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Che abbiamo visto? Poco più di un concerto, poco meno di un musical. Anzi, molto meno in quanto se dovessimo cercare una trama nel racconto, che pure mette in scena diversi personaggini, ci sentiremmo in forte imbarazzo. A Rena', che vvolevi di'? Troppo facile sparare sulla Croce Rossa ma mettere in scena l'Amore e l'Odio, che sono sentimenti, assieme al Tempo, che è una dimensione fisica, assieme alla Morte, che è una condizione, e cercare di tirarne fuori un senso ... ma per favore ... Diciamo che va bene così, che Renatone è un grosso marpione e che la sua maturità artistica (oltre che personale e fisica, vista la circonferenza raggiunta) ci regala brani di grande intensità e sicuramente struggenti. Quindi il prezzo del biglietto è salvo e certamente abbiamo trascorso due ore veramente di bello spettacolo, portando a casa la terza stella della nostra valutazione.
Lui, ovviamente, è straripante sulla scena, ma quando, bontà sua, lascia un po' di spazio agli altri abbiamo avuto modo di apprezzare grandi interpreti. Delizioso poi il cammeo di Gigi Proietti, che in pochi secondi rende conferma di ciò che sapevamo, e cioè che si tratta forse del più grande attore di prosa vivente, erede della grande scuola attoriale italiana.
Notevole lo sforzo produttivo, con una orchestra sinfonica e un grande coro dal vivo che accompagnano i brani di Renato.
Tutto il male possibile, invece, vorremmo dire della regia cinematografica, veramente indecente e al di sotto del minimo accettabile. Quasi tutte le riprese eseguite con teleobiettivi spinti che schiacciano la profondità di campo rendendo incomprensibile l'azione scenica. Male vorremmo dire pure della fotografia, scialba, spappolata, ben lontana dalla qualità 4k che si aspetterebbe in una produzione del genere. Siamo andati molto al risparmio, vero? E malissimo della ripresa del suono, piatto, monofonico, che non ha saputo rendere nemmemo un po' dell'intensità di una esibizione live, tanto da fare a volte dubitare che in realtà la musica non venisse dall'orchestra ma da basi registrate, Salvo improvvisamente esplodere di stereofonia con gli applausi, sempre di volume sovrastante la musica. Pessima. Eppure la location era in un teatro.
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