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Roma,giorni nostri. Jep Gambardella è un giornalista molto apprezzato e scrittore decaduto che è alla costante ricerca di una "grande bellezza" nello squallore e nell'ipocrisia del suo tempo.Passa la maggior parte delle sue serate partecipando a feste mondane, ma è amareggiato dalla falsità dei partecipanti, dei suoi amici,che sono schiavi di un'Italia destinata all'autodistruzione. "La grande bellezza" è una satira. Questo film mette con grande criticità in contrasto la vera Roma, quella storica,bella, con le persone che la abitano;lo spettatore se ne rende conto sin dai primi minuti del film, quando un turista muore per un presunto attacco di cuore alla vista di questa bellissima città e quando poi la scena si sposta sulla festa di compleanno del protagonista, dove tutti sono finti (basti pensare alla presenza di Serena Grandi),vuoti, senza nulla di vero da esprimere, ma solo travolti dal "vortice della mondanità". Standing Ovation agli attori : Servillo è davvero bravo e profondo, Verdone è azzeccatissimo per il ruolo dello scrittore solo e amareggiato,la Ferilli un po' più espressiva e capace del solito e Carlo Buccirosso si conferma come grande interprete. Sorrentino fa una critica amara contro la nostra società italiana e dimostra come l'individuo ne possa rimanere deluso e quindi essere in costante ricerca di una "grande bellezza". Insomma, a mio parere è un film profondo che fa riflettere, forse un po' troppo caricaturale, ma, perchè no, potrebbe essere un inizio per permettere al cinema italiano, o addirittura all'Italia in generale, di riscattarsi per tornare alla gloria passata e degna del proprio nome.
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