Un film intenso con un grande merito: riportare alla memoria la condizione femminile in tempi di guerra. Drammatico, Italia2022. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Ester è nel campo di concentramento di Fossoli. Una ragazza ebrea di 40 anni, di nazionalità italiana, rimasta sola dopo il rastrellamento del ghetto romano nel quale è stata arrestata tutta la sua famiglia. Espandi ▽
Ester è un'ebrea italiana che, in seguito ad un rastrellamento, viene condotta nel campo di transito di Fossoli. Qui stringe amicizia con un'altra prigioniera ma la permanenza sarà breve perché la sua prossima destinazione sarà il campo di concentramento femminile di Ravensbrück. Lì sperimenta il senso di solidarietà con altre donne ma anche il timore della delazione. Fuori dalla baracca, oltre al duro lavoro, spesso si assiste a soprusi ed uccisioni. Se poi nel ventre di Ester sembra si stia sviluppando una nuova vita la situazione si fa ancor più pericolosa.
Un film che racconta la Shoah vissuta dalle donne mettendo in luce come per loro la resistenza al tentativo di annullarne la personalità fosse una battaglia da combattere con determinazione ogni giorno.
Bocche inutili si apre con livelli di recitazione differenti resi ancor più evidenti da battute che sembrano più scritte che non pensate per essere pronunciate da donne in una situazione di costrizione e sofferenza. Progressivamente però questa sensazione sfuma per lasciare il posto ad un crescendo drammatico che fa della verosimiglianza il proprio punto di forza. Recensione ❯
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Un trattato sui rapporti fra uomini e donne che si attraggono ma che continuano a non capirsi. Drammatico, Germania, Ungheria, Italia2020. Durata 169 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un capitano di mare fa una scommessa in un caffè con un amico che sposerà la prima donna che entra. Espandi ▽
Storia di mia moglie è un film smaccatamente sentimentale, ma è anche un trattato sui rapporti fra uomini e donne che si attraggono irresistibilmente ma continuano a non capirsi, nonché sulla tendenza di certe persone a rifiutare l'aspetto fragile e volubile dell’esistenza. La messinscena è sontuosa, magnificamente fotografata da Marcell Rév e abbigliata dai bellissimi costumi di Andrea Flesch, e i due protagonisti, l'attore olandese Gijs Naber e soprattutto l'attrice francese Léa Seydoux, sono fisicamente ed emotivamente perfetti nei ruoli di Jakob e Lizzy. Il paragone inevitabile è con Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick e soprattutto con il "Doppio Sogno" di Arthur Schnitzler, il romanzo breve del 1925 cui era ispirato. La regia di Enyedi è fluida come il mare che il capitano attraversa, come l'acqua sotto i ponti di Parigi e di Amburgo e come il nostro destino inconoscibile. A porte chiuse però tutto si raggela, diventa immobile e claustrofobico, la compostezza formale prende il sopravvento interrotta solo dal movimento sensuale del corpo di Lizzy, che si sottrae alle costrizioni intorno a lei. Recensione ❯
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Qualche dubbio di troppo trasforma l'esistenza di Andrea che si risveglia ogni giorno in una vita diversa, in un se stesso diverso e in realtà in cui Laura non è mai stata la sua compagna. Espandi ▽
La donna per me è una commedia romantica sul modello angloamericano, che fa riferimento a titoli come Ricomincio da capo e Palm Springs, ma anche Questione di tempo o Sliding Doors. Marco Martani torna alla regia, a distanza di 14 anni da Cemento armato e dopo aver firmato numerosi copioni diretti da altri, per ambientare a Spoleto, sua città natale, una storia che gli sta evidentemente a cuore, e che ha sceneggiato insieme ad Eleonora Ceci. E la sceneggiatura, nonostante abbia chiari i modelli di ispirazione, prende strade inattese, è ricca di svolte e di eventi e si muove in modo vivace e intelligente, al netto delle rare implausibilità pur all’interno di una storia di per sé surreale. La regia fa la scelta più intelligente: quella di mettersi al servizio della storia senza fuochi d’artificio, ma con una grande attenzione alla dimensione percettiva di Andrea, che come noi spettatori si ritrova precipitato in ambienti e situazioni continuamente cambiate. Recensione ❯
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Un ritratto struggente e intenso di una comunità di amici che si ritrova insieme molti anni dopo per celebrare la vita e la morte prematura dell'amico più emblematico del gruppo. Espandi ▽
Nel 2018 Mauro Fagioli moriva a 47 anni. Da tempo era recluso all’ultimo piano di un palazzo della Roma bene dove esercitava la sua unica attività, portare a termine il film dei suoi sogni con materiali raccolti nell’arco di vent’anni: ore e ore di girato peripatetico cui avevano partecipato volontariamente tutti i suoi amici. Quegli stessi amici si ritrovano sul terrazzo condominiale del palazzo per celebrare la veglia funebre di Fagioli, ricordandone l’impresa mancata. Il documentario di Federica Di Giacomo racconta dal di dentro un mondo specificatamente romano: quello degli aspiranti cinematografari e della corte che si crea loro attorno. E pone infinite domande sull’arte e la sua necessità, sul rapporto fra ego e creazione, sulla differenza fra talento e velleità, sulla capacità di rimanere autentici e concreti di fronte alle sirene di una vocazione mai confermata, lasciando al suo racconto, che cresce nel segno dell’incompiutezza, la possibilità di dipanarsi con calma e precisione per la durata della rielaborazione del lutto. Recensione ❯
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Un'ampia carrellata che prova a raccontare una delle figure artistiche più importanti degli ultimi 50 anni. Documentario, Italia2021. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un emozionante viaggio all'interno della vita e della carriera del più importante uomo di spettacolo italiano. Espandi ▽
All’inizio era un altro progetto. Nel 2018 Edoardo Leo avrebbe dovuto realizzare un documentario su A me gli occhi, please, lo spettacolo che nel 1976 ha cambiato il recente panorama teatrale, con Proietti che è stato seguito per due anni nei camerini, durante le prove e gli spettacoli. Poi, dopo la morte dell’attore il 2 novembre 2020, si cambia strada. Il racconto di questo lavoro è dichiaratamente insufficiente per mostrare quello che ha lasciato Proietti nella sua carriera di oltre 50 anni. Dentro a Luigi Proietti detto Gigi ci sono tre documentari.
Dei tre documentari il primo è quello più compiuto, il secondo è quello più classico, il terzo è quello invece del rimpianto. Una carrellata ampia, segnata da una voce-off che in alcuni momenti è apparsa troppo insistente ma utilizzata da Edoardo Leo per sottolineare quello che è stato il suo rapporto con Proietti e quella che è la sua visione su di lui. In più, anche se ci sono molte informazioni sul suo legame con Roma, non ne è emerso in pieno il rapporto viscerale di dipendenza. C’è tantissimo di Proietti in questo lavoro ma si voleva vedere ancora di più. La sua figura è ancora molto viva e presente nel nostro immaginario. Proprio per questo, forse il valore di Luigi Proietti detto Gigi aumenterà nei prossimi anni. Recensione ❯
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Un ritorno sottotono per il maestro del brivido che dirige un thriller non all'altezza della sua fama. Horror, Italia, Francia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una ragazza deve sfuggire a un serial killer che l'ha scelta come preda. Con lei un bambino che la accompagnerà nella fuga. Espandi ▽
Mentre a Roma un'eclissi solare proietta ombre minacciose sulla città, un serial killer prende di mira le prostitute a bordo del suo furgone bianco. Dopo aver fatto una prima vittima, prende di mira anche Diana, appena uscita dall'incontro con un cliente. La donna sopravvive, ma perde la vista in un incidente. Costretta a fare i conti con una nuova vita, stringe un rapporto con Chin, che come lei era rimasto coinvolto nell'incidente. Insieme si mettono in fuga dal killer, che non ha intenzione di abbandonare la preda. A una decina di distanza dall'ultimo Dracula 3D, Dario Argento torna alla regia con un thriller che ruota attorno al tema della cecità, della luce e delle ombre, sullo sfondo di una Roma insieme patinata e periferica, senza un vero centro né geografico né emotivo.
Solo la fotografia di Matteo Cocco rivela qualche scelta interessante, a riprova delle doti mostrate negli ultimi tempi su opere come l'oculisticamente vicino Occhi blu. Anche i fan alla ricerca di qualche trovata stilistica interessante, seppur di fattura più artigianale, rischiano di rimanere delusi: tanto nel campo del mestiere quanto in quello delle idee, questi Occhiali neri mostrano solo buio fitto Recensione ❯
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Un'opera prima promettente che guarda a Sollima e usa il cinema di genere come grimaldello per l'analisi sociale. Drammatico, Italia, Francia2021. Durata 81 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Daniel è l'unico poliziotto di origine africana del Reparto Mobile di Roma. Deve sgomberare un palazzo occupato in cui vivono 150 famiglie. Una è la sua. Espandi ▽
Daniel, italiano di seconda generazione, fa l'agente di polizia nei reparti della Mobile, parte di una squadra di celerini spesso chiamata a eseguire sgomberi di immobili occupati a Roma. La squadra è per lui una famiglia, nonostante la cameratesca integrazione al suo interno porti sempre un asterisco di fondo per l'unico poliziotto di colore del reparto. Daniel ha però anche una famiglia vera che cerca di tenere nascosta ai colleghi, una madre e un fratello che vivono in un palazzo occupato da sempre sotto minaccia di sgombero. Patrick, fratello pieno di rancore a causa del lavoro di Daniel, è tra i più attivi nel comitato degli occupanti, e le due vite non potranno essere tenute separate ancora a lungo. Recensione ❯
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Un film che cattura tutta l'energia di Cecilia Mangini. L'unico possibile che poteva realizzare oggi. Documentario, Italia2021. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film anomalo che mostra tutta la forza dell'artista Cecilia Mangini. Espandi ▽
Il mondo a scatti cattura tutta la vitalità e l'energia di Cecilia Mangini, scomparsa nel gennaio 2021 a 93 anni. Il dettaglio sul suo occhio mostra il rapporto continuo tra la cineasta e la realtà. Attraversa le fasi della sua carriera ma non è un documentario biografico. Procede piuttosto per frammenti sparsi, dall'influenza di alcune riviste di fotografia come "Tempo" e soprattutto quella di propaganda nazista "Signal", alle immagini scattate alle Isole Eolie nel 1952 a Panarea e Lipari fino a quelle sul set di La legge, realizzato in Puglia da Jules Dassin nel 1958 che non sono state le classiche foto promozionali ma invece un backstage sugli attori e sugli abitanti del posto che vedevano per la prima volta come si faceva un film. Il mondo a scatti, malgrado qualche soluzione leggermente forzata (le foto che ha scattato in Vietnam che si muovono sul rumore dei bombardamenti, il ritocco con le mascherine) oggi è insieme una ricca testimonianza e, insieme, un prezioso testamento. Recensione ❯
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Un film miracoloso dove il classico viaggio dell'eroina è fatto di carne viva, dolore e di un'oscurità di straziante bellezza. Drammatico, Italia, Francia, Slovenia2021. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una giovane madre tenta un viaggio per riportare in vita la sua bambina morta. Espandi ▽
Italia, 1900. La bambina della giovane Agata è nata morta e quindi condannata a vagare nel Limbo. Agata sente parlare di un luogo in montagna dove i neonati possono essere riportati in vita d'un fiato, come un battesimo. Intraprende questo viaggio con il corpo della sua bambina nascosto in una scatola e incontra Lynx, un ragazzo solitario che le offre il suo aiuto. Si imbarcano in un'avventura che li avvicinerà entrambi a un miracolo che sembra impossibile. Recensione ❯
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Il ritratto umanamente complesso di Torregiani, commerciante entrato nel mirino della Storia. Drammatico, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Dall'omonimo libro di Alberto Torregiani che racconta le sue vicende autobiografiche. Espandi ▽
Ero in guerra e non lo sapevo trae ispirazione dal libro autobiografico di Alberto Dabrazzi Torregiani e Stefano Rabozzi: Alberto è il figlio adottivo di Pierluigi uscito da quell’esperienza profondamente segnato nel corpo e nello spirito, e racconta la vicenda di un uomo che si trasforma con spaventosa rapidità in un morituro. Il suo rifiuto di collocarsi nel ruolo di vittima è raccontato come un peccato di hybris, e la sua storia ha i contorni della tragedia greca, ma è anche calata in un momento storico di generale conflitto e perdita di senno: e la fotografia (di Paolo Bellan) è cupa come i tempi che racconta. limiti di Ero in guerra ma non lo sapevo sono di varia natura: l’eccessivo didascalismo in una sceneggiatura troppo attenta a camminare sulle uova; una messinscena che sembra ispirarsi al poliziottesco anni Settanta e al western (vedi la musica “morriconiana”) ma invece ricorda da vicino i codici dello sceneggiato televisivo; l’accento milanese fluttuante di Francesco Montanari che incarna Torregiani con partecipazione ma anche un certo manierismo; una ricostruzione d’ambiente eccessivamente impostata. Ciò che invece funziona è la caratterizzazione di Torregiani non come “eroe borghese” ma come bastian contrario insofferente e indisciplinato, in questo più anarcoide che “uomo d’ordine”. Recensione ❯
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Una coraggiosa avventura fantasy con un'(anti)eroina pop adatta ai tempi. Commedia, Italia2021. Durata 116 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Il prequel della commedia di grande successo e campione di incassi al botteghino La Befana vien di notte. Espandi ▽
Paola Diotallevi è un'orfana che campa di furtarelli, affiancata dall'amico Chicco, da sempre innamorato di lei. Un giorno però apre la cassaforte sbagliata, quella dove è contenuta una lettera che mette a rischio le ambizioni di carriera del Barone De Michelis, un uomo che ha fatto della caccia alle streghe la sua battaglia personale da quando loro, a detta sua, hanno ucciso la sua promessa sposa. Il Barone vuole che Paola sia bruciata sul rogo, ma a salvarla interviene Dolores, una strega dai capelli bianchi che ha già messo al sicuro molti figli delle streghe nella sua casetta nel bosco. Dolores è smemorata ma ci vede lungo, e sa che in Paola c'è qualcosa di speciale: sarà lei la predestinata in grado di donare il sorriso a tutti i bambini del mondo?
La befana vien di notte 2 ha poco a che fare con il film precedente dallo stesso titolo, perché di fatto è una origin story.
A ben guardare più che narrare le origini del personaggio della Befana la reinventa, restituendole alcune delle qualità che alla vecchina della tradizione vengono negate, a cominciare dalla giovinezza e l'aspetto attraente: del resto quando la strega Dolores ha le fattezze di Monica Bellucci la storia non può che prendere una piega originale rispetto alla leggenda. Recensione ❯
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Adattamento cinematografico delle avventure del personaggio creato da Angela e Luciana Giussani. Espandi ▽
Diabolik colpisce ancora. Saranno i Manetti bros. a dare vita al ladro più affascinante e inafferrabile della storia del fumetto con un film prodotto da Mompracem con Rai Cinema, e in associazione con l'editore Astorina, la casa editrice fondata dalle sorelle Angela e Luciana Giussani che dal 1962 pubblica le avventure di Diabolik. Recensione ❯
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Un'opera nera che affronta un tema poco discusso: anche gli uomini possono essere vittime di abusi. Drammatico, Italia2021. Durata 106 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Giulio, marito e padre modello, si ritrova improvvisamente si ritrova senza casa e con una richiesta di divorzio, allontanato forzatamente dai figli, con false accuse di violenza e droga. Espandi ▽
Annalisa e Giulio si sono lasciati. Nel peggiore dei modi, nel peggiore dei mondi, regolato da un sistema giuridico che non fa che rivelare ai coniugi la violenza intrinseca della loro separazione. E in quella violenza, Giulio rifiuta di riconoscersi inciampando sull'ordine restrittivo per vedere le sue bambine o capire soltanto dov'è finito l'amore. Ma il sentimento, o quello che ne resta, si scontra con la realtà brutale di una coppia in crisi. Sarà Giulio a pagare con gli alimenti il prezzo più alto. Recensione ❯
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Omaggio nel segno della classicità e della passione dove Rubini si mette al servizio della storia. Drammatico, Italia2021. Durata 142 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Sergio Rubini firma un ritratto della famiglia di artisti De Filippo. Espandi ▽
Napoli, inizi del ‘900. Eduardo, Peppino e Titina vivono assieme alla madre Luisa De Filippo. Il padre naturale Eduardo Scarpetta, che è il più famoso attore e drammaturgo di quel periodo, si spaccia come loro zio, li trascura completamente ed è spesso severo nei loro confronti. Gli ha però trasmesso l’amore per il teatro e li ha fatti recitare fin da piccoli. Alla sua morte, nel 1925, non gli ha lasciato nulla; l’eredità infatti è stata spartita dalla famiglia legittima. Suo figlio Vincenzo, dopo aver ereditato la compagnia, cerca di avere tra gli attori sia Eduardo che Peppino. Con il primo nascono subito i contrasti, l’altro invece per un po’ recita per lui. Il grande desiderio dei De Filippo, malgrado i loro contrasti, è quello di fondare un trio con un repertorio tutto loro. E una notte di Natale, del 1931, il sogno comincia si avvera al Cinema Teatro Kursaal. Accompagnato dalle musiche di Nicola Piovani, il film ripercorre le fasi più importanti della loro infanzia e adolescenza e segue il binario parallelo del palcoscenico che s’incrocia con la vita privata. Il disagio di quello che è diventerà uno dei più grandi drammaturghi del Novecento, è pienamente nelle corde di Rubini nel modo di filmare l’appartenenza dei personaggi ai luoghi. Poi si fa da parte. Le luci dello spettacolo sono tutte per i protagonisti dove emerge tutta la tecnica di Giancarlo Giannini nei panni di Eduardo Scarpetta. Recensione ❯
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Un'investigazione filosofica inquadrata come un dipinto d'epoca. I protagonisti pulsano di una passione senza tempo. Drammatico, Italia, Francia, Argentina2021. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un uomo mandato in esilio in Argentina dedicherà la sua vita a cercare un prezioso tesoro. Espandi ▽
Alessio Rigo de Righi (di per sé un cognome da epopea) e Matteo Zoppis, entrambi classe 1986, esordiscono alla regia e sceneggiatura di Re Granchio. Un film che nella versione internazionale è intitolato The Legend of King Crab ad evocare La leggenda del santo bevitore di Ermanno Olmi e che aveva per protagonista un uomo intento a ribadire la sua estraneità alle cose del mondo alzando il gomito. Anche in Re Granchio ogni inquadratura è un quadro, ogni sequenza la tappa di una via Crucis lungo un percorso di pentimento e redenzione, narrato a metà fra il racconto del cantastorie e l'elegia pastorale. Ma Rigo de Righi e Zoppis hanno anche la visionarietà (e la sensibilità contemporanea) del Lisandro Alonso di Jauja di cui riproducono la vertigine spaziotemporale, quella sospensione sul baratro di un passato che coesiste con la modernità, giacché la leggenda di Luciano viene rievocata dagli abitanti attuali del borgo, in fondo anche loro incastrati nella Storia. Recensione ❯
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