La grande bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini.
continua»
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La grande bellezza
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dopo 2767 anni...di Writer58Feedback: 53218 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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lunedì 10 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ho visto "La grande bellezza" in streaming in due riprese, questo fine settimana, incuriosito dal bailamme provocato dalla vittoria dell'Oscar al miglior film "straniero". Dico subito che il dibattito sull'eredità di Fellini e della "Dolce vita" mi sembra una fesseria, i due film sono diversi come sguardo e come approccio, condividono la stessa ambientazione, ma lo fanno con occhi differenti. Roma è l'indiscussa protagonista del film. Una Roma attraversata da sedimentazioni molteplici, da incrostazioni che mescolano vestigia dell'Impero, architetture e simboli della potenza della Chiesa, trionfi rinascimentali, torsioni barocche,palazzi notturni, riti cattolici che convivono con cerimonie pagane, catacombe e giardini sopraelevati, cinismo e disincanto, volgarità esibita ed esercizio sottile dell'intelligenza. Dentro questo coacervo di elementi che rendono la "città eterna" un labirinto e insieme una calamita, si muove la vicenda di Jep Gambardella, scrittore e giornalista e della fauna umana che frequenta. Quasi tutti disgustosi, grotteschi, squallidi e repellenti. Con due eccezioni, interpretate dalla Ferilli e da Verdone, due personaggi che riescono a sfuggire alla disumanizzazione che affligge tutti gli altri. Gambardella si muove tra feste, happening, performance e il cuore notturno di Roma come se facesse gli onori di casa, con una totale padronanza non esente da ironia e una punta di malinconica consapevolezza. Arrivato a Roma molto giovane, si è dedicato alla vita sociale e culturale con l'ambizione di diventare un principe di mondanità. C' è riuscito (conosce tutti, viene salutato da Venditti con un confidenziale "ciao, Jep"), ma adesso contempla il vuoto che gli è vicino, che l'ha invaso e che ha bloccato la sua vena di scrittore. Si è parlato molto della "Grande bellezza" come dell'affresco di una società decadente, ma non condivido questa posizione. Fin dal "Satyricon" di Petronio Arbitro, la società aristocratica romana è stata descritta come incline agli eccessi e alla dissoluzione. Ciò che viene definito "decadente", in realtà, è una vitalità onnivora e amorale, il piacere del pettegolezzo e dell'intrigo,il trionfo del "particolare" su una visione dei problemi generali, tratti che segnano da sempre la cultura della città, almeno in alcune delle sue componenti. "La grande bellezza" è un magnifico film, che lascia una traccia nello spettatore. Mi è parso girato in modo eccellente, con un gusto squisito dell'inquadratura e una gestione pressoché perfetta degli attori. In primis, un grande Servillo, coadiuvato da una schiera di personaggi molto ben interpretati.
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