Il cecchino Chris Kyle (Cooper) divenne una leggenda tra i Navy Seals per aver ucciso oltre 160 persone in 4 turni in Iraq. Padre di famiglia con 2 figli e una moglie (Miller) è morto nel 2013 ucciso da un pazzo in una giornata tranquilla in un poligono di tiro in Texas. Sceneggiato in modo indegno da Jason Hall, è uno dei più bassi risultati della carriera di C. Eastwood, sicuramente il suo film peggiore nel nuovo millennio. È un trionfalistico inno al personaggio di Kyle, sicuramente di grande interesse cinematografico, che Eastwood e Hall rendono paladino del Bene (l’America) nella guerra contro il male (gli Arabi, che sono tutti cattivi, senza eccezioni). Insomma una visione delle cose, al di là che poco condivisibile, decisamente semplicistica. Il film inoltre non è altro che una ripetizione vana di scene già viste mille volte: l’infanzia con un padre autoritario che educa il figlio a proteggere il proprio paese, l’addestramento con i soliti istruttori strafottenti, la guerra, i traumi in famiglia, eccetera eccetera eccetera. Insomma non proprio quello che ti aspetteresti da un grande cineasta come Clint Eastwood. E in questo American Sniper non si salva niente: i dialoghi sono di una banalità indescrivibile, la descrizione del rapporto di Kyle con la moglie sembra uscita direttamente da una soap-opera di serie B, la regia di Eastwood è anonima, assolutamente classica, senza virtuosismi alcuni che lo rendano minimamente interessante. Il finale poi è il peggio, pur giungendo al termine di una seconda parte decisamente migliore della prima. Le scene d’azione sono noiose, ripetitive, già viste. In questo disastro si salva solo la scena della tempesta di sabbia. Meno male che almeno c’è Bradley Cooper che, ingrassato di 30 kg, si cala nel personaggio in modo molto convincente, una grande prova d’attore la sua, speriamo che l’Academy se ne ricordi! Al contrario Sienna Miller è più che mediocre, e gli altri attori sono talmente insignificanti che non meritano la citazione. Insomma che cos’è questo American Sniper? Nulla più che un inno a un folle come tanti altri, che realmente convinto si è lanciato in una guerra impossibile ed ingiusta. E Eastwood e J. Hall gli rendono omaggio, a modo loro. Agli americani piacerà, non c’è dubbio. Forse all’estero un po’ meno. Ottima fotografia di Tom Stern.
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epidemic
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lunedì 5 gennaio 2015
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grazie
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grazie a Dio l'epidemia non ha preso tutti....
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effepi
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lunedì 5 gennaio 2015
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film modesto, ma non esageriamo.
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Concordo in pieno sulla scarsa qualità del film, ma lasciamo stare le ideologie. Il film è un ritratto credibile di un grande soldato americano ma senza troppe concessioni alla retorica. Il messaggio è semplice, anche se può apparire ingenuo: il dovere di fare la propria parte di fronte al pericolo. Il cecchino, poi, ha un compito di copertura, uccide per impedire di uccidere. Molta tensione, poca profondità, e un ambiente di guerra molto edulcorato. Non consiglierei di vedere questo film, che in effetti non ha nulla a che vedere con i capolavori di eastwood.
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