astromelia
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lunedì 12 settembre 2022
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toccante e magnifico
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sono quei film che si vedono in dvd anche in ritardo,ma degni di nota,anzi di più....vicenda che per molti versi mi riguarda, avrei voluto lasciarmi andare a lacrime copiose,straordinario.
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venerdì 11 marzo 2022
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viva il cinema italiano
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Una bellissima e toccante critica,che valorizza ancor più (se ce ne fosse bisogno)questo bellissimo capolavoro del cinema italiano,che con questa scarsità di mezzi ancora una volta dimostra invece una enorme profondità di significati,ancora una volta lontano mille miglia da tanta filmografia d’oltreoceano zeppa di divi e di effetti speciali,ma quantomai finto ed inverosimile.grazie Paola Casella ma soprattutto grazie a Laura Samani!!!
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cardclau
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sabato 19 febbraio 2022
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uno stabat mater strepitoso
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È un film meraviglioso, mi sono commosso, come non mi capitava da moltissimo tempo, per tutta la durata della proiezione. Oltre alla bravura innegabile della regista, e la scelta fantastica, la conduzione, l’acting, delle attrici principali: Agata (Celeste Cescutti), così vera da far dimenticare che si tratta solo di un film, e solo di un viaggio in quel mondo assurdo che è tanto essenziale per la vita dell’essere umano, il pensiero; e Lince (Ondina Quadri), un angelo a suo modo, ma che porta a termine la sua missione malgrado l’essere stato deprivato, che ricorda gli occhi dell’angelo che appare a Maria nel Vangelo secondo Matteo di Pasolini, nell’Annunciazione.
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È un film meraviglioso, mi sono commosso, come non mi capitava da moltissimo tempo, per tutta la durata della proiezione. Oltre alla bravura innegabile della regista, e la scelta fantastica, la conduzione, l’acting, delle attrici principali: Agata (Celeste Cescutti), così vera da far dimenticare che si tratta solo di un film, e solo di un viaggio in quel mondo assurdo che è tanto essenziale per la vita dell’essere umano, il pensiero; e Lince (Ondina Quadri), un angelo a suo modo, ma che porta a termine la sua missione malgrado l’essere stato deprivato, che ricorda gli occhi dell’angelo che appare a Maria nel Vangelo secondo Matteo di Pasolini, nell’Annunciazione. Debbo dire che ho finalmente compreso perché lo stesso stesso Pierpaolo Pasolini aveva accostato la poesia di Ignazio Butitta a quella di Jacopone da Todi. Siamo di fronte ad uno Stabat Mater immerso in una umanità per certi versi arcaica ma essenziale, che ci protegge dal senso effimero e dell’inesistente, del nostro mondo attuale, in cui molto, e l’affettività, si liquefà con l’immediatezza della neve esposta al sole. E in cui il senso di appartenenza alla natura viene ribadito con forza. Il nostro.
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cardclau
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sabato 19 febbraio 2022
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uno strabiliante stabat mater
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È un film meraviglioso, mi sono commosso, come non mi capitava da moltissimo tempo, per tutta la durata della proiezione. Oltre alla bravura innegabile della regista, e la scelta fantastica, la conduzione, l’acting, delle attrici principali: Agata (Celeste Cescutti), così vera da far dimenticare che si tratta solo di un film, e solo di un viaggio in quel mondo assurdo che è tanto essenziale per la vita dell’essere umano, il pensiero; e Lince (Ondina Quadri), un angelo a suo modo, ma che porta a termine la sua missione malgrado l’essere stato deprivato, che ricorda gli occhi dell’angelo che appare a Maria nel Vangelo secondo Matteo di Pasolini, nell’Annunciazione.
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È un film meraviglioso, mi sono commosso, come non mi capitava da moltissimo tempo, per tutta la durata della proiezione. Oltre alla bravura innegabile della regista, e la scelta fantastica, la conduzione, l’acting, delle attrici principali: Agata (Celeste Cescutti), così vera da far dimenticare che si tratta solo di un film, e solo di un viaggio in quel mondo assurdo che è tanto essenziale per la vita dell’essere umano, il pensiero; e Lince (Ondina Quadri), un angelo a suo modo, ma che porta a termine la sua missione malgrado l’essere stato deprivato, che ricorda gli occhi dell’angelo che appare a Maria nel Vangelo secondo Matteo di Pasolini, nell’Annunciazione. Debbo dire che ho finalmente compreso perché lo stesso stesso Pierpaolo Pasolini aveva accostato la poesia di Ignazio Butitta a quella di Jacopone da Todi. Siamo di fronte ad uno Stabat Mater immerso in una umanità per certi versi arcaica ma essenziale, che ci protegge dal senso effimero e dell’inesistente, del nostro mondo attuale, in cui molto, e l’affettività, si liquefà con l’immediatezza della neve esposta al sole. E in cui il senso di appartenenza alla natura viene ribadito con forza. Il nostro.
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fabiofeli
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mercoledì 16 febbraio 2022
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il respiro di un attimo
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Agata (Celeste Cescutti) sta per partorire e le donne della sua isola sulla laguna friulana – siamo all'inizio del 1900 - la conducono verso il mare dove verserà gocce di sangue per il buon esito del parto. Ma non va bene: la bambina di Agata non riesce a vivere. Agata non si arrende al prete che le dice che non può battezzare la bimba, perché non c'è stato il respiro, lo spirito. I compaesani la rassicurano: “Ne farai degli altri! …”. Ma Agata non sopporta che la sua bambina, alle soglie della vita, non vedrà la luce di Dio, resterà per sempre in un luogo-non luogo. Ma in Val Dolais – le dicono – è possibile: basta un attimo.
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Agata (Celeste Cescutti) sta per partorire e le donne della sua isola sulla laguna friulana – siamo all'inizio del 1900 - la conducono verso il mare dove verserà gocce di sangue per il buon esito del parto. Ma non va bene: la bambina di Agata non riesce a vivere. Agata non si arrende al prete che le dice che non può battezzare la bimba, perché non c'è stato il respiro, lo spirito. I compaesani la rassicurano: “Ne farai degli altri! …”. Ma Agata non sopporta che la sua bambina, alle soglie della vita, non vedrà la luce di Dio, resterà per sempre in un luogo-non luogo. Ma in Val Dolais – le dicono – è possibile: basta un attimo. Parte verso Nord senza sapere bene dove va. Incontra Lince (Ondina Quadri, sola attrice professionista nella pellicola), che ha due occhi come fari azzurri e che accetta di aiutarla per metà del carico che Agata si trascina sulla schiena, una piccola cassa di legno dal contenuto inequivocabile. Gli incontri sul cammino sono traumatici: gli uomini sul carro vogliono portarla ad un signorotto locale affinché allatti il figlio di costui, i briganti li attaccano, una galleria nella montagna vuole inghiottire le due donne. Lince è con lei, ma nel suo minuscolo paese il padre sbraita che non vuole più vederla. Agata sta male, ma la riprendono per i capelli, letteralmente: il taglio delle lunghe chiome è l'unica ricchezza che ha … La regista 32enne del film afferma che in Francia ci sono 200 luoghi di culto che sono “santuari del respiro”; e che ce ne sono anche in Carnia. Indubbiamente la stringatezza del racconto, più per immagini che per parole che si intersecano in friulano, veneto, sloveno, attira l'attenzione della Critica della pellicola presentata al Certain Regard di Cannes 2021: e se la merita tutta. Nel racconto si respira la religiosità dei film di Ermanno Olmi, quella particolare sensibilità alle manifestazioni del divino nelle vicende e negli atti degli uomini. Le due protagoniste sono perfette, i paesaggi lasciano tracce di profonda nostalgia dell'appena visto. Torna alla mente “La ragazza senza nome” dei fratelli Dardenne: nel film del 2016 è un peso insopportabile l'assenza di un nome di una donna, una migrante che “non esiste”, non è veramente vissuta, se non le verrà restituito il suo nome. Qui è solo il respiro di un attimo. Per pura coincidenza lo stesso arco di tempo di One Second di ZhangYimou, il tempio di pochi fotogrammi di una pellicola dove il padre ritrova la figlia. Anche questo è un film da non mancare. Valutazione ****. FabioFeli
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fabiofeli
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mercoledì 16 febbraio 2022
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il respiro di un attimo
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Agata (Celeste Cescutti) sta per partorire e le donne della sua isola sulla laguna friulana – siamo all'inizio del 1900 - la conducono verso il mare dove verserà gocce di sangue per il buon esito del parto. Ma non va bene: la bambina di Agata non riesce a vivere. Agata non si arrende al prete che le dice che non può battezzare la bimba, perché non c'è stato il respiro, lo spirito. I compaesani la rassicurano: “Ne farai degli altri! …”. Ma Agata non sopporta che la sua bambina, alle soglie della vita, non vedrà la luce di Dio, resterà per sempre in un luogo-non luogo. Ma in Val Dolais – le dicono – è possibile: basta un attimo.
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Agata (Celeste Cescutti) sta per partorire e le donne della sua isola sulla laguna friulana – siamo all'inizio del 1900 - la conducono verso il mare dove verserà gocce di sangue per il buon esito del parto. Ma non va bene: la bambina di Agata non riesce a vivere. Agata non si arrende al prete che le dice che non può battezzare la bimba, perché non c'è stato il respiro, lo spirito. I compaesani la rassicurano: “Ne farai degli altri! …”. Ma Agata non sopporta che la sua bambina, alle soglie della vita, non vedrà la luce di Dio, resterà per sempre in un luogo-non luogo. Ma in Val Dolais – le dicono – è possibile: basta un attimo. Parte verso Nord senza sapere bene dove va. Incontra Lince (Ondina Quadri, sola attrice professionista nella pellicola), che ha due occhi come fari azzurri e che accetta di aiutarla per metà del carico che Agata si trascina sulla schiena, una piccola cassa di legno dal contenuto inequivocabile. Gli incontri sul cammino sono traumatici: gli uomini sul carro vogliono portarla ad un signorotto locale affinché allatti il figlio di costui, i briganti li attaccano, una galleria nella montagna vuole inghiottire le due donne. Lince è con lei, ma nel suo minuscolo paese il padre sbraita che non vuole più vederla. Agata sta male, ma la riprendono per i capelli, letteralmente: il taglio delle lunghe chiome è l'unica ricchezza che ha … La regista 32enne del film afferma che in Francia ci sono 200 luoghi di culto che sono “santuari del respiro”; e che ce ne sono anche in Carnia. Indubbiamente la stringatezza del racconto, più per immagini che per parole che si intersecano in friulano, veneto, sloveno, attira l'attenzione della Critica della pellicola presentata al Certain Regard di Cannes 2021: e se la merita tutta. Nel racconto si respira la religiosità dei film di Ermanno Olmi, quella particolare sensibilità alle manifestazioni del divino nelle vicende e negli atti degli uomini. Le due protagoniste sono perfette, i paesaggi lasciano tracce di profonda nostalgia dell'appena visto. Torna alla mente “La ragazza senza nome” dei fratelli Dardenne: nel film del 2016 è un peso insopportabile l'assenza di un nome di una donna, una migrante che “non esiste”, non è veramente vissuta, se non le verrà restituito il suo nome. Qui è solo il respiro di un attimo. Per pura coincidenza lo stesso arco di tempo di One Second di ZhangYimou, il tempo di pochi fotogrammi di una pellicola dove il padre ritrova la figlia. Anche questo è un film da non mancare. Valutazione ****. FabioFeli
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giulia
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mercoledì 16 febbraio 2022
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x emanuele
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(di emanuele 1968)
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emanuele 1968
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domenica 13 febbraio 2022
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toccante
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4.5 Penso sia un film carico di significati, il principale e l'immenso amore della madre verso la perduta figlia, personalmente sono uscito dalla sala molto in silenzio e col nodo alla gola.
[+] piccolo corpo, grande capolavoro
(di giulia )
[ - ] piccolo corpo, grande capolavoro
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