giomo891
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mercoledì 7 settembre 2022
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giorno 48 ottima recensione
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Leggo le recensioni su Facebook pubblicata dall'autore della recensione pubblicate sulla pagina IL MIO Cinema di Giovanni Morandi
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giorno 48
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lunedì 29 agosto 2022
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leggenda di un eroe o condanna per un reduce
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American Sniper- Clint Eastwood- Questo war movie, del 2014, fu un enorme successo commerciale per Clint (forse il maggiore), ma fu anche osteggiato dalla critica di tendenza democratica, che lo "censuro'", come un'opera "fascista", un'esaltazione di un uomo diventato leggenda, dato che il protagonista (Chris Kyle-interpretato da Bradley Cooper) è realmente vissuto, diventato famoso per aver ucciso più di 160 nemici, col suo fucile di precisione, del quale esiste anche una biografia di De Felice-Mc Ewen. Ma Eastwood non aveva alcuna intenzione di esaltare quel personaggio, come avvenne nella realtà, solo per questo motivo, limitandosi a girare un biopic, il più fedele possibile, di una storia umana, non solo di soldato, ma anche di marito e padre, e, semmai, della fragilità psichica dei reduci di guerra, già raccontata da molti altri registi.
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American Sniper- Clint Eastwood- Questo war movie, del 2014, fu un enorme successo commerciale per Clint (forse il maggiore), ma fu anche osteggiato dalla critica di tendenza democratica, che lo "censuro'", come un'opera "fascista", un'esaltazione di un uomo diventato leggenda, dato che il protagonista (Chris Kyle-interpretato da Bradley Cooper) è realmente vissuto, diventato famoso per aver ucciso più di 160 nemici, col suo fucile di precisione, del quale esiste anche una biografia di De Felice-Mc Ewen. Ma Eastwood non aveva alcuna intenzione di esaltare quel personaggio, come avvenne nella realtà, solo per questo motivo, limitandosi a girare un biopic, il più fedele possibile, di una storia umana, non solo di soldato, ma anche di marito e padre, e, semmai, della fragilità psichica dei reduci di guerra, già raccontata da molti altri registi. Ma, a parte tutto, il pubblico può interpretare il film come una storia bellica "negativa", com'è ogni guerra, oppure riferirsi, come sostiene qualcuno più bravo di me, all'immagine Eastwoodiana, come una delle "più limpide, pulite e precise che ci si possa ritrovare davanti agli occhi". Certo è che lo stile "asciutto", tipico di Clint, non indugia troppo sui dialoghi, ma racconta semplicemente i fatti, lasciando allo spettatore, che ne avesse voglia, il compito di analizzare gli aspetti psicologici di "enorme disagio mentale", dei reduci, come Kyle, a riprendere una vita semplice, normale, priva dei flussi adrenalinici dell'azione, dei combattimenti, delle uccisioni. Dal ritorno dall'ultima missione al tragico evento (non narrato nel film) ci sono pochi fotogrammi, prima della fine della pellicola, che si conclude col lungo corteo delle auto, con i bordi delle strade piene di gente che rende omaggio alla salma dell'eroe.
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[+] eastwood non perde un colpo
(di giomo891)
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fabri
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lunedì 21 settembre 2020
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splendido
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Film che va oltre il genere, davvero ben fatto, da non perdere.
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vepra81
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domenica 13 gennaio 2019
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film vero e drammatico
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Il film è lungo e va visto con attenzione per cogliere ogni sfumatura. La trama è piacevole e il finale raggiunge il cuore. Che abbia vinto un Oscar, direi che nn sono d'accordo. E' ben fatto sicuramente ma non merita la statuetta. Grandi attori e onore al grande regista. Consigliato ad un pubblico adulto. E' un film che nella mente fa pensare davvero molto.
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cinephilo
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mercoledì 14 novembre 2018
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uno dei peggiori film di estwood
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Per me American Sniper è un film mediocre, infelicemente patriottistico, quasi vuoto e superficiale. Non è facile commentare un film di simile fattura. Lo si può definire un ampio elogio alle doti sovraumane di un cecchino infallibile messe a disposizione della propria nazione. Ambientato in Iraq durante la prima guerra del Golfo, il film è un escalation di tiri a segno nei confronti degli iraqeni, dipinti come demoni da scacciare, come belve da abbattere. Al contrario sarebbe interessante leggere la biografia del protagonista, Chris Kyle, per avere una visione più ampia della vita di questo talento del fucile perchè la pellicola rischia probabilmente di non rendergli il giusto merito.
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Per me American Sniper è un film mediocre, infelicemente patriottistico, quasi vuoto e superficiale. Non è facile commentare un film di simile fattura. Lo si può definire un ampio elogio alle doti sovraumane di un cecchino infallibile messe a disposizione della propria nazione. Ambientato in Iraq durante la prima guerra del Golfo, il film è un escalation di tiri a segno nei confronti degli iraqeni, dipinti come demoni da scacciare, come belve da abbattere. Al contrario sarebbe interessante leggere la biografia del protagonista, Chris Kyle, per avere una visione più ampia della vita di questo talento del fucile perchè la pellicola rischia probabilmente di non rendergli il giusto merito. Il film in sè non spicca in niente nè per quanto riguarda la regia, nè per la sceneggiatura nè per l'interpretazione degli attori (interpretazione modestissima quella di B.Cooper). Non ho mai considerato Eastwood a livello dei più grandi ma ci aveva abituati sicuramente meglio rispetto a quanto visto in questo film.
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dandy
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mercoledì 26 settembre 2018
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american eastwood.
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Dopo "Flags of our fathers" e "Letters from Iwo Jima",Eastwood torna a parlare della guerra,stavolta post 11 settembre,adattando il romanzo autobiografico di Chris Kyle,cecchino che avrebbe abbattuto tra le 160 e le 250 persone(romanzo al centro di controversie e denunce).La storia di un individuo che sembra fatta apposta per il regista,capace da sempre di cogliere in modo mirabile temi,sfumature,contraddizioni e soprusi della società americana.A sorpresa però il film non sembra tenere conto del messaggio trasmesso nei due film su Iwo Jima,ossia che non ci sono eroi in guerra,ma segue in modo scrupoloso e serrato la determinazione schizofrenica del suo protagonista.
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Dopo "Flags of our fathers" e "Letters from Iwo Jima",Eastwood torna a parlare della guerra,stavolta post 11 settembre,adattando il romanzo autobiografico di Chris Kyle,cecchino che avrebbe abbattuto tra le 160 e le 250 persone(romanzo al centro di controversie e denunce).La storia di un individuo che sembra fatta apposta per il regista,capace da sempre di cogliere in modo mirabile temi,sfumature,contraddizioni e soprusi della società americana.A sorpresa però il film non sembra tenere conto del messaggio trasmesso nei due film su Iwo Jima,ossia che non ci sono eroi in guerra,ma segue in modo scrupoloso e serrato la determinazione schizofrenica del suo protagonista.Forse troppo.Perchè l'idea generale è che si voglia celebrare acriticamente il mito del singolo disposto a tutto per il proprio paese,figlio di quell'America fanatica perfetta per chi comanda.Cast e regia sono eccellenti come sempre,e le scene di battaglia girate benissimo,con due scene notevoli anche se un pò alla Michael Bay(il proiettile al rallenti e la lunga corsa a visibilità quasi zero nella tempesta di sabbia sotto il fuoco nemico).Ma nel complesso al nemico è riservata una descrizione assai schematica.Come lo è il personaggio di Sienna Miller,mentre Cooper ha giustamente avuto la candidatura all'Oscar(più altre 6 tra cui miglior regia e film).Col senno di poi a visone conclusa si riflette sulla decisione del regista di appoggiare Donald Trump nel 2016 ...Comunque come sempre Eastwood riesce a rendere entusiasmanti anche i suoi film meno facili:un notevole successo di pubblico in America e non solo,contro ogni aspettativa.Il progetto risaliva al 2012,e si era pensato a Steven Spielberg per la regia e Chriss Pratt per il ruolo di Kyle.
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jl
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mercoledì 4 luglio 2018
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la solitudine del numero uno
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Chi fosse Chris “The legend” Kyle ce lo spiega Clint Eastwood con la sua ultima pellicola, la terza riguardante l’inferno della guerra: dopo ‘Flags of our Fathers’ e ‘Letters From Iwo Jima’. In questo terzo episodio bellico è il corpo visibilmente muscoloso di Bradley Cooper che cerca di indirizzarci attraverso le pieghe della mente di un ragazzo cresciuto con i più sani principi americani, in difesa della bandiera e degli oppressi e che per questo non esita molto, almeno nella pellicola, ben differente fu la scelta del vero Kyle, di spostarsi dai rodei Texani fino all’inferno dell’Iraq; soffrendo per ogni ritorno a casa, a causa del desiderio di non abbandonare mai i propri commilitoni. Nonostante una moglie da poco sposata, che gli darà due figli, Chris si sentiva a casa solamente in Iraq con la chiara difficoltà di ritrovare una propria dimensione al momento di rincasare in patria a causa di un ritorno con il cuore in gola per ogni missione che gli avrebbe portato via qualche amico, congedato o morto che fosse.
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Chi fosse Chris “The legend” Kyle ce lo spiega Clint Eastwood con la sua ultima pellicola, la terza riguardante l’inferno della guerra: dopo ‘Flags of our Fathers’ e ‘Letters From Iwo Jima’. In questo terzo episodio bellico è il corpo visibilmente muscoloso di Bradley Cooper che cerca di indirizzarci attraverso le pieghe della mente di un ragazzo cresciuto con i più sani principi americani, in difesa della bandiera e degli oppressi e che per questo non esita molto, almeno nella pellicola, ben differente fu la scelta del vero Kyle, di spostarsi dai rodei Texani fino all’inferno dell’Iraq; soffrendo per ogni ritorno a casa, a causa del desiderio di non abbandonare mai i propri commilitoni. Nonostante una moglie da poco sposata, che gli darà due figli, Chris si sentiva a casa solamente in Iraq con la chiara difficoltà di ritrovare una propria dimensione al momento di rincasare in patria a causa di un ritorno con il cuore in gola per ogni missione che gli avrebbe portato via qualche amico, congedato o morto che fosse.
Eastwood non giustifica, ma dipinge la parabola di un uomo che apparentemente non sembra avere cedimenti ma che può intravedere nel viso stranito del fratello Jeff, anch’egli nell’esercito, ma molto meno sicuro di sé, il dubbio di una nazione imbevuta di convinzioni belliche in difesa di un ideale che può anche andare a scapito della propria salute mentale o fisica; emblematica la misurazione della pressione cardiaca del protagonista che in presenza della ginecologa che sta per comunicargli il sesso del figlio si trova a combattere con un battito che sfiora i 200. Cooper aiuta Eastwood sparando con precisione chirurgica a nemici che come lui hanno il medesimo desiderio di difendere la propria nazione e le persone che amano, fingendosi allegro ad ogni ritorno in patria, ma con il perenne dubbio che la tensione che cova possa deflagrare in qualche cosa di peggio. Sienna Miller, è infine abile nel ruolo di Taya, una moglie desiderosa di riabbracciare un marito che si trova perennemente con la mente in mezzo all’inferno di Falluja. La Miller riesce a disegnare in modo credibile il dramma di chi resta, di chi vive con l’ansia di perdere un proprio congiunto per un conflitto che solo apparentemente è combattuto per la difesa della propria nazione.
Una pellicola di guerra ben girata, ma che proprio per questo forse dedica troppo tempo alle operazioni belliche e molto poco al difficoltoso rientro alla normalità di Kyle dipinto come un eroe di guerra quasi senza macchia e con non troppa paura, tanto coerente con i propri principi, ma che comunque per amore della propria famiglia preferì tornare a condurre una vita da civile congedato con il massimo degli onori.
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renatoc.
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martedì 19 giugno 2018
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grande clint
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Ancora una volta Clint Eastwood regista fa centro portando sullo schermo la storia di un personaggio del nostro tempo realmente esistito: Chris Kyle morto pochi anni anni or sono (2013) ucciso da un ex commilitone squilibrato! Chris Kyle è un personaggio che ha fatto epoca, meritandosi il nome di "leggenda", come militare nella recente guerra in Iraq! Non prendiamo subito le voci "falco", "guerrafondaio", ecc. Chris credeva veramente in ciò che faceva, amava il suo paese e voleva proteggere i suoi connazionali in guerra! Da giovane il padre lo aveva educato ad essere il "cane pastore che protegge le pecore dai lupi" e tale ha voluto essere, militare volontario e infallibile cecchino (sul suo curriculum risulteranno 160 vittime!).
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Ancora una volta Clint Eastwood regista fa centro portando sullo schermo la storia di un personaggio del nostro tempo realmente esistito: Chris Kyle morto pochi anni anni or sono (2013) ucciso da un ex commilitone squilibrato! Chris Kyle è un personaggio che ha fatto epoca, meritandosi il nome di "leggenda", come militare nella recente guerra in Iraq! Non prendiamo subito le voci "falco", "guerrafondaio", ecc. Chris credeva veramente in ciò che faceva, amava il suo paese e voleva proteggere i suoi connazionali in guerra! Da giovane il padre lo aveva educato ad essere il "cane pastore che protegge le pecore dai lupi" e tale ha voluto essere, militare volontario e infallibile cecchino (sul suo curriculum risulteranno 160 vittime!). Viene talmente preso dalla sua missione tanto da allontanarsi dalla famiglia, con gran dolore della moglie! Quando dopo diversi anni di guerra torna definitivamente a casa ed in famiglia, si sente a disagio, vuole ancora essere utile al suo paese e così va ad addestrare al tiro persone con menomazioni fisiche! Con questo lavoro trova finalmente il suo equilibrio, felice sul lavoro e nella famiglia! Ma proprio svolgendo questo lavoro troverà la morte per mano di un commilitone squilibrato! Sembra strano che certi uomini, eroi nazionali o idoli della musica come John Lennon debbano finire la propria esistenza per mano di squilibrati!
Questo film non vuole essere ideologico, è una bellissima descrizione che Clint Eastwood fa su questo personaggio!!
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bleutech
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venerdì 16 marzo 2018
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recensione completamente sbagliata
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Quando si vuole a tutti i costi vedere o far passare un messaggio che non c'è.
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xxx
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mercoledì 22 novembre 2017
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correggo 3 stelle.
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Rivisto ieri, correggo e metto 3 stelle, ottima visione ma un' pò troppo di propaganda..........
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