American Sniper |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman, Luke Grimes.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 134 min.
- USA 2015.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 1 gennaio 2015.
MYMONETRO
American Sniper ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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L'arma vincente di Clint Eastwood: il Cinema!!
di sara kavafisFeedback: 827 | altri commenti e recensioni di sara kavafis |
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martedì 20 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“American Sniper”, per la regia di Clint Eastwood, racconta la storia vera di un cecchino, Chris Kyle, diventato famoso nell’esercito statunitense per aver ucciso un numero elevatissimo di nemici nella guerra in Iraq. Clint Eastwood firma un particolare film di guerra dove il regista lascia molto campo alla riflessione dello spettatore. Vediamo Chris Kyle come un soldato dotato di una infallibile mira, pronto sempre a sacrificare se stesso pur di salvare i compagni americani. Il protagonista richiama alla memoria “ The Hurt Locker “ di Kathryn Bigelow . In entrambi i film, i protagonisti diventano “drogati” dell’adrenalina che scaturisce ora dall’enorme tensione nel disinnescare delle bombe (nel caso del film “The Hurt Locker”) , ora, nel caso di Chris Kyle, dalla giusta mira, dal colpo perfetto contro i cecchini iracheni. Entrambi schiavi di questo tipo di adrenalina che vivono nel campo di guerra, non riescono a trovar pace nella loro mente quando non sono in missione. Bradley Cooper da una magistrale interpretazione dell’alienazione di C. Kyle quando, al termine dei turni di spedizioni in Iraq, cerca di trovare un ruolo nella sua famiglia, lontanissimo dai campi di battaglia. Bradley Cooper, con ferme e fredde espressioni, con una recitazione quasi statica, fa percepire allo spettatore l’enorme stato di vuoto che è in lui quando non è in azione (emblematica è la scena in cui nel salotto di casa il protagonista fissa la televisione spenta in un totale stato di alienazione) e l’enorme guerra psicologica che lo tortura cercando di trovare un equilibrio, di disintossicarsi da quella fame di adrenalina. Stiamo dalla parte di Chris Kyle? Ai nostri occhi C. Kyle nel film è celebrato come un eroe? Difficilmente troviamo film nei quali lo spettatore si sente lacerato internamente perché trainato da forze opposte: non riusciamo ad essere completamente contro il cecchino che fa effettivamente numerose vittime, essere umani, forse il più alto numero della storia in nome dell’America, ne completamente glorifichiamo le sue gesta che hanno comunque l’ obiettivo quello di salvare i suoi compagni in nome della patria. Non a caso il regista pone sotto gli occhi dello spettatore, come prima azione bellica di C Kyle, l’uccisione di un bambino iracheno che stava per tirare una bomba ai commilitoni statunitensi. E lo spettatore da che parte sta, quando nuovamente, un altro bambino iracheno che gioca con una bomba trovata per strada, è sotto il mirino del protagonista? C. Eastwood ci immerge nella guerra in tutte le sue sfaccettature: ci porta a pensare, a riflettere sulle “ragioni” della guerra portandoci nel vivo di essa, facendocela vivere con una sapiente regia. Forse il cuore del film è nella risposta che Chris Kyle da ad uno psicologo che domanda al protagonista se i tormenti che il protagonista vive sono frutto del rimorso che possiede per avere ucciso un così gran numero di esseri umani. No, il solo tormento che lo affligge è il rimpianto che ha per non aver ucciso altri iracheni in modo da salvare altri suoi compagni. C. Eastwood ci porta a grande riflessioni non mollando mai la presa, “torturando” lo spettatore di grandi quesiti riguardo alla scenario sempre vivo ahimè della guerra.E se ci sono delle vere “ragioni “all’esistenza di quella guerra , di tutte le guerre , alla violenza che si perpetua da millenni fra “esseri umani” C . Eastwood ce lo domanda con l’arma che conosce di più, di cui è perfettamente padrone, con la quale il nostro ottantenne regista non sbaglia un colpo…il Cinema!
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