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great steven
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giovedì 30 dicembre 2021
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lo spirito mantiene fede alla pagina disegnata.
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DIABOLIK (IT, 2021) diretto dai MANETTI BROS. Interpretato da LUCA MARINELLI, MIRIAM LEONE, VALERIO MASTANDREA, ALESSANDRO ROJA, SERENA ROSSI, ROBERTO CITRAN, VANESSA SCALERA, PIER GIORGIO BELLOCCHIO, STEFANO PESCE, MASSIMO TRIGGIANI, DANIELA PIPERNO, ANTONINO IUORIO, DAVIDE DEVENUTO, CLAUDIA GERINI ●Clerville, fine anni ’60: Diabolik, ladro tanto spietato quanto inafferrabile, scorrazza per la città con la sua Jaguar mettendo a segno numerosi colpi apparentemente inspiegabili ai danni dei ricchi che hanno costruito in modo illecito le proprie fortune. L’arrivo di Eva Kant, vedova di un Lord straniero da cui ha ereditato l’immenso patrimonio e anche un diamante di inestimabile valore, da una parte attrae l’attenzione del perfido criminale e, dall’altra, convince l’incorruttibile ispettore Ginko, nemico giurato di Diabolik, a muovergli contro un conflitto senza quartiere, nella speranza di incarcerarlo e mandarlo alla pena di morte.
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DIABOLIK (IT, 2021) diretto dai MANETTI BROS. Interpretato da LUCA MARINELLI, MIRIAM LEONE, VALERIO MASTANDREA, ALESSANDRO ROJA, SERENA ROSSI, ROBERTO CITRAN, VANESSA SCALERA, PIER GIORGIO BELLOCCHIO, STEFANO PESCE, MASSIMO TRIGGIANI, DANIELA PIPERNO, ANTONINO IUORIO, DAVIDE DEVENUTO, CLAUDIA GERINI ●Clerville, fine anni ’60: Diabolik, ladro tanto spietato quanto inafferrabile, scorrazza per la città con la sua Jaguar mettendo a segno numerosi colpi apparentemente inspiegabili ai danni dei ricchi che hanno costruito in modo illecito le proprie fortune. L’arrivo di Eva Kant, vedova di un Lord straniero da cui ha ereditato l’immenso patrimonio e anche un diamante di inestimabile valore, da una parte attrae l’attenzione del perfido criminale e, dall’altra, convince l’incorruttibile ispettore Ginko, nemico giurato di Diabolik, a muovergli contro un conflitto senza quartiere, nella speranza di incarcerarlo e mandarlo alla pena di morte. Grazie alla scoperta del nascondiglio multi-tecnologico dove Diabolik progetta le sue armi, avvenuta per merito della donna che il famoso ladro, sotto mentite spoglie, ingannava fingendosene il fidanzato, Ginko riesce ad incastrare il suo nemico e a farlo condannare alla ghigliottina. Ma l’ispettore non ha fatto i conti con Eva Kant, la quale, innamoratasi di Diabolik al punto da volerlo seguire nelle sue rischiose imprese, sfrutta il suo ascendente sul vice-ministro della giustizia di Clerville per far evadere di prigione il suo nuovo complice (e amante). I due fuggono alla volta di Ghenf, città balneare dove progettano un nuovo colpo. Ginko non si arrende: Giorgio Caron, il sopracitato vice-ministro, è finito ghigliottinato al posto di Diabolik poiché indossava la sua maschera ed era sotto l’effetto del pentotal (potente narcotico che inibisce la volontà umana e costringe chi lo subisce a rivelare verità importanti), e l’ispettore non ha fatto in tempo ad impedirlo, ma d’altro canto conosce lo stile di Diabolik meglio di chiunque altro e sa anticiparne le mosse. Un’ulteriore sfida contro qualsiasi minima variabile in gioco nel furto organizzato da Diabolik al caveau della Banca Centrale di Ghenf vedrà coinvolti lui e i suoi implacabili cacciatori, con Ginko che guiderà anche la polizia di Ghenf nel tentativo mai abbandonato di catturare il terribile delinquente. Anche questa volta Diabolik non potrà fare a meno dell’aiuto di Eva per uscirne vivo.
Questo adattamento cinematografico del celeberrimo fumetto delle sorelle Angela e Luciana Giussani – che fece la sua comparsa sul mercato editoriale italiano nel 1962, riscuotendo fin da subito un successo di vendite clamoroso – prende il via dall’albo n. 3 della serie ufficiale, L’arresto di Diabolik (1963), ed anche nella versione cartacea abbiamo a che fare con l’imprendibile supercriminale che incontra per la prima volta Eva Kant, la donna che diventerà da questo punto in poi sua complice e compagna nella vita. Com’è loro consuetudine, i Manetti preferiscono un approccio che valorizzi la trasposizione dal fumetto al cinema senza dimenticare gli ingredienti fondamentali che ogni buon film d’azione deve avere: sequenze movimentate ben distribuite, colpi di scena piazzati sullo schermo quando meno il pubblico se li aspetta, un senso pratico e fisico dell’avventura, dialoghi suadenti che possano seminare rilevanti indizi ai fini di rendere la trama più accattivante. Nel loro film c’è tutta questa roba e molto altro, e infatti l’opera non delude per come rispetta appieno l’atmosfera di suspense dell’originale, la descrizione psicologico-motivazionale dei personaggi e l’universo quasi fantascientifico (popolato da mirabolanti autovetture, maschere che riproducono alla perfezione i volti di altre persone, gas velenosi e/o narcotizzanti, laser inseriti nei luoghi più impensabili che distruggono i metalli più resistenti) in cui essi si muovono. Relativamente al contesto italiano, parliamo di un film senza dubbio molto innovativo e in linea con la nuova tradizione nostrana di affacciarsi a generi finora poco praticati come la SF, il fantasy tout-court o, come in questo caso, il giallo poliziesco di derivazione fumettistica; tradizione che include in sé stessa anche registi come Gabriele Mainetti (vedi Jeeg Robot e Freaks Out) e, sorprendentemente, anche i fratelli D’Innocenzo… perché anche il loro repertorio finora non vasto, ma comunque già denso di promesse (e premesse) sulla strada dell’evoluzione artistica, sta operando una piccola, magnifica rivoluzione nel cinema italiano attuale, proponendo modi ancora inesplorati di narrare storie, coinvolgere e stupire spettatori sempre più diffidenti o annoiati, ribaltare le prospettive comuni. Il Diabolik dei Manetti, in tal senso, sfrutta ogni carta vincente a suo favore non per americanizzarsi o scimmiottare le produzioni hollywoodiane – che spesso, purtroppo, partono esse stesse come scimmiottature o parodie che finiscono per deturpare perfino la qualità stessa dell’arte parodistica –, ma come prodotto capace di edificare, fra elementi veraci e prestiti dalle culture d’oltreoceano, una narrazione efficace per come risulta robusta e credibile agli occhi di tutti gli spettatori, giovani e meno giovani. Qualche sopracciglio innalzato ci sarà sempre, ma dubito che getteremo presto nel dimenticatoio film come questi. Che dire, infine, degli attori? M. Leone è una perfetta Lady Kant, in sapiente equilibrio fra lascivia e pathos, credibile quando sfodera l’asso della seduzione con un secondo fine, molto meno quando manifesta una fedeltà troppo velocemente accresciuta nei confronti di Diabolik, un Marinelli dalla recitazione metodica, a tratti affettata, ma comunque consona alla personalità fredda e manipolatrice del suo personaggio. Ma una menzione speciale va fatta al superbo V. Mastandrea: capelli tirati all’indietro, pipa alla bocca, giacca e cravatta impeccabili ed espressione cocciuta e severa, è un ispettore Ginko formidabile, e recita vivendo passionalmente gli umori e le aspettative del suo bellissimo personaggio, un tutore della legge che, pur venendo sconfitto due volte, non perde mai il self-control, persegue i propri obiettivi con una lucidità a prova di breccia e riconosce le capacità del suo avversario al di là dell’odio per niente egoistico che prova per lui.
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flaw54
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domenica 2 gennaio 2022
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un fumetto ma.....
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Film costruito come un fumetto con personaggi che sembrano usciti dalla penna delle sorelle Giussani. Lento e discorsivo, ma secondo me accattivante, dominato dalla presenza fisica e interpretativa di una Miriam Leone che è la vera protagonista del film. Debole la figura di Diabolik alla quale Marinelli non riesce a dare quel carisma che dominava nel fumetto. Eva/Miriam lo surclassa: nella scena finale la luminosa bellezza della donna mette quasi in ridicolo un diabolik senza tuta che appare come uomo qualunque, direi anche bruttino e insignificante. Comunque la Leone sta diventando una vera e propria star. Un film da vedere.
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emilio concettoni
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mercoledì 16 febbraio 2022
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i manetti ed un adattamento "da esperti" del genere
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Dopo l'unica finora versione cinematografica di Diabolik, i Manetti ripropongono la loro versione del fumetto cult degli anni '60 e lo fanno con un approccio da esperti di quello che potremmo quasi definire un genere letterario, finendo per produrre un film inevitabilmente lungo (più di 2 ore), vista la loro aderenza all' albo originale, e ne viene fuori un prodotto esteticamente e musicalmente piacevole. Un buon film, raccontato bene, che solo apparentemente potrebbe annoiare visto che a volte prevale il dialogo sull'azione. Unica cosa che si potrebbe criticare è la recitazione del protagonista Marinelli, inevitabilmente condizionata dalla gelidissima freddezza dell'eroe delle Giussani così come la recitazione della compagna Elisabeth, interpretata da Serena Rossi, ma questa è una critica fine a sé stessa, in quanto la recitazione dei due personaggi viene inevitabilmente condizionata dal modo di comportarsi effettivo dei personaggi del fumetto.
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Dopo l'unica finora versione cinematografica di Diabolik, i Manetti ripropongono la loro versione del fumetto cult degli anni '60 e lo fanno con un approccio da esperti di quello che potremmo quasi definire un genere letterario, finendo per produrre un film inevitabilmente lungo (più di 2 ore), vista la loro aderenza all' albo originale, e ne viene fuori un prodotto esteticamente e musicalmente piacevole. Un buon film, raccontato bene, che solo apparentemente potrebbe annoiare visto che a volte prevale il dialogo sull'azione. Unica cosa che si potrebbe criticare è la recitazione del protagonista Marinelli, inevitabilmente condizionata dalla gelidissima freddezza dell'eroe delle Giussani così come la recitazione della compagna Elisabeth, interpretata da Serena Rossi, ma questa è una critica fine a sé stessa, in quanto la recitazione dei due personaggi viene inevitabilmente condizionata dal modo di comportarsi effettivo dei personaggi del fumetto. Un film che i Manetti hanno voluto realizzare tenendo costantemente d'occhio il fumetto di partenza e, alla fine, ne viene fuori un prodotto che colpisce ed intrattiene.
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jonnylogan
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domenica 6 marzo 2022
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il ritorno di diabolik
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A Clerville l’ispettore Ginko, capo della polizia locale, insegue da sempre Diabolik, ladro abile ad assumere le fattezze delle proprie vittime e che non si ferma davanti a nulla pur di portare a segno i propri colpi. Nel mentre la ricca ereditiera Eva Kant viene corteggiata dal viceministro di giustizia, George Caron.
Il primo cine comic di casa nostra, per tacere degli eroi neri con la ‘K’ portati sul grande schermo nei ‘60, fra cui lo stesso Diabolik, viene collocato dai fratelli Manetti nella ‘loro’ Bologna, già percorsa in lungo e in largo alle calcagna dell’ispettore Coliandro, assieme alle altre locations trovate a Milano e Trieste, per dar vita all’immaginario stato di Clerville perennemente immerso negli anni ’60 e frutto della fantasia delle sorelle Giussani.
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A Clerville l’ispettore Ginko, capo della polizia locale, insegue da sempre Diabolik, ladro abile ad assumere le fattezze delle proprie vittime e che non si ferma davanti a nulla pur di portare a segno i propri colpi. Nel mentre la ricca ereditiera Eva Kant viene corteggiata dal viceministro di giustizia, George Caron.
Il primo cine comic di casa nostra, per tacere degli eroi neri con la ‘K’ portati sul grande schermo nei ‘60, fra cui lo stesso Diabolik, viene collocato dai fratelli Manetti nella ‘loro’ Bologna, già percorsa in lungo e in largo alle calcagna dell’ispettore Coliandro, assieme alle altre locations trovate a Milano e Trieste, per dar vita all’immaginario stato di Clerville perennemente immerso negli anni ’60 e frutto della fantasia delle sorelle Giussani. La pellicola che riporta sul grande schermo la figura del ladro poco gentiluomo e in calzamaglia, con viso e fattezze di Luca Marinelli, ma che nei due sequel già pronti in termini di sceneggiatura, cederà il costume a Giacomo Gianniotti, risulta essere alla fine una perfetta crasi di alcuni fra gli episodi storici delle casa editrice Astorina. Il film dei fratelli Manetti alla quale ha collaborato anche il fumettista Michelangelo La Neve, da poco scomparso,risulta essere curato in ogni minimo dettaglio per ricreare non solo una città in pieno boom economico, ma anche una perfetta rivisitazione del cinema del medesimo periodo, grazie alla colonna sonora curata da Pivio e Aldo De Scalzi, con scritte in sovraimpressione, e un Valerio Mastandrea capace di sovrastare Luca Marinelli e in grado di caratterizzare alla perfezione Ginko, al quale si aggiunge Miriam Leone calatasi nel ruolo di Lady Kant. A fine pellicola l’immersione nel mondo di Diabolik è appassionante e può piacere anche a chi non apprezza il mondo della nona arte accettando il fatto che la versione di celluloide sia frutto del trasformazione in carne e ossa del personaggio.
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fabrizio friuli
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sabato 26 marzo 2022
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la caccia continua
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Un ladro misterioso e inafferrabile, una donna ammaliante ed un inesorabile ispettore sono i tre soggetti principali di una storia composta da delitti e furti elaborati . Il primo soggetto è Diabolik ( il ladri misterioso e inafferrabile ), il secondo è Eva Kant ( una splendida donna che ama le "emozioni forti " ) e il terzo è l' ispettore Ginko ( che ha come fine quello di catturare il malvivente rivestito dalla calzamaglia color pantera e occasionalmente , dalle maschere umane fatte da lui stesso ), anche se dovrà fare i conti con il suo genio e con la nuova collaboratrice, che potrebbe essere perfino più spietata e pericolosa dello stesso Diabolik.
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Un ladro misterioso e inafferrabile, una donna ammaliante ed un inesorabile ispettore sono i tre soggetti principali di una storia composta da delitti e furti elaborati . Il primo soggetto è Diabolik ( il ladri misterioso e inafferrabile ), il secondo è Eva Kant ( una splendida donna che ama le "emozioni forti " ) e il terzo è l' ispettore Ginko ( che ha come fine quello di catturare il malvivente rivestito dalla calzamaglia color pantera e occasionalmente , dalle maschere umane fatte da lui stesso ), anche se dovrà fare i conti con il suo genio e con la nuova collaboratrice, che potrebbe essere perfino più spietata e pericolosa dello stesso Diabolik.
Il lungometraggio dei Fratelli Manetti , basato sul famoso fumetto delle sorelle Giussani , oltre ad essere ben realizzato, vanta una scena sorprendente che corrisponde alla scena madre del film , ovvero , la scena in cui l' ispettore Ginko scopre l'imbroglio in seguito alla condanna a morte del fittizio Diabolik , infatti , al posto del ricercato , è stato ucciso un ministro di giustizia interpretato dall' attore Alessandro Roja , e viene poi mostrato cosa è successo : nel corso del colloquio Eva Kant stordisce il malcapitato con un siero dentro una siringa , e mentre il soggetto appare priva di sensi , Diabolik assimila delle informazioni sui suoi possedimenti ed altro , ed entrambi ( Diabolik ed Eva Kant ) sostituiscono il vero Diabolik ed egli sopravvive alla morte , inoltre , in un ' altra scena viene mostrato che i due complici hanno la facoltà di comunicare con il codice mors, e questo permette ad entrambi di avere dei vantaggi , probabilmente, la scena della sconfitta di Ginko è piuttosto inverosimile, dato che Ginko conosce Eva Kant ed ha commesso un errore madornale sparandogli al braccio , avrebbe dovuto sparare ad una gamba e mantenere la distanza dal mare, invece , Ginko è stato sconfitto dall'intervento di Eva Kant e i due furfanti sono riusciti a vincere la partita , anche alla fine . Ora , interloquendo degli attori principali, Valerio Mastrandrea ha interpretato il suo personaggio in maniera professionale, Luca Marinelli purtoppo , è apparso come un automa dell'intelligenza non umana o geniale , ma artificiale, perché nel film , egli ha interpretato un robot umanoide , e non genio del crimine ( pari al professor James Moriarty ) ed infine , la leggendaria Miriam Leone, nonostante il suo talento magico, non è stata una scelta adeguata, non solo perché il biondo non le dona minimamente, ma anche perché il personaggio della Femme Fatale non le somiglia molto , evidentemente ( o probabilmente ) Laura Chiatti sarebbe stata la scelta giusta. La regia e la sceneggiatura sono idonee ed elargisce alla pellicola la " promozione " meritata , anche se l' interpretazione robotica di Luca Marinelli doveva essere sostituita con una recitazione differente, ed è banalmente ovvio che Luca Marinelli avrebbe saputo interpretarlo anche nel modo idoneo , per quanto riguarda Miriam Leone , di talento ne ha in abbondanza ( e non ha senso soffermarsi sul suo aspetto ), però , è stata scelta come attrice nel film soltanto per la sua rinomanza.
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luigi
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venerdì 8 luglio 2022
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un bel lavoro italiano
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Credo di aver letto almeno la metà dei fumetti di Diabolik e questo film mi ha straordinariamente colpito per il modo in cui ti trasporta nella storia. Scontato? Assolutamente no. I personaggi sono ben rispondenti ai veri. Ginko è perfetto, Diabolik nella parte ed Eva incrediblmente straordinaria, bellissima e affascinante. Belli anche i posti, le riprese, gli effetti speciali anche nella loro sobria semplicità. In questo film nulla é banale. É non é poco perché il genere e la trasposizione dalla carta alla pellicola spesso porta ad esserlo. Che dire! Bravi. Bel cinema italiano.
[+] diabolik 20121
(di mar59)
[ - ] diabolik 20121
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enzo70
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sabato 1 ottobre 2022
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i manetti propongono bene diabolik sullo schermo
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La versione di Diabolik dei Manetti Brothers è una vera chicca per gli amanti di Diabolik. Perché la storia proposta è il classico dei classici, il primo incontro tra il principe dei ladri dell’Astorina, Luca Marinelli, e la bellissima Eva Kant. Tra di loro Giorgio Caron, il viceministro della giustizia, corrotto quanto innamorato di Eva e l’eterno Ginko, interpretato benissimo da Valerio Mastrandrea. Il rapporto tra i due è subito intensissimo, nonostante le evidenti ritrosie di Diabolik che rivendica il suo ruolo di uomo solitario. Ma l’amore e il fascino di Eva non sono resistibili, nemmeno per lui. Il tono un po' retrò della narrazione è perfetto per raccontare una delle storie più importanti dell’incredibile e sempre più storica vita di Diabolik.
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La versione di Diabolik dei Manetti Brothers è una vera chicca per gli amanti di Diabolik. Perché la storia proposta è il classico dei classici, il primo incontro tra il principe dei ladri dell’Astorina, Luca Marinelli, e la bellissima Eva Kant. Tra di loro Giorgio Caron, il viceministro della giustizia, corrotto quanto innamorato di Eva e l’eterno Ginko, interpretato benissimo da Valerio Mastrandrea. Il rapporto tra i due è subito intensissimo, nonostante le evidenti ritrosie di Diabolik che rivendica il suo ruolo di uomo solitario. Ma l’amore e il fascino di Eva non sono resistibili, nemmeno per lui. Il tono un po' retrò della narrazione è perfetto per raccontare una delle storie più importanti dell’incredibile e sempre più storica vita di Diabolik. Super consigliato.
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[+] ma che film hai visto?
(di manolo marcen�)
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