Sono un fan di Clint Eastwood e nessuno può dubitare della sua sensibilità artistica, ma, razionalmente, nessuno può anche dubitare del suo fervido patriottismo e fede repubblicana che questa volta esce un pò dal limite nei contenuti del film. Non volendo entrare nel merito di una guerra tutt'oggi criticata e fautrice della nascita degli attuali fondamentalismi islamici, la distinzione tra pecore e lupi è quanto mai semplicistica e retorica nel film. E anche il cane pastore eroe, in preda a stress e dubbi che vogliono esaltarne l'eroicità rendendola umana e fruibile al pubblico, in realtà non ha mai indecisioni nel prendersi la responsabilità di fermare il cuore di un selvaggio. Umanità ed eroismo che non lasciano spazio al perdono e all'autocritica nel nome degli ideali repubblicani più profondi.
Quanto mi manca la burbera umanità di Walt Kowalsky -Gran Torino- e il paternalismo umanissimo di Frankie Dunn -Million Dollar Baby-, ma nel registro di Eastwood ci sta anche Chris Kyle, eroe e martire di un America che invece di esportare i suoi valori di integrazione vuole esportare democrazia a chi non sa che farsene.
La mia sensazione è che attraverso la storia di Chris Kyle si voglia sdoganare un conflitto tra i più deleteri della storia recente degli Stati Uniti e che si voglia imboccare la strada del ritorno agli ideali repubblicani negli USA post- Obama.
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