Una gustosissima cavalcata attraverso l'impresa epica dei Mondiali dell'82. Che coinvolge anche chi di calcio non sa nulla. Documentario, Italia2022. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film ripercorre le sette partite, come le tappe di un viaggio, che hanno portato l'Italia, guidata dal CT Enzo Bearzot, ad aggiudicarsi la Coppa del mondo e a compiere questa straordinaria impresa. Espandi ▽
È l'11 luglio 1982, e la nazionale di calcio italiana è stata appena proclamata Campione del Mondo. Tutto il Paese esulta, il presidente Sandro Pertini in prima fila, tutti festeggiano la squadra e il suo mister, Enzo Bearzot, come fossero eroi. Ed è proprio seguendo lo schema classico della narrazione definito come Il viaggio dell'eroe, identificato da Joseph Cambell e codificato per il cinema dallo sceneggiatore Chris Vogler, che Manlio Castagna, sulla base di un soggetto di Manuela Cacciamani che co-firma con lui la sceneggiatura, racconta quel manipolo di giocatori che fecero l'impresa.
Il risultato è un racconto epico più che un resoconto sportivo, in grado di coinvolgere emotivamente anche chi di calcio non sa nulla, e soprattutto chi quel 1982 già c'era e ricorda l'entusiasmo travolgente di un momento elettrizzante della storia italiana.
Castagna ci fa entrare nel vivo dell'azione e dentro quei piccoli schermi che hanno realizzato all'epoca le telecronache dei Mondiali, ricava inquadrature ravvicinatissime che stanno sui volti più che sulle azioni di gioco, e il montaggio di Diego Capitani è un capolavoro di velocità e sintesi, riproducendo quella febbre che ha contagiato tutta l'Italia, ben visibile nel suo esondare in strada, in preda ad una gioia incontenibile e ad un orgoglio patriottico finalmente ritrovato. Recensione ❯
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Napoli sotterranea protagonista di un thriller italiano. Espandi ▽
Napoli. Cécile Bonnet, figlia del ricco magnate francese Jacques, è arrivata in città per coordinare la costruzione di una serie di mega parcheggi nella città sotterranea. Collaborano con lei anche il suo project manager Yanis, l'assistente di suo padre Greta e il geometra locale Di Marino. Gennaro, da tempo custode del sottosuolo della città che organizza le visite guidate per i turisti, cerca di opporsi al progetto ma viene colpito da un malore. È il primo di una serie di fatti inquietanti a cui seguono altri imprevisti e morti violente. Una presenza misteriosa si aggira nelle viscere sotterranee di Napoli. Così il sopralluogo di Cécile e il suo team si trasforma in un incubo. Il gruppo resta infatti intrappolato sotto la superficie, non riesce a comunicare con l'esterno e cerca disperatamente una via di uscita.
Black Parthenope, proprio per l'ambientazione e l'atmosfera che poteva costruire, forse avrebbe funzionato meglio con la minor trama possibile.
Il ritmo poi diventa eccessivamente dilatato senza che ci sia una suspense coinvolgente e in una scena di fuga Cécile viene inquadrata solo sul volto disperdendo così la natura inquietante dello spazio che la circonda che è pieno di zone oscure. Recensione ❯
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Protagonista di My Rembrandt è la passione sfrenata per le opere del Grande Maestro, che non accenna a spegnersi a 350 anni dalla sua scomparsa. Espandi ▽
"Come ha fatto a dipingerla?" si chiede davanti all'obiettivo, ancora incredulo per la sua perfezione stilistica, Eric de Rothschild, dispiaciuto poiché è stato obbligato a vendere - per una questione di tasse, spiega - un prezioso ritratto firmato da Rembrandt insieme al suo doppio, al suo compagno (anzi, compagna) di proprietà del fratello. La storica coppia de "I coniugi Marten Soolmans e Oopjen Coppit" (1634), unico duplice ritratto a figura intera realizzato dal pittore olandese, viene infatti venduto dai Rothschild per 160 milioni di euro a due tra i più importanti musei al mondo: il Louvre e il Rijksmuseum.
La regista olandese Oeke Hoogendijk racconta, in maniera minuziosa, curata e attenta, la scoperta e la vendita di una selezione di opere preziosissime di Rembrandt, svelando i retroscena più segreti e interessanti che, solitamente, sono appannaggio degli attori e dei professionisti coinvolti.
Il mio Rembrandt è interessante anche per i non addetti ai lavori. Durante la proiezione al cinema ho infatti pensato, come critica e curatrice d'arte contemporanea da diversi anni, se dall'esterno noi professionisti e, soprattutto, i collezionisti, siamo giudicati come dei personaggi non-reali per l'ossessiva cura nei confronti delle opere d'arte. Recensione ❯
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Psycho-thriller con luci e ombre, non esente da difetti, ma con un apprezzabile finale. Thriller, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una madre e sua figlia piccola sono rinchiuse nel bagagliaio di un'auto da un pericoloso squilibrato: la loro unica speranza di salvezza è riposta in una ragazzina che, proprio quello stesso giorno, ha deciso di togliersi la vita. Espandi ▽
Marta è una ragazza che vive un momento di grande difficoltà e ha deciso di risolverlo con un suicidio. Si è procurata il veleno, l'ha messo in una bottiglia di whisky e se ne va di casa pronta a mettere in atto il suo piano. Deve però prima accompagnare a scuola il fratellino Chicco, che invece di prendere il suo zainetto prende quello della sorella, che non se ne accorge. Vessato da un bulletto, Chicco si rifugia in una villa solitaria dove, all'interno del bagagliaio di un'auto, è imprigionata una donna, Giulia, assieme alla figlioletta Chiara. Chicco non sa come aiutarle, ma intanto Marta si è resa conto dello scambio di zainetti e, indirizzata dal bulletto, arriva anche lei alla villa. Trova Chicco e si rende conto della difficile situazione delle prigioniere. Ma mentre pensa a cosa fare, l'uomo che le ha rinchiuse nel bagagliaio torna nella villa.
Il film mette in scena una situazione di partenza interessante e la sviluppa in modo però un po' monotono - tra continui inseguimenti e fughe - sino a confluire in un finale a sorpresa di buona efficacia che richiede molto alla sospensione dell'incredulità, ma non più di quanto gli spettatori di psycho-thriller siano in genere disposti a concedere.
Una prova con luci e ombre, non esente da difetti, ma che si lascia seguire con simpatia e ha le sue carte da giocare sotto il profilo narrativo, diretta da Anto con alcune buone intuizioni. Recensione ❯
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Un sintetico trattato socio-psicologico sulla gioventù marocchina che usa l'hip hop come utile grimaldello. Drammatico, Marocco, Francia2021. Durata 101 Minuti.
Anas, ex rapper, incoraggia un gruppo di giovani marocchini a liberarsi dal peso delle tradizioni per vivere la loro passione ed esprimersi attraverso la cultura hip hop. Espandi ▽
In un quartiere popolare di Casablanca arriva Anas, un ex cantante rapper che ha ottenuto un incarico di insegnamento in una scuola ad indirizzo artistico che ha al vertice una direttrice piuttosto rigida. Anas non ha una casa e dorme in macchina ma in classe si presenta come un docente che non rinuncia a pretendere risultati dagli allievi, pronto anche a trattarli con durezza verbale quando gli presentano esibizioni di hip hop velleitarie.
Il regista Nabil Ayouch offre uno spaccato della gioventù marocchina. Analizzando da vicino i vari protagonisti attraverso il filtro colorato del mondo dell’hip hop, riesce a far emergere uno sguardo più ampio e critico di una generazione e di una società. Recensione ❯
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Mega tributo al cantautore catanese all'Arena di Verona: un trionfo della potenza intergenerazionale della sua opera. Musicale, 2022. Durata 153 Minuti.
Il concerto dove i più grandi artisti della musica italiana hanno reso omaggio a Franco Battiato. Espandi ▽
Il 21 settembre 2021 molti artisti italiani si ritrovano all'Arena di Verona per testimoniare la riconoscenza e l'affetto per Franco Battiato e la durevole rilevanza della sua opera, a circa quattro mesi dalla sua scomparsa. La produzione è di International Music and Arts di Francesco Cattini, Stefano Senardi, Pino "Pinaxa" Pischetola e Carlo Guaitoli, che cura la registrazione audio del concerto (un'uscita discografica in due CD o in un box di quattro vinili) e, insieme alla milanese Except di Pepsy Romanoff e Maurizio Vassallo, un film dallo stesso titolo: Invito al viaggio - Concerto per Franco Battiato di Pepsy Romanoff.
La pulizia del suono, l'altissima qualità e raffinatezza degli arrangiamenti, a volte quasi filologici, altre liberi di reinterpretare i brani, e la vicinanza reale a Battiato di Guaitoli e di tanti tra gli artisti che si succedono sul palco fa di Invito al viaggio qualcosa di diverso e di più prezioso rispetto allo standard dei concerti-tributo.
Con la solennità di un rito di memoria e anche la leggerezza di una festa. Nelle parole di Giovanni Caccamo, Invito al viaggio è "una grande preghiera collettiva di anime per Franco Battiato". Recensione ❯
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Una finestra credibile sul mondo dei ventenni. Con bravi interpreti e buoni dialoghi. Commedia, Italia2022. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Mettersi in discussione per ritrovare la libertà interiore. Espandi ▽
Roberta, dopo essere stata bocciata ad un esame universitario e quindi costretta ad andare fuori corso, decide, non senza reticenze, di concedersi qualche giorno di vacanza insieme al fratello e ad un gruppo di coetanei tra cui spicca l'amica del cuore Alyssa. Roberta è anche tormentata sul piano sentimentale perché è stata da poco lasciata dal suo ragazzo ormai storico e non sa se e quanto sentirsi disponibile per nuove esperienze.
Partendo da Pavia e avendo come meta le spiagge assolate il film trova la sua giusta dimensione nei dialoghi mai retorici o artefatti dei protagonisti.
Di Giorgio è più che sulla buona strada. Gli manca ancora, ma viste le premesse si tratta solo di attendere, quel tocco di autorialità che faccia sì che questi incontri e anche scontri tra personaggi superino la contingenza degli intrecci per acquisire quel valore in più che renda chi li ha portati sullo schermo riconoscibile. Recensione ❯
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La grande energia della protagonista è il maggior punto di interesse di un'opera che non nasconde la sua vulnerabilità. Documentario, Italia2021. Durata 73 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La parabola sportiva, e non solo, di Veronica Yoko Plebani che vede rimandata la sua avventura olimpica. Espandi ▽
Veronica Yoko Plebani sa che nessuna battaglia arriva senza cicatrici e che il successo non arriva mai senza lotta. Tre volte paralimpica italiana, attivista per le atlete e sostenitrice di diversi standard di bellezza, i sogni di Yoko per una medaglia a Tokyo nel 2020 sono improvvisamente infranti dalla pandemia mondiale. Mentre gli sport sono sospesi, la triatleta non si arrende. Recensione ❯
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Un'opera fondamentale che si pone come la testimonianza definitiva sui fatti del 2019 a Hong Kong. Documentario, Hong Kong2021. Durata 152 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'immersione nella realtà delle proteste di Hong Kong tra la repressione cinese e il crescente senso di comunità della popolazione. Espandi ▽
Nel 2019, in seguito al varo di una legge sull'estradizione dei condannati dalla giustizia in Cina, Hong Kong insorge di nuovo, come nel 2015 quando l'Umbrella Movement mise in difficoltà il governo di Pechino. Orde di manifestanti occupano il quartiere di Central e raggiungono la cifra di due milioni di persone, più di un quarto della popolazione di Hong Kong. La strenua lotta a colpi di slogan, fionde e molotov contro i manganelli e i lacrimogeni della polizia si conclude con l'occupazione del Politecnico e l'arresto dei manifestanti. Ma le coscienze sono state risvegliate.
152 minuti di durata per un film che racconta in modo diacronico le origini degli scontri, il loro sviluppo e la loro conclusione, avvalendosi di immagini straordinarie riprese dalla giornalista Gwyneth Ho o dalle Go-Pro fissate sui manifestanti stessi e delle testimonianze dei protagonisti, ora in clandestinità, in carcere oppure espatriati a Taiwan.
Siamo di fronte ad un'opera fondamentale per comprendere una situazione politica tutt'altro che definita e in continua evoluzione. Recensione ❯
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La storia di Luna e Martina in fuga per salvare il loro amore. Espandi ▽
Sarajevo, oggi. Luna è in procinto di sposarsi con il fidanzato Haris, approvato dalla famiglia e dagli amici Maja e l'italiano Matteo. La sua vita scorre tranquilla e prevedibile finché in città arriva Martina, l'amica di Matteo, studentessa in cerca di una pausa dal suo percorso di vita. E accade ciò che Luna non si sarebbe mai aspettata: lei e Martina si innamorano, scoprendo un'alternativa a un'esistenza in qualche modo pilotata dalle aspettative altrui. Da questa scoperta nasce una consapevolezza dell'insoddisfazione segreta che entrambe provavano fino a quel momento e dell'ambiente maschilista nel quale sono cresciute. E Luna sarà messa davanti ad una scelta radicale su come proseguire con il resto della propria vita.
C'è una certa naturalezza nella narrazione e nell'interpretazione di Luna Mijovic che interpreta il ruolo della protagonista, mentre a Tania Bambaci è affidato quello di Martina, e il ritratto della società bosniaca (ma anche italiana, attraverso la figura di Matteo) è costruito attraverso pennellate rapide ma efficaci.
Interessante è lo sfondo di una Sarajevo moderna e multietnica in cui convivono religioni e visioni del mondo diverse e per certi versi antitetiche, ma che resta un esempio di resurrezione post bellica commovente. Recensione ❯
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Sorretto dall'ottima prova dei due protagonisti, un film evocativo che sa toccare le corde della nostalgia. Drammatico, Slovenia, Italia2020. Durata 85 Minuti.
Una storia d'amore romantica e delicata tra Bruno, anziano e affetto da Alzheimer e Duša, ospite della
stessa casa di riposo. Espandi ▽
Le giornate di Bruno, un uomo anziano malato di Alzheimer che vive in una casa di riposo, si somigliano. Ogni tanto riesce a uscire dalla struttura perché vuole tornare a casa dalla moglie, che in realtà è morta tre anni prima, e dal suo vecchio cane che non c'è più da tempo. Riceve ogni tanto le visite della figlia e partecipa senza troppa voglia alle attività ricreative del gruppo, come quella di ritagliare foto. Un giorno vede dalla finestra Duša, anche lei ospite dell'istituto affetta da Alzheimer, mentre si sta facendo bagnare dagli irrigatori che innaffiano il giardino. Si incontrano a colazione, trascorrono del tempo insieme, flirtano come se si conoscessero per la prima volta oppure si ignorano del tutto. La presenza della donna riesce momentaneamente a frenare il desiderio di fuga di Bruno e a renderlo meno cupo. Ma poi, ogni volta che si sente solo, ripensa continuamente al suo passato.
Mandic sa toccare le corde della nostalgia del passato soprattutto attraverso il brano "Non ho l'età" (il collegamento con il titolo del film), che accomuna i due protagonisti.
Sanremo è un film evocativo che non esibisce la malattia ma ne mostra soltanto i segnali intermittenti e dove i rumori ricorrenti (il vento, le onde del mare, il temporale) diventano una silenziosa colonna sonora. Forse la distanza voluta dai due personaggi porta talvolta il film a rifugiarsi nella ricerca della 'bella immagine' ai limiti dell'autocompiacimento. Recensione ❯
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Un film tanto ambizioso quanto confuso in cui non basta l'intensa prova di Giorgio Colangeli. Drammatico, Italia2021. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un regista settantenne affronterà di tutto per realizzare il suo prossimo film. Espandi ▽
Nino è un regista di circa 70 anni dalla carriera non esaltante che da un momento in poi non ha più lavorato. Isolato nel suo appartamento, cerca di dare un senso alle sue giornate quando all'improvviso riceve una telefonata del suo storico produttore Fredo che gli propone di scrivere un film in soli tre giorni. All'inizio è dubbioso ma poi, in preda all'entusiasmo, prende la sua vecchia macchina da scrivere, un'Olivetti Lettera 32, e butta giù la storia di un film epico su una donna trovata da un gruppo di soldati durante la guerra.
Contatta così via Skype i suoi storici collaboratori, dallo sceneggiatore De Paoli all'attore Giovanni Marino, ma entrambi rifiutano di collaborare al progetto. Inoltre, una sera chiama una escort che è uguale alla moglie che l'ha abbandonato anni prima e che lui non ha mai dimenticato.
Cita Il mistero del falco e Climax, Ladri di biciclette e Tesnota, L'appartamento e Lilli e il vagabondo passando per Cassavetes, Antonioni, Fellini e Pialat. I riferimenti cinematografici, tirati in ballo come in un elenco, diventano così il motore creativo per Nino, chiuso dentro le quattro mura del proprio appartamento, che è in preda a un delirio artistico-mentale dove la realtà si confonde con la finzione. Recensione ❯
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L'anime che ha segnato la consacrazione della talentuosa regista Naoko Yamada Espandi ▽
Il club di musica per fiati della scuola superiore Kitauji si prepara per un nuovo concorso, con l'obiettivo di conquistare l'oro. Per Mizore e Nozomi, ormai al terzo anno, sarà l'ultima volta. Il brano a piacere selezionato per l'occasione è Liz e l'uccellino azzurro. Nell'omonima fiaba, un uccellino assume le sembianze di una fanciulla che si lega profondamente a Liz, la quale infine lo esorta a volare via libero. L'introversa Mizore si riconosce in Liz, ma non ne comprende i sentimenti: la giovane è fortemente attaccata a Nozomi, sua unica amica, e non riuscirebbe a spingerla lontana da lei. Le prove per l'esibizione procedono, e il dialogo di assolo fra Mizore e Nozomi, fulcro del brano, continua a essere insoddisfacente. A compromettere l'esecuzione è la ritrosia di Mizore a lasciar andare l'uccellino azzurro? Oppure... Recensione ❯
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