Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 150 minuti |
Regia di | Paolo Sorrentino |
Attori | Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini Vernon Dobtcheff, Luciano Virgilio, Anita Kravos, Luca Marinelli, Isabella Ferrari, Giorgio Pasotti, Giusi Merli, Giovanna Vignola, Anna Della Rosa, Galatea Ranzi, Iaia Forte, Dario Cantarelli, Massimo Popolizio, Toni Servillo, Sonia Gessner, Massimo De Francovich, Carlo Buccirosso, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Ludovico Caldarera, Ivan Franek, Roberto Herlitzka, Giorgia Ferrero, Francesca Golia, Anna Luisa Capasa, Aldo Ralli. |
Uscita | martedì 21 maggio 2013 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | Medusa |
MYmonetro | 3,28 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 20 novembre 2020
Sorrentino gira il nuovo film con l'immancabile Toni Servilllo, affiancato questa volta da Verdone e Sabrina Ferilli. Ha vinto un premio ai Premi Oscar, Il film ha ottenuto 10 candidature e vinto 5 Nastri d'Argento, 18 candidature e vinto 9 David di Donatello, ha vinto un premio ai Golden Globes, ha vinto un premio ai BAFTA, 5 candidature e vinto 4 European Film Awards, 1 candidatura a Cesar, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office La grande bellezza ha incassato 7,3 milioni di euro .
La grande bellezza è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Scrittore di un solo libro giovanile, "L'apparato umano", Jep Gambardella, giornalista di costume, critico teatrale, opinionista tuttologo, compie sessantacinque anni chiamando a sé, in una festa barocca e cafona, il campionario freaks di amici e conoscenti con cui ama trascorrere infinite serate sul bordo del suo terrazzo con vista sul Colosseo. Trasferitosi a Roma in giovane età, come un novello vitellone in cerca di fortuna, Jep rifluisce presto nel girone dantesco dell'alto borgo, diventandone il cantore supremo, il divo disincantato. Re di un bestiario umano senza speranza, a un passo dall'abisso, prossimo all'estinzione, eppure ancora sguaiatamente vitale fatto di poeti muti, attrici cocainomani fallite in procinto di scrivere un romanzo, cardinali-cuochi in odore di soglio pontificio, imprenditori erotomani che producono giocattoli, scrittrici di partito con carriera televisiva, drammaturghi di provincia che mai hanno esordito, misteriose spogliarelliste cinquantenni, sante oracolari pauperiste ospiti di una suite dell'Hassler. Jep Gambardella tutti seduce e tutti fustiga con la sua lingua affilata, la sua intelligenza acuta, la sua disincantata ironia.
Anche Paolo Sorrentino, come molti registi dalla sicura ambizione, cade nella tentazione fatale di raccontare Roma e lo fa affondando le mani nel suo cuore nero, scoperchiandone il sarcofago da dove fuoriescono i fantasmi della città eterna, esseri notturni che spariscono all'alba, all'ombra di un colonnato, di un palazzo nobiliare, di una chiesa barocca. Un carnevale escheriano, mai realmente tragico ma solo miseramente grottesco, una ronde impietosa ritratta con altrettanta mancanza di pietà. A nessun personaggio di questa Grande bellezza è dato di evadere, e anche chi fugge lo fa per morte sicura o per sparizione improvvisa (ad esclusione del personaggio di Verdone, una sorta di Moraldo laziale, che si ritrae dal gioco al massacro tornando nella provincia da cui è venuto). Le figure di Sorrentino non hanno vita propria, sono burattini comandati da mangiafuoco, eterodiretti da una scrittura tirannica, verticale, sempre giudicante. Non hanno spazio di manovra, sembrano non respirare. Come fossero terrorizzati di non piacere al loro demiurgo, sembrano creature soprannaturali, evanescenti, eterne macchiette bidimensionali, schiacciate dall'imperativo letterario che le ha pensate. Con l'eccezione di quei personaggi cui è dedicato uno spazio più congruo come la Ramona di Sabrina Ferilli (davvero notevole) e il Romano di Carlo Verdone, gli altri animatori di questo circo hanno diritto a pochi concisi passaggi. Il domatore Jep Gambardella li doma tutti dispensando frusta e carota. La crisi di cui si dice portatore è senza convinzione, come i trenini delle sue feste, non porta da nessuna parte. Ma questa condanna sconfortata che cade su tutto e tutti, alla fine è assolutoria; e il ritratto di questa società decadente che si nasconde dentro i palazzi romani, mai visibile agli occhi di un comune mortale, sempre staccata dalla realtà, diventa solamente pittoresca.
Il Fellini della Dolce vita, cui si pensa immancabilmente, aveva una pietas profonda verso i suoi personaggi, e quella compassione permetteva allo spettatore di allora come di adesso, di agire una qualche proiezione emotiva. La grande bellezza di Sorrentino è invece abissale, freddissima, distanziata, un ologramma sullo sfondo.
A favorire questo distanziamento c'è anche l'approccio volutamente anti-narrativo, già sperimentato in This Must Be the Place, ma qui ancora più evidente. Citando Celine e il suo Viaggio al termine della notte, Sorrentino sperimenta una narrazione errante, fatta di continue effrazioni, smottamenti, deliberati scivolamenti da un piano all'altro, da una situazione all'altra, lasciando tracce, abbozzi, improvvisi vagheggiamenti. Alla storia preferisce l'elzeviro, l'affondo veloce, la critica sferzante e sempre erudita. Al dialogo preferisce un monologo straordinariamente punteggiato (e nel film si monologa anche quando si dialoga).
La grande bellezza sembra essere un film geologico, come fosse l'affioramento improvviso di una stratificazione con i suoi tanti livelli sovrapposti e confusi; sembra essere un film archeologico, come fosse il ritrovamento di un'antica stanza romana con i suoi patrizi e le sue vestali. Sembra essere un film senile, come fosse la lettura postuma del diario di un vecchio dandy che ha vissuto nella Roma degli anni duemila. Sembra essere un film di fantasmi usciti dalla penna di uno scrittore fin troppo compiaciuto della sua arte e del suo mestiere. Infine, sembra essere la risposta erudita e d'autore al To Rome With Love, contraltare e vendetta alla cartolina di Woody Allen, con qualche traccia di troppo dell'impeto trascendentale di un Terrence Malick cattivo maestro.
LA GRANDE BELLEZZA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | €9,99 | |||
€9,99 | - |
Il pregio maggiore de La Grande Bellezza è quello di coinvolgere fin dai primi minuti lo spettatore, che può così vivere il film dall'interno. La maestria del regista sta nel farci entrare gradualmente nella sua opera, e questo riesce grazie alle atmosfere ovattate di una Roma inizialmente sonnolenta, assopita nel nitido sole delle prime ore del giorno, e introdotta dalle musiche [...] Vai alla recensione »
La grande bellezza, film di Paolo Sorrentino(2013), con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso e molti altri noti nomi. Straordinaria opera in cui si narra della ricerca, durata quarant'anni ed ancora in corso, della "grande bellezza" da parte di Jep Gambardella, uno scrittore, attualmente solo giornalista, che ha pubblicato un romanzo apprezzato e premiato a suo tempo, [...] Vai alla recensione »
"... è tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura. Gli sparuti e incostanti sprazzi di bellezza, e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile... ” Così commenta il protagonista del film di Paolo Sorrentino, "La grande bellezza" e così si potrebbe sintetizzar [...] Vai alla recensione »
Mi pare quantomeno riduttivo il paragone da molti esplicitato con “La dolce vita” di Fellini: ne “La grande bellezza”, Sorrentino mi pare si doti di uno sguardo più ampio e complesso di quello di Fellini: non ci parla solo di Roma, ma della nostra condizione esistenziale. Roma è “solo” la cornice teatrale prescelta, una Roma barocca e inutilmente splendida nelle sue forme, per meglio illustrare, quasi [...] Vai alla recensione »
All’inizio(ma proprio all’inizio) resti perplesso. Balli scatenati, svenimenti,esibizioni. Ti chiedi:dove vuole arrivare Sorrentino?possibile che presenti una storia senza un senso,almeno apparente? Poi la storia gradualmente si amplia,lentamente, ma progressivamente,con un crescendo che si può definire “rossiniano”.
Anime nude, quelle raccontate sul grande schermo ne “La grande bellezza”. Sentimenti ed emozioni che riecheggiano, con tutta loro potenza, negli occhi, sul volto e nelle movenze corporee di chi dà voce e vita all’ultimo film di Paolo Sorrentino. “Bellezze” esibite, festose danze, in un tripudio di eccessi che dominano i salotti della Roma “bene” di cui Jep Gambardella, interpretato egregiamente da [...] Vai alla recensione »
“La grande bellezza” racconta la storia di uno scrittore di sessantacinque anni, autore di un solo romanzo. La sua vita si muove alla ricerca di “una grande bellezza” che lo riconduca a scrivere nuovamente che gli dia nuova linfa e nuova ispirazione. Ma la “grande bellezza” è irraggiungibile. La bellezza, il protagonista la trova solo nei palazzi romani, [...] Vai alla recensione »
La Grande Bellezza **** Tra le matasse più difficili da sbrogliare va messa la recensione di questo filmone. Urticante quindi apprezzato. Senza scomodare Fellini : il mondo di Sorrentino e' popolato di ossessioni e di maschere come quello del Maestro ma - diverso- si nutre di un osservazione parzialissima della realtà quotidiana mentre l'altro prendeva forma da sogni, bugie e desideri del Genio. [...] Vai alla recensione »
La vita di Jep Gambardella è immersa in quello che lui stesso definisce "il vortice della mondanità". Benchè venga considerato uno scrittore talentuoso e affermato, ha scritto un solo fortunatissimo libro, congedandosi inspiegabilmente con quell'unica opera dal mondo della letteratura. Sembra che questa vita non turbi più di tanto l'animo di Jep, anzi sembra [...] Vai alla recensione »
Film in cui si narra di un giornalista di costume di nome Jep Gambardella (interpretato da Toni Servillo), ora profondamente in crisi ed allontanatosi dalla sua primaria attività di scrittore, che trascorre le proprie giornate o, meglio, nottate, frequentando i salotti "bene" e "culturali" della buona società romana.
Jep Gambardella è un giornalista di costume, uno scrittore, un tuttologo, un uomo cinico e sentenzioso che a sessantacinque anni “non vuole più fare le cose che non ha voglia di fare”. È un mondano, conosce tutti, e nonostante tutti conoscano lui, è un uomo solo, spezzato, interrotto, un uomo che passeggia per le vie di una Roma che riesc [...] Vai alla recensione »
Un film bellissimo che sarebbe potuto essere un capolavoro se non fossero scappate alcune sbavature, alcune piccole cadute di tensione e di livello, che però, forse, sono volute proprio a significare il sincretismo tra alto e basso che è uno dei temi del film. Scartata la lettura più superficiale come sostanzialmente fuorviante, un film sul decadimento morale e civile di una Nazione, o un film che [...] Vai alla recensione »
Jep Gambardella ha raggiunto il traguardo dei 65 anni d'età. L'uomo vive ormai da anni a Roma dove si era trasferito a seguito del successo ottenuto con il suo primo e unico romanzo intitolato l'Apparato umano. Nel corso degli anni, per sua stessa ammissione, Jep ha perso la vena artistica e si è dedicato a diventare il re della mondanità attorniato da una serie di [...] Vai alla recensione »
Il film di Paolo Sorrentino "La grande bellezza" si può riassumere con quattro parole: lo spreco di cultura. La cultura del protagonista, Jep Gambardella, scrittore che vive della rendita del suo unico romanzo, pubblicato quando aveva 25 anni, e la cultura della città di Roma, abitata da uomini e donne invecchiati male, marci e pure un po' stronzi.
Decadentismo. Questa è la parola più appropriata da utilizzare per spiegare il significato del nuovo film di Paolo Sorrentino La grande bellezza. Jep è alla ricerca della bellezza, come ogni uomo su questa Terra; non si tratta di estetica, di materia, ma solo di spirito e di libertà. Una libertà che non ha nulla a che vedere col decidere [...] Vai alla recensione »
All’ammirazione di Roma silenziosa ed estasiata di un gruppo di turisti giapponesi, uno dei quali muore fotografando e col sorriso davanti a questa beltà (“vedi Napoli e poi muori” vale anche per Roma dunque) e alla sacralità del canto solenne di un coro femminile, si contrappongono le successive immagini di una festa “di grido” in una terrazza romana, [...] Vai alla recensione »
Dopo l'America di "this must be the place", la svizzera de "le conseguenze del'amore" , la Napoli del "amico di famiglia" e i palazzi del potere de "il divo", Paolo Sorrentino, uno dei registi italiani più interessanti in assoluto ci porta a Roma per narrarcene bellezze e squallori.Il film è un quasi-capolavoro.
Un film che contiene molto metatesto, un film da (ri)vedere. Una storia senza storia, un ritratto corale di una società borghese in pieno disfacimento psicofisico, perfettamente simboleggiata da Serena Grandi e dalla scena surreale delle iniezioni di botulino. La devastazione è talmente grande che l'unico personaggio è il protagonista Jeb Gambardella, mentre tutti gli altri [...] Vai alla recensione »
Gep Gambardella (Servillo) è un giornalista, ha sessantacinque anni e vive a Roma. Personalità influente e di grande fascino, conosciuto da tutti per le sue sfarzose feste e per un libro da alcuni considerato un capolavoro, da altri un’opera mediocre. Pian piano, passeggiando solo o in compagnia in una città vuota e bellissima comprenderà quanto la sua vita sia [...] Vai alla recensione »
Si esce dalla sala con la sensazione ubriaca di aver assistito ad un esercizio di stile accumulatorio e debordante, barocco-partenopeo, sconnesso e ogni tanto surreale, pretenziosamente disorganico ed esagerato, troppo saturo, troppo intenso, troppo tutto. Ma poi ci si pensa e nasce il sospetto che sia il troppo, appunto, (ed il vuoto) a costituire l’essenza del film.
La Grande Bellezza di Sorrentino piace o non piace, si ama o non si ama. Di certo non lascia indifferenti. Io l’ho amato fin dalle prime scene. Quando ho capito che dovevo essere una “spugna” per impregnarmi di immagini, musica, emozioni e parole nella rappresentazione - nella forma del “sincretismo” piuttosto che della sintesi logica- di una mondanità becera.
E finalmente un Film, carico, ricco, succoso, che si nutre di contraddizioni: dal surrealismo che sfiora l’onirico alla concretezza più immediata e volgare, senza mai rinunciare al senso dell’estetica, alla profondità del messaggio, alla tentazione verso la poesia… E si serve di tutto: di una cinepresa che cambia di continuo velocità; una colonna sonora [...] Vai alla recensione »
''Ho fatto questo film non per puntare il dito, ma per cercare la bellezza e il sentimento dappertutto.''(Paolo Sorrentino) Gli odiosi trailer che precedono la proiezione sono terminati,il film sembra iniziato.Non vi sono titoli di testa: non sembra neppure un vero e proprio principio, piuttosto sembra che la pellicola si inserisca in un solco già [...] Vai alla recensione »
Film di strepitosa bellezza, sagace, pungente, profondo, che fa riflettere. Recitazione impareggiabile di Toni Servillo, accompagnata da eccellenti prestazioni della Ferilli e di Verdone. Scenografia e fotografia impareggiabili. Innegabile l'ispirazione da " La dolce vita " e da " 8 e 1/2 " di Fellini, così come si può vedere, riduttivamente, [...] Vai alla recensione »
Non ha vinto niente a Cannes, ma ha sbancato al botteghino e come poteva d’altra parte questo film amaro e narciso di Sorrentino, non risultare gradito al grande pubblico? Una Roma viziosa e decadente con i suoi fasti opulenti e volgarotti, che pure non smettono di stregare dopo millenni, un giornalista cinico e sferzante che pare la versione invecchiata di Marcello ne La Dolce Vita e poi uno [...] Vai alla recensione »
Ho impiegato quattro giorni per scrivere la recensione di questo film e ho passato questi giorni a pensare intensamente alla pellicola, a chiedermi tante, molte cose, forse alla fine perfino troppe. E' un'opera sulla quale si è scritto moltissimo, verso la quale si sono usati molti aggettivi, alcuni si sono anche sprecati. Ha diviso, chi l' ha amata, chi l'ha odiata.
Ho visto "La grande bellezza" in streaming in due riprese, questo fine settimana, incuriosito dal bailamme provocato dalla vittoria dell'Oscar al miglior film "straniero". Dico subito che il dibattito sull'eredità di Fellini e della "Dolce vita" mi sembra una fesseria, i due film sono diversi come sguardo e come approccio, condividono la stessa ambientazione, ma lo fanno con occhi differenti.
E’ possibile fare un film sul nulla, fatto di nulla che porta al nulla…..Sorrentino ci è magnificamente riuscito con “La Grande Bellezza”. Il film ha per protagonista la Roma di oggi…..una città che ha mantenuto la sua eterna bellezza ma che è popolata nel suo sottobosco da una società fortemente cafona, pseudo intellettuale che gira a vuoto [...] Vai alla recensione »
E’ “l’apparato umano” il soggetto di questo film non solo la Roma gaudente e corrotta della dolce vita. La scelta di Roma come genius loci è funzionale ad un lavoro ambizioso. Roma è il palcoscenico per eccellenza per un film come questo: le splendide riprese della città, con i suoi panorami abbacinanti, i suoi monumenti e reperti sparsi per ogni dove, [...] Vai alla recensione »
A primo impatto, è difficile sottrarsi al richiamo dei precedenti illustri cui in qualche modo il film si aggancia. Ovvio il rimando al cinema di Fellini, che con il suo stile espressivo ed il modo personale di rappresentare e staffilare la realtà ha influenzato gran parte del cinema successivo, in Italia come all'estero. Anche qui i personaggi principali o di contorno sono maschere, [...] Vai alla recensione »
“La grande bellezza” è un qualcosa di geniale fatto verosimilmente senza sapere di come averlo fatto e soprattutto senza sapere di cosa aver fatto. Se Sorrentino pensava di fotografare una determinata realtà sociale, devo dire che non ci è riuscito. C’è di meglio nel campo cinematografico delle riprese autentiche del sociale. Sorrentino forse senza saperlo, proprio come un genio, ha fatto lievitare [...] Vai alla recensione »
Nove minuti di meritata standing ovation a Cannes per questa sesta fatica di Paolo Sorrentino, peraltro così tiepidamente recepita in patria. Film certamente molto complesso, va probabilmente goduto per sensazioni ed empatie, come con Fellini. Ed è proprio Fellini la fonte stilistica e tematica più consistente, specialmente quello di “Roma” e di “8 e ½”.
Jep Gambardella è un raffinato dandy che vive all'insegna del divertimento smodato tra una festa e l'altra, circondato da una fauna umana molto pittoresca, barocca, trasgressiva e decadente. Dopo aver scritto un libro in giovane età, non riesce più ad avere l'ispirazione per produrne un altro, e si trascina malinconicamente nella bellissima Roma tra diverse avventure umane, sprecando tempo tra una [...] Vai alla recensione »
Dopo aver compiuto 65 anni il mondano Jep Gambardella, come fulminato da una improvvisa presa di coscienza, capisce che non può più perdere tempo a fare quello che non gli va di fare; da qui prende le mosse un grande excursus per i giardini segreti, le sale buie e meravigliose e le grandi carrellate spettacolari nella grande bellezza della città eterna.
Evidenti sono le influenze di Fellini (la Dolce Vita, Roma e Otto e mezzo), sono cambiati i tempi però. Non è la Roma degli anni d'oro di Cinecittà, via Veneto non è il ritrovo dei divi stranieri in 'vacanze romane'; si intravede solo il gradito cameo di una pallida Fanny Ardant, che vaga di notte per una via Veneto quasi deserta. I paparazzi non ci sono più; nell'era digitale, vige l'autoscatto narcisista [...] Vai alla recensione »
C'è chi lo ha considerato un' inopportuna rivisitazione del capolavoro felliniano "La dolce Vita". Chi lo ha criticato perchè troppo lento e privo di originalità. Chi ha definito i personaggi caricature troppo utopistiche (o più che altro distopistiche) di un'italia post-berlusconiana, priva ormai di qualsiasi valore morale.
Dopo Sean Penn e l'esperimento narrativo americano, più congegnale a Gabriele Muccino,Paolo Sorrentino torna a raccontare il nostro paese, servendosi del suo attore feticcio, un ennesimo immenso Toni Servillo, mattatote in tutti i sensi sia nel personaggio cinico e disilluso di Jep Gambardella, regista e burattinaio delle notti mondane romane, sia nella recitazione con le mille sfumature facciali [...] Vai alla recensione »
La Città Eterna, in tutta la sua umana varietà, in tutta la sua estetica assassina, si presenta nella sequenza d'apertura accompagnata da un corale canto lirico; un grido femminile ci strappa bruscamente da questa calma spirituale ed assolata, per catapultarci in un'altra Roma, in un altro mondo, luminoso di musica martellante: una festa notturna che accoglie senza distinzione [...] Vai alla recensione »
E' difficile, violento oserei dire, affermare che Roma sia solo "bella" nelle immagini di Sorrentino. Roma, vera protagonista indiscussa di questa pellicola, appare prepotentemente unica, di un'unicità mostruosa, deviata, decisamente sublime. La fauna che la popola, quasi vampiresca nel suo rifuggire la luce impietosa di un sole onnipresente, lotta disperatamente per sfuggire alla morte e alla ricerca [...] Vai alla recensione »
La grande bellezza e' il film del ritorno in patria di Paolo Sorrentino dopo la parentesi americana di This must be the place. Firma una pellicola raffinata e di grande classe , che fotografa la decadenza contemporanea del popolo italiano, tramite le gesta del 65enne Jep Gambardella , giornalista , ma soprattutto capo branco dei mondani e punto di riferimento del popolo delle [...] Vai alla recensione »
"Allo stesso modo altri diviene misantropo e ha avversione e antipatia per i suoi simili. Oh! davvero, non c’è sventura più grande di questa antipatia per ogni discussione. E l’uno e l’altro morbo, misologia e misantropia, sorgono in noi dalla medesima fonte. La misantropia si infiltra in noi [...] quando le delusioni si rinnovano frequenti, e proprio per opera [...] Vai alla recensione »
Quando ci si trova davanti a film come questi, una delle cose più difficili è riuscire a scrivere un commento che ne sia all'altezza. "La grande bellezza" è un’opera curata nel più piccolo dettaglio, nulla è lasciato al caso: la fotografia, la scenografia, i dialoghi. Ogni cosa è studiata e voluta ma non c'è nulla di artefatto, tutto è in armonia. La raffigurazione di una Roma dominata dalle feste [...] Vai alla recensione »
Non a caso è Roma, la città “eterna”, a rappresentare in questo film, quella piccola frazione di tempo che è concesso vivere a ognuno di noi, la nostra vita in fondo è la nostra eternità, e come il Tevere attraversa Roma, noi attraversiamo la nostra vita lambendone le sponde. Il sapore di questo film mi si è sciolto sulla lingua piano piano e quel gusto dolce/amaro che si contrappone costantemente, [...] Vai alla recensione »
Il grande capolavoro di Paolo Sorrentino. Descrive la mondanità, le apparenze, i piaceri, la bellezza, la ricchezza, il potere come tanti aspetti illusori della realtà, dietro cui corre tanta gente credendo di trovare la felicità. Ma alla fine della loro corsa c'è la morte, e anche la bellezza prima o poi va via, il corpo si fa brutto, arriva la vecchiaia.
Grande battage, ampie presentazioni, cast notevole, sontuosa scenografia, suggestive immagini, seducente colonna sonora, osannato e nato primo della classe. E’ certo un film stimolante, che non passa inosservato, che fa parlare di sé … ma non è un capolavoro. Eppure ai grandi capolavori si ispira. Senza nulla togliere all’estro del buon Sorrentino, anzi [...] Vai alla recensione »
Paolo Sorrentino fa parte di quella benedetta categoria di artisti che usano il cinema per esprimere la propria arte esttamente come farebbero un pittore o un poeta. La sua opera diventa così il contenitore della visione che l'autore ha della realtà attraverso l'uso di strumenti estetici di eccezionale valore. In questo ennesimo capolavoro la città di Roma rispolvera la [...] Vai alla recensione »
Ho rivisto il film se si potesse gli aggiungerei una stella . Ogni volta che lo si rivede si scopre qualcosa di nuova . Nulla è lasciato al caso . La sciatteria è assente . Poi si scoprono i piccoli camei di bravissimi attori . Scorci di Roma meravigliosi . La colonna sonora è geniale e denota una notevole cultura musicale ed un profondo amore per la musica tutta .
Il film di Sorrentino è un film surrealista, e apparentemente nichilista. Il film è apparentemente nichilista perché per quasi tutta la sua durata si sofferma sulla bruttezza visibile che i personaggi del film dimostrano con il loro comportamento vacuo e lascivo. Ma è un inganno perché, parallelamente a essa, si ha, nello stesso tempo, una sensazione di bellezza invisibile, La Grande Bellezza, che [...] Vai alla recensione »
Jep Gambardella, inguaribile dandy, scrittore di un capolavoro letterario, ma con un blocco dello scrittore che dura da troppi anni, indaga in un mondo fatto di feste faraoniche e grandi banchetti su cosa sia la vera bellezza. La ricerca della grande bellezza, dell'ispirazione per contemplare la vita è da sempre parte di Jep ( un maestoso Tony Servillo, forse il miglior attore italiano dei [...] Vai alla recensione »
Prima parte Chi,questa volta,crede di andare a vedere un film sbaglia di grosso e può rimanerne deluso. E’, invece, un magnifico spettacolo di immagini, scene, riprese e musica. Roma dei Cesari,dei Papi e dei nobili ospita una miriade di personaggi in una cornice fatta di monumenti, angoli, fontane, strade e piazze, palazzi e cielo che soltanto questa Città mondiale può mostrare.
La grande bellezza di Paolo Sorrentino ha dunque ottenuto il Golden Globe come migliore film straniero. È un riconoscimento importante anche se non fa la storia come l'Oscar, Cannes e Venezia. È regola, ed è quasi assunto, che chi vince il "Globe", molto probabilmente si ripete agli "Oscar". Accade spesso. È successo negli ultimi tre anni: In un mondo migliore (2011), Una separazione (2012), Amour (2013), si sono, appunto, ripetuti.
Ecco la Roma del benessere inquieto ed esibito, quella del frenetico presenzialismo, che si arrocca nei suoi riti faticosi e nervosi; quella che non vuole più saperne del resto del mondo, essendo lei stessa il mondo, e guai da quel mondo essere scartato, dimenticato, lasciato solo con le proprie macerie, tra gli altri che non contano. Oggi quel che conta per chi conta è l'esibizionismo, il brusio della [...] Vai alla recensione »
Una città in cui il sordido sconfina nel sublime, il kitsch rasenta l'estasi, l'ignobile diventa spirituale. Un protagonista tutto abiti sgargianti e segreti rimpianti, re della mondanità e fustigatore dei mondani, un occhio sul nulla variopinto in cui sguazza e l'altro sul nulla che lo divora da dentro. Un film bulimico, barocco, ora geniale ora perfino banale, fatto di maestosi movimenti di macchina, [...] Vai alla recensione »
Sulle terrazze in cui convivono puttane, tromboni, sessuomani e letterati, nella felicità drogata dalla caipirinha e nelle sveglie etiliche, Jep Gambardella (Toni Servillo) nuota con stile liberissimo da almeno 40 anni. Arrivò a Roma da giovane forestiero, scrisse un libro che fece gridare all'avvento del nuovo Steinbeck e attraversata la frontiera, a furore dominato, si accontentò di mettersi a riposo, [...] Vai alla recensione »
Girato con la solita maestria di Paolo Sorrentino, La grande bellezza sprofonda nel disincanto della società italiana, in crisi esistenziale e di valori, nel mezzo di una Roma avvolta nel suo (troppo) pesante passato. Così, di fronte al Colosseo, l'ex scrittore Jep Gambardella (Tony Servillo), piombato nella mondanità delle feste vuote e assordanti, s'ingegna invano a ritrovare la strada della letteratura [...] Vai alla recensione »
Dopo «Roma» di Fellini, «La grande bellezza», a Roma da cima a fondo, di Sorrentino. Al centro un giornalista anche scrittore, Jep, che come il giornalista Marcello ne «La Dolce Vita» attraversa i luoghi e la gente di quella stessa città con occhi molto più disincantati di quelli dell'altro, sciorinandoci via via una serie di piccoli (o grandi) inferni messi lì a rievocarci la vita a Roma oggi in ambienti [...] Vai alla recensione »
«Roma ti fa perdere un sacco di tempo». Se così non fosse stato, Jep Gambardella sarebbe diventato un grande scrittore. Invece si è fermato a quel primo romanzo giovanile, L'apparato umano, che da solo è bastato però a lanciare il suo autore nel jet set della capitale. Non c'è festa, pettegolezzo, appuntamento mondano riservatissimo, evento esclusivo a cui Jep non partecipi o di cui non sia informato. [...] Vai alla recensione »
C'era una volta la Dolce Vita, esclusivo prodotto del made in Italy. Come il regno di una favola è un'epoca lontana-lontana, dissolta, ormai da anni, nel disfacimento e nella consunzione morale di una nazione intera. Se resta nella memoria e nella Storia il capolavoro epocale di Federico Fellini che la raccontava con l'irrequietezza polemica del genio, sopravvive, però, anche la sua Roma, quella capitale [...] Vai alla recensione »
Il cannone del Gianicolo spara verso la macchina da presa (quindi verso il pubblico) e sveglia la città. Un coro femminile intona canti celestiali al fontanone (quello che i romani chiamano confidenzialmente «l'acqua Paola»). Un turista giapponese stramazza al suolo dopo la milionesima fotografia, con il cuore trafitto da tanta bellezza. Il protagonista maschile di La grande bellezza, Jep Gambardella, [...] Vai alla recensione »
Titolo appropriato per uno dei film più intelligenti degli ultimi anni. Il vuoto (culturale) cafonal di una Roma che fa inconsapevolmente la stupida. Un campionario umano azzeccato per rappresentare la povertà morale di chi si atteggia per riempire il vuoto del proprio io. Perfetto, come sempre, Servillo anche se è il personaggio di Verdone a dare la giusta chiva edi lettura all'operazione di Sorrentino. [...] Vai alla recensione »
Gran parte del nuovo film di Paolo Sorrentino poggia sulle spalle di Toni Servillo che, fatte le debite proporzioni, dimostra di essere per il regista napoletano quello che Mastroianni è stato per Fellini. E il paragone non si ferma qui: Servillo, come il Mastroianni della Dolce vita, è un lucido osservatore del mondo che lo circonda e se le feste di oggi non hanno molto a che vedere con quelle degli [...] Vai alla recensione »
È giusto fino a un certo punto tirare in ballo Fellini a proposito del nuovo film di Paolo Sorrentino, in uscita in sala in contemporanea con la presentazione sulla Croisette. Perché, pur ricco di citazioni-omaggio al capolavoro del maestro riminese, La grande bellezza sta a La dolce Vita come la Via Veneto di oggi sta alla Via Veneto del 1959. Adesso è solo una strada di hotel di lusso dove è vano [...] Vai alla recensione »
Il senso di La Grande bellezza, il film di Paolo Sorrentino in concorso ieri a Cannes, è racchiuso in Ferito a morte di Raffaele La Capria, uno dei romanzi del Novecento italiano.Entrambi napoletani, entrambi educati a una sorta di armonia pagana, il miracoloso secolare rapporto fra natura e cultura, il secondo ha fatto a tempo a viverne la sua ultima stagione, mentre al primo non è dato altro che [...] Vai alla recensione »