Ida |
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Un film di Pawel Pawlikowski.
Con Agata Kulesza, Agata Trzebuchowska, Joanna Kulig, Dawid Ogrodnik.
continua»
Drammatico,
durata 80 min.
- Polonia, Danimarca 2013.
- Parthénos
uscita giovedì 13 marzo 2014.
MYMONETRO
Ida
valutazione media:
4,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tra materialità e spiritualitàdi Jack BeauregardFeedback: 2407 | altri commenti e recensioni di Jack Beauregard |
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mercoledì 24 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Polonia primi anni 60. Anna, giovane novizia, orfana senza aver mai conosciuto i propri genitori, è stata allevata in un convento e pochi giorni prima di prendere i voti per diventare suora, viene informata dalla madre superiora, che in realtà ha una zia, che non si era mai presa cura di lei.
La zia, sorella di sua madre, è una cinquantenne ex-procuratore, colta, comunista, atea, alcolizzata e con una vita sessuale molto movimentata. La informa che il suo vero nome è Ida e che i suoi genitori erano ebrei e furono uccisi durante l'occupazione nazista della Polonia.
Da lì, con lo scopo di fare luce sulla fine dei propri genitori, inizia un breve viaggio di ricerca, attraverso la misera realtà della Polonia di quegli anni, oppressa da un regime autoritario e con ancora presenti rigurgiti di antisemitismo.
Il confronto tra due donne così diverse porterà entrambe a riflettere sulla propria condizione esistenziale e sul proprio futuro, con conseguenze da un lato drammatiche e dall'altro di maturazione di una scelta molto più consapevole.
Girato in uno strano formato, praticamente televisivo (un 4:3 che sembra quasi più un quadrato), in un bianconero freddo e perfettamente evocativo della situazione ambientale e sociale, prediligendo le inquadrature fisse (manca qualsiasi movimento di macchina all'interno di ogni scena), che però non inficiano la dinamicità degli eventi, sottendendo semmai, forse, una certa staticità d'animo, "Ida" è un film apparentemente solo intimo, ma che in realtà ha riflessi anche politici.
La contrapposizione tra "materialità" e "spiritualità" (per niente schematica o banale) non esula da un'ottica storico-politica che, in un altro contesto, avrebbe magari portato a un epilogo diverso.
Specialmente l'evoluzione del personaggio di Ida è reso con molta sensibilità, giocato più sulle immagini, il volto, l'espressione quasi costantemente divisa tra il timore e la malinconia, che non sulle parole, anche se un paio di scambi di battute, uno con la zia ("hai mai fatto pensieri peccaminosi?") e l'altro col sassofonista ("poi cominceranno i problemi"), risulteranno alla fine fondamentali.
Ma entrambi le interpreti sono bravissime, i personaggi sono ben costruiti e ricchi di sfumature, cosa ancor di più eccezionale per un film che dura meno di 90 minuti.
Infine da segnalare una piccola curiosità: la scena più "forte" del film, sembra omaggiare vecchio e nuovo cinema italiano (Pietrangeli e M.T.Giordana), a meno che non si tratti di un'incredibile coincidenza.
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