Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 81 minuti |
Regia di | Hleb Papou |
Attori | Germano Gentile, Maurizio Bousso, Marco Falaguasta, Félicité Mbezelé, Antonio Veneziano . |
Uscita | giovedì 24 febbraio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Fandango |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,10 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 1 marzo 2022
Daniel è l'unico poliziotto di origine africana del Reparto Mobile di Roma. Deve sgomberare un palazzo occupato in cui vivono 150 famiglie. Una è la sua. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Il Legionario ha incassato 28,6 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Daniel, italiano di seconda generazione, fa l'agente di polizia nei reparti della Mobile, parte di una squadra di celerini spesso chiamata a eseguire sgomberi di immobili occupati a Roma. La squadra è per lui una famiglia, nonostante la cameratesca integrazione al suo interno porti sempre un asterisco di fondo per l'unico poliziotto di colore del reparto. Daniel ha però anche una famiglia vera che cerca di tenere nascosta ai colleghi, una madre e un fratello che vivono in un palazzo occupato da sempre sotto minaccia di sgombero. Patrick, fratello pieno di rancore a causa del lavoro di Daniel, è tra i più attivi nel comitato degli occupanti, e le due vite non potranno essere tenute separate ancora a lungo.
Esordio di un giovane regista nato in Bielorussia e cresciuto in Italia, Il legionario usa il cinema di genere come grimaldello per l'analisi sociale, e si espande a lungometraggio a partire da un corto che lo stesso Hleb Papou aveva realizzato nel 2016.
Pur senza elevarsi tecnicamente e drammaturgicamente molto al di sopra delle aspettative di un debutto alla regia, è però un film dotato di uno sguardo, per di più puntato dritto su un angolo cieco della nostra società.
Due sono i filoni che si intrecciano nel film. Da una parte il ritratto collettivo di una comunità di abitanti - molti tra loro immigrati - che prova a gestire un palazzo tra mille difficoltà e al tempo stesso sensibilizzare tanto l'opinione pubblica quanto le autorità alla loro causa. Dall'altra lo spaccato macho e intollerante di vita nella Celere, che già era stato il tema di ACAB per la regia di Stefano Sollima. Proprio a un certo cinema di Sollima, dalle musiche alla fotografia, sembra rifarsi Papou nel dare vita a una Roma dura e operaia, minacciosa e tagliente.
Formalmente il lavoro riesce a metà, peccando nella fluidità delle scene d'azione e nel livello recitativo generale. Ciò non toglie che il protagonista Germano Gentile sia una presenza dal fascino criptico, che lascia entrare lo spettatore nella sua sfera emotiva complessa ma lo costringe anche chiedersi in quale gesto essa si manifesterà. Papou compensa però le comprensibili mancanze con qualcosa di più importante, ovvero uno sguardo da outsider, in controcampo, che illumina le convenzioni trite su cui inevitabilmente si adagia un cinema sempre uguale a se stesso.
Ciò vale sia per la componente sociale (straniante la comparsata di Sabina Guzzanti che parla a una sala del diritto alla casa, ed è ripresa di spalle come a sottolineare che siamo di fronte a qualcosa che conosciamo, ma con un punto di vista differente) sia per quella di genere, che seppur senza strafare indovina le frequenze sulle quali il cameratismo va a sovrapporsi all'intolleranza e cattura con grande sensibilità il sottobosco di romanità e maschilismo in cui esso si muove.
Caso esemplare di una riconfigurazione di materiale narrativo, Il legionario parla di case e di famiglie, chiedendosi cosa questi termini vogliano dire tra significato letterale e simbolico, e quanto velocemente le definizioni possano cambiare adeguandosi a una società in evoluzione. Quella di Hleb Papou è la promessa di una voce che in futuro potrà aiutarci a distinguerle.
Non del tutto convincente.Tratto da spunti di cronaca vera quali la chiesa che paga le bollette degli occupanti, i poliziotti che abitano stabili occupati( casa Pound) ed altri riferimenti, il film non oltrepassa la barriera del: tutti buoni.Ma se sono tutti buoni dov'è e' il male?Chi e' il nemico?Le contrapposizioni sono di vecchio stampo . Il film e' perbenista e conservatore.
Rivelato nel 2017 dalla Settimana Internazionale della critica di Venezia con il cortometraggio Il Legionario, Hleb Papou, cineasta italiano di origini bielorusse, esordisce sulla lunga distanza con un film che lascia il segno. Rielaborazione compatta e serrata del corto, Il Legionario è un esordio potente. Probabilmente è dai tempi di Acab di Stefano Sollima che il cinema italiano non vedeva un'opera [...] Vai alla recensione »
È la storia di un celerino di colore che deve sgomberare il suo palazzo I motivi per farsi piacere Il legionario non mancano. Innanzitutto, ha le idee chiare, può essere raccontato in poche parole, virtù sconosciuta a tanto cinema italiano. La sinossi, chi scrive da Trieste in giù se la segnasse: "Daniel è l' unico poliziotto di origine africana del Reparto Mobile di Roma.
Per certi versi l'esordio di Hleb Papou può ricordare I miserabili di Ladj Ly: anche Il legionario racconta le tensioni tra comunità d'immigrati e polizia che deflagrano in un terzo atto esplosivo. In questo film, i due mondi in rotta di collisione sono rappresentati in un'unica famiglia. Daniel (Germano Gentile) e Patrick (Maurizio Bousso) sono italiani di seconda generazione, cresciuti con i loro [...] Vai alla recensione »
Daniel è l'unico poliziotto di origine africana del Reparto Mobile di Roma, quello antisommossa, chiamato a sgomberare un palazzo occupato abusivamente nel quartiere San Giovanni di Roma, in cui vivono 150 famiglie che rivendicano il diritto ad avere una casa. Una è la sua famiglia, anche se lui finge di non averla per essere accettato dai suoi colleghi, ed è proprio il fratello a guidare la rivolta [...] Vai alla recensione »
Un film che nasce dalla strada, dalla polvere, dalla periferia. Al centro c'è il grido disperato di chi non ha una casa. Una palazzina occupata abusivamente nella capitale deve essere sgomberata.11 riferimento è all'Esquilino, in cui era anche intervenuto l'elemosiniere del Papa. A dover svolgere il difficile compito sono i celerini. Queste sono le premesse di Il legionario, l'esordio dietro la macchina [...] Vai alla recensione »
Daniel è un poliziotto di colore, operativo nel Reparto Mobile di Roma. In particola- re viene impiegato, con i suoi compagni di reparto, per sgomberare immobili occupati. Quando però la sua squadra dovrà liberare lo stabile dove vivono anche sua madre e suo fratello, Daniel andrà in crisi. Convincente opera prima che, pur con qualche difetto, soprattutto di recitazione, riesce nel suo intento evidente. [...] Vai alla recensione »
A Locarno nella sezione "Cineasti del presente", Il legionario è un film che interpella il pubblico su nozioni come etnìa, identità, giustizia nelle forme di una solida storia di conflitto. Originario del Camerun, Daniel è un agente della Mobile di Roma integrato nella squadra e amato dai colleghi (anche se lo chiamano Ciobar). Tuttavia il poliziotto, che sta per diventare padre, nasconde che la madre [...] Vai alla recensione »
Nella Roma Imperiale i legionari erano soldati di professione, spesso provenienti dai ceti meno abbienti, allettati più dalla paga che dall'idea di servire lo Stato. E come moderni legionari, con scudi e manganelli, si muovono i celerini nella Roma di oggi, secondo il giovane regista Hleb Papou (italiano di origini bielorusse), premiato come miglior esordiente al Festival di Locarno.
Il legionario nasce dall'omonimo cortometraggio che il regista bielorusso, cresciuto in Italia, Hleb Papou presentò alla Settimana della critica di Venezia nel 2017 e che già vedeva protagonisti due fratelli italiani, figli di genitori africani, divisi dalla professione e dal destino, uno agente di polizia e membro dei reparti mobili chiamati a operare sgomberi e l'altro leader di un gruppo di cittadini [...] Vai alla recensione »
Quattro anni fa, quando alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia venne presentato il corto Il legionario (in concorso nella sezione SIC@SIC), apparve evidente come contenesse in nuce già il potenziale drammatico ed espressivo per poter essere trasformato in un lungometraggio. Quattro anni più tardi, grazie all'intervento della Clemart di Massimo Martino e Gabriella Buontempo, della francese [...] Vai alla recensione »
Il tema delle case occupate è sempre più centrale nel cinema italiano. In poco tempo abbiamo visto due titoli affini, dai contenuti simili, che differiscono solo nel linguaggio: Spin Time, Che fatica la democrazia! di Sabina Guzzanti e Il legionario di Hleb Papou. Il primo è un documentario, il secondo un racconto di finzione. Anche in Il legionario vediamo Guzzanti con il microfono in mano.
Primo lungometraggio del regista bielorusso naturalizzato italiano da undici anni, allievo del Centro Sperimentale, presentato nella sezione del Festival di Locarno "Cineasti del Presente". Trattasi della versione lunga del cortometraggio omonimo passato alla Settimana della Critica di Venezia quattro anni fa. "Ciobar" è il soprannome affibbiato dai colleghi del Reparto Mobile all'unico poliziotto [...] Vai alla recensione »
Prigioniero tra il contrasto e la contraddizione, Daniel è un ragazzone dalle pelle nera e dalla parlata romanesca che veste la divisa dei celerini, indossa il casco e impugna lo scudo e il manganello degli agenti del Reparto Mobile di Roma, ovvero la squadra antisommossa della capitale. Lo abbiamo già conosciuto a Venezia nel 2017, protagonista del cortometraggio Il legionario di Hleb Papou presentato [...] Vai alla recensione »
Nei cineasti del presente invece un' incursione italiana: Il legionario di Hleb Papou, regista di origine bielorussa (intervistato su Alias del 31 luglio scorso) da tempo residente in Italia e frequentatore del Centro Sperimentale. Qualche anno fa aveva realizzato un corto dallo stesso titolo e sullo stesso tema, due fratelli italiani di origine camerunense, uno celerino, l' altro leader del comitato [...] Vai alla recensione »
Siamo a Roma, Il legionario di origine africana del titolo si chiama Daniel ed è un celerino in forze nel Commissariato di Ponte Galera. Nato a Minsk e cresciuto a Lecco, il regista esordiente Hleb Papou racconta che l' idea gli è nata da un' immagine: «Il viso di un poliziotto nero fra volti bianchi. Che faceva lì in mezzo, che storia poteva avere? Non è fantascienza: nella Polizia Italiana ci sono [...] Vai alla recensione »
Il Reparto Mobile di Roma è chiamato a sgomberare un palazzo occupato, dove vivono 150 famiglie. Tra i celerini c'è Daniel, di origine africana. Una delle famiglie è la sua. Tratto da un suo precedente corto (passato alla Settimana della Critica di Venezia), il film di Hleb Papou, bielorusso residente in Italia da quasi 20 anni, racconta un dramma sociale e familiare al tempo stesso, ma purtroppo la [...] Vai alla recensione »