gabryhope95
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venerdì 2 gennaio 2015
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clint eastwood ci mostra l'orrore della guerra
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American Sniper non é un film che si smaltisce facilmente:Clint Eastwood dirige un'opera dalle tinte forti,cruenta e reale che trasuda terrore e disgusto per la guerra in ogni singolo fotogramma.Un cinema quindi informativo e documentaristico nel quale non esistono eroi o miracoli,ma solo uomini coraggiosi che plasmano il futuro con le proprie azioni e che ogni secondo potrebbe per loro essere l'ultimo.
American Sniper narra la vera storia di Chris Kyle che mosso da ardente spirito patriottico decide di diventare un Seals per proteggere la nazione Americana dal terrorismo.Affronterá un addestramento infernale nel quale non tarderanno a manifestarsi le sue abilitá col fucile di precisione,fino al raggiungimento del suo obbiettivo ma giunto sul vero campi di battaglia si troverá faccia a faccia con gli indicibili orrori della guerra.
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American Sniper non é un film che si smaltisce facilmente:Clint Eastwood dirige un'opera dalle tinte forti,cruenta e reale che trasuda terrore e disgusto per la guerra in ogni singolo fotogramma.Un cinema quindi informativo e documentaristico nel quale non esistono eroi o miracoli,ma solo uomini coraggiosi che plasmano il futuro con le proprie azioni e che ogni secondo potrebbe per loro essere l'ultimo.
American Sniper narra la vera storia di Chris Kyle che mosso da ardente spirito patriottico decide di diventare un Seals per proteggere la nazione Americana dal terrorismo.Affronterá un addestramento infernale nel quale non tarderanno a manifestarsi le sue abilitá col fucile di precisione,fino al raggiungimento del suo obbiettivo ma giunto sul vero campi di battaglia si troverá faccia a faccia con gli indicibili orrori della guerra.
L'opera di Eastwood si può definire completa e perfetta in ogni ambito:su tutto però primeggia come giá accennato la cruda realtá dei fatti raccontati,la guerra é vista come morte,dolore e distruzione quale realmente é,non ci sono personaggi che non possono morire e non ci sono eroi che salvano la situazione senza che nessuno si faccia male.il fatto che poi il protagonista sia veramente esistito garantisce una visione quantomai veritiera della guerra.A livello registico e fotografico il film é impeccabile:Tutto é squallido,grigio e permane una costante situazione di minaccia come se dietro ogni angolo si annidiasse un nemico che potrebbe saltar fuori all'improvviso.
Chris Kyle é interpretato da un Bradley Cooper in stato di grazia che sostiene un one man show complesso e infinitamente profondo senza il minimo segno di cedimento dimostrandosi ora piú che mai un attore versatile e pieno di risorse.Ritmo furioso e instancabile costellato di scene cruente che lasciano un segno indelebile;confesso di essermi messo a piangere per la crudeltá e la realisticitá di una scena in particolare,e di essere stato letteralmente rapito dal film.
American Sniper é un capolavoro che apre nel migliore dei modi il 2015;ma non un capolavoro alla cui fine ci si ritrova contenti e sorridenti:é un vero pugno allo stomaco che lascia un livido dolorante come lo lascia la guerra,consigliato a tutti avvisandovi però che uscirete dalla sala silenziosi e ad occhi bassi.
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divress
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venerdì 2 gennaio 2015
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equilibrio tra scenggiatura, regia e recitazione
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Clint Eastwood, che se ne dica, è riuscito a creare un altro film di successo. Come ben pochi se ne sono visti su questo tema e regala un inizio 2015 scoppiettante.
American Sniper racconta la storia di un bambino, poi diventato uomo, che decide di arruolarsi nell'esercito. La relazione con sua moglie, divenuta tale prima di partire per l'Iraq, gli permettera, in futurodi rinegare la guerra. Il suo odio nascerà sin da bambino: E' così evidente come, gli sceneggiatori, abbiano voluto mostrare che, già da piccoli, i futuri militari di oggi vengono caricati alla violenza. Ma di ciò tornertemo a parlare più avanti. Premessa: Se c'è una cosa che non mi piace di alcuni film è la troppa velocità e scontatezza con cui si trattanocerti argomenti.
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Clint Eastwood, che se ne dica, è riuscito a creare un altro film di successo. Come ben pochi se ne sono visti su questo tema e regala un inizio 2015 scoppiettante.
American Sniper racconta la storia di un bambino, poi diventato uomo, che decide di arruolarsi nell'esercito. La relazione con sua moglie, divenuta tale prima di partire per l'Iraq, gli permettera, in futurodi rinegare la guerra. Il suo odio nascerà sin da bambino: E' così evidente come, gli sceneggiatori, abbiano voluto mostrare che, già da piccoli, i futuri militari di oggi vengono caricati alla violenza. Ma di ciò tornertemo a parlare più avanti. Premessa: Se c'è una cosa che non mi piace di alcuni film è la troppa velocità e scontatezza con cui si trattanocerti argomenti. Ma qui la sceneggiatura è stata studiata bene: Quando Chris si arruola nell'esercito il passaggio è immediato e ciò avrebbe potuto darmi fastidio, se non fosse che, grazie alla premessa di inizio film, grazie a una bellissima scena che vede Kyle pronto a uccidere un bambino iraqueno che sta per lanciare una bomba, scena che poi tra l'altro verrà proposta due volte, la velocità e l'immediatezza con cui Chrsi si arruola ell'esercito non mi ha dato affatto fastidio.
American Sniper è una storia vera e nelle storie vere, è difficile a volte trovare una morale da raccontare, per questo si devono impegnare molto gli sceneggiatori a volte nel tirarla fuori. E, in questo caso, non si può dire che non siano riusciti a tirarla fuori.Come dicevo all'inizio la morale di inizio film, a me, è sembrata molto diretta: il padre di Chris usava la violenza e quando gli dice di difenderre suo fratello e li insegna a sparare a caccia, si capiscche tutte queste premesse hanno influenzato la sua vita da militare. E' così evidente da capire, anche che il fratello, che si è sempre sentito difeso dalChrisando si aruolerà nell'esericito non sarà felice e commenterà con un "E' un inferno qui".
Menoevidente è forse un filino più sottile da capire è la secoda parte del film, verso il finale, in cui Kyle torna a casa in cui si deve reinserire nella sociatà, diventando meno violento. Forse più di sottile e meno efficace, perchè non credo riguardi proprio tutte le persoe che etrano nell'esercito e per sapere questo non serve essere un militaere. Ciò nonostante, è da premiare, sempre per quanto concerne la sceneggiatura, come sia stata ricostruita una storia vera, con una morale che può essere unica (com'è la vita dei alcuni militari americani. E questo alcuni ci tengo a precisarlo), oppure altre due distinte: da una parte il fatto che, insegnado la violenza si accumola odio e, dall'altra che, usando la violenza legalmente si diventa villenti (quasi) sempre. La seconda, in particolare è meno efficace.
In ogni caso io credo che questo film sia libero di interpretazioni, io guardadolo ho letto la sceneggiatura così, ma qualcun'altro, di meno profondo, lo vedrà in modo diverso.
Finora ho parlato solo di scenggiatura, ma parlando di regia, beh, credo ci sia poco da dire. Se Eastwood ha inizaito la cariera come ottimo attore, e riuscito anche a diventare un ottimo regista eguagliandosi senza ombra di dubbio. Io credo che da parte sua non si potesse chiedere di meglio. American Sniper è il perfetto equilibrio tra sceneggiatura, regia e recitazione degli attori. Alcune scene della regia, megari già viste in passato in altri film, in questo caso sono realizzate al passo coi tempi, come ad esempio quando nella quarta chiamata i militari combattono in una battaglia tra un vento di sabbia. A Clint non si poteva chiedere di meglio. Ha proposto idee originali, affatto scontate e richieste.
La recitazione di Bradley Cooper è, senza ombra di dubbi una delle migliori del suo curriculum. Nota quasi inseignificante per alcuni ma per me comunque da prendere in considerazione, è aumentato molto di peso per entrare nella poarte. Anche se questo non basta, io aggiungerei che è riuscito a recitare in modo convinecete e mai socontato.
Consiglio di vedere questo film al cinema, ache perchè io lo ritengo uno dei migliori degli ultimi anni.
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mardou_
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sabato 3 gennaio 2015
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profumo di oscar
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Bradley Cooper, l'attore più sopravvalutato degli ultimi anni, interpreta ascesa e caduta di un eroe americano. E' questo che si pensa ingenuamente di vedere in American Sniper: l'ennesimo racconto preconfezionato dei Buoni, portatori sani di democrazia, (parafrasando Giorgio Gaber ndr) al cospetto dei Cattivi che hanno osato attaccare New York l' 11 settembre 2001.
Ma è proprio qui che Clint Eastwood ci sorprende, mischiando le carte in tavola e meritandosi il plauso di critica e pubblico. In 134 minuti di pura adrenalina e violenza mai gratuite ma semplicemente reali, il regista repubblicano più democratico che ci sia ci spiega che “la guerra è bella anche se fa male” è soltanto il ritornello di una canzone di un tempo che non esiste più, di un passato glorioso che riposa nei libri di storia: nel mondo di oggi essa è solamente una condanna senza appello, su tutti i fronti.
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Bradley Cooper, l'attore più sopravvalutato degli ultimi anni, interpreta ascesa e caduta di un eroe americano. E' questo che si pensa ingenuamente di vedere in American Sniper: l'ennesimo racconto preconfezionato dei Buoni, portatori sani di democrazia, (parafrasando Giorgio Gaber ndr) al cospetto dei Cattivi che hanno osato attaccare New York l' 11 settembre 2001.
Ma è proprio qui che Clint Eastwood ci sorprende, mischiando le carte in tavola e meritandosi il plauso di critica e pubblico. In 134 minuti di pura adrenalina e violenza mai gratuite ma semplicemente reali, il regista repubblicano più democratico che ci sia ci spiega che “la guerra è bella anche se fa male” è soltanto il ritornello di una canzone di un tempo che non esiste più, di un passato glorioso che riposa nei libri di storia: nel mondo di oggi essa è solamente una condanna senza appello, su tutti i fronti.
Finalmente una parte di America si sta guardando allo specchio, facendo i conti con ciò che non si è mai potuto dire.
Portando lo spettatore dentro l'incubo con una tensione drammatica che si dispiega, crescente e senza pause, nei quattro turni in Iraq, le immagini asciutte che entrano in profondità grazie anche all'ottima colonna sonora, ci urlano in faccia che persino i più strenui sostenitori dell' offensiva armata, gli “invincibili”come Chris Kyle, cowboy texano diventato uno dei migliori cecchini degli U.S.Navy Seals, i cani da pastore che si distinguono da lupi e pecore in questo mondo buio,sono destinati a cadere sotto i proiettili di quei fucili che loro stessi hanno imbracciato.
D'altra parte i reduci affetti da disturbo post traumatico da stress non sono anch'essi vittime irrecuperabili al pari dei caduti sul campo?
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scosco
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domenica 4 gennaio 2015
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strepitoso
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non capisco i commenti negativi...mhà! ho trovato questo film bellissimo,ottima regia,attori strepitosi(bradley cooper da oscar),ottima storia,fotografia,dialoghi,effetti,ti fa entrare al 100% nel personaggio,non ti annoia mai,secondo me insieme a interstellar è uno dei migliori film dell'anno 2014/2015,devo ancora capire chi lo sta criticando cosa gli passi x la testa!! andateci a vederlo rimarrete soddisfatti soprattutto se amate il cinema e non vi perdete nessun film,questo è imperdibile!! :)
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(di epidemic)
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funkimatter
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martedì 6 gennaio 2015
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propaganda guerrafondaia, nient'altro
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Non do 1 stella solo perchè il film è girato veramente bene. Dal punto di vista del messaggio però non ci siamo proprio.... Il film fa si vedere come un militare che torna a casa non torna mai a casa ma non per gli orrori della guerra, perchè loro vorrebbero essere ancora li ad ammazzare. Quando Chris Kyle dice "avrei voluto salvare più vite" è un paradosso grande come una casa perchè loro non salvano vite, ammazzano. Se l'america non invadesse tutti i paesi col petrolio solo per profitto mandando a morire una marea di patriottici che per "salvare la propria terra" vanno ad ammazzare donne, bambini e civili non ci sarebbe bisogno di salvare i propri compagni perchè sarebbero a casa con le proprie mogli e i propri figli.
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Non do 1 stella solo perchè il film è girato veramente bene. Dal punto di vista del messaggio però non ci siamo proprio.... Il film fa si vedere come un militare che torna a casa non torna mai a casa ma non per gli orrori della guerra, perchè loro vorrebbero essere ancora li ad ammazzare. Quando Chris Kyle dice "avrei voluto salvare più vite" è un paradosso grande come una casa perchè loro non salvano vite, ammazzano. Se l'america non invadesse tutti i paesi col petrolio solo per profitto mandando a morire una marea di patriottici che per "salvare la propria terra" vanno ad ammazzare donne, bambini e civili non ci sarebbe bisogno di salvare i propri compagni perchè sarebbero a casa con le proprie mogli e i propri figli. Fanno vedere solo il lato che ogni americano patriottico vorrebbe vedere, i terroristi cattivi che uccidono senza pietà, non quello dove radono al suolo intere città senza preoccuparsi di quanti civili ammazzano. Ma la cosa che più mi ha fatto incazzare è stato quando è stato usato l'attentato alle torri gemelle solo per dare una giustificazione agli orrori della guerra che hanno fatto in Iraq. Chiunque con un po di buonsenso sa che quella delle torri gemelle è stata una demolizione controllata, niente complotti, semplicemente leggi fisiche per cui non è possibile che un'edificio che brucia su pochi piani per un quarto d'ora collassi su se stesso... un'edificio creato per resistere a qualsiasi cosa. Oltre a testimonianze di gente che ha sentito esplosioni nelle fondamenta e in tutto l'edificio (esplosioni che si vedono chiaramente nei video). Sono morte delle persone per questo, usarlo per giustificare un massacro in Iraq vuol dire uccidere di nuovo chi è morto nell'esplosione delle Torri Gemelle. Ed è una cosa agghiacciante. Viene si fatto vedere il tormento dei soldati ma vengono fatti vedere come dei martiri, non come quello che sono, assassini. Non vengono fatte vedere le torture fatte ai prigionieri catturati durante quella guerra. Non viene fatto vedere come la guerra distrugge le persone da dentro, non parla dell numero di suicidi dei soldati che non riuscivano a vivere dopo quello che hanno fatto. Ne delle associazioni contro la guerra create dai reduci. Dalle recensioni entusiastiche mi aspettavo un film di denuncia e invece mi sono trovato a guardare un film di giustifica della guerra, con la sala piena e la gente che applaudiva alla fine del film. La pazzia dell'uomo non ha fine.
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[+] fuori obiettivo
(di paolp78)
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shagrath
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martedì 6 gennaio 2015
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l'uomo dietro al fucile
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Film tratto dal diario di guerra di un professionista delle armi, Chris Kyle, un reduce della Seconda Guerra del Golfo che con più di 160 uccisioni "certificate" sulle spalle viene considerato leggenda in patria, il "Diavolo di Ramadi" in Iraq. Clint si conferma un regista coraggioso che si avventura nel difficile terreno delle storie autentiche, di quelle che rischiano però di rimanere fraintese sul piano ideologico. Il personaggio principale non ha nulla a che spartire con i film di guerra a cui siamo stati abituati, perché il nostro protagonista non è un esaltato, né un coscritto gettato nell'inferno, né un volontario disilluso e neppure un Rambo, ma una persona semplice, civilizzata e normalissima, che fa la guerra perché ci crede davvero.
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Film tratto dal diario di guerra di un professionista delle armi, Chris Kyle, un reduce della Seconda Guerra del Golfo che con più di 160 uccisioni "certificate" sulle spalle viene considerato leggenda in patria, il "Diavolo di Ramadi" in Iraq. Clint si conferma un regista coraggioso che si avventura nel difficile terreno delle storie autentiche, di quelle che rischiano però di rimanere fraintese sul piano ideologico. Il personaggio principale non ha nulla a che spartire con i film di guerra a cui siamo stati abituati, perché il nostro protagonista non è un esaltato, né un coscritto gettato nell'inferno, né un volontario disilluso e neppure un Rambo, ma una persona semplice, civilizzata e normalissima, che fa la guerra perché ci crede davvero. E qui Clint si trasforma in un abilissimo narratore capace di esporre correttamente il punto di vista paradossale, eppure coerente, di chi cerca di costruire la pace coi fucili, di chi teme che la violenza arrivi nel suo amato paese se non fermata per tempo, per poi finire assassinato non da un terrorista, ma proprio da un altro reduce americano rimasto traumatizzato, ennesima vittima della cultura delle armi. Come già era accaduto nel suo splendido "lettere da Iwo Jima" Clint non si esime dall'affrontare il punto di vista "impopolare" di coloro che nella mentalità comune hanno combattuto una guerra dalla parte sbagliata. E lo fa senza pretese, di nessun tipo. Perché in American Spiner non c'è spazio per le denunce esplicite, non si tratta di uno dei tanti film appesantiti dalla pretesa antimilitarista supportata da dialoghi polpettosi, non ha l'obbiettivo di indottrinare il pubblico. Non ha fini ideologici, non ci dice se la guerra in Iraq era giusta o sbagliata, non si interessa di politica internazionale o di petrolio, ma solo del microcosmo del protagonista, delle sue umane convinzioni, della sua ingenuità di anima buona convinta di poter salvare il mondo, dei paradossi di un uomo comune, urbano, sposato e civile, che però ha scelto di affrontare una realtà incivile, da cui chiunque fuggirebbe subito se sprovvisto di saldi ideali. Una storia reale, autentica e coraggiosamente narrata con una regia sobria e funzionale, senza sbilanciamenti, senza pretenziosità, il semplice punto di vista di un uomo che ha creduto in una causa che alla fine lo ha ucciso, in un modo che probabilmente non si sarebbe mai immaginato.
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midnight
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martedì 6 gennaio 2015
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grande cooper
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Clint Eastwood si è dimostrato un regista eccezionale, poteva essere un classico della cinematografia americana invece, si è rivelato un successo.
Il portare sugli schermi la vita di Chris Kyle un militare americano divenuto cecchino che, dopo la caduta delle torri gemelle parte per la guerra in Iraq, fa capire agli spettatori, quello che accade realmente alle menti di questi ragazzi, le paure che gli rimangono dentro anche dopo il loro rientro a casa e la difficoltà di tornare alla vita quotidiana lontano da bombe ed attentati.
Gli spettatori grazie a Clint ed a un eccellente Cooper hanno potuto vivere quei momenti di guerra non cosi lontani da noi.
Nel cast vi è anche una bravissima Sienna Miller che interpreta la moglie di Kyle, il suo ruolo fa capire le difficoltà e le angosce provate delle famiglie che sono a casa ed attendono con ansia una telefonata.
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Clint Eastwood si è dimostrato un regista eccezionale, poteva essere un classico della cinematografia americana invece, si è rivelato un successo.
Il portare sugli schermi la vita di Chris Kyle un militare americano divenuto cecchino che, dopo la caduta delle torri gemelle parte per la guerra in Iraq, fa capire agli spettatori, quello che accade realmente alle menti di questi ragazzi, le paure che gli rimangono dentro anche dopo il loro rientro a casa e la difficoltà di tornare alla vita quotidiana lontano da bombe ed attentati.
Gli spettatori grazie a Clint ed a un eccellente Cooper hanno potuto vivere quei momenti di guerra non cosi lontani da noi.
Nel cast vi è anche una bravissima Sienna Miller che interpreta la moglie di Kyle, il suo ruolo fa capire le difficoltà e le angosce provate delle famiglie che sono a casa ed attendono con ansia una telefonata.
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paulnacci
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mercoledì 7 gennaio 2015
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kyle come lawrence d'arabia
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Dopo quattro turni di guerra in Iraq , Kyle decide di tornare a casa in cerca di una vita normale e quando sembra avere superato le difficoltà derivanti da una guerra giocata sul filo dei nervi dove ogni giorni deve decidere chi far vivere o morire per difendere i propri commilitoni , muore proprio per mano un un reduce con problemi psichici , un pò la fine di Lrewncw D' Arabia morto per una caduta in moto. Non credo sia un film propagandistico ognuno trae le conclusioni che vuole quello che emerge è la brutalità della guerra ! Ottimo film mi ha ricordato anche un po' The Hurt Locker e l' altra Verità.
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maramaldo
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lunedì 12 gennaio 2015
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american legend, addio.
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Non credo che Eastwood volesse parlare solo di Chris La Leggenda piuttosto penso che abbia usato l'autobiografia come pretesto per dire addio all'American Legend, a quell'America che ha amato (e magari anche detestato) e che, da buon vecchio, rimpiange.
Pochi di quelli che han visto America Sniper si sono pentiti. Da un pezzo non usciva un film di guerra; ben fatto; avvincente, specie quando viene puntato un bersaglio (complimenti a chi ha evocato il wargame). Per non allontanarsi dall'Autobiography, il regista tra un conflitto a fuoco ed un altro ha dovuto ammannirci: un country wedding, barbecue tra amici, bozzetti di famigliola felice, pance gravide che fanno tenerezza, sorrisi di bambini che ne fanno ancor di più nonchè nevrosi da reduce, protesi e moncherini di veterani.
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Non credo che Eastwood volesse parlare solo di Chris La Leggenda piuttosto penso che abbia usato l'autobiografia come pretesto per dire addio all'American Legend, a quell'America che ha amato (e magari anche detestato) e che, da buon vecchio, rimpiange.
Pochi di quelli che han visto America Sniper si sono pentiti. Da un pezzo non usciva un film di guerra; ben fatto; avvincente, specie quando viene puntato un bersaglio (complimenti a chi ha evocato il wargame). Per non allontanarsi dall'Autobiography, il regista tra un conflitto a fuoco ed un altro ha dovuto ammannirci: un country wedding, barbecue tra amici, bozzetti di famigliola felice, pance gravide che fanno tenerezza, sorrisi di bambini che ne fanno ancor di più nonchè nevrosi da reduce, protesi e moncherini di veterani. Sembra che il film ruoti attorno al Tiratore, considerato un eroe, del quale però pare che Eastwood non abbia grande opinione. Lo si sospetta dagli squarci che mostra del suo vissuto giovanile e, soprattutto, da quello che gli fa dire. Guardatelo, mentre sta per premere il grilletto: l'occhio glauco assorto, fisso sulla preda da rapace nobile, non un'ombra di pensiero. Le "esitazioni" che lo umanizzano sono improbabili nelle circostanze.
Protagonista è l'American Legend, un'America leggendaria che poggiava sui pilastri costituiti dai noti valori - Dio/Patria/Famiglia -, qui trasfigurati nel folklore del mito come Baldanza texana e Bibbia. Ora la prima è stata da tempo ridicolizzata e la Bibbia si è ridimensionata ad amuleto per persone ...semplici.
Al Monumento che si sgretola Eastwood dedica un funerale di prima classe. La bandiera ripiegata sulla bara e le struggenti note del silenzio sono per The Legend ma celebrazione e glorificazione sono per the gone America.
Attenzione, America Sniper, può essere the last war film per chissà quanto tempo. Diciamolo subito: non si può fare un film di guerra su di un conflitto ancora in corso. Ancor meno, se l'esito non è scontato. Impraticabile l'antico sistema: entusiasmare per una guerra vittoriosa (prodezze, eroismi, orizzonti di gloria) e ripudiare le guerre in qualche modo finite male (tragico errore, comportamenti demenziali, barbarie e crudeltà). L'ha capito Spielberg che ha rinunciato a denunciare questa volta la cattiva coscienza yankee. Il vecchio Clint, invece, da patriottardo inveterato, sente il dovere di tributare "Onore a Chi combatte e cade" mentre suscita un'onda di quella commozione che allevia dolore, consola di una perdita, lenisce orgogli feriti. Esorcizza la paura e, magari, dà coraggio a qualcuno.
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victor von doom
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lunedì 12 gennaio 2015
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tanto mestiere ma poca passione...
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mi piace lo stile di clint eastwood.da l'idea di poter raccontare qualsiasi storia riuscendo a dare ad ogni fotogramma e ad ogni dialogo un intensità particolare.non a caso nella sua lunga carriera registica ha sempre raggiunto altissimi livelli qualitativi nonostante sia passato da un genere all'altro passando anche per storie che in mano ad un regista qualunque sarebbero risultate piatte.tuttavia devo ammettere che quest'ultima opera,riguardante l'infallibile cecchino americano,è forse il suo lavoro meno riuscito.almeno dal mio punto di vista.perchè?semplice,non c'è nulla che stupisca o che faccia gridare al capolavoro.niente di niente.non avendo letto il libro non saprei dire se la colpa è del regista o della storia in se ma l'idea che mi sono fatto è quella di un bravo regista che ha scelto un copione non all'altezza e di cui forse si sarebbe dovuto cambiare qualcosa per renderlo piu apprezzabile aldifuori del suolo americano dove,immagino che,il famoso patriottismo yankee abbia influito non poco sulla critica che,inevitabilmente e come troppo spesso accade,ha influito su quella nostrana.
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mi piace lo stile di clint eastwood.da l'idea di poter raccontare qualsiasi storia riuscendo a dare ad ogni fotogramma e ad ogni dialogo un intensità particolare.non a caso nella sua lunga carriera registica ha sempre raggiunto altissimi livelli qualitativi nonostante sia passato da un genere all'altro passando anche per storie che in mano ad un regista qualunque sarebbero risultate piatte.tuttavia devo ammettere che quest'ultima opera,riguardante l'infallibile cecchino americano,è forse il suo lavoro meno riuscito.almeno dal mio punto di vista.perchè?semplice,non c'è nulla che stupisca o che faccia gridare al capolavoro.niente di niente.non avendo letto il libro non saprei dire se la colpa è del regista o della storia in se ma l'idea che mi sono fatto è quella di un bravo regista che ha scelto un copione non all'altezza e di cui forse si sarebbe dovuto cambiare qualcosa per renderlo piu apprezzabile aldifuori del suolo americano dove,immagino che,il famoso patriottismo yankee abbia influito non poco sulla critica che,inevitabilmente e come troppo spesso accade,ha influito su quella nostrana.il film risulta pesantuccio e non scorre in modo piacevole.la prova attoriale di Bradley Cooper non conquista.peraltro il suo personaggio a volte da l'idea di essere semplicemente un americano esaltato che non vede l'ora di dare il suo "contributo" alla causa a suon di proiettili.non ci sono dialoghi intensi per lui ne per nessun altro personaggio.non vi è enfasi nelle sue azioni e nulla che dia l'idea di essere eroico,disperato,sofferto o qualsiasi altra cosa.tutto scorre troppo rapidamente senza mai soffermarsi il giusto nelle scelte che è costretto a prendere in quei pochi secondi messi a disposizione di un duro e crudele campo di battaglia ne sulle ovvie mutazioni emotive e psicologiche subite inevitabilmente dal protagonista.peraltro va aggiunto che cooper è unico assoluto protagonista in questo film.il resto del cast è fatto di macchiette e ombre poco delineate e poco curate.nn c'è spazio per nessuno a parte lui.e alcuni personaggi si perdono nella storia.vengono lasciati indietro e dimenticati come le vittime di chris kyle.il film segue una trama frammentata suddivisa in più missioni il che fa perdere ritmo ad un film che sembra avvicinarsi a un obiettivo che poi non raggiunge mai e alla fine lo raggiunge cosi in fretta da lasciare insoddisfatto il palato degli spettatori più fiduciosi e forse piu pretenziosi.la noia di alcuni momenti è intervallata con la fretta di altri,finale compreso.il nemico è visto come male assoluto,spietato e silenzioso,privo di carattere e caratterizzazione.e la sua dipartita è ennesima prova di quanta poca cura sia stata messa nelle sequenze in generale.la regia è professionale ma stanca.solida ma priva diguizzi di stile davvero memorabili.c'è molto di eastwood ma non abbastanza.e c'è troppo poco supportto da parte di un cast ovviamente non di prim'ordine.a questo aggiungerei l'assenza di contorni come una valida colonna sonora che in film come questo può perfino fare la differenza...mi sono dilungato perchè clint eastwood è un regista che apprezzo molto e da questo film mi aspettavo di più.non è un brutto film ma nn riesco a giudicarlo senza pensare a ciò che invece mi aspettavo.un ottimo film che si è rivelato semplicemente una discreta trasposizione di una storia molto forte e dura ma che non mi ha saputo davvero coinvolgere. voto 6,5.
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