana di scene già viste mille volte: l’infanzia con un padre autoritario che educa il figlio a proteggere il proprio paese, l’addestramento con i soliti istruttori strafottenti, la guerra, i traumi in famiglia, eccetera eccetera eccetera. Insomma non proprio quello che ti aspetteresti da un grande cineasta come Clint Eastwood. E in questo American Sniper non si salva niente: i dialoghi sono di una banalità indescrivibile, la descrizione del rapporto di Kyle con la moglie sembra uscita direttamente da una soap-opera di serie B, la regia di Eastwood è anonima, assolutamente classica, senza virtuosismi alcuni che lo rendano minimamente interessante. Il finale poi è il peggio, pur giungendo al termine di una seconda parte decisamente migliore della prima. Le scene d’azione sono noiose, ripetitive, già viste. In questo disastro si salva solo la scena della tempesta di sabbia. Meno male che almeno c’è Bradley Cooper che, ingrassato di 30 kg, si cala nel personaggio in modo molto convincente, una grande prova d’attore la sua, speriamo che l’Academy se ne ricordi! Al contrario Sienna Miller è più che mediocre, e gli altri attori sono talmente insignificanti che non meritano la citazione. Insomma che cos’è questo American Sniper? Nulla più che un inno a un folle come tanti altri, che realmente convinto si è lanciato in una guerra impossibile ed ingiusta. E Eastwood e J. Hall gli rendono omaggio, a modo loro. Agli americani piacerà, non c’è dubbio. Forse all’estero un po’ meno. Ottima fotografia di Tom Stern.
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[+] grazie
(di epidemic)
[ - ] grazie
[+] film modesto, ma non esageriamo.
(di effepi)
[ - ] film modesto, ma non esageriamo.
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evildevin87
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lunedì 5 gennaio 2015
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no no no
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Poche volte nella vita ho provato disgusto e rabbia nel vero senso della parola dopo la visione di un film, questa è una delle poche. Perchè non riesco a trovare una tipologia peggiore di film di quella che mi vorrebbe innalzare a eroe un assassino brizzolato che diviene leggenda per aver giocato al tiro al bersaglio con la gente beccandone a morte 160. E la trama gira tutta intorno a un branco di soldatucoli in """missione di pace""" in Iraq che ammazzano gli arabi (tutti brutti e cattivi eh, perchè il mondo è fatto a compartimenti stagni...) come se stessero giocando a Call of Duty, ma EHY! Costoro hanno osato ferire uno dei nostri!!?? SPEDIZIONE PUNITIVA SUBITO!!! E alla fine io dovrei anche rimanerci male per la morte del protagonista fra inni e bandiere americane come se piovessero e tanti discorsetti struggenti.
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Poche volte nella vita ho provato disgusto e rabbia nel vero senso della parola dopo la visione di un film, questa è una delle poche. Perchè non riesco a trovare una tipologia peggiore di film di quella che mi vorrebbe innalzare a eroe un assassino brizzolato che diviene leggenda per aver giocato al tiro al bersaglio con la gente beccandone a morte 160. E la trama gira tutta intorno a un branco di soldatucoli in """missione di pace""" in Iraq che ammazzano gli arabi (tutti brutti e cattivi eh, perchè il mondo è fatto a compartimenti stagni...) come se stessero giocando a Call of Duty, ma EHY! Costoro hanno osato ferire uno dei nostri!!?? SPEDIZIONE PUNITIVA SUBITO!!! E alla fine io dovrei anche rimanerci male per la morte del protagonista fra inni e bandiere americane come se piovessero e tanti discorsetti struggenti. Bello, sì.
Al di là del messaggio comunque, che personalmente mi ha dato non poca noia se non si fosse capito, il film in sè non è nulla di che: trama vista e stravista, personaggi approfonditi con estrema sufficienza, dialoghi che più stereotipati non si può, sangue neanche più di tanto, zero suspense, regia che fa il suo dovere e niente di più e recitazione appena sufficiente. Si salva giusto giusto l'ottima fotografia.
Mi chiedo chi cacchio glielo abbia fatto fare a Clint Eastwood di girare una roba simile, dopo averci dato in passato ottime pellicole come Gran Torino, Lettere da Iwo Jima, Million Dollar Baby, ecc... mi può andare bene l'americanata, ma qui si passa ogni limite accettabile. Certo poi che la gente si accontenta davvero di poco per dire che questo è un capolavoro di film con messaggio di denuncia (?) verso la guerra che però è percepibile solo da pochi eletti... ripassatevi Apocalypse Now, Full Metal Jacket e Platoon, poi magari se ne riragiona di film denuncia verso la guerra.
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[+] forse non hai colto il senso del film
(di tribulus)
[ - ] forse non hai colto il senso del film
[+] forse invece l'ha colto in pieno
(di epidemic)
[ - ] forse invece l'ha colto in pieno
[+] fidati, l'ha colto in pieno ;)
(di lupoermeyo)
[ - ] fidati, l'ha colto in pieno ;)
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(di brian77)
[ - ] denuncia
[+] ma il sito funziona?
(di gaiart)
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(di gamberus)
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