thomas
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lunedì 20 dicembre 2021
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eva kant 3 - diabolik 1
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Sgombriamo subito il campo da un equivoco: è Eva Kant la vera protagonista del film, Diabolik è la spalla. È Eva che permea della sua persona tutta la storia muovendosi sinuosa tra gli invitati delle feste a Courmayeur, respingendo algida le goffe avances del viceministro, attirando Diabolik nella sua stanza e seducendolo, salvandogli coraggiosamente la vita, gettando nel profondo del mare il proprio passato e, così, proiettandosi ineluttabilmente avanti. E i Manetti Bros valorizzano la notevole prova recitativa di Miriam Leone con primissimi piani, indugiando sul corpo, sul viso, spesso sugli occhi, quasi a voler penetrare nella corazza della sua anima. Luca Marinelli invece è un Diabolik non in perfetta parte e perde il confronto perché ha uno sguardo naturalmente dolce: il suo tentativo di "incattivirsi" con la fissità delle espressioni non gli giova in quanto toglie spessore al personaggio che interpreta e rischia di farlo deragliare in una monodimensionalità legnosa.
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Sgombriamo subito il campo da un equivoco: è Eva Kant la vera protagonista del film, Diabolik è la spalla. È Eva che permea della sua persona tutta la storia muovendosi sinuosa tra gli invitati delle feste a Courmayeur, respingendo algida le goffe avances del viceministro, attirando Diabolik nella sua stanza e seducendolo, salvandogli coraggiosamente la vita, gettando nel profondo del mare il proprio passato e, così, proiettandosi ineluttabilmente avanti. E i Manetti Bros valorizzano la notevole prova recitativa di Miriam Leone con primissimi piani, indugiando sul corpo, sul viso, spesso sugli occhi, quasi a voler penetrare nella corazza della sua anima. Luca Marinelli invece è un Diabolik non in perfetta parte e perde il confronto perché ha uno sguardo naturalmente dolce: il suo tentativo di "incattivirsi" con la fissità delle espressioni non gli giova in quanto toglie spessore al personaggio che interpreta e rischia di farlo deragliare in una monodimensionalità legnosa. La storia invece funziona eccome: dopo una prima parte più arrancante nella trama e soprattutto nella qualità della recitazione dei personaggi di contorno (in alcuni casi stranamente inadeguata, quasi da sceneggiato televisivo anni '60), col passare dei minuti sale però di livello e con essa aumentano i virtuosismi alla regia dei Manetti, fino al colpo in banca, rappresentato con un senso del ritmo eccellente. Ingegnosità della rapina e concatenarsi degli eventi esterni si legano alla perfezione e l'ultima mezz'ora del film da sola vale il biglietto. "Diabolik" quindi è un bel prodotto italiano, capace di raccontare senza essere superficiale, idoneo a coniugare azione ed approfondimento psicologico, in grado di divertire senza cercare a tutti i costi l'adrenalina delle scene d'azione fini a se stesse. Mettere su pellicola i personaggi dei fumetti è complicato e indubbiamente non tutto funziona alla perfezione, ma i Manetti Bros confezionano un'opera che, se pure porta il nome di un uomo, ha il grande merito di regalare un intenso ritratto di donna
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[+] il titolo doveva essere "eva e quell''altro!"
(di bobrocker)
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kleber
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mercoledì 29 dicembre 2021
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solo eva
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La sola cosa riuscita del film è Eva Kant, ma quando rimane in silenzio. Trama scontata e prevedibile, personaggi incongrui, recitazioni approssimative peggiorate da un suono che dire artigianale è offensivo per l'artigianato. Il bacio fra Eva e Diabolik era quasi impossibile farlo male ma ci sono riusciti. Non hanno azzeccato nemmeno l'iconica attaccatura dei capelli del genio del male... che è da Dracula più che da Diabolik. Il talento di Marinelli è sprecato, pare in stand by per mancanza di imput, così come la Leone che sembra imprigionata da una regia che non sembra vedere oltre la cifra estetica.
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(di martino revelli)
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(di roberto)
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dandy
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domenica 27 marzo 2022
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marinellik.
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Seconda trasposizione del celebre fumetto creato nel'62 da Angela e Luciana Giussani,basato sul terzo albo della serie "L'arresto di Diabolik",che sancisce l'incontro tra l'inafferrabile criminale e la sua futura compagna Eva Kant.Ovviamente i più hanno chiamato in causa il film di Mario Bava del'68 invocando la solita lesa maestà ed erigendolo a capolavoro inarrivabile,Cosa che decisamente non è,come questo film.Si riscontrano pregi e difetti tipici della filmografia dei registi,a cominciare da certe scelte sbagliate e la necessità di far coincidere esigenze di copione con imposizioni produttive.Il primo problema sta nella scelta di Marinelli,non tanto per recitazione(fredda e distaccata come richiede la situazione)quanto per faccia,che proprio non c'entra col personaggio,a differenza dei più azzeccati Valerio Mastrandrea e Miriam Leone(la migliore).
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Seconda trasposizione del celebre fumetto creato nel'62 da Angela e Luciana Giussani,basato sul terzo albo della serie "L'arresto di Diabolik",che sancisce l'incontro tra l'inafferrabile criminale e la sua futura compagna Eva Kant.Ovviamente i più hanno chiamato in causa il film di Mario Bava del'68 invocando la solita lesa maestà ed erigendolo a capolavoro inarrivabile,Cosa che decisamente non è,come questo film.Si riscontrano pregi e difetti tipici della filmografia dei registi,a cominciare da certe scelte sbagliate e la necessità di far coincidere esigenze di copione con imposizioni produttive.Il primo problema sta nella scelta di Marinelli,non tanto per recitazione(fredda e distaccata come richiede la situazione)quanto per faccia,che proprio non c'entra col personaggio,a differenza dei più azzeccati Valerio Mastrandrea e Miriam Leone(la migliore).Roja invece fa un pò il Dandi in versione sofisticata.Poi c'è la confezione curatissima ma con i soliti virtuosismi gratuiti,tipo lo split screen nella seconda parte.E sebbene la scelta di un ritmo lento a sfavore dell'azione funzioni,il film ha il grande limite di fare con lo spettatore quel che Diabolik fa con Ginko:anticipandolo,rendendo ovvi tutti i colpi di scena e togliendo così qualunque sorpresa e mordente al racconto...E' un pò come "5 è il numero perfetto" di Igort,un buon prodotto di genere non spiacevole ma neanche memorabile.Sceneggiatura dei regista e tra gli altri Mario Gomboli,curatore del fumetto.Manuel Angelli canta le canzoni "La profondità degli abissi" e "Pam pum pam".Claudia Gerini è la "signora Morel".Già annuncisati altri 2 sequel,con Giacomo Gianniotti al posto di Marinelli.
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umberto
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martedì 28 dicembre 2021
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un fumetto animato in 2d
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DIABOLIK... Venendo dalla botta emotiva ed adrenalinica di Spider-Man - No way home, dare un giudizio su qualsiasi altro film uscito in questo periodo è un'impresa ardua, vista la difficoltà di rimanere freddi e lucidi. Infatti così è stato in questo caso, nonostante avessi aspettato una decina di giorni prima di vederlo. I Manetti Bros, con una regia che ho molto apprezzato soprattutto in alcune riprese particolari, trasportano quasi perfettamente il fumetto sulla pellicola, nel senso che sembra effettivamente di vedere un fumetto animato più che un film. Tempi, dialoghi, scene sono lenti e piatti, quasi noiosi, tipo nella scena di Diabolik intento a copiare una voce dal registratore; si ha l'impressione che mancasse la terza dimensione.
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DIABOLIK... Venendo dalla botta emotiva ed adrenalinica di Spider-Man - No way home, dare un giudizio su qualsiasi altro film uscito in questo periodo è un'impresa ardua, vista la difficoltà di rimanere freddi e lucidi. Infatti così è stato in questo caso, nonostante avessi aspettato una decina di giorni prima di vederlo. I Manetti Bros, con una regia che ho molto apprezzato soprattutto in alcune riprese particolari, trasportano quasi perfettamente il fumetto sulla pellicola, nel senso che sembra effettivamente di vedere un fumetto animato più che un film. Tempi, dialoghi, scene sono lenti e piatti, quasi noiosi, tipo nella scena di Diabolik intento a copiare una voce dal registratore; si ha l'impressione che mancasse la terza dimensione. Anche gli effetti speciali banali amplificano tutta questa sensazione. Il film non accende nell'immediato, ma già dopo una giornata dalla visione lo si capisce e apprezza di più. Nel cast, che è superbo e azzeccatissimo per quei ruoli, spicca decisamente Miriam Leone nei panni di una Eva Kant che alla fine risulta essere la vera protagonista del film. Se vi piacciono i Noir anni Sessanta, questo film fa per voi.
Voto: 7
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felicity
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mercoledì 25 maggio 2022
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iperrealista ma carnale, cartoonesco ma feroce
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In Diabolik gli autori hanno saputo tradurre in immagini i punti cardine dello specifico linguaggio dei fumetti: primissimi piani, sguardi e baci appassionati, inseguimenti e fughe dalla polizia che non si risolvono nei termini contemporanei, quelli dell’Action e il Thriller, ma piuttosto attraverso l’ingegno, le soluzioni, le assurde invenzioni del Re del terrore.
Insensato forse giudicare il film con Luca Marinelli secondo gli standard del cinecomic contemporaneo, distinto dalla moltiplicazione spasmodica degli stimoli audiovisivi, ovvero un linguaggio incompatibile e lontanissimo dagli anni ’70, decennio di riferimento della sceneggiatura del film.
Ma anche più insensato accusare Diabolik di essere un’opera nostalgica, costruita per compiacere i vecchi fan del fumetto.
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In Diabolik gli autori hanno saputo tradurre in immagini i punti cardine dello specifico linguaggio dei fumetti: primissimi piani, sguardi e baci appassionati, inseguimenti e fughe dalla polizia che non si risolvono nei termini contemporanei, quelli dell’Action e il Thriller, ma piuttosto attraverso l’ingegno, le soluzioni, le assurde invenzioni del Re del terrore.
Insensato forse giudicare il film con Luca Marinelli secondo gli standard del cinecomic contemporaneo, distinto dalla moltiplicazione spasmodica degli stimoli audiovisivi, ovvero un linguaggio incompatibile e lontanissimo dagli anni ’70, decennio di riferimento della sceneggiatura del film.
Ma anche più insensato accusare Diabolik di essere un’opera nostalgica, costruita per compiacere i vecchi fan del fumetto. Al contrario, il film è evidentemente il prodotto di due profondi conoscitori del Re del Terrore, ma anche del Giallo secondo Hitchcock.
Un progetto che non è programmato per il pubblico, anzi lo sfida a riscoprire una diversa percezione del cinema, guardare agli stessi Diabolik, Ginko ed Eva Kant, perché le icone del fumetto tornino a rispecchiarsi sul grande schermo.
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maramaldo
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martedì 28 dicembre 2021
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eva, ancora un trionfo
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E' stato iugulato, invece, un esponente importante della Tribù dei Macho Ribaldi. Piagnisteo d'obbligo ma il film si fa vedere se non altro per i richiami e i ricordi che suscita. Il "Calzamaglia predatore" viene da lontano ma i Manetti, saggiamente, ce l'hanno offerto come un portato culturale genuinamente nostrano. Attingono alle loro frequentazioni. Una moglie, figurarsi, ignara e trascurata. Direttrice di banca, segretaria maneggiona, garantisco, le conosco di persona.
Più redditizia la scorribanda. Si parte dal Pincio e da Trinità dei Monti e, via, per Bologna, Milano, Courmayeur, Trieste. Per le stradine selciate di Premariacco (prov.
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E' stato iugulato, invece, un esponente importante della Tribù dei Macho Ribaldi. Piagnisteo d'obbligo ma il film si fa vedere se non altro per i richiami e i ricordi che suscita. Il "Calzamaglia predatore" viene da lontano ma i Manetti, saggiamente, ce l'hanno offerto come un portato culturale genuinamente nostrano. Attingono alle loro frequentazioni. Una moglie, figurarsi, ignara e trascurata. Direttrice di banca, segretaria maneggiona, garantisco, le conosco di persona.
Più redditizia la scorribanda. Si parte dal Pincio e da Trinità dei Monti e, via, per Bologna, Milano, Courmayeur, Trieste. Per le stradine selciate di Premariacco (prov. di Udine). La Kant si getta nei gorghi del Natisone dal ponte romano. Il Friuli. Curiosamente, anni fa, dalle parti di Maniago (prov. di Pordenone) - rinomata per i coltelli, anche quello del film viene da lì - si celebrò una kermesse in onore di Diabolik: mostre, disegni, repliche di oggetti, intellettuali che spiegavano il perchè di quel Ladro fuori del comune. Oggi, recandovisi, i due Campani trovano che il Friuli somiglia a... Clerville.
Paradossalmente, il fumetto è più "cinematografico" dell'attuale pellicola. Sibili e stridori resi con efficacia, ombreggiature che fanno atmosfere, contrasti di luce violenti; inquadrature, prospettive e scorci innovativi e audaci. I Bros, volendo fare "vintage", han calato un onirico sbiadito, tra il seppia e il grigioferro, privo di suggestione..
Notai allora, senza capire, un'insolita accuratezza, pignoleria, nei dettagli del vestiario: martingale, pantaloni con risvolto ben stirati, orli di maniche con i bottoni; camicie con motivi fantasia anche dei cattivi; abilità di "matite" nel tracciare trama del tweed della giacca di Ginko. Mano, occhio di una donna, anzi di due, Angela (già modella) e Luciana Giussani. Un riverbero si coglie nel damascato a fiorami della "robe de chambre" indossata dal politico che "insidia" Eva, classe, il seduttore di una volta. L'episodio alza di un palmo il film.
Forse perchè pensato per i non liberati adolescenti dell'epoca non si riscontra riferimento concreto al sesso come, del resto nel film, a parte qualche smanceria. Un'occhiata alla tuta attillata ci dice che l'eroe è "liscio" (la "volgarità", non mia, è illustre) come Topolino, Paperino... Non è Minnie, certo, Eva Kant. Un punto cruciale. Elegante ma non sexy, nemmeno nei deshabillé che sfoggia nell'intimità del covo segreto. Altera, formosa, statuaria, come il marmo, appunto, gelida e astratta. Un modello di bellezza che non funziona con le controparti. Felicemente, i bravi Manetti evitano l'inconveniente grazie soprattutto al fulgore di Miriam Leone. Splendida figlia di Ellade anche nel profilo, collo e omeri fatti da Canova. Induce un'emozione estetica prima di accorgerti della dominanza artistica.
Finale. Barchetta nello scintillio dell'acqua. Veleggia immobile. Lei, smontato sul cocuzzolo lo chignon della Kant, torna a natura nella natura, adagiandosi sulla tolda, sciolta e sorridente, sontuosa e pur carezzevole. Un dimesso Diabò (il volenteroso Luca Marinelli) porge, in ginocchio, il diamante rosa. L'Eva, giustamente, lo butta a mare (il diamante). Non le serve, è già adornata dei suoi propri doni.
P.S. Patriottismo è andare a vedere Diabolik. Dopo il Maghetto, i glutei bronzodorati di Dune, dedicatevi a prodotti Km 0 per non perdere lavori pregevoli come, ad es. Una Famiglia Mostruosa. Consuntivo finora: lamento. Un barlume di ottimismo, chi l'avrebbe detto, proviene da questa distratta riesumazione. Prodigioso ma si tratta di un caso. Non capita tutti i giorni assistere al successo di una creatura che dà o promette, pur non sapendo cosa. Fin dalla notte dei tempi. Già, Eva. In principio...
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(di kleber)
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flaw54
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domenica 2 gennaio 2022
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un fumetto ma.....
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Film costruito come un fumetto con personaggi che sembrano usciti dalla penna delle sorelle Giussani. Lento e discorsivo, ma secondo me accattivante, dominato dalla presenza fisica e interpretativa di una Miriam Leone che è la vera protagonista del film. Debole la figura di Diabolik alla quale Marinelli non riesce a dare quel carisma che dominava nel fumetto. Eva/Miriam lo surclassa: nella scena finale la luminosa bellezza della donna mette quasi in ridicolo un diabolik senza tuta che appare come uomo qualunque, direi anche bruttino e insignificante. Comunque la Leone sta diventando una vera e propria star. Un film da vedere.
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emilio concettoni
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mercoledì 16 febbraio 2022
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i manetti ed un adattamento "da esperti" del genere
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Dopo l'unica finora versione cinematografica di Diabolik, i Manetti ripropongono la loro versione del fumetto cult degli anni '60 e lo fanno con un approccio da esperti di quello che potremmo quasi definire un genere letterario, finendo per produrre un film inevitabilmente lungo (più di 2 ore), vista la loro aderenza all' albo originale, e ne viene fuori un prodotto esteticamente e musicalmente piacevole. Un buon film, raccontato bene, che solo apparentemente potrebbe annoiare visto che a volte prevale il dialogo sull'azione. Unica cosa che si potrebbe criticare è la recitazione del protagonista Marinelli, inevitabilmente condizionata dalla gelidissima freddezza dell'eroe delle Giussani così come la recitazione della compagna Elisabeth, interpretata da Serena Rossi, ma questa è una critica fine a sé stessa, in quanto la recitazione dei due personaggi viene inevitabilmente condizionata dal modo di comportarsi effettivo dei personaggi del fumetto.
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Dopo l'unica finora versione cinematografica di Diabolik, i Manetti ripropongono la loro versione del fumetto cult degli anni '60 e lo fanno con un approccio da esperti di quello che potremmo quasi definire un genere letterario, finendo per produrre un film inevitabilmente lungo (più di 2 ore), vista la loro aderenza all' albo originale, e ne viene fuori un prodotto esteticamente e musicalmente piacevole. Un buon film, raccontato bene, che solo apparentemente potrebbe annoiare visto che a volte prevale il dialogo sull'azione. Unica cosa che si potrebbe criticare è la recitazione del protagonista Marinelli, inevitabilmente condizionata dalla gelidissima freddezza dell'eroe delle Giussani così come la recitazione della compagna Elisabeth, interpretata da Serena Rossi, ma questa è una critica fine a sé stessa, in quanto la recitazione dei due personaggi viene inevitabilmente condizionata dal modo di comportarsi effettivo dei personaggi del fumetto. Un film che i Manetti hanno voluto realizzare tenendo costantemente d'occhio il fumetto di partenza e, alla fine, ne viene fuori un prodotto che colpisce ed intrattiene.
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jonnylogan
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domenica 6 marzo 2022
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il ritorno di diabolik
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A Clerville l’ispettore Ginko, capo della polizia locale, insegue da sempre Diabolik, ladro abile ad assumere le fattezze delle proprie vittime e che non si ferma davanti a nulla pur di portare a segno i propri colpi. Nel mentre la ricca ereditiera Eva Kant viene corteggiata dal viceministro di giustizia, George Caron.
Il primo cine comic di casa nostra, per tacere degli eroi neri con la ‘K’ portati sul grande schermo nei ‘60, fra cui lo stesso Diabolik, viene collocato dai fratelli Manetti nella ‘loro’ Bologna, già percorsa in lungo e in largo alle calcagna dell’ispettore Coliandro, assieme alle altre locations trovate a Milano e Trieste, per dar vita all’immaginario stato di Clerville perennemente immerso negli anni ’60 e frutto della fantasia delle sorelle Giussani.
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A Clerville l’ispettore Ginko, capo della polizia locale, insegue da sempre Diabolik, ladro abile ad assumere le fattezze delle proprie vittime e che non si ferma davanti a nulla pur di portare a segno i propri colpi. Nel mentre la ricca ereditiera Eva Kant viene corteggiata dal viceministro di giustizia, George Caron.
Il primo cine comic di casa nostra, per tacere degli eroi neri con la ‘K’ portati sul grande schermo nei ‘60, fra cui lo stesso Diabolik, viene collocato dai fratelli Manetti nella ‘loro’ Bologna, già percorsa in lungo e in largo alle calcagna dell’ispettore Coliandro, assieme alle altre locations trovate a Milano e Trieste, per dar vita all’immaginario stato di Clerville perennemente immerso negli anni ’60 e frutto della fantasia delle sorelle Giussani. La pellicola che riporta sul grande schermo la figura del ladro poco gentiluomo e in calzamaglia, con viso e fattezze di Luca Marinelli, ma che nei due sequel già pronti in termini di sceneggiatura, cederà il costume a Giacomo Gianniotti, risulta essere alla fine una perfetta crasi di alcuni fra gli episodi storici delle casa editrice Astorina. Il film dei fratelli Manetti alla quale ha collaborato anche il fumettista Michelangelo La Neve, da poco scomparso,risulta essere curato in ogni minimo dettaglio per ricreare non solo una città in pieno boom economico, ma anche una perfetta rivisitazione del cinema del medesimo periodo, grazie alla colonna sonora curata da Pivio e Aldo De Scalzi, con scritte in sovraimpressione, e un Valerio Mastandrea capace di sovrastare Luca Marinelli e in grado di caratterizzare alla perfezione Ginko, al quale si aggiunge Miriam Leone calatasi nel ruolo di Lady Kant. A fine pellicola l’immersione nel mondo di Diabolik è appassionante e può piacere anche a chi non apprezza il mondo della nona arte accettando il fatto che la versione di celluloide sia frutto del trasformazione in carne e ossa del personaggio.
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fabrizio friuli
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sabato 26 marzo 2022
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la caccia continua
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Un ladro misterioso e inafferrabile, una donna ammaliante ed un inesorabile ispettore sono i tre soggetti principali di una storia composta da delitti e furti elaborati . Il primo soggetto è Diabolik ( il ladri misterioso e inafferrabile ), il secondo è Eva Kant ( una splendida donna che ama le "emozioni forti " ) e il terzo è l' ispettore Ginko ( che ha come fine quello di catturare il malvivente rivestito dalla calzamaglia color pantera e occasionalmente , dalle maschere umane fatte da lui stesso ), anche se dovrà fare i conti con il suo genio e con la nuova collaboratrice, che potrebbe essere perfino più spietata e pericolosa dello stesso Diabolik.
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Un ladro misterioso e inafferrabile, una donna ammaliante ed un inesorabile ispettore sono i tre soggetti principali di una storia composta da delitti e furti elaborati . Il primo soggetto è Diabolik ( il ladri misterioso e inafferrabile ), il secondo è Eva Kant ( una splendida donna che ama le "emozioni forti " ) e il terzo è l' ispettore Ginko ( che ha come fine quello di catturare il malvivente rivestito dalla calzamaglia color pantera e occasionalmente , dalle maschere umane fatte da lui stesso ), anche se dovrà fare i conti con il suo genio e con la nuova collaboratrice, che potrebbe essere perfino più spietata e pericolosa dello stesso Diabolik.
Il lungometraggio dei Fratelli Manetti , basato sul famoso fumetto delle sorelle Giussani , oltre ad essere ben realizzato, vanta una scena sorprendente che corrisponde alla scena madre del film , ovvero , la scena in cui l' ispettore Ginko scopre l'imbroglio in seguito alla condanna a morte del fittizio Diabolik , infatti , al posto del ricercato , è stato ucciso un ministro di giustizia interpretato dall' attore Alessandro Roja , e viene poi mostrato cosa è successo : nel corso del colloquio Eva Kant stordisce il malcapitato con un siero dentro una siringa , e mentre il soggetto appare priva di sensi , Diabolik assimila delle informazioni sui suoi possedimenti ed altro , ed entrambi ( Diabolik ed Eva Kant ) sostituiscono il vero Diabolik ed egli sopravvive alla morte , inoltre , in un ' altra scena viene mostrato che i due complici hanno la facoltà di comunicare con il codice mors, e questo permette ad entrambi di avere dei vantaggi , probabilmente, la scena della sconfitta di Ginko è piuttosto inverosimile, dato che Ginko conosce Eva Kant ed ha commesso un errore madornale sparandogli al braccio , avrebbe dovuto sparare ad una gamba e mantenere la distanza dal mare, invece , Ginko è stato sconfitto dall'intervento di Eva Kant e i due furfanti sono riusciti a vincere la partita , anche alla fine . Ora , interloquendo degli attori principali, Valerio Mastrandrea ha interpretato il suo personaggio in maniera professionale, Luca Marinelli purtoppo , è apparso come un automa dell'intelligenza non umana o geniale , ma artificiale, perché nel film , egli ha interpretato un robot umanoide , e non genio del crimine ( pari al professor James Moriarty ) ed infine , la leggendaria Miriam Leone, nonostante il suo talento magico, non è stata una scelta adeguata, non solo perché il biondo non le dona minimamente, ma anche perché il personaggio della Femme Fatale non le somiglia molto , evidentemente ( o probabilmente ) Laura Chiatti sarebbe stata la scelta giusta. La regia e la sceneggiatura sono idonee ed elargisce alla pellicola la " promozione " meritata , anche se l' interpretazione robotica di Luca Marinelli doveva essere sostituita con una recitazione differente, ed è banalmente ovvio che Luca Marinelli avrebbe saputo interpretarlo anche nel modo idoneo , per quanto riguarda Miriam Leone , di talento ne ha in abbondanza ( e non ha senso soffermarsi sul suo aspetto ), però , è stata scelta come attrice nel film soltanto per la sua rinomanza.
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