il cascio
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martedì 13 gennaio 2015
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in un modo o in un altro la guerra uccide
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Chris Kyle fa il cowboy da rodeo in Texas, dopo aver assistito all’attentato alle ambasciate statunitensi decide di arruolarsi nei Navy Seals come cecchino.
Pochi giorni prima della sua missione di debutto si sposa lasciando la moglie in dolce attesa. In tutto fa 4 turni stabilendo il record americano di uccisioni da parte di un cecchino.
La guerra lo fa allontanare sempre di più dalla famiglia e dalla realtà che lo circonda a casa.
Chris tornato a casa comincia a cambiare, così con l’aiuto di uno psicologo comincia ad aiutare i reduci di guerra a reinserirsi nella società.
Ritrovata la serenità continua ad aiutare queste persone, un giorno recandosi al poligono di tiro muore ucciso proprio da un ex militare che stava aiutando.
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Chris Kyle fa il cowboy da rodeo in Texas, dopo aver assistito all’attentato alle ambasciate statunitensi decide di arruolarsi nei Navy Seals come cecchino.
Pochi giorni prima della sua missione di debutto si sposa lasciando la moglie in dolce attesa. In tutto fa 4 turni stabilendo il record americano di uccisioni da parte di un cecchino.
La guerra lo fa allontanare sempre di più dalla famiglia e dalla realtà che lo circonda a casa.
Chris tornato a casa comincia a cambiare, così con l’aiuto di uno psicologo comincia ad aiutare i reduci di guerra a reinserirsi nella società.
Ritrovata la serenità continua ad aiutare queste persone, un giorno recandosi al poligono di tiro muore ucciso proprio da un ex militare che stava aiutando.
Bisogna premettere che è un film biografico e va visto e commentato come tale.
American Sniper è sicuramente un bel film da vedere e dà un chiaro messaggio: anche se torni a casa sano e salvo la guerra di uccide lo stesso.
Il protagonista durante la prima uccisione dove spara ad un bambino ti fa trattenere il respiro e rimani con gli occhi incollati allo schermo, quest’emozione si ripresenta durante il film ma poi nient’altro.
Il film è un continuo contrasto tra la dura realtà della guerra e l’inverosimile, non esiste un equilibrio, ad esempio dubito seriamente che un cecchino parli al telefono con la moglie durante una sparatoria o mentre sta per sparare appostato su un tetto.
Un film che mi è venuto in mente vedendo American Snipers è Brothers (2009). In Brothers è presente il passaggio tra la guerra in Medio Oriente e la vita pacifica di tutti i giorni, c’è un processo di trasformazione del protagonista cosa che in American Sniper sì, è presente, ma trattata con troppa superficialità, ed è questo l’elemento chiave del film, il ritorno alla vita di tutti i giorni. Trattare questi temi con leggerezza può essere una disfatta per un film di guerra. American Sniper infatti si posizione a metà strada tra capolavoro e disfatta.
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no_data
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martedì 20 gennaio 2015
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forse un pò di propaganda ???
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Sono un fan di Clint Eastwood e nessuno può dubitare della sua sensibilità artistica, ma, razionalmente, nessuno può anche dubitare del suo fervido patriottismo e fede repubblicana che questa volta esce un pò dal limite nei contenuti del film. Non volendo entrare nel merito di una guerra tutt'oggi criticata e fautrice della nascita degli attuali fondamentalismi islamici, la distinzione tra pecore e lupi è quanto mai semplicistica e retorica nel film. E anche il cane pastore eroe, in preda a stress e dubbi che vogliono esaltarne l'eroicità rendendola umana e fruibile al pubblico, in realtà non ha mai indecisioni nel prendersi la responsabilità di fermare il cuore di un selvaggio.
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Sono un fan di Clint Eastwood e nessuno può dubitare della sua sensibilità artistica, ma, razionalmente, nessuno può anche dubitare del suo fervido patriottismo e fede repubblicana che questa volta esce un pò dal limite nei contenuti del film. Non volendo entrare nel merito di una guerra tutt'oggi criticata e fautrice della nascita degli attuali fondamentalismi islamici, la distinzione tra pecore e lupi è quanto mai semplicistica e retorica nel film. E anche il cane pastore eroe, in preda a stress e dubbi che vogliono esaltarne l'eroicità rendendola umana e fruibile al pubblico, in realtà non ha mai indecisioni nel prendersi la responsabilità di fermare il cuore di un selvaggio. Umanità ed eroismo che non lasciano spazio al perdono e all'autocritica nel nome degli ideali repubblicani più profondi.
Quanto mi manca la burbera umanità di Walt Kowalsky -Gran Torino- e il paternalismo umanissimo di Frankie Dunn -Million Dollar Baby-, ma nel registro di Eastwood ci sta anche Chris Kyle, eroe e martire di un America che invece di esportare i suoi valori di integrazione vuole esportare democrazia a chi non sa che farsene.
La mia sensazione è che attraverso la storia di Chris Kyle si voglia sdoganare un conflitto tra i più deleteri della storia recente degli Stati Uniti e che si voglia imboccare la strada del ritorno agli ideali repubblicani negli USA post- Obama.
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(di andrea alberini)
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(di conte di bismantova)
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claudiza
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domenica 8 febbraio 2015
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il "zero dark thirty" del 2015
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Chi l'avrebbe mai detto che tra i migliori film degli ultimi anni ce ne sarebbero stati ben 3 di guerra? American Sniper è un ottimo film, da vedere senza volerci leggere nessuna congettura nè riferimenti politici al Mondo Eastwoodiano (tral'altro è tratto da un autobiografia, quindi)
è la storia di Chris Kyle, un ragazzo che arrivato a 30 anni senza una vera carriera si arruola nei navy seals, qui un pò gli anni a caccia con il padre un pò talento personale diventa in breve tempo il più famoso cecchino della guerra in iraq.
Il film è nettamente migliore nella sua parte "baghdad" che in quella americana: per fare un esempio, la fidanzata futura sposa è infatti intristita dalla sua condizione di compagna di un navy seals sin dal primo incontro, quando ancora non sa neanche se e quando ci sarà una guerra, come a prevedere l'assurda fine di Chris.
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Chi l'avrebbe mai detto che tra i migliori film degli ultimi anni ce ne sarebbero stati ben 3 di guerra? American Sniper è un ottimo film, da vedere senza volerci leggere nessuna congettura nè riferimenti politici al Mondo Eastwoodiano (tral'altro è tratto da un autobiografia, quindi)
è la storia di Chris Kyle, un ragazzo che arrivato a 30 anni senza una vera carriera si arruola nei navy seals, qui un pò gli anni a caccia con il padre un pò talento personale diventa in breve tempo il più famoso cecchino della guerra in iraq.
Il film è nettamente migliore nella sua parte "baghdad" che in quella americana: per fare un esempio, la fidanzata futura sposa è infatti intristita dalla sua condizione di compagna di un navy seals sin dal primo incontro, quando ancora non sa neanche se e quando ci sarà una guerra, come a prevedere l'assurda fine di Chris.
Ma la parte in iraq fila molto meglio: non solo succedono obiettivamente molte più cose e c'è un evoluzione nella storia e nei suoi protagonisti ma paradossalmente vieniamo più a conoscenza della persona chris che negli inutili teatrini con figli recitati da evidenti bambolotti di chris "in america" : non so se è una scelta stilistica, forse si, diciamo che sembrano film girati da due persone diverse. anche la regia in iraq per quanto molto più complessa è notevolmente superiore.
Ad esempio nella parte a Baghdad scopriamo che la naturale semplicità di Chris, un uomo che sembra non avere nessun giudizio verso l assurdità che lo circonda (al contrario dei suoi commilitoni)si unisce però ad una sorta di scaltrezza e di ingegno, ad un desiderio di fare si un azione meccanica come il cecchino ma anche di paradossalmente, visto il personaggio, anche il cervello. Insomma chris sembra un uomo che capisce i suoi limiti (ineducazione scolastica in primis, incapacità di giudizio) pure se non sa indicarli e purtroppo visto il finale evitarli.
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cinephilo
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mercoledì 14 novembre 2018
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uno dei peggiori film di estwood
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Per me American Sniper è un film mediocre, infelicemente patriottistico, quasi vuoto e superficiale. Non è facile commentare un film di simile fattura. Lo si può definire un ampio elogio alle doti sovraumane di un cecchino infallibile messe a disposizione della propria nazione. Ambientato in Iraq durante la prima guerra del Golfo, il film è un escalation di tiri a segno nei confronti degli iraqeni, dipinti come demoni da scacciare, come belve da abbattere. Al contrario sarebbe interessante leggere la biografia del protagonista, Chris Kyle, per avere una visione più ampia della vita di questo talento del fucile perchè la pellicola rischia probabilmente di non rendergli il giusto merito.
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Per me American Sniper è un film mediocre, infelicemente patriottistico, quasi vuoto e superficiale. Non è facile commentare un film di simile fattura. Lo si può definire un ampio elogio alle doti sovraumane di un cecchino infallibile messe a disposizione della propria nazione. Ambientato in Iraq durante la prima guerra del Golfo, il film è un escalation di tiri a segno nei confronti degli iraqeni, dipinti come demoni da scacciare, come belve da abbattere. Al contrario sarebbe interessante leggere la biografia del protagonista, Chris Kyle, per avere una visione più ampia della vita di questo talento del fucile perchè la pellicola rischia probabilmente di non rendergli il giusto merito. Il film in sè non spicca in niente nè per quanto riguarda la regia, nè per la sceneggiatura nè per l'interpretazione degli attori (interpretazione modestissima quella di B.Cooper). Non ho mai considerato Eastwood a livello dei più grandi ma ci aveva abituati sicuramente meglio rispetto a quanto visto in questo film.
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mericol
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giovedì 29 gennaio 2015
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chris,il più famoso ed efficace cecchino del mondo
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La storia vera di Chris, il più efficace cecchino d’America, e probabilmente del mondo, avendo al suo attivo oltre 180 morti.
Il film inizia decisamente bene. Chris, in Iraq, osserva con il cannocchiale-fucile una donna e un ragazzo che escono da una abitazione, chiaramente per compiere un attentato. Sparare subito? Intanto si rievoca una parte della sua vita privata. La famiglia, il tono deciso,autoritario che ne é . derivato, ma anche l’amore.. E poi il senso innato del legame alla sua nazione, realizzato con l’arruolamento in un corpo speciale di cecchini, destinato alla guerra in Iraq. Addestramento duro, sfibrante, ma esaustivo. Si parte dunque per la guerra, per una missione che dovrebbe durare poche settimane, ma,pur con alcune soste e permessi, si prolunga per 6 anni.
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La storia vera di Chris, il più efficace cecchino d’America, e probabilmente del mondo, avendo al suo attivo oltre 180 morti.
Il film inizia decisamente bene. Chris, in Iraq, osserva con il cannocchiale-fucile una donna e un ragazzo che escono da una abitazione, chiaramente per compiere un attentato. Sparare subito? Intanto si rievoca una parte della sua vita privata. La famiglia, il tono deciso,autoritario che ne é . derivato, ma anche l’amore.. E poi il senso innato del legame alla sua nazione, realizzato con l’arruolamento in un corpo speciale di cecchini, destinato alla guerra in Iraq. Addestramento duro, sfibrante, ma esaustivo. Si parte dunque per la guerra, per una missione che dovrebbe durare poche settimane, ma,pur con alcune soste e permessi, si prolunga per 6 anni. Intanto avrà 2 figli, ma la famiglia è lasciata a sé stessa, alla moglie ansiosa per la sua sorte, poi angosciata, poi implorante per il ritorno.
Tornando al tempo del racconto e ai due che escono dalla casa insieme, Chris uccide la donna poi il bambino. Pur angosciato , pur titubante. Il compito che si è assunto deve necessariamente superare la pietà.
Da quel momento inizia la descrizione delle imprese di Chris. E’ ciò che si voleva. Tra l’altro il film è tratto da un libro di memorie.
Ma è proprio da quel momento che il film mi è parso meno convincente.
E’ un susseguirsi di visioni del massacro, da una parte e dall’altra. Certo c’é necessità di giustificare i 180 morti del “cecchinaggio”: Ma il regista si lascia prendere in modo esagerato dal gusto di descrivere il mattatoio, senza soffermarsi sufficientemente sulla psicologia dei personaggi, anzi del personaggio in particolare. E’ vero che ,a conclusione dei 6 anni, Chris appare frastornato. Ma questa fase di disorientamento ha poco spazio rispetto al precedente mattatoio. Appena accennato il suo disorientamento nella vita sociale e in famiglia. La macchina da guerra, da omicidio organizzato, quale era stato per 6 anni, ha lasciato in vita un uomo che probabilmente non è più capace di vivere la vita vera. Vale per lui come per i tanti sopravvissuti alle guerre. Non sarebbe stato da trascurare, a questo punto, che Chris, è morto nel 2013 ucciso da un reduce della guerra che lui (Chris) stava cercando di rieducare. Questo evento tragico è citato soltanto nelle didascalie delle code del film. Meritava un ampio approfondimento. Inoltre ,altra nota non convincente, quel continuo insulto agli iracheni (“quello stronzo di ..”, “quel…)che compariva frequentemente nei film di guerra o western americani di altri tempi. Come se gli avversari, e gli iracheni nello specifico, non fossero anch’essi poveri diavoli, spediti verso la morte.
Mi ha convinto poco questa seconda parte del film di Eastwood. Penso si sia lasciato affascinare dal ricordo della sua attività di attore di successo nei film western di S. Leone, nei quali, appunto, la violenza prevale sul resto del contenuto, e in particolare sulla psicologia dei personaggi
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[+] la morte di chris per mano di un reduce
(di camiglia)
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anty_capp
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mercoledì 4 febbraio 2015
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3 stelle da evitare
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Il film in se stesso è girato magistralmente, con tempi, ritmi, fotografia eccellente come solo Eastwood nei suoi film sa fare. Il problema è che il film non è brutto o lento. E' semplicemente sbagliato. L'orgoglio che Eastwood sente di dover esprimere per quei soldati che si sono invaghiti della loro capacità di vincere da soli la guerra e la finale commemorazione per la giusta fine di un pazzo invasato, ne esaltano un patriottismo che fa dell'America il solito posto sicuro dove mettere un nazista. Il momento terroristico non è dei più favorevoli per fare un film del genere che già demonizza abbastanza quanto già demonizzato dai media che naturalmente sono tutti filoamericani.
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Il film in se stesso è girato magistralmente, con tempi, ritmi, fotografia eccellente come solo Eastwood nei suoi film sa fare. Il problema è che il film non è brutto o lento. E' semplicemente sbagliato. L'orgoglio che Eastwood sente di dover esprimere per quei soldati che si sono invaghiti della loro capacità di vincere da soli la guerra e la finale commemorazione per la giusta fine di un pazzo invasato, ne esaltano un patriottismo che fa dell'America il solito posto sicuro dove mettere un nazista. Il momento terroristico non è dei più favorevoli per fare un film del genere che già demonizza abbastanza quanto già demonizzato dai media che naturalmente sono tutti filoamericani. Ammazzare un islamico come diceva "Venditti" qualche anno fa quando gli americani con Rambo ammazzavano i vietcong, non fa mai male. Sembra di vedere un vecchio film western quando Wayne sparava un colpo di fucile e cadevano 5 indiani. Poi gli americani hanno trovato i vietcong ed hanno venduto film su di loro. Poi i giochi di guerra contro i russi. Ora tocca ai terroristi. Ho idea che senza nemici il cinema americano non avrebbe la sua luce costante. Da evitare accuratamente!
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bericopredieri
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mercoledì 11 febbraio 2015
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cani contro lupi, l'america che ti aspetti.
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L'America che inculca la violenza nei suoi figli fin da ragazzini convincendoli che loro sono i "buoni" i cani pastore e tutto il resto del mondo sono i lupi da cui dovranno difendere se stessi e i loro cari. L'America che quando questi bambini iniziano a crescere fa si che si autoconvincano di essere tutti Rambo pronti a dare il sangue per difendere la patria dai lupi, siano questi lupi i pellerossa nativi che minacciavano i coloni, siano i kmer rossi che in Vietnam minacciavano la popolazione, siano più vicino ai tempi nostri i vari dittatori che l'America si è trovata sulla strada, Saddam, Gheddafi e via discorrendo. Non importa se poi si lasciano alle spalle in queste guerre difensive migliaia di morti, che non avevano chiesto di essere salvati.
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L'America che inculca la violenza nei suoi figli fin da ragazzini convincendoli che loro sono i "buoni" i cani pastore e tutto il resto del mondo sono i lupi da cui dovranno difendere se stessi e i loro cari. L'America che quando questi bambini iniziano a crescere fa si che si autoconvincano di essere tutti Rambo pronti a dare il sangue per difendere la patria dai lupi, siano questi lupi i pellerossa nativi che minacciavano i coloni, siano i kmer rossi che in Vietnam minacciavano la popolazione, siano più vicino ai tempi nostri i vari dittatori che l'America si è trovata sulla strada, Saddam, Gheddafi e via discorrendo. Non importa se poi si lasciano alle spalle in queste guerre difensive migliaia di morti, che non avevano chiesto di essere salvati. E quindi non meraviglia che alla fine si autocelebri promuovendo funerali quasi di Stato a chi? Non a un Ghandi o a una Madre Teresa di Calcutta, veri alfieri della pace, ma a un cecchino, un killer prezzolato il cui merito è di aver ucciso tra i 160 e 200 iracheni (le statistiche discordano), tra cui donne e bambini, ben riparato dietro un muretto. Quel Chris mi ha suscitato una profonda antipatia, fino al punto di simpatizzare quasi più col suo avversario, il cecchino iracheno, il quale almeno ha la scusante di sparare da casa sua, di essere l'occupato e non l'occupante. Ma d'altronde da Eastwood, l'uomo che incarna il mito americano non ci si poteva aspettare altro.
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toni451
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domenica 4 gennaio 2015
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ridatemi kubrick
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Con dolore annuncio la scomparsa di uno dei più grandi registi registi degli ultimi vent'anni. Clinton Eastwood l' ho sempre considerato come un buon vino, con il passare degli anni acquistava valore, il problema forse è che la senilità raggiunge prima o poi tutti e quell'ottimo vino ieri sera è diventato aceto. Ieri sera infatti ho avuto la disgrazia di vedere l'ultima fatica del vecchio Callaghan, American Sniper. Vi ricordate di Flags of Our Fathers, e sopratutto di Letters from Iwo Jima? Film capolavoro dove la guerra è vista congli occhi del "nemico", dove il regista sdobbia la stessa battaglia per far capire che forse l' avversario non è poi così tanto diverso da te? Cancellate tutto. Questo film è così stupidamente patriocco, traboccante di riconoscenza per un pluri-omicida che una volta finito di vederlo, per favore non fatelo, vi aspettereste uscendo dal cinema di essere arruolati a forza nel fantastico esercito americano (.
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Con dolore annuncio la scomparsa di uno dei più grandi registi registi degli ultimi vent'anni. Clinton Eastwood l' ho sempre considerato come un buon vino, con il passare degli anni acquistava valore, il problema forse è che la senilità raggiunge prima o poi tutti e quell'ottimo vino ieri sera è diventato aceto. Ieri sera infatti ho avuto la disgrazia di vedere l'ultima fatica del vecchio Callaghan, American Sniper. Vi ricordate di Flags of Our Fathers, e sopratutto di Letters from Iwo Jima? Film capolavoro dove la guerra è vista congli occhi del "nemico", dove il regista sdobbia la stessa battaglia per far capire che forse l' avversario non è poi così tanto diverso da te? Cancellate tutto. Questo film è così stupidamente patriocco, traboccante di riconoscenza per un pluri-omicida che una volta finito di vederlo, per favore non fatelo, vi aspettereste uscendo dal cinema di essere arruolati a forza nel fantastico esercito americano (...) La trama può essere riassunta così: Questo è il mio fucile. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Ma sarei un criminale ad equiparare il film di Kubrick alla porcata che ho visto ieri sera, qua siamo più dalle parti di "Berretti Verdi" come ideologia: gli iracheni? il male in persona, tutti avvolti in turbanti, tutti Mustafa o Abdullah, cercano in continuazione di uccidere quei poveri ragazzi americani, sono cattivissimi, senza anima, senza storia, pronti a usare ogni mezzo ( trapano incluso ). E quei bravi ragazzi dei Neavy Seals? Robot alla Ivan Drago, senza un cedimento morale, capaci di ogni impresa, dei veri macho . Naturalmente la proporzione è 50 iracheni uccisi per ogni americano stecchito, che dovrà essere subito vendicato dai suoi comapagni. Il protagonista? Mai un dubbio attraversa la sua bella mente da texano tutto dio, patria e famiglia, in confronto John Rambo è Gandhi. Le donne? Devono stare a casa sfornare figli e aspettare trepidanti l' eroico marito.
Avete presente tutte quelle scene viste, straviste dei classici film di guerra? Ci sono tutte!!! Il funerale con il picchetto, il compagno che ferito a morte chiede al protagonista di pensare alla sua fidanzata....
Conclusione
Esco dal cinema, salgo in macchina, continuo a pensare che non sia stato Clint a fare un film del genere, ma che sia stato rapito e sostituito da Dick Cheney. Sconsolato giro un po' fra le stazioni radio e sento l' inizio di Born in the Usa...con tutto il ripetto Bruce, non stasera...vaffanculo.
P.S. non è vero che gli americani sono in capaci fare un film sul conflitto iracheno, guardatevi Hurt Locker, e capirete perchè ha meritato tutti quegli Oscar
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[+] esattamente
(di lupoermeyo)
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(di lupoermeyo)
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(di lorma716)
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gabriele cuzzi
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domenica 4 gennaio 2015
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grande arte eastwood
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L'arte, l'idea, il capolavoro... il grande maestro con l'obiettivo di catturare più spettatori possibili nella sua opera ha creato uno scenario che si avvicina alla perfezione. Come negli altri suoi film esso vuole coinvolgere il pubblico in una modalità che solo pochi artisti riescono a compiere: far provare agli spettatori le emozioni che si avvicinano alla realtà raccontata nel film. Ci riesce alla grande trovando la giusta storia realmente accaduta di Chris, amante di emozioni forti e sprezzante del pericolo, nella sua vita sceglie la strada giusta mettendo a servizio del paese le sue doti migliori, diventanto cosi un eroe di guerra. Giusto ricordare con questo grande film la storia di questo grande uomo.
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L'arte, l'idea, il capolavoro... il grande maestro con l'obiettivo di catturare più spettatori possibili nella sua opera ha creato uno scenario che si avvicina alla perfezione. Come negli altri suoi film esso vuole coinvolgere il pubblico in una modalità che solo pochi artisti riescono a compiere: far provare agli spettatori le emozioni che si avvicinano alla realtà raccontata nel film. Ci riesce alla grande trovando la giusta storia realmente accaduta di Chris, amante di emozioni forti e sprezzante del pericolo, nella sua vita sceglie la strada giusta mettendo a servizio del paese le sue doti migliori, diventanto cosi un eroe di guerra. Giusto ricordare con questo grande film la storia di questo grande uomo. Ottima per l'occasione la scelta degli attori, i luoghi girati e le ultime tecniche cinematografiche, per finire con gran classe, scene amatoriali realmente accadute al momento della morte di Chris.
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rukahs
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lunedì 5 gennaio 2015
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bradley centra i bersagli, clint un po meno
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Clint Eastwood prende Bradley Cooper, lo fa diventare un toro e lo fa recitare come fa lui, con due espressioni: una col cappello dritto e una col cappello girato.
Inno agli States che combattono una guerra contro quelli di hostel che hanno meno mira delle truppe imperiali di star wars. Gli americani sono tutti buoni, gli iracheni tutti cattivi.
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Clint Eastwood prende Bradley Cooper, lo fa diventare un toro e lo fa recitare come fa lui, con due espressioni: una col cappello dritto e una col cappello girato.
Inno agli States che combattono una guerra contro quelli di hostel che hanno meno mira delle truppe imperiali di star wars. Gli americani sono tutti buoni, gli iracheni tutti cattivi.
Un film troppo americano per noi. Mi sforzavo di non ridere ad ogni commento patriottico/repubblicano,cioè metà delle battute del film, se non consideriamo il gergo militare.
Nulla da dire su una regia un po scontata, ma mai quanto la sceneggiatura.
Alla fine del film non ti resta nulla. Tranne che vedi iracheni pronti ad ucciderti ovunque.
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