Un’opera bruttina, pretenziosa, decisamente, fuori registro.
La regista ce la propone in bianco e nero come se fosse girata in analogico, ma è un bianco e nero didascalico decisamente falso.
Ce lo dice anche un uso linguisticamente povero e un po’ volgare della macchina da presa. La regista, che mi si dice essere una starlette della orrenda televisione generalista di intrattenimento, non riesce ad affrancarsi da un linguaggio da siparietti televisivi. Faccette stralunate a tutto schermo, espedienti filmici imbarazzanti, insomma, la tv in bianco e nero degli anni sessanta sapeva fare ben di meglio.
La narrazione è frammentaria e basata su episodi assemblati, quasi il format ideale per le interruzioni pubblicitarie. Sicuramente l’opera nasce destinata a fare da supporto audiovisivo a qualche salotto televisivo per ricorrenze civili, tipo che so … l’otto marzo o il due giugno. Una di quelle cose che gli ignoranti guardano e dopo si sentono colti.
Non dirò molto sulla trama, che è decisamente esagerata ed ellittica, una lezioncina a soggetto. Con insopportabili licenze arbitrarie. Non dirò altro sulla fotografia, di cui ho già parlato: falsa come l’oro di princisbecco. Ne’ sulla colonna sonora, decisamente scontata e ovvia.
Se la mia recensione provocherà qualche mal di pancia a qualche anima bella invito caldamente a cercare in giro un vero capolavoro che parla di quel periodo: Germania Anno Zero di Roberto Rossellini.
Spero che in questi tempi disperati ci sia ancora qualcuno in grado di cogliere le differenze.
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gidis
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sabato 30 dicembre 2023
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un commento forzato
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Il tuo commento sembra "forzato" da un obiettivo: screditare il film. È poco sciolto, poco spontaneo, si percepisce che è un commento costruito. Forse per difendere chi aveva bocciato il film non finanziandolo. Fanno sorridere quelli che definiscono un film che piace ed emoziona, un film "scadente". Si può dire che a te non piace, ma se il risultato sul pubblico è questo, evidentemente non lo si può definire scadente...
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serpina
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venerdì 29 marzo 2024
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sono "quasi " d''accordo.
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Sembra che l''entusiasmo generalizzato per quest''opera costituisca una sorta di "militanza", nel senso che, unirsi alle ovazioni, basti a tranquillizzare il pubblico - di donne e di uomini - sull''essere attivi contro il patriarcato. Eppure, non ho voglia di parlarne troppo male: se alla massa serve il film di Cortellesi per conoscere e discutere della condizione femminile nel dopoguerra...io non ho motivo per oppormi al fenomeno. Al massimo, provo ulteriore malinconia per il triste degrado della cultura, delle idee, della coscienza/autocoscienza, persino del gusto,nell''epoca neo-barbarica e iper-conformista che stiamo vivendo. Occorre ormai partire dai fondamentali e cioè ANCHE da questo piccolo film.
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Sembra che l''entusiasmo generalizzato per quest''opera costituisca una sorta di "militanza", nel senso che, unirsi alle ovazioni, basti a tranquillizzare il pubblico - di donne e di uomini - sull''essere attivi contro il patriarcato. Eppure, non ho voglia di parlarne troppo male: se alla massa serve il film di Cortellesi per conoscere e discutere della condizione femminile nel dopoguerra...io non ho motivo per oppormi al fenomeno. Al massimo, provo ulteriore malinconia per il triste degrado della cultura, delle idee, della coscienza/autocoscienza, persino del gusto,nell''epoca neo-barbarica e iper-conformista che stiamo vivendo. Occorre ormai partire dai fondamentali e cioè ANCHE da questo piccolo film. Per il resto, condivido alcune sue osservazioni: didascalico ad esempio (anche e non solo nel bianco e nero) e quindi adatto per le scuole e le ricorrenze civili. I personaggi del marito-Zampanó, della moglie vittima Gelsomina, del suocero brutto sporco e cattivo sono esagerati e sgradevoli, in un limbo insipido tra la tragedia e il "siparietto televisivo " come scrive lei. I pestaggi associati alla musica pop sono stranianti senza essere originali: ho visto qualcosa di simile nel Marie Antoinette di Sofia Coppola. E mi è bastato...
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daniele bellini
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domenica 7 aprile 2024
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film contro le donne che ammicca, con inganno..
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..SOLO AL BOTTEGHINO E ALL''IPOCRISIA DEL ''POLITICALLY CORRECT'' VERSO I POVERI E LA VIOLENZA DI GENERE. È un film, il cui successo in Italia, conferma il fatto che siamo un popolo remissivo, manipolabile, senza cultura e senza speranza perché senza più idee nè figli. Accozzaglia di luoghi comuni, minestrone di escamotage di regia per farlo sembrare innovativo e soprattutto il messaggio che umilia ancora di più le donne oltre alle botte: andare a votare per la prima volta come vendetta simbolica contro la violenza maschile. Proprio ora negli anni 20 del ventunesimo secolo dove è ormai certo che sia il voto che l''indignazione non ottengono alcun risultato sia verso la violenza di genere che verso la corruzione e le mafie ma hanno finora reso ancora più schiavo questo popolo e le donne illuse di una rivalsa che, statistiche alla mano, non stanno ottenendo.
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..SOLO AL BOTTEGHINO E ALL''IPOCRISIA DEL ''POLITICALLY CORRECT'' VERSO I POVERI E LA VIOLENZA DI GENERE. È un film, il cui successo in Italia, conferma il fatto che siamo un popolo remissivo, manipolabile, senza cultura e senza speranza perché senza più idee nè figli. Accozzaglia di luoghi comuni, minestrone di escamotage di regia per farlo sembrare innovativo e soprattutto il messaggio che umilia ancora di più le donne oltre alle botte: andare a votare per la prima volta come vendetta simbolica contro la violenza maschile. Proprio ora negli anni 20 del ventunesimo secolo dove è ormai certo che sia il voto che l''indignazione non ottengono alcun risultato sia verso la violenza di genere che verso la corruzione e le mafie ma hanno finora reso ancora più schiavo questo popolo e le donne illuse di una rivalsa che, statistiche alla mano, non stanno ottenendo. Chi si lava la coscienza sulla propria incapacità di pensare ed agire contro i soprusi, andando a vedere questi film che anestetizzano il pensiero e servono solo ai politici da far vedere inutilmente nelle scuole e agli incassi di chi li produce, ammiccando al botteghino, ammette la propria resa come donne e come cittadino. La protagonista poi non scappa, non si vendica del marito, la figlia non si sposa ma poi non sappiamo che farà, i figli saranno come il padre ed è anche una terrorista criminale facendo esplodere un bar, dei cattivi che però sono uguali ai buoni, con la complicità di un ''negro'' (così nominato) altro luogo comune, forzatissimo nel contesto, per una ciliegina, non nella torta ma nella mecedonia scadente, con un po'' di antirazzismo ipocrita. La presunzione poi di rifarsi al neorealismo di Rossellini e De Sica è ripugnante negli effetti perché senza il bianco e nero, il film risulterebbe solo scadente e satirico come gli altri della Cortellesi che almeno erano commedie e caratterizzazioni in stile cabaret televisivo con la pretesa di farsi solo qualche risata, magari anche amara. Serve altro a questo popolo per reagire a deriva antidemocratica, mafie, corruzione e patriarcato. Non certo l''ipocrisia di questo film e di chi è andato a vederlo e che neanche si rende conto che votare non serve più a niente, nè agli uomini e nè alle donne, e che la violenza di genere è il patriarcato si dovrebbero combattere con la prevenzione vera e non con l''indignazione urlata in TV ad ogni femminicidio, aspettando il prossimo, che serve per l''audience di talk show e telegiornali o guardando uno stupido film.
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