American Sniper |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman, Luke Grimes, Navid Negahban.
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Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 134 min.
- USA 2015.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 1 gennaio 2015.
MYMONETRO
American Sniper ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Salvate il Soldato Kyle
di Silvano BersaniFeedback: 2751 | altri commenti e recensioni di Silvano Bersani |
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domenica 11 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'America è un grande paese. Ma talvolta ha un intimo bisogno di esorcizzare un po' dei veleni che la sua storia ed il suo ruolo sullo scacchiere mondiale le lasciano come grumi nelle vene. Ed allora sente il bisogno di fare un po' di autocoscienza. L'America è un grande paese che non ha paura di guardare in faccia i suoi incubi. Lo fece già con "Nato il 4 luglio" di Stone. Lo fece il Coppola di Apocalipse now. Lo fede lo Spielberg di "Salvate il SOldato Ryan". Sono contento che la fatica del primo film che va ascavare dentro la tragica guerra iraquena venga depositato nelle mani di Clint Eastwood. Chi conosce la poetica di Eastwood sa bene che ci sono alcuni luoghi topici che lui affronterà senza infingimenti, guardando dritto in faccia anche le contraddizioni sulla inutilità della guerra, ma al contempo sulla assoluta intima necessità per ogni buon americano, meglio, per ogni buon sano ragazzone della provincia del sud, che sicuramente dorme ancora con la bandiera confederata appesa in camera, di servire il suo paese, il paese che ama, se minacciato da forze esterne. E tutto questo proiettato sullo sfondo dell'11 settembre, cesura fatidica ed elemento di paragone per la storia americana. Perciò non si facciano troppe elucubrazioni i portatori del pensiero dominante. La fuori c'è il male. Punto. E dopo prenderemo per mano il nostro soldatino e ci farà vedere quanto è difficile combattere il male, quanta razione di sofferenza toccherà a lui, alla sua famiglia, ai suoi figli. E qui compare la mano del grande maestro, in quei prolungati estenuanti primissimi piani, dove tutto, uno sguardo, una inflessione della parola, un sospiro, diventano la narrazione, diventano il cinema. Sono passati tanti anni ma sicuramente Eastwood non ha dimenticato il mestiere che ha rubato al maestro Sergio Leone. Film crudo e diretto. Eastwood non fa splatter, ma mette in scena tanta, tanta violenza. Eastwood è talvolta persino chirurgico quando scruta indagando i volti degli attori di questa danza macabra. Ed il messaggio di fondo è si, la guerra è assurda, la guerra è una cosa che rende gli uomini cattivi, ma la guerra, se è la guerra giusta, cioè quella che si combatte per il proprio paese, allora la guerra è l'incudine su chi si temprano gli eroi. Film sfacciatamente non allineato, policamente scorrettissimo, che non indulge nemmeno un attimo a tentare di mitigare il suo intransigente taglio ideologico. Questa è l'America, ragazzi, il paese che io amo ed il paese che vi ama. Se la pensate così allora siete invitati alla grande celebrazione. Sennò lasciate perdere, non lo capireste mai. Bisogna fare attenzione a ciò che fa da contorno all'uscita di questo film. Questa di oggi non più l'America in cerca di riscatto di George Bush, ma è l'America che ha sostenuto Obama nella sua politica di disingaggio dai teatri mediorientali. Ed è naturale che l'Americano si domandi allora se quella guerra era giusta, perchè ancora una volta ha dovuto rinunciare a vincerla. Tanto più che in quei medesimi luoghi, teatro di quegli avvenimenti, oggi sventola la bandiera nera del sultanato, ed il terrore è ancora protagonista nelle strade delle capitali del mondo. Solo Eastwood poteva avere il carisma e, diciamolo, gli attributi, per un'opera così provocatoriamente sincera. Bravi tutti gli attori, veramente bravi. Ma il mattatore, il protagonista è l'attore che non si vede mai: il vecchio Clint.
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