Il Clan

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nanni giovedì 8 settembre 2016
il clan Valutazione 3 stelle su cinque
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Argentina anni 80. Il paese alle prime elezioni democratiche postdittatura fa i conti con quel difficile passaggio. Non tutti i responsabili della precedente stagione degli orrori, come sempre accade, sono stati liquidati. Parte della catena del comando politico/militare/burocratico sopravvissuta impunita a quel periodo ora gestisce in proprio come se quasi nulla fosse cambiato, grazie ad una vasta e profonda rete di complicità in grado di garantire coperture e protezione e mettendo a frutto “l’esperienza politica” precedente, sequestri di persona a scopo di lucro. Arquimedes Puccio scrupoloso funzionario dei servizi ai tempi della dittatura, è ora, con immutata solerzia, il loro braccio armato………. [+]

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robert eroica domenica 6 settembre 2015
el clan Valutazione 4 stelle su cinque
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No
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#Venezia72 - Concorso

EL CLAN
Tratto da una storia vera. Nell'Argentina sotto la dittatura, all'inizio degli anni Ottanta, una famiglia compie sequestri sotto la protezione del regime. Saranno poche le vittime a salvarsi da un capoclan luciferino e dai suoi fedeli parenti. Fino a che non torna la democrazia....Grande film che riflette su responsabilita' individuale, etica di gruppo e, in maniera indiretta, memoria collettiva. La rappresentazione di un'epoca e' cupissima e senza indulgenze e ad emergere e' la Storia di un Paese in cui nessuno e' veramente innocente. Violenza per una volta necessaria e funzionale al racconto. Può' richiamare il cinema di Larrein e (per gli insetti rock che accompagnano gli omicidi) quello di Scorsese, ma l'opera di Trapero ha una sua innegabile originalità'. [+]

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flyanto martedì 30 agosto 2016
un clan familiare veramente unito e temibile Valutazione 3 stelle su cinque
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Vincitore per la regia del Leone d'Argento all'ultimo festival del Cinema di Venezia, "Il Clan" racconta la vera storia della famiglia argentina Puccio che all'inizio degli anni '80, e precisamente tra il 1982 ed il 1985, organizzava e perpetuava rapimenti e, dopo avere incassato il riscatto dai familiari dell'esponente rapito, lo uccideva a sangue freddo. Un film molto ben diretto da Pablo Trapero, giovane regista argentino sempre più in crescita, con uno stile rigoroso, lucido e freddo che riflette adeguatamente le azioni e soprattutto il carattere e la personalità del carismatico capo famiglia della famiglia Arquimedes Puccio, il quale costituiva la "mente" principale di tutti i misfatti in cui egli riusciva anche a coinvolgere, chi più chi meno riluttante, tutti i parenti, quali, per esempio, il giovane figlio Alejandro astro nascente del rugby. [+]

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des esseintes lunedì 5 settembre 2016
precisazioni Valutazione 0 stelle su cinque
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No
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In generale ma soprattutto per Nicola.

1) il modo di fare di un argentino di Buenos Aires, mi riferisco a quelli di media borghesia, somiglia certamente alle classi medie di tutto il mondo ma ha delle sue particolarità molto peculiari (come ovunque, fra l'altro).
Quello che colpisce un viaggiatore è soprattutto la calata portena che è molto singolare e, per uno straniero, stranamente spiazzante. Per cui se senti il film in italiano perdi un elemento fondamentale.
Inoltre come ho detto ci sono delle particolarità tipicamente argentine che uno che non è mai stato per un periodo in quel paese non può cogliere. Se fai un film sui romani, un veneto lo capisce fino a un certo punto, pensa su quelli che "vengono dalla fine del mondo". [+]

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fabiofeli venerdì 2 settembre 2016
il male travestito da normale banalità Valutazione 3 stelle su cinque
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Pablo Trapero sceglie una storia emblematica realmente accaduta tra il 1982 e il 1985. Alcuni filmati d’epoca all’inizio della pellicola riportano la caduta del regime di Videla in Argentina, responsabile della sparizione di 40.000 persone delle quali solo una minima parte – si dice il 5% - erano oppositori aderenti agli odiati partiti e sindacati di sinistra. Arquimedes Puccio (Guillermo Francella), sostenitore del dittatore argentino, aveva partecipato ai sequestri e alle sparizioni degli “oppositori” e dopo la deposizione di Videla aveva creato con un paio di complici una specie di “azienda familiare del sequestro” a scopo di estorsione di denaro. Puccio confidava in quella zona d’ombra che accompagna la caduta delle dittature, dato che molti alti gradi dell’esercito e della polizia erano restati al loro posto, occupando posizioni di rilievo nella travagliata transizione argentina alla democrazia . [+]

[+] no (di des esseintes)
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maurizio meres domenica 4 settembre 2016
la mente criminale di un uomo qualunque Valutazione 3 stelle su cinque
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Argentina la fine della dittatura diventa realtà,chi aveva libero arbitrio ancora non ci crede,le protezioni forti vacillano i potenti si tirano indietro cercano di salvare il salvabile. Il personaggio Puccio servo del potere militare dopo tanti efferati delitti,scopo estorsione si ritrova solo senza più copertura politica ,con la sua famiglia colpevole quanto lui,individuo forte nel carattere con un intelligenza superiore alla media ma al solo scopo criminale,il suo clan gira intorno a lui,con la consapevolezza di sapere tutto ma rimanendo ai margini facendo finta di niente,solo i suoi figli maschi sono coinvolti fisicamente nei crimini assecondandolo in tutto. Il regista Pablo Trapero molto bravo nel raccontare una storia vera,attraverso una sceneggiatura semplice e scorrevole,con un quadro preciso di quello che una borghesia indifferente,distratta,egoista poteva essere in quel momento in Argentina,con una routine di vita piatta e annoiata. [+]

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domenico astuti martedì 11 ottobre 2016
un piccolo affresco incompiuto Valutazione 2 stelle su cinque
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Raccontare una storia vera, di una banale famiglia criminale, in un’epoca drammatica il cui contesto è una dittatura latinoamericana, è da sempre un’intenzione nobile, complessa, che richiede gusto narrativo, profondità psicologica e un’idea moderna tra Cinema politico e commedia umana. Negli anni scorsi il grande regista cileno Pablo Larrain si è cimentato con questo genere di drammaturgia realizzando dei piccoli capolavori come Toni Manero e Post Mortem. Con le stesse intenzioni ma con un risultato contraddittorio, a volte dalla resa televisiva, in alcuni passaggi iniziali farraginoso ( Incominciare con un video del dittatore Massera e poi del Presidente radicale Raul Alfonsin, intervallati dal signor Puccio e dai membri della famiglia ) il regista Pablo Trapero ( Carancho, Elefante Bianco ) realizza una pellicola coraggiosa ma allo stesso tempo senza decidere quale direzione prendere, cosa veramente raccontare e come; avvitandosi in una regia modesta e servendosi di una sceneggiatura a volte afasica, senza una reale drammaturgia. [+]

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filippo catani mercoledì 28 dicembre 2016
bella storia ma registro sbagliato Valutazione 3 stelle su cinque
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Il clan Puccio guidato dall'insospettabile padre metteva a segno rapimenti nell'Argentina della dittatura e anche nei primissimi anni della nuova democrazia.
Basato su una storia vera, il film racconta la storia del clan Puccio e più in generale del clima di violenze e intimidazioni che si viveva in Argentina sotto la dittatura e anche nei primi anni del post. Ovviamente il clan godeva della copertura delle alte gerarchie e c'era insomma un tornaconto economico-politico un po' per tutti. Il film si concentra principalmente sul rapporto tra il padre e il figlio rugbysta che partecipa sì ai rapimenti ma che a volte sembrerebbe tentato di cambiare vita o comunque sembrerebbe avere qualche scrupolo di coscienza. [+]

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movieman sabato 1 agosto 2020
cronaca nera e dittatura militare in argentina Valutazione 5 stelle su cinque
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  Fra gli anni 70 e gli anni 80 del secolo scorso, l’Argentina attraversò uno dei suoi periodi più bui, crudeli e dolorosi. Nel 1976 venne instaurata, per contrastare i moti rivoluzionari, una dittatura militare che durò fino al 1983, quando venne indebolita da diversi fattori politici, per cedere il posto ad un governo più democratico. La repressione, in quel periodo, fu ferocissima: un numero enorme ed imprecisato di dissidenti fu fatto sparire nell’oceano con i cosiddetti “voli della morte” (le vittime vennero prima narcotizzate). [+]

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des esseintes mercoledì 31 agosto 2016
la banalità del male del medio borghese Valutazione 3 stelle su cinque
29%
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Il senso del film è la rappresentazione delle implicazioni di violenza bestiale - e se andiamo in fondo, "rituale" - nascoste (ma note a tutti...) nella nostra mite, insignificante, routinaria, banalità medio borghese.
Il problema però è che dal punto di vista teatrale questa medio borghesità la rappresenti con dei tratti che sono pienamente riconoscibili ed evocativi solo per il pubblico del luogo geografico culturale in cui si situa la vicenda. [+]

[+] qualche correzione (di nicola1)
[+] uffa (di des esseintes)
[+] sei argentino per caso? (di des esseintes)
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Marianna Cappi
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