American Sniper |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman, Luke Grimes.
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Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 134 min.
- USA 2015.
- Warner Bros Italia
uscita gioved 1 gennaio 2015.
MYMONETRO
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Prendere o lasciare
di Jack BeauregardFeedback: 2407 | altri commenti e recensioni di Jack Beauregard |
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mercoled 7 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il mondo si divide in tre categorie: le pecore, i lupi e i cani da pastore.
E' questa la filosofia che sta alla base dell'ultimo film di Clint Eastwood e che ci viene esposta abbastanza rudemente dal padre del protagonista in una delle prime scene.
Quindi se il gregge (l'America) viene attaccato dai lupi (i terroristi arabi) non restano che i cani da pastore, ovvero i Navy Seals, il corpo scelto della marina militare statunitense, in cui entra a far parte il protagonista, a difendere la patria e la famiglia, che assieme a dio, costituiscono la terna dei valori fondamentali.
Una volta recepito questo assunto (indipendentemente dalla sua condivisibilità) non rimane che seguire, per un paio d'ore buone, le gesta 'eroiche' di Chris Kyle, personaggio realmente esistito, noto soprattutto per essere stato il più famoso e infallibile cecchino della storia militare statunitense.
In realtà Eastwood/Omero ci racconta, ancora una volta e in maniera impeccabile, la storia di un personaggio epico, un vero e proprio eroe classico, che a tratti ricorda, se non addirittura è, la sommatoria di altri personaggi interpretati da se stesso o da altri (da Callaghan, a Gunny, al Kovalski di Gran Torino fino ad arrivare all'Ethan Edwards/John Wayne di Sentieri Selvaggi) e non c'è dubbio che, solo evidenti ragioni anagrafiche, gli abbiano impedito di incarnare personalmente quest'ultimo ruolo.
Un insieme di personaggi che hanno molte caratteristiche in comune: sanno sempre cosa fare, nel momento dell'azione prendono sempre la decisione giusta, sono mossi o trascinati da una fortissima motivazione, che varia, a seconda dei casi, da un personalissimo ideale di giustizia a un irrefrenabile desiderio di vendetta.
In ogni caso non mollano mai, finchè non hanno portato a termine il loro compito o il loro destino non si sarà compiuto (se vogliamo restare nell'ambito del paragone omerico), costi quel che costi, mettendo a rischio anche la perdita dell'amore e degli affetti più cari.
Il film è girato benissimo, con la consueta maestria, la tensione è sempre molto alta (come la pressione del protagonista) durante le scene di guerra, ma non scema neppure durante le pause familiari, quando il nostro eroe ritorna (anche se solo fisicamente, la testa rimane sempre al fronte) per brevi periodi a casa.
Bradley Cooper interpreta il protagonista in modo convincente e Sienna Miller, pur se un po' sacrificata nella monotematica parte di 'moglie preoccupata di soldato in guerra', riesce a dare forza e credibilità al suo personaggio, considerando che nell'economia del film, la storia del loro menage è ridotta a poco più dell'essenziale.
Marginali invece tutti gli altri interpreti, e forse un po' troppo compresso risulta il personaggio del fratello minore, che avrebbe meritato qualche riga di script in più.
Nel corso del film nessuno, o pochissimo spazio, viene lasciato ai 'nemici' che sono crudeli, infidi o traditori a pagamento, ridotti quasi sempre a semplici bersagli, come gli indiani della più classica epopea western.
Qualcosa in più viene concesso all'alter ego del protagonista, l'infallibile cecchino arabo, del quale viviamo un brevissimo parallelo familiare, ma sempre lungi dal suscitare la benchè minima empatia.
Alla fine la guerra è la guerra, la cosa più orribile e oscena creata dall'uomo, e se le sue conseguenze immediate sono la morte e le menomazioni fisiche, non da meno lo sono quelle morali. Così anche nel nostro eroe, apparentemente indistruttibile, si aprono pian piano delle crepe sempre più profonde che però sembrano potersi riaggiustare abbastanza rapidamente.
Ma c'è un rovescio della medaglia, e la sua origine è sempre la stessa: la guerra.
L'epilogo non ci viene mostrato, compare solo una scritta bianca su fondo nero, che lascia presto spazio a una lunga strada piena di bandiere a stelle e strisce. Anche questa è l'America, una delle tante e certamente, per Eastwood, non la peggiore (checchè ne dicano la maggior parte dei suoi esegeti di casa nostra).
E' un film di Clint Eastwood, probabilmente uno dei suoi migliori, ma non sono consentite mezze misure: o prendere o lasciare.
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