La grande bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini.
continua»
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La grande bellezza
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ma cosa importa? è tutta finzionedi Attinia1988Feedback: 200 | altri commenti e recensioni di Attinia1988 |
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venerdì 6 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Roma come Napoli, Milano, come qualsiasi grande città abitata da esseri umani e dunque soggetta a vizi e perdizioni. Non credo sia stata una denuncia alla mondanità quanto la descrizione accurata di una fetta di popolazione che, perduta la speranza nel domani, annega in quella malinconia che tiene legati al passato, dimentica le proprie “ radici “ e si lascia travolgere dal peccati più miseri, dai vizi più oscuri, da una solitudine affollata. Ho amato la semplicità con cui è stata analizzata la psicologia umana, fragile e incline all'impersonalità. Ho amato le musiche di questo film, perché distanti dal contesto narrato. Ho amato il tributo all'arte, ma attenti, non l’arte moderna e venale simboleggiata da un’innocente bambina schiava di genitori senza morale, bensì l’arte della Roma antica, fatta di statue, dipinti, monumenti eterni, come eterna è la fame di chi li hanno concepiti. Ho amato l’immagine del mare riflessa sulla parete di un soffitto anemico, acqua come rinascita, acqua come purezza… Un ricordo così lontano ma non per questo meno sofferto, il ricordo di un amore appassito ancor prima di nascere, un amore divenuto alibi per perdere se stessi e lasciarsi trasportare da quel “trenino” che non porta da nessuna parte. Feste, festini e finto divertimento, sesso occasionale, droga respirata quasi fosse aria fresca. Gioventù e anzianità nella stessa discoteca, affinché il tempo possa fermarsi, affinché gli anni pesino meno sul volto… Ma, in fondo, è tutta finzione.È finzione la castità della chiesa,così impregnata di esseri umani e così soggetta anch’essa a lussuria. È finzione il funerale, simbolo per antonomasia della mondanità, dei mille bla bla bla. È finzione il suicidio causato dall’eccessiva ossessione della morte. È finzione ostentare il sapere, nascondersi dietro a parole forbite per celare la propria ignoranza, la spicciola cultura appresa fra i banchi. Cosa emerge dal mondo? Cosa piace a questa fetta di mondo? Una donna nuda che manifesta la propria disobbedienza al sistema infierendo sul suo corpo e provocandosi lesioni… e il pubblico applaude a quell’artista, il pubblico è accecato dai gesti estremi, l’acclama, è masochista, è immorale, è vivo. Son forse vibrazioni positive a stimolare queste performance? Silenzio, non c’è risposta alla povertà d’animo, alla finzione. Ormai tutti sono artisti, basta essere schierati politicamente o religiosamente e mettersi a nudo. Ma le donne? Che ruolo giocano le donne su questo palcoscenico? Abbiamo le donne vanesie, il cui unico lavoro è l’esser ricche. Annoiate da giornate monocromatiche, ammazzano il tempo immortalando il proprio corpo sinuoso in foto da postare sui Social network per ottenere approvazione, per accrescere un’autostima mai, realmente, posseduta. Abbiamo le donne con le palle sotto: marito presente, figli devoti, carriera promettente, cultura forgiata negli anni ma cosa c’è dietro a tanta perfezione? Una relazione disastrosa: marito infedele, figli abbandonati, una carriera nata grazie al sesso occasionale in bagni lerci. Abbiamo le donne vere, donne per cui l’abito non fa il monaco, donne che osservano il mondo con occhi nuovi, con gli occhi di chi, non aspettandosi nulla, meriterebbe il tutto. E, infine, il mio pensiero è rivolto agli uomini. Gli uomini son così fragili in questo film, farebbero quasi tenerezza se non apparissero vuoti e malinconici, così ovvi nelle scelte, così ambiziosi nelle prospettive future, così frivoli e così soli.
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