Peccato che un film visivamente molto bello, con location straordinarie, con alcune scene di gruppo eccellenti (la festa iniziale ad esempio, che lasciava sperare molto), con una straordinaria galleria di facce e di corpi, con un'idea di fondo che poteva essere interessante, non riesca poi a decollare, e si risolva nel solito prodotto italiano con dialoghi finti, mal scritti, vecchi e scontati come contenuti, che enunciano le tesi di fondo anziché riuscire a metterle in scena, e che di conseguenza vengono troppo 'recitati', perché semplicemente non sono credibili! Nel caso specifico, si veda la scena dell'intervista all'artista contemporanea, oppure quella della critica all'amica di sinistra: un campionario di banalità trite e ritrite. Per non parlare delle maldigerite citazioni cinematografiche, da Nanni Moretti (l'arresto del vicino, il nuovo legame di coppia del marito del primo amore del protagonista) all'ovvio Fellini (ma il grottesco purtroppo bisogna saperlo fare) al cinema americano dei vari Coen e simili (la scena al rallentatore, ecc.). Insomma, come quasi sempre nei film italiani degli ultimi decenni, manca principalmente la sceneggiatura: qualcuno cioè che sappia scrivere i dialoghi, descrivere situazioni, sbozzare in poche linee e con scioltezza le psicologie dei personaggi, senza far percepire lungo tutto il film lo sforzo delle idee e della scrittura. Anche la storia (speranze di gloria e ricordi del primo amore disilluse dall'età e dalla dissipazione della vita) poteva essere delineata in modo meno scontato, forse accentuando ancora di più il bla-bla, il turbinio di rapporti del protagonista, ma con un occhio più nuovo, più fresco, più immediato. Buono Servillo (ma quante faccine!) e i personaggi di contorno (ammirevoli per aver accettato di essere ripresi in tutta la crudezza della loro età e del loro disfacimento fisico), inutile il cameo di Verdone. Spicca fra tutti a un livello notevolmente superiore per la capacità di rendere credibile con pochi tocchi il suo personaggio la Ferilli. Nel complesso dunque, un film che si può vedere, e che, grazie anche ai numerosi cliché introdotti in favore del pubblico non italiano e soprattutto americano, avrà sicuramente un buon successo internazionale.
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