La Grande Bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso.
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Titolo originale La grande bellezza.
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La Grande Bellezza ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Ribadisco...
di Des EsseintesFeedback: 3758 | altri commenti e recensioni di Des Esseintes |
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domenica 16 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
...bel film di cui si sentiva la mancanza; perché se ne parla ed è un piacere addentrarsi nei propri pensieri nella lenta ruminazione sul senso dell'opera. L'interpretazione più corretta delle intenzioni del regista l'ha data senza dubbio Alex62 ma oltre al lato "frontale" esiste il lato "retro" e lì ci sarebbe da dire ancora tantissimo perché per quanto la catarsi effettivamente avvenga rimane un fatto personale di Jep e quindi in fondo è una catarsi solo apparente; Jep non esce realmente dalla sua elegante ignavia e viltà ma semplicemente la reinterpreta, la guarda da un'altro punto di vista e non arriva nemmeno vicino a sentire la giusta e sacrosanta rabbia per lo scandalo inaccettabile della "reale" Grande Bellezza che significherebbe intenderla nella sua più piena dimensione ossia sociale e politica; questo implicherebbe un impegno "per gli altri" e una ribellione contro il potere mentre per Jep e per la Santa esiste solo il loro privato rapporto con la loro interiorità. La Santa agisce da santa, riesce a evocare i fenicotteri, ma vive in promiscuità con le ipocrisie e le bassezze della mondanità non mettendole mai in discussione; la Santa fa come Jep, magari in maniera più raffinata, ma alla fine cerca solamente di non soffrire il dolore della perdita di senso Sociale e politico sono dimensioni del tutto aliene a Jep ma proprio per questo rimarrà per sempre prigioniero della Grande Bellezza, per la sua mancazna di ribellione; proprio per questo il regista non indaga sulle ragioni e sui responsabili del fascino mortale della Grande Bellezza. Oggi i film estetizzanti o, come La Grande Bellezza, sull'interiorità personale e individuale non hanno più senso; ci vogliono film di rabbia, di ribellione, di presa di coscienza sociologica e politica senza la quale (presa di coscienza) tutta l'arte e la vita stessa si riducono a un problema di "bellezza" senza sostanza e quindi, come nel film di Sorrentino, velenosa e mortale. Peccato che il format di questo blog sia così primitivo,"La Grande Bellezza" meritava una discussione corale molto più approfondita e vivace.
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