In generale ma soprattutto per Nicola.
1) il modo di fare di un argentino di Buenos Aires, mi riferisco a quelli di media borghesia, somiglia certamente alle classi medie di tutto il mondo ma ha delle sue particolarità molto peculiari (come ovunque, fra l'altro).
Quello che colpisce un viaggiatore è soprattutto la calata portena che è molto singolare e, per uno straniero, stranamente spiazzante. Per cui se senti il film in italiano perdi un elemento fondamentale.
Inoltre come ho detto ci sono delle particolarità tipicamente argentine che uno che non è mai stato per un periodo in quel paese non può cogliere. Se fai un film sui romani, un veneto lo capisce fino a un certo punto, pensa su quelli che "vengono dalla fine del mondo".
Non ho detto che è incomprensibile ai non argentini ma che perde molto se non lo si sa contestualizzare per esperienza vissuta
2) le distinzioni di classe ci sono ovunque ovviamente ma in Sudamerica, India, Giappone e altri posti vengono sovrapposte e identificate inconsciamente con differenze di razza. In piccola parte è così anche da noi ma non in maniera così marcata. Viaggia a lungo i quei posti, leggiti le opere di Darcy Ribeiro e Jesse Souza poi capirai.
3) la divisione in caste non è del Rio de la Plata ma del Virreinato de Nueva Espana. Quando è nata l'Argentina non era più ufficialmente in uso MA (ed è un "Ma" grosso come una casa) è rimasta fino ad oggi nella mentalità di quel continente.
Per dire, in Argentina i neri non ci sono eppure sentirai alcune persone (non tutti ma non pochissimi) parlare spesso di "negros"; chi sono? I "poveracci", la "gentaglia" delle periferie, a volte gli "obreros". E i neri come li chiamano? Macacos. Ci sono moltissimi riferimenti a questa mentalità nel film.
Questo deriva in parte dalla divisione in caste chiuse dal punto di vista matrimoniale che era in vigore in Europa (e ancora adesso, se guardi bene), in parte all'esasperazione spagnola legata alla limpieza de sangre a sua volta derivata dal carattere precipuo dell'aristocrazia visigota (quella spagnola) e da altre questioni che non è il caso di affrontare in questa sede. Chi vuole si legga i libri sull'argomento di Americo Castro che sono interessantissimi anche se vanno presi con le pinze.
Quindi in tutto il Sudamerica, Antille etc sentirai i neri (quelli dai tratti proprio africani) che non amano farsi chiiamare "negros" ma "mulato" o un'altra cosa strana che mi pare era "indio canela" etc in altre parole se con le migliori intenzioni dici "negra" per indicare una nera (che pure è il termine politically correct in spagnolo) quella ci rimane male perché equivale in sostanza a "donna da nulla".
Poi ci sarebbe da parlare della mentalità dell'alta borghesia di quel continente che è qualcosa che noi non riusciamo nemmeno a concepire. E nemmeno sono antipatici: un ricco dominicano di sessant'anni è un signore piacevolissimo finché...finché non entri su certe questioni e lì esce fuori, come nuovo, il latifondista con la frusta.
La scena all'inizio di Puccio con i militari è notevole in questo senso e la si può intuire anche da "esterni".
Il problema è che i riferimenti "nazionali" sono così tanti che secondo me quel film fuori dal suo paese perde molto.
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