American Sniper |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman, Luke Grimes, Navid Negahban.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 134 min.
- USA 2015.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 1 gennaio 2015.
MYMONETRO
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cooper da oscar
di parieaaFeedback: 5850 | altri commenti e recensioni di parieaa |
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martedì 27 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Uno dei più grandi cineasti di questi tempi, e forse di sempre, è riuscito ancora, alla veneranda età di 84 anni, a regalarci un'altra perla di cinema. Forse non sarà il suo migliore film, ma resta comunque nettamente al di sopra della media. Una grande storia che ci racconta le imprese del cecchino più letale della storia dei Seals. Le idee e la posizione di Eastwood sono conosciute, e che le si condividano o meno, ciò che conta è che in questo film rimangono abbastanza nascoste o comunque sedate, perchè non ci sono eroi, non c'è eccessivo patriottismo (un po' ce ne deve essere per forza di cose, visto il genere e il regista ultra repubblicano e conservatore), non c'è violenza gratuita e nemmeno la fantomatica demonizzazione assoluta del nemico (chi lo dice probabilmente lo fa solo perchè nutre sentimenti anti-americani a prescindere). Certo vengono completamente sorvolati alcuni aspetti chiave che hanno scatenato il conflitto e caratterizzato quegli anni bui, tanto che non viene nemmeno nominato il folle alcolizzato cocainomane che per 8 anni ha comandato l'esercito più potente della storia (un segno che ancora si vergognano un po' tutti del loro ex leader), nè tantomeno i fantomatici rapporti sull'esistenza di armi di distruzione di massa (e se vengono nominati lo sono solo di sfuggita), ma non credo che siano lacune imperdonabili, ma solo prevedibili. Il film non è un racconto sulla guerra, ma un racconto di quello che fa la guerra agli uomini, che vengono più o meno lentamente trasformati prima in soldati che non si pongono domande (in questo caso già dalla prima "missione" compiuta), e poi ancora in macchine senza pensiero e coscienza, la cui unica ragione per andare avanti è la sete di vendetta e vincere ad ogni costo. Questi passaggi sono tutti ben caratterizzati dallo stupefacente Bradley Cooper (che ormai non sbaglia un colpo ed è sempre più vicino al suo primo oscar, che comunque anche quest'anno credo gli sfuggirà): da un semplice bifolco texano, buonista e forse un po' ingenuo, che dal momento in cui vide l'attacco alle torri gemelle, si pone l'irrangiungibile obiettivo di impedire che a nessun altro accadda una cosa del genere, viene man mano risucchiato sempre più in basso dalla spirale di odio e violenza, fino a quando ne rimane corrotto, e al posto di tornare a casa decide di tornare sul teatro di guerra, non per proteggere qualcuno, ma solo per la Vendetta. Forse all'inizio lui credeva realmente di poter fare solo del bene, ma alla fine anche in lui i più puri e sinceri sentimenti, vengono schiacciati sotto il peso di troppe responsabilità e preoccupazioni e lasciano il posto al ben più brutale "uccidere per non essere uccisi". Il suo voler a tutti i costi immolarsi per gli altri, il continuo stress di vedere nemici ovunque e in chiunque, la paura di poter morire in qualsiasi momento e di perdere tutto quello che voleva proteggere, lo hanno talmente tormentato e logorato, che quasi irrimediabilmente perde realmente tutto. In questo scenario di degrado morale ed etico svetta come ancora di salvezza la moglie, che con il suo amore riesce a ridargli la vita e la gioia di vivere (interpretata da un'ottima Sienna Miller). Il resto del cast però resta abbastanza ininfluente e le loro personalità non sono per nulla approfondite (comprese quelle dei "cattivi"); ed è forse proprio questo il vero punto debole del film: manca la caratterizzazione di tutti gli altri attori, e soprattutto una qualsivoglia indagine introspettiva del popolo iracheno, che dopotutto era un popolo invaso da uno straniero e per motivi ben poco chiari. Ovviamente non era il regista giusto se ci si attendeva questo (vero, lo fece con i giapponesi, ma le differenze sono notevoli). La fotografia è ottima, gli effetti sonori anche, così come le scenografie e la sceneggiatura (a parte poche battute). Pecca invece un po' il comparto azione (le scene di guerra potevano essere più avvincenti e realistiche), anche se non è poi tanto grave, visto che lo scopo del film era ben altro, e non scambierei mai, in questo caso, la tensione delle esplosioni e degli inseguimenti, con quella degli appostamenti e delle sfide tra cecchini. Ciò che conta, secondo me, di questo film è il vero messaggio che sottintende: non è importante chi sei o cosa fai, se vieni chiamato eroe o terrorista, tanto la guerra ti uccide comunque, in un modo o nell'altro, e non c'è nessuna parata o medaglia che possa portarti indietro.
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