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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 aprile 2020
La storia personale di Ciro, detto l'Immortale, uno dei grandi protagonisti della serie Gomorra. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office L'Immortale ha incassato 6,8 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Ciro di Marzio, detto l'Immortale, è stato ripescato dopo il colpo di pistola in petto ricevuto da Genny e la caduta nelle acque della costa di Napoli. Don Aniello gli spiega che la sua resurrezione gli permette quello che per altri è solo un sogno: ripartire da capo. Gli affida l'incarico di fare da intermediario con la mafia russa a Riga, in Lettonia, dove però i russi sono in guerra con la criminalità locale. Per far arrivare la droga, Ciro si appoggia all'attività di sartoria contraffatta di Bruno, ossia il suo mentore di quando era bambino a Napoli. Una collaborazione che fa riaffiorare in lui molti ricordi...
L'immortale è un doppio racconto, dove procedono in parallelo le vicende del Ciro ancora piccolo, affascinato da Bruno e ricco di speranza, e del Ciro contemporaneo, redivivo senza una causa.
Con la consueta gravità, Marco D'Amore torna a interpretare il cupo personaggio che gli ha dato la fama, inoltre, dopo essersi cimentato nella regia con due episodi della quarta stagione di Gomorra, si cimenta anche dietro la macchina da presa per il cinema. Firma anche la sceneggiatura, insieme ai veterani di Gomorra Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, alla new entry nella scrittura della prossima stagione Giulia Forgione e all'amico romanziere Francesco Ghiaccio. Il risultato è esattamente quello che ci si aspetta: un mix di flashback e scene nel presente, dove la luce pallida di Riga si giustappone alle calde notti napoletane. In Lettonia gli immigrati italiani del film vivono come spettri, insoddisfatti per quello che non hanno realizzato si arrabattano in piccoli traffici, senza speranze di grandezza. Ciro con le sue partite di cocaina risveglia però in loro la fiamma dell'ambizione criminale, ed è di questo che parla L'immortale: di come gli uomini siano disposti a dannarsi per avere quel qualcosa in più. Una legge immutabile a cui Ciro ha assistito fin da piccolo, che ha provato in prima persona con conseguenze di disastrose e di cui ora è una sorta di silenzioso testimone, che agisce con la spietatezza di chi non si fa più alcuna illusione. È vivo perché è sopravvissuto, ma aveva chiesto a Genny di sparargli perché sapeva di non avere niente per cui vivere. A differenza dell'episodio della terza stagione di Gomorra ambientato a Sofia, in Bulgaria, dove salvare una giovane prostituta spezzava il suo autoimposto calvario, qui Ciro trova un amico ma rimane freddo, imperscrutabile, e solo al termine dei molti flashback sulla sua infanzia capiremo il perché.
Non c'è niente che non vada in L'immortale, ma non c'è nemmeno niente che non sia risaputo, sia nella storia del Ciro bambino la cui morale è inevitabile, visto quello che poi è diventato, sia in quella del Ciro adulto, che vive il proprio destino come una continua condanna. Continua a restare invischiato in una ragnatela di intrighi criminali che, proprio per il suo distacco, sa navigare con insuperabile abilità. Una figura paradossale, però già ampiamente approfondita nelle puntate di Gomorra, di cui questo film costituisce un ponte verso la quinta stagione. Per dovere di cronaca precisiamo qui che, a differenza di quanto dicono i comunicati stampa, non è la prima volta che un prodotto seriale passa per un capitolo cinematografico prima di continuare la propria corsa televisiva: era già successo con il primo film di X-Files. Numerosi i volti nuovi tra cui Bruno, incarnato da Giovanni Vastrella nella sua versione giovane e da Salvatore D'Onofrio in quella adulta, ma il personaggio che più buca lo schermo, nonostante le poche battute, è Vera, che ha il volto di Marianna Robustelli. Una donna che capisce il pericolo della situazione, ma è travolta da eventi più grandi di lei, a cui alla fine accetta di prendere parte. Un arco narrativo, il suo, per certi versi affine a quello inizialmente vissuto da Patrizia. L'altra interprete femminile del film è Martina Attanasio nei panni di Stella, giovane che si esibisce con cantante e compagna di Bruno, ma di cui era già a suo modo innamorato anche il piccolo Ciro. La sua è una figura chiave per capire l'evoluzione dell'Immortale, ma è anche molto stereotipata, e ancora meno spessore hanno russi e lituani nel film, che agiscono per altro in modo ben poco intelligente, portando la vicenda a una conclusione repentina, poco preparata nonostante le quasi due ore piene di durata. Troppe per un protagonista riluttante e per una storia che non dice niente di nuovo, anche se non deluderà i fan per il tono generale, il taglio della regia e per le musiche degli immancabili Mokadelic.
Va veloce Marco D'Amore e la recitazione non gli basta più, così eccolo cimentarsi con la regia per un primo film dal titolo L'immortale che non poteva che raccontare la storia di Ciro Di Marzio, appunto quel personaggio che lo ha reso celebre, prepotentemente scaturito dalla serie Gomorra. Le riprese sono terminate nel luglio scorso e un annuncio sul profilo Facebook di Marco D'Amore racconta l'emozione del regista e attore davanti alla sua opera prima:
Penso alla mia mamma e ai suoi sacrifici - scrive - penso alle mie partenze e i pochi ritorni, penso ai sogni, quelli infranti e quelli che ancora inseguo. Penso agli uomini e alle donne e ai miracoli di cui sono capaci. Tutto mi passa davanti velocissimo.
Marco D'Amore
Che la regia fosse nel sangue di Di Marzio era chiaro da tempo, visto che della quarta stagione di Gomorra, dove lui per ragioni naturali non poteva prendervi parte (era rimasto ucciso sul drammatico finale della terza stagione), aveva diretto alcuni episodi. Ora però un film con le sue complessità e dinamiche. Una pellicola che si integra perfettamente con Gomorra e dimostra quanto la produzione seriale italiana possa rivaleggiare con quella internazionale anche d'Oltreoceano. Infatti, il film è un perfetto esempio di spin-off crossmediale. Tanto che si comincia proprio dalle scene di Gomorra dove avevamo lasciato Ciro l'Immortale. Ossia mentre affonda nelle acque torbide del Golfo di Napoli a conclusione di una vita bruciata in fretta. Mentre il corpo di Ciro Di Marzio si inabissa, la sua mente negli ultimi istanti di lucidità vola verso il passato quando sopravvive al crollo in seguito al terremoto di una palazzina ancora neonato. Quindi dieci anni dopo comincia la sua parabola nelle strade di Napoli dove cerca di farsi largo in un modo o nell'altro.
Un film che si inserisce perfettamente nel racconto dell'altra Napoli, quella più oscura messa in luce dalla serie ideata da Roberto Saviano, la stessa che emerge in un altro film legato a doppio filo al lavoro di Saviano, La paranza dei bambini. È infatti in quegli anni giovanili che Ciro Di Marzio costruisce la sua leggenda e diventa per tutti l'Immortale. Non resta che aspettare il 12 dicembre per vedere il film nelle sale che nei piani dovrebbe anche rappresentare anche un perfetto trait d'union tra la quarta e la quinta stagione di Gomorra chiudendo un cerchio.
Ciro di Marzio non muore. Spunta fuori da un terremoto, orfano attraversa il mondo in cui vive, vive indossando abiti non suoi (da sottolineare la grande trovata di riprendere Ciro da ragazzo sempre con magliette enormi: provate a contrapporre tutto questo ai giubbini alla moda del Ciro adulto), entra nel mondo della malavita. Sul piano immaginario (poi vedremo quello simbolico) Ciro non muore [...] Vai alla recensione »
Ciro Di Marzio, temuto boss di Secondigliano, è uno che dalla vita è stato miracolato sin dalla nascita tanto da essere presto soprannominato "l'immortale" per aver visto la morte in faccia così da vicino ma per esservi scampato per un soffio. Listinto di sopravvivenza nei vicoli di Napoli insieme alle frequentazioni sin da uaglione con i meglio boss e sgherri di [...] Vai alla recensione »
In tutte le stagioni di Gomorra è sempre mancato un pezzetto di storia: quello dell’infanzia di Ciro di Marzio. L’abbiamo conosciuto agli ordini di Pietro Savastano, ne abbiamo seguito le gesta criminali in numerosissime puntate in televisione. Marco d’Amore decide di raccontarci le storia in un film che passa per il cinema e che fa anche buoni incassi.
Marco D’Amore se la canta e se la suona, scrive il soggetto e la sceneggiatura insieme ad altri, dirige ed interpreta da protagonista il suo primo film e con risultati notevoli per un neofita della regia. Buona l’idea di raccontare in parallelo, alla stregua di Sergio Leone in C’era una volta l’America, la vita dell’Immortale da adulto, nel suo presente di criminale inviato in Lettonia dal boss Don [...] Vai alla recensione »
In seguito allo sparo , Ciro di Marzio viene ripescato nel mare notturno e rivela di non essere deceduto. Dopo questo " colpo di scena " , L' Immortale si rivolge a Don Aniello Pastore per cambiare nuovamente la sua vita , ed egli viene mandato in Europa , tuttavia, si ritrova coinvolto in una faida mafiosa tra un clan russo ed un clan locale, però , dopo numerose [...] Vai alla recensione »
Esordio alla regia, da solista, per Marco D'Amore. Immancabilmente, portando sul grande schermo il personaggio che lo ha reso celebre: Ciro Di Marzio della fortunatissima serie televisiva Gomorra.Il film si pone come ponte tra la quarta serie finita di lì a poco e la futura quinta. Ciro Di Marzio è sopravvissuto anche questa volta, fedele al soprannome che porta fin da neonato.
Marco D'Amore ci racconta la storia di uno dei personaggi di Gomorra, Ciro, detto l'immortale. Il film e' stato girato in Lettonia, a Riga, dove al protagonista viene offerta "una seconda vita", senza piu' nulla da perdere (cit. Ciro). Tra mafie russe, bande criminali, ed un gruppo di immigrati italiani sospesi tra la voglia di cambiar vita, in meglio, e gli ideali famigliari [...] Vai alla recensione »
Da amante della serie "Gomorra" avevo aspettative forse troppo alte, ma questo film non si avvicina nemmeno a quello che è lo spirito, le ambientazioni, il racconto della serie tv. Trama labile, personaggi improbabili, continui fastidiosi remake, Cirù che ha la stessa identica espressione dal primo all'ultimo fotogramma.
Quando si cerca di ricostruire la vicenda di un delinquente napoletano , a partire dalla infanzia, e mentre durante tutto il racconto si evidenzia come la povertà storica dei quartieri di Napoli e della gente che vi abitava avrebbe portato inevitabilmente a delinquere e a cercare tutte le attività illecite, possibili, dal contrabbando allo, spaccio, allora capiamo come il piccolo povero [...] Vai alla recensione »
Nell’immaginario collettivo degli amanti del cinema resta sempre impressa una scena,una frase,a volte solo uno sguardo vissuto in un film per rendere quel film indimenticabile; nel lungometraggio di Marco D'Amore la scena rilevante è a pochi minuti dall'inizio: un boato fortissimo,la terra trema, il focus in un palazzo,lungo le scale una donna sale precipitosamente fendendo [...] Vai alla recensione »
Ogni tanto l'Italia riesce ancora a produrre cinema di genere che fa successo al botteghino,peccato che la pellicola non mi ha coinvolto per niente. Si tratta del solito film all'Italiana sulla malavita,copiato da Gomorra con i soliti stereotipi. Violenza,volgarità,cattiveria,morti e diseducazione per tutto il film,una pellicola che non insegna niente.
Sinceramente mi aspettavo molto di più da questo film. Credevo fosse sulla stregua di Gomorra, invece l'ho trovato pesante come un macigno. Per più di un'ora la voce del protagonista non si è udita, forse una trentina di parole, non di più....muto, insomma. Una sfilza di flashback, a volte non chiari. Film lento, lentissimo.
Una delle pellicole più attese dell anno sopratutto dai fan della famosa serie, bhe che dire l attesa è stata ripagata a pieno. Il film è in perfetta armonia con quanto visto nella serie. D amore riesce a tirar fuori la storia di "Ciru" in modo incalzante, curioso, drammatico che lascia fa scorrere la pellicola tutta d un fiato. I flashback di Ciro sono chiari, puntuali e mai noiosi e il finale poi...bhe [...] Vai alla recensione »
Il bello di partecipare alle première è che hai la fortuna di tastare con mano le tensioni degli attori protagonisti e dei produttori, e Marco D'Amore in questo film ha dato sfoggio di entrambi. Seguo Marco da “Una vita tranquilla” e, ovviamente, da “Gomorra”, di cui questa pellicola rappresenta un riuscitissimo e originale spin off.
solita solfa, delinquenza, sparatorie, bambino nato nei quartieri malfamati che passa alla criminalita', droga, baby gang, boss, violenza, linguaggio scurrile, chi piu' ne ha piu' ne metta. Ormai film di questa specie ne sfornano uno al giorno, la serie gomorra è diventata ormail una barzelletta...calano gli ascolti e, stile beautiful, iniziano le resurrezioni.
Qualche spunto interessante si coglie nella parte dedicata a Ciro bambino,grazie anche alla freschezza dei personaggi. La parte parallela di Ciro post Gomorra si trascina stancamente,priva anche della improbabilita' adrenalinica della serie televisiva. La staticita' espressiva di Marco D'Amore e in linea con quella del film.
Qualche spunto descrittivo e narrativo si coglie nella parte di film dedicata a Ciro bambino. La parte parallela della sua maturita' post Gomorra si trascina stancamente priva anche delle improbabilita' adrenaliniche della violenza spettacolare della serie televisiva. La staticita' espressiva di Marco D'Amore Sto arrivando! Ormai di maniera ed e' in linea con quella del film.
Il corpo di Ciro sta affondando nelle acque scure del Golfo di Napoli. E mentre sprofonda sempre più, affiorano i ricordi. I suoni attutiti dall'acqua si confondono con le urla della gente in fuga. E' il 1980, la terra trema, il palazzo crolla, ma sotto le macerie si sente il pianto di un neonato ancora vivo. Dieci anni più tardi, ritroviamo quel neonato ormai cresciuto, mentre sopravvive come può alle strade di Napoli, figlio di nessuno. Ricordi vividi di un'educazione criminale che l'hanno reso ciò che è: Ciro Di Marzio, l'Immortale.
Marco D'Amore esordisce alla regia raccontando le origini del personaggio che lo ha reso celebre, e in questa intervista spiega cosa significa per lui Ciro e perché ha scelto di girare L'immortale.
Quelle bollicine nell'acqua mentre il corpo di Ciro sprofondava nel Golfo di Napoli avevano lasciato una speranza di vederlo tornare. Vivo. Era la fine dell'ultima puntata della terza serie di Gomorra, 2017, dopo lo choc sui social era partita la rivolta, i fan non avevano affatto gradito l'uccisione. «Scelta narrativa» si giustificava lo story editor lasciando poche speranze e giocando con le parole. [...] Vai alla recensione »
Sta tra la vita e la morte la vicenda de L'immortale, un po' come l'arco narrativo a metà fra la televisione e il cinema, fra l'esperimento dello spin-off e il ponte fra la terza e la quarta serie di Gomorra (per dare un punto di riferimento si pensi al primo film di X-Files, che si poneva tra la quinta e la sesta stagione). Indipendente, ma non troppo, dalle vicende già narrate sul piccolo schermo, [...] Vai alla recensione »
Dalla tv al cinema, rivive Ciro Di Marzio, lo spietato criminale protagonista di «Gomorra». Il congedo dalla serie tv, alla fine della terza stagione, era stato perentorio (il suo corpo affondava in mare, dopo un colpo di pistola) e decisamente traumatico per i fan, ma evidentemente non definitivo. Marco D'Amore ne indossa nuovamente i panni e si inventa pure regista (oltre che co-sceneggiatore) di [...] Vai alla recensione »
Tanto per ribadire il senso del suo soprannome, Ciro Di Marzio non è morto, come sembrava, alla fine della terza stagione di Gomorra. L'immortale è un film compiuto anche per chi non ha visto la serie: racconta il personaggio dall'infanzia in un'operazione cross-mediale tra cinema e tv ideata dall'interprete Marco D'Amore, qui anche regista. Vivo per miracolo, Ciro sbarca a Riga, nell'Est europeo che [...] Vai alla recensione »
Con la regia si era già misurato dirigendo un paio di episodi della quarta stagione di Gomorra-la serie. Aveva fatto palestra, aveva addestrato lo sguardo. Ora, per resuscitare il personaggio che l'ha reso famoso (Ciro Di Marzio detto l'Immortale) Marco D'Amore sceglie di collocarsi di nuovo dietro la macchina da presa e di farsi carico della regia del film che sancisce anche nell'immaginario italiano [...] Vai alla recensione »
È innanzitutto la musica ad avvisarci che qualcosa di grandioso, di spettacolare, sta per accadere; i suoni (dei Mokadelic) sono gli stessi, li riconosciamo; eppure c'è qualcosa di diverso, di nuovo, di maestoso, una tensione mai provata tra le strade di Gomorra, come se si stesse per sprigionare una forza, sì tragica, ma di una vitalità incontenibile.
Crossover o spin-off, ma qui il vero "attraversamento" non è tanto in/da una saga, ma nella condizione "ponte" dello sguardo dello spettatore, tra serie e film, tv e cinema. Iconico eroe negativo agganciato alla pay-tv, sparato da Savastano in salotto Ciro risorge in sala per darci origini e formazione del personaggio. D'Amore filma aprendo al cinema le potenzialità notate in tv e fa promo ai prossimi [...] Vai alla recensione »
Finora in tutte le anteprime (non solo a Napoli) il finale ha scatenato applausi a scena aperta. Fa piacere, eccome, specialmente ai critici e gli spettatori che a suo tempo sostennero le qualità di «Gomorra La serie» contro consistenti schieramenti ostili. E fa piacere, va da sé, che l'esangue box-office nazionale coltivi grandi aspettative con lo spinoff sul personaggio più controverso Ciro Di Marzio [...] Vai alla recensione »
Talvolta certi nomi non possono scomparire così, senza davvero avere nuovamente l'occasione di raccontarsi in profondità, per questo hanno bisogno di vivere nell'immaginario narrativo, e lì colpire ancora. Nel fenomeno globale della serie "Gomorra", un protagonista assoluto, alla fine della terza stagione, scomparve, fisicamente parlando, colpito a morte (sembrava.
Il suo corpo sta affondando nelle acque del Golfo di Napoli, dopo aver ricevuto un colpo di pistola in pieno petto dall'amico fraterno Genny Savastano. Il 22 dicembre 2017 è morto sul piccolo schermo Ciro Di Marzio, il boss di "Gomorra" interpretato da Marco D'Amore. Ma con un soprannome come l'Immortale, come si poteva pensare a una sua reale dipartita? E, infatti, il boss della serie di Sky è vivo [...] Vai alla recensione »
Dopo quarantotto episodi televisivi, Gomorra, nato come libro, proseguito come film, torna al cinema con il titolo L'immortale. Ci dicono si tratti di un ponte ideale per una nuova quinta serie tv. L'immortale è nientemeno che Ciro di Mar zio, colpito al cuore al termine della terza serie tv, resuscitato per l'occasione, la pallottola sparata a bruciapelo si sarebbe fermata a un centimetro dal cuore, [...] Vai alla recensione »
Cosa vi aspettavate da uno nato il 2 novembre? La morte lo accompagna senza lambirlo fin da quel lontano 23 novembre 1980 in cui sua madre precipitò con lui al collo durante il terremoto dell'Irpinia segnandone il destino: l'Immortale Ciro Di Marzio sopravvive sempre a tutto a scapito di tutte, che siano mamme, mogli, boss come Donna Imma Savastano.
«Il terremoto è volere di Dio!». È questo uno dei commenti a caldo dopo il sisma che sconvolse l'Irpinia e la città di Napoli nel 1980. Da quei movimenti tellurici, da quell'energia divenuta sinonimo di morte e devastazione, prendeva forma il mito de L'immortale. Un ragazzino rimasto miracolosamente indenne alle macerie, destinato a (re)sistere anche quando la vita, più che un dono, più che un altro [...] Vai alla recensione »
«Questo film ha l'ambizione di portare in sala quelli che non si sono mai imbattuti nella serie Gomorra», ha dichiarato Marco D'Amore, regista e interprete di L'immortale, spinoff della saga tratta dal bestseller di Roberto Saviano. A dir la verità, pare difficile immaginare che ci sia qualcuno che non conosce Gomorra. Non fosse altro che per una questione di numeri.
Marco D'Amore, ovviamente, è tornato. Non ci voleva un genio per capire che il colpo di scena della terza serie di Gomorra (l'uccisione di Ciro/D'Amore da parte di Genny Savastano) avrebbe avuto un finale diverso. E per scoprirlo, almeno fino a quando non vedremo la quinta serie di Gomorra su Sky, bisogna fare una capatina al cinema per L'Immortale.
È certamente il progetto crossmediale più importante della nostra industria cinematografica: realizzare un film autonomo che faccia pure da ponte narrativo tra la quarta e la quinta stagione di Gomorra, una delle serie tv di maggior successo, è un esperimento inedito che ha un valore in sé. Oltretutto le imprese criminali del protagonista, Ciro "l'immortale" Di Marzio, possono essere seguite anche [...] Vai alla recensione »
Chi non muore si rivede. Avevamo lasciato Ciro Di Marzio sprofondare nelle acque del Golfo di Napoli dopo il colpo di pistola sparato da Gennaro Savastano. Era il finale della terza stagione di Gomorra. Ora, dopo la quarta stagione della serie, scopriamo (a dire il vero con poca sorpresa) che l'immortale lo è di nome e di fatto. Sopravvissuto miracolosamente, Ciro viene ripescato agonizzante e spedito [...] Vai alla recensione »
Mentre scrivo questa recensione, è ufficiale che questo attesissimo spin-off di Gomorra - La serie è il miglior incasso dell'anno in Italia, limitatamente al primo giorno nelle sale. Non che ciò rappresenti una sorpresa, tuttavia davvero niente male per uno zombie-movie! Sì, avete letto bene. Il morto vivente, il non-morto o, se preferite, "o' muorto che pparla" (numero 48 della Smorfia napoletana) [...] Vai alla recensione »
Ingredienti: traffico di cocaina, mafia russa, delinquenti lettoni che vogliono farla pagare agli ex sovietici, camorra nostrana e Ciro Di Marzio, talento di criminalità, spaccio e contrabbando. Condite il tutto e la boiata è servita. Direttamente da Gomorra - e chi non l'ha visto paga pedaggio - Marco D'Amore, sorprendente sosia di Saviano, esordisce alla regia e recita da protagonista un film già [...] Vai alla recensione »