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Un grande film, forse con qualche questione lasciata in sospeso, magari il "bel ragazzo" avrebbe dovuto mostrare un maggior contrasto nella coesistenza di modi femminei e inaudite capacitā di combattente ma č uno splendido jidageki assolutamente da non perdere.
Bello lo studio psicologico dei retropensieri in un groviglio drammatico che č dolorosamente vietato rivelare agli altri ma anche a sé stessi di amore, amicizia, rivolta, senso del dovere, potere e individualitā. marziale virilitā, femminile eleganza e dolcezza.
Il punto molto sottile del racconto č che l' anima femminile (quella degli uomini, nel film le donne appaiono degli esseri totalmente sottomessi in sostanza privi di una vera anima - punto di vista del regista) non implica minimamente debolezza ma una cosa molto pių pericolosa e cioč: potenziale ribellione.
La possibilitā di riconoscere e coltivare la parte femminile dell'anima del maschio č vista con sospetto dal potere ma addirittura con odio da chi č stato inibito di questa capacitā con la violenza coercitiva dell'educazione, della scuola, della famiglia, delle consuetudini sociali.
Non racconto tutto anche se varrebbe la pena di approfondire.
Mi limito a segnalare che questo č il senso dell'inspiegabile gesto puramente simbolico dell'ufficiale in seconda che improvvisamente, a tragedia ormai compiuta, alza la katana contro un giovane ciliegio in fiore e con un solo colpo chirurgico lo spezza in due. Cosė, senza motivo. O forse "con" un motivo molto preciso.
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
