American Sniper |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman, Luke Grimes.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 134 min.
- USA 2015.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 1 gennaio 2015.
MYMONETRO
American Sniper ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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One shot one kill.
di ultimoboyscoutFeedback: 89748 | altri commenti e recensioni di ultimoboyscout |
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sabato 7 marzo 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Clint Eastwood torna a parlare di temi di guerra portando sul grande schermo la storia di Chris Kyle, il cecchino più letale e infallibile che l'America ricordi. Chris Kyle ovvero "The Legend", i suoi numeri dicono 166 morti accertati, 255 probabili, gli iracheni lo avevano ribattezzato "Il diavolo di Ramadi" e messo sulla sua testa una taglia da 180mila dollari. Nativo di Odessa in Texas, Kyle si era arruolato nei SEALS ma dopo ben 4 turni in Iraq, nel 2009, aveva lasciato la marina per tornare a casa ed aprire un centro di addestramento per militari e forze dell'ordine, preoccupandosi anche di assistere i reduci affetti da PTSD, la sindrome da stress postraumatico. Venne ucciso nel Febbraio del 2013 nel suo poligono di tiro da uno di quei veterani, ma negli States era già una star assoluta, complice la sua autobiografia, best seller assoluto. Eastwood ha un modo tutto suo di vedere la guerra e quindi di filmarla, lo sguardo è assolutamente personale e magnificamente discreto e fa di Kyle un discendente diretto dell'Ispettore Callahan e di tutti i pistoleri e gli stranieri senza nome che hanno animato la filmografia del vecchio regista. Evoca rare volte l'America rurale e austera che ha cresciuto il suo protagonista, fucile, Bibbia e cene di famiglia sono i tre capisaldi della formazione di Kyle, un soldato schivo e semplice come lo è l'occhio di Eastwood, assenziale, asciutto, antispettacolare, privo di retorica e apparentemente privo di sentimenti. Il film è costruito direttamente sulle osservazioni della guerra e delle azioni di guerra di Kyle, intervallate dallo scollamento della realtà intima e famigliare che si racconta nei suoi brevi rientri a casa, è un film sul mestiere della guerra sul genere di "The hurt locker" ma molto meno stilizzato e più brutale e realistico, compreso il bellissimo e tesissimo scontro finale. E poi Eastwood è geniale nel mettere in risalto il fattore delle scelte e del "rapporto" che si crea tra il cecchino e chi sta dall'altra parte del fucile. Dietro ad ogni suo occhio nel mirino c'è una scelta, sparare o meno, poco importa che l'inquadrato sia una donna o un bambino, ogni scelta pesa moltisimo e non ha nulla a che vedere con moralità o politica, con giusto o sbagliato e nemmeno con l'eroismo. Film sentitissimo e potente, chiaro il punto di vista del regista che però non realizza un prodotto ideologico ma tratteggia un ritratto inquietante e bellissimo del suo protagonista, inquadrando con tormento estenuante e snervante l'attimo precedente in cui Kyle decide per il si o per il no, un film disurbante e destabilizzante, un war western in cui Falluja si trasforma nella città di frontiera presente in ogni buon western interpretato (o diretto) dal buon Clint. Bradley Cooper è eccellente nel riuscire a spingere il pubblico dalla parte del cecchino, ad empatizzare con le sue scelte e col suo compito, mostruoso e alienante, quello di distinguere e valutare in meno di un attimo. Normalmente Eastwood e i suoi film vengono regolarmente ignorati agli Oscar, stavolta un premio, sulle (ben) sei candidature gli è stato assegnato, quello per il miglior sonoro, non certo uno di quelli più "altisonanti", ma un Oscar è pur sempre un Oscar.
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