Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, Horror, |
Produzione | Italia, USA |
Durata | 130 minuti |
Regia di | Luca Guadagnino |
Attori | Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny David Gordon Green, Jessica Harper, Jake Horowitz, Mark Rylance, Francesca Scorsese. |
Uscita | mercoledì 23 novembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,20 su 40 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 24 novembre 2022
Il primo film che Guadagnino gira in America, un teen d'autore, tratto dal libro di Camille DeAngelis. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 3 candidature a Spirit Awards, 1 candidatura a Critics Choice Super, In Italia al Box Office Bones and All ha incassato 1,3 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Verso la metà degli anni 80, Maren vive con il padre in Virginia ed è un'adolescente come tante. La sua vera natura costringe però il padre ad abbandonarla e a lasciarla al suo destino. Rimasta sola, Maren parte alla ricerca della madre che non ha mai conosciuto e lungo il tragitto conosce persone come lei, vagabondi ed emarginati nella società americana dell'era Reagan, tra cui Lee, di poco più grande, sbandato e affascinante, con il quale Maren prosegue il suo viaggio. Stato dopo stato, dal Maryland al Nebraska, incontro dopo incontro, Maren e Lee trovano la propria strada, incerti e spaventati di fronte all'irrompere del desiderio che li guida.
Primo film in terra americana per Luca Guadagnino, che attraversa le grandi pianure del Midwest per seguire la dolce deriva di due dropout divisi fra la necessità di accettare la propria natura e la paura di combatterla.
Lo dice il padre di Maren, nella registrazione audio che lascia alla figlia prima di abbandonarla, qual è lo spirito di Luca Guadagnino verso i protagonisti del suo ultimo film, tratto da un romanzo di Camille DeAngelis adattato da David Kajganich: «Non mi sono mai chiesto cosa fossi, ma chi sei!». We Are Who We Are, siamo chi siamo, era del resto il titolo della precedente serie del regista italiano, basata su un altro incontro di due figure "a parte", incerte della propria natura, né maschio né femmina, sia maschio sia femmina, così come i giovani Maren e Lee di Bones and All (interpretati da Taylor Russell e Timothée Chalamet), appartengono a una specie animalesca eppure umanissima, per come è mossa da un desiderio reale e metaforico di sfamarsi.
Nel corpo centrale degli Stati Uniti, negli anni non casuali - come sottolineano le voci di notiziari televisivi e radiofonici - del reaganismo e della cura Giuliani di New York, da un lato, e dalla diffusione dell'Aids, dall'altro, che chiamava le nuove generazioni a controllare, o forse più ancora reprimere i propri istinti, Guadagnino unisce i due temi centrali della sua opera - l'accettazione di sé, della propria unicità, e la necessità di confrontare il proprio desiderio con quello dell'altro - con l'immaginario di una nazione e della sua epoca.
Grazie allo splendido lavoro del direttore della fotografia Arseni Khachaturan, che gira in pellicola e tiene bassi i toni della luce e dei colori, e a un perfetto controllo della messinscena da parte di Guadagnino, soprattutto nella prima parte il film coglie con un montaggio ellittico e lirico la solitudine e l'inquietudine di Maren. La lenta scoperta del suo desiderio più intimo, la sua fame e la sua inevitabilità; poi l'incontro con una comunità di suoi simili e in particolare con Lee, con il quale si sposta di luogo in luogo restano quasi invisibile agli occhi degli altri.
Maren, Lee e quelli come loro (tra qui un inquietante vagabondo interpretato da Mark Rylance e due pericolosi redneck a cui Michael Stuhlbarg e il regista David Gordon Green danno diverse sfumature di follia e paura) sono altro rispetto alla società, si riconoscono con l'olfatto, condividono un segreto che definisce le loro identità, e sono per questo chiamati ad accettare fino in fondo - bones and all, fino all'osso - ciò che realmente sono. Maren, Lee e quelli come loro, ancora, buoni o cattivi, soli o con qualcuno al proprio fianco, non possono fare a meno di commettere crimini, di sporcarsi di sangue, di amare, mangiare, uccidere: ma prima di tutto devono scegliere di essere individui, uomini, donne, amanti, figlie, figli, madri, padri, e combattere l'inevitabilità della propria solitudine (inutile sottolineare le ripercussioni di un simile tema nella società di oggi...).
Nei momenti più cupi del film, Guadagnino riesce a rendere fisico l'istinto autodistruttivo e fagocitante dei personaggi, opposto alla ricerca dell'incontro con l'altro. Nell'incontro di Maren con la madre (una splendida Chloé Sevigny, che in poche scene racchiude nel suo corpo mutilato la potenza di un amore distruttivo), la liberazione di una figlia dal fantasma di chi l'ha messa al mondo e l'ha condannata, avviene in una sconvolgente cornice horror. Così come nel finale inevitabilmente carico di sangue - che arriva dopo una lunga e poco controllata parentesi romantica e on the road, con le musiche di Trent Reznor e Atticus Ross che indugiano in toni malinconici - la violenza incontra l'amore assoluto, la totalità dell'essere la pienezza della carne, fino a cancellare ogni traccia.
Come cantavano i Radiohead: «I will eat you all alive / there'll be no more lies». Ecco dove porta il cinema di Luca Guadagnino, qui esposto in una forma matura, fin troppo ragionata, mai così lucida e per questo, forse, troppo trattenuta, senza la magia o la commozione dei suoi lavori migliori.
Maren è una ragazza con un problema: quando si affeziona a qualcuno finisce per mangiarlo! In viaggio alla ricerca del padre si imbatte in un ragazzo che a sua volta sta attraversando l'America della Presidenza Reagan. Dal romanzo omonimo della statunitense Camille DeAngelis, ecco il primo film girato in terra americana da Luca Guadagnino, che ritrova qui la star del suo maggior successo: Timothée Chalamet. La ragazza ha il volto di Taylor Russell, protagonista della saga di Escape Room, inoltre arricchiscono il cast Mark Rylance, André Holland, il regista David Gordon Green e alcuni altri ritorni dalle opere precedenti di Guadagnino: Francesca Scorsese, Chloë Sevigny e Michael Stuhlbarg.
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Liberamente tratto dal romanzo “Fino all’osso” di Camille DeAngelis, premio Alex nel 2016. Maren è una ragazza di 18 anni che viene abbandonata dal padre. Questi le lascia un nastro registrato, dove ne spiega i motivi. Maren, rimasta da sola, inizia a vagabondare per gli States e prende gradualmente coscienza del suo “problema”.
Noto che mai prima d’ora avevamo visto un pullulare così robusto di horror movie. Gli americani ne sono sicuramente i primi, ma noi europei occidentali non ne siamo molto da meno. Oltre allo sfoggio degli orrori “locali”, man bassa a chi ne inventa di più spaventosi, da disturbare il sonno anche più corazzato degli spettatori.
Guadagnino è forse uno dei registi-autori italiani più popolari ma anche maledetti. Snobbato anni fa dai critici e dai distributori che vedevano in lui un falso intellettuale, di quei parvenu della penultima generazione che si infiltravano nei salotti borghesi con un Hawthorne sottoascella, nel giro di un film soltanto e la benedizione del pubblico che ha visto il CAPOLAVORO in una storia [...] Vai alla recensione »
“Il Mondo dell’Amore non vuole Mostri”. Luca Guadagnino torna al cinema, dopo il suo controverso Suspiria del 2018, e lo fa con un film che è un vero e proprio pugno nello stomaco, un coming of age, un racconto di formazione, delicato e cruento al tempo stesso, deliziosamente profondo e sanguinolento, adatto a chi cerca l’orrore ma anche le emozioni pure e le lacrime. [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Guadagnino è ancora quella frontiera dove l’estetica della mescolanza, intesa come l’unione nucleare di elementi variabili, riesce a prevalere sull’esigenza, del tutto umana, di separare il bene dal male, le anime dai corpi - o, al contrario, di fonderli invariabilmente in un'unità inscindibile. In Bones and all, storia d’amore e cannibalismo, che si collega idealmente al precedente vampiresco [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Guadagnino è ancora quella frontiera dove l’estetica della mescolanza, intesa come l’unione nucleare di elementi variabili, riesce a prevalere sull’esigenza, del tutto umana, di separare il bene dal male - le anime dai corpi - o, al contrario, di fonderli in maniera invariabile e, pertanto, inscindibile. In Bones and all, storia d’amore e cannibalismo, come nel precedente vampiresco Only [...] Vai alla recensione »
Bones and All racconta una potente storia d'amore e cannibalismo, in cui due solitudini si incontrano e si riconoscono, legittimando per la prima volta la loro esistenza. Un viaggio on the road che passa attraverso l'accettazione della propria natura per arrivare alla scoperta di se stessi. Il film rappresenta l’occasione di viaggiare attraverso le infinite strade e i paesaggi sconfinati [...] Vai alla recensione »
Se è vero che ogni storia d’amore è diversa, è vero anche che il primo amore dà le stesse sensazioni a quasi tutti. E questa è LA storia d’amore, riesce a trasferire proprio le sensazioni bellissime del primo amore (stupenda l’inquadratura del braccio e poi dello sguardo di lui che si sposta sullo sguardo e segna onestato momento in cui nasce l’amore in lei).
Dissimulato dentro l'eleganza formale che è la cifra stilistica di Guadagnino, ai confini tra lo splatter, mai esibito con compiacimento, ma che comunque è elemento fondante non prescindibile di questa opera, sullo sfondo della grande pianura della provincia americana che ha riempito tanto bel cinema d'autore, un film che arriva come un pugno nello stomaco.
L'amore può assumere molte forme, non tutte necessariamente piacevoli - come ben saprà chi ha intrecciato più di una relazione sentimentale -, ma quella raccontata nel film di Guadagnino è una storia romantica a suo modo tradizionale, in cui al timore del rifiuto subentra una timida presa di coscienza, seguita da trepidazione, desiderio, (ri)scoperta delle reciproche [...] Vai alla recensione »
Veramente orribile, addirittura disturbante. Mai visto un film tanto sgradevole. Molte scene sono talmente crude da essere non solo vomitevoli ma proprio inguardabili. Di fronte a questo abominio, passa in secondo piano la buona qualità della fotografia, dei dialoghi e delle musiche. Penso che il regista dovrebbe parlare con un bravo psichiatra. Auguri.
Veramente orribile, addirittura disturbante. Mai visto un film tanto sgradevole. Molte scene sono talmente crude da essere non solo vomitevoli ma proprio inguardabili. Di fronte a questo abominio, passa in secondo piano la buona qualità della fotografia, dei dialoghi e delle musiche. Penso che il regista dovrebbe parlare con un bravo psichiatra. Auguri.
Guadagnino dovrebbe vergognarsi! Film disturbante e niente di più. E c'era chi criticava Hannibal. Con questi film i cinema chiuderanno. Mi raccomando NON ANDATE A VEDERLO
Forse Guadagnino ha voluto raccontarci qualcosa della sua adolescenza? Di come si sentisse diverso e solo? Ma insomma, un grande autore come lui, cinquantenne e di grande maestria, non pensa di dissipare il suo talento in un film tardo adolescenziale che meglio sarebbe stato in mano ad un regista più giovane, con la giusta rabbia e imperfezione stilistica? (Reagan gli adolescenti di oggi, [...] Vai alla recensione »
L'inizio è a sorpresa. La protagonista, Maren, è una studentessa appena maggiorenne che vive in ristrette condizioni con un padre affettuoso. In un momento d'afflato con una sua compagna di scuola, che sembra essere premonitore di un interesse sentimentale, le morde improvvisamente un dito quasi a staccarglielo. Si capirà poi che la ragazza non è la sola al mondo [...] Vai alla recensione »
Premetto che il cinema dove sono andato a Padova descrive la trama del film come se fosse un film "normale", mentre è un horror in piena regola, nessuna menzione al cannibalismo nella sinossi del film, con grave mancanza di rispetto verso il pubblico; eravamo quattro gatti in sala ed alcuni hanno lasciato la sala durante la proiezione (giustamente).
Come spesso capita, il cinema secondo Guadagnino è una perditina di tempo utile. Meglio impiegare i soldini del biglietto in altre opere di carità.
Che una regista raffinato come Guadagnino si sia ridotto a fare un muovie di questo genere, fra il romantico e l'horror mi lascia basito. Molto meglio la saga di Twilight! E non si cerchi di giustificare uno storia così strampalata con temi di diversity.
Il soggetto è il frutto di un incrocio tra la saga dei Twilight e la serie di Hannibal Lecter, la trama è un romanzetto rosa incentrato sulla storia d’amore tra due adolescenti, il tutto è condito da una salsa sanguinolenta splatter inguardabile. Una pellicola disgustosa da vedersi quando non risulta noiosa e melensa, un road movie in cui il passaggio da uno Stato all’altro è opportunamente evidenziato [...] Vai alla recensione »
in tutti questi anni ho seguito Rai 4, ma la serie che mi sta piacendo di più e che non avevo mai visto è Bones. Sono un gran appassionato di di Rai 4 e ci terrei a vedere tutta la serie BONES. VI CHIEDO CORTESEMENTE DI RIPROPORLA TUTTA. AL MOMENTO STA INIZIANDO LA QUINTA STAGIONE DI BONES E DESIDEREI,COME HO GIà DETTO DI VEDERLA TUTTA, COSICCHé RAI 4 RIMARRà [...] Vai alla recensione »
Per la prima volta in 5 anni di relazione ho avuto l'onore di scegliere il film del sabato sera. E ho sbagliato. Film vuoto. Storia che non racconta niente. Un po' come questa recensione. Fidatevi, film terrible. Guardatevi un cinepanettone: almeno sapete a cosa andate incontro. Distinti saluti
Non conoscevo il tema e devo confessare il film mi ha spiazzato. Ben girato, Bellissima fotografia e bellissima musica. Bravissimi gli attori
Film crossover ed estremo, ottima, fotografia, ambientazione e musica. Bravissimi gli attori. La mia impressione è sempre correlata all'emozione e allo stupore che provo quando la proiezione finisce. E' un film vero, dove il cannibalismo sembra quasi in secondo piano. Il voto sarebbe un 4,5 e mi aspetto che vinca l'Oscar.
Giovanni Wetzl: Vai a vedere "Bones and All" e poi mi dici cosa ne pensi? Fulvio Wetzl: Capolavoro assoluto, film di una profondità e visceralità poche volte raggiunte da altri. Il film più importante di quest'anno. G.W: Ma sul serio? F.W:Certo, l'abbiamo visto giovedi e son due giorni che non parliamo d'altro. [...] Vai alla recensione »
Bones and All è il film italiano che ci ha rappresentati al palmares dell'ultima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, dove Luca Guadagnino ha vinto il Leone d'Argento per la miglior regia. Un'opera internazionale, sospesa tra horror e romanticismo che, sempre a Venezia 79, ha fatto guadagnare a Taylor Russell, giovane protagonista, il Premio Marcello Mastroianni. Al suo fianco in questa storia d'amore (e cannibalismo), recitano star del calibro di Timothée Chalamet e Mark Rylance, con la partecipazione anche di Michael Stuhlbarg e David Gordon Green, più noto come regista della saga di Halloween.
Bones and All, in uscita il 23 novembre con Vision Distribution (prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment) è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Camille DeAngelis, autrice statunitense, vegana, che, a dispetto della sua scelta di vita, è riuscita ad immaginare tutto un universo in cui i cannibali tentano di adattarsi e sopravvivere in una società giustamente terrorizzata dalla loro natura.
Il racconto è ambientato nel Midwest degli Anni Ottanta, nell'America di Ronald Reagan. Nel film Russell è Maren, giovane donna nata con un pericoloso istinto che suo padre cerca di tenere nascosto e sedato spostandosi di luogo in luogo. Quando però anche lui l'abbandona, come già aveva fatto molti anni prima la madre, Maren a soli 17 anni è costretta a cominciare una vita solitaria e vagabonda alla ricerca di una spiegazione su se stessa. Nel suo peregrinare la ragazza scopre di non essere la sola "mangiatrice di uomini" al mondo e che la sua complicata condizione è condivisa anche da altri.
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Tra i protagonisti del numero zero, troviamo anche Kim Rossi Stuart, Andrea Leone, produttore e distributore di Leone Film Group e di Lotus Production, Jaime Ondarza di Paramount+ e tanti altri.
Il corpo dell'anziana signora agonizzante è disteso supino sul pavimento di casa. Sully, il vecchio cannibale interpretato da Mark Rylance, aspetta che muoia per fare del cadavere il suo pasto rituale. Stacco. Sully, in mutande, a quattro zampe, è chino sul cadavere. È incorniciato dentro lo stipite della porta, non vediamo il viso e la bocca, ma intuiamo immediatamente quel che sta facendo.
La maturità splendidamente immatura di Luca Guadagnino, raggiunta con il miracoloso Chiamami col tuo nome e riaffermata/ribaltata col capolavoro che è la serie d'autore We are who are, cerca conferma nel suo nuovo film lungamente annunciato e inclassificabile. Perché cos'è Bones and all? Un road movie? Un horror con cannibali? Un teen movie con racconto di formazione annesso? Una love story? Secondo [...] Vai alla recensione »
Luca Guadagnino, regista, sceneggiatore e produttore, possiede certo tecnica e talento. Ma il nuovo e attesissimo "Bones and All", esaltato e premiato all'ultima Mostra di Venezia, non fa secondo noi che ribadire i limiti che rendono i suoi film appariscenti ma modesti. Innanzitutto è complicato definirlo: un horror, un road movie, un dramma passionale di/per teenager? Non si sa, ma l'impressione è [...] Vai alla recensione »
Bellissimi, cannibali e innamorati. Luca Guadagnino non aveva mai girato un film tanto fascinoso e travolgente. Tratto, per confermare la teoria di Alfred Hitchcock sugli adattamenti, da un romanzo di Camille Deangelis che poteva passare inosservato. Cose da sapere: la scrittrice sul risvolto di copertina si dichiara "vegana dal 2011" Pedi- zione Mondadori è tradotta dallo scrittore Vincenzo Latronico, [...] Vai alla recensione »
Scopre dentro di sé un'attrazione perversa e viene per questo abbandonata dal padre. Sulla sua strada diventata di colpo senza meta, la diciottenne Maren (Taylor Russell) trova il vecchio Sully (Mark Rylance) e il giovane Lee (Timothée Chalamet), come lei affetti dalla tara dell'antropofagia. Si lega a quest'ultimo, con cui attraversa gli USA degli anni Ottanta, in cerca di cibo, di identità, di senso. [...] Vai alla recensione »
Ti mangia il cuore e non chiede il permesso il film di Luca Guadagnino, lascia l'impronta dei denti sull'anima, morde fino all'osso, sanguina e scuote. Senza mai dimenticare però, un posto, un angolo, in quelle strade infinite lungo il niente, per la tenerezza. E' un film «impossibile», «Bones and All» sinistro ma romantico horror di formazione, viaggio reale e insieme emotivo, deriva inevitabile eppure [...] Vai alla recensione »
Tim Burton e il suo universo di personaggi, storie, idee, sconfina ora pure in una serie spin-off. Un debutto atteso, in onda dal 23 novembre su Netflix, e che riguarda il personaggio di Mercoledì Addams. L'ennesimo alter ego, ma forse quello più vicino in cui riconoscersi. Un progetto covato da quando ha iniziato masticare prima i fumetti di Charles Addams, e poi la serie anni '50, arrivando ora a [...] Vai alla recensione »
Bones and all è un horror macabro, una storia d'amore giovane e proibito e una parabola per quel pensiero segreto, terribile ed euforico, che entra in testa a tutti gli adolescenti: io sono diverso. Taylor Russell interpreta Maren, una ragazza timida e intelligente, che, abbandonata dal padre, si mette in cerca della madre nel Midwest degli anni ottanta.
In macchina fra tre minuti, dice papà. Bisogna scappare di nuovo, la 18enne Maren (Taylor Russell: è nata una stella) l'ha rifatto: ha morso il dito di una amica. Perché è cannibale. Si trattiene e si trattiene, ma prima o poi cede all'istinto. Papà la abbandona: «Non posso fare più niente per te». Maren si mette alla ricerca della madre, gira l'America reaganiana, emarginata fra gli emarginati.
Amore sanguigno, carnale, vampiresco se non viscerale, quello dei giovani cannibali di "Bones and all" di Luca Guadagnino, Leone d'argento alla regia a Venezia 79, nello scorso settembre al Lido, tratto dal romanzo di Camille DeAngelis, Fino all'osso. È un film che difficilmente può essere collocato tra i generi definiti, un po' horror, un po' film sentimentale, un po' romanzo di formazione sui generis, [...] Vai alla recensione »
L'inizio è scoppiettante. Una ragazza sembra flirtare con una sua coetanea, ma all'improvviso le mangia un dito. Maren è una sorta di cannibale, costringendo il padre Frank a continue fughe. Fino a quando la molla al suo destino, che è l'incontro con Lee, anche lui un mangiatore. Guadagnino ritorna sul tema a lui caro del diverso, mischiando generi fra cui il canni-romanticismo prevale sull'horror [...] Vai alla recensione »
Premiato a Venezia, Bones and All affronta la prova più importante, quella del pubblico. Perché si ha un bel dire che Luca Guadagnino sia un "autore", ammesso che questa parola abbia ancora un senso: Bones and Allè un film di genere, un thriller che sconfina nell'horror, una Scommessa cinematografica che sarà vinta nel momento in cui gli spettatori chiuderanno gli occhi nei momenti giusti.
Midwest reaganiano. Invece di apprezzare lo smalto sulle unghie della sua compagna di scuola, l'ignara adolescente Maren/Russel si mangia il dito e scopre chi è. On the road nel mito del cinema americano cercando e fuggendo da se stessa, trova la passione non sbranabile dello sradicato angelo infernale Lee/Chalamet. Mal comune... Horror, ma perché l'inconscio cannibale è la fonte della vita e dell'amore [...] Vai alla recensione »
Trasferito in cinema da Luca Guadagnino Bones and All è diventato altro dal romanzo di formazione young-adult di una sedicenne afflitta da istinti cannibaleschi, con cui forse la vegana Camille DeAngelis ha inteso mostrare che mangiare carne è male. La pagina ha ispirato un film che per bellezza formale e intimismo porta in pieno la firma dell'autore di Chiamami con il mio nome e Bigger Splash, mescolando [...] Vai alla recensione »
Bones and all, ossa e tutto, pasto completo (che s'affronta quando si è già cannibali provetti) è la confessione di quanto il talento di Luca Guadagnino sia pervaso dai più consolidati livelli immaginifici del grande cinema americano, quello dei road movies, quello della gioventù disperata in cerca di un'identità per non sentirsi esclusa e diversa, oltre alla scelta horror già intrapresa dal regista [...] Vai alla recensione »
Un'anima candida si innamora ricambiata di uno spirito libero. Che scoprirà appartenere a tenebre che covano anche dentro di lei. Insieme attraverseranno l'America nel tentativo di sopravvivere soprattutto a se stessi. È la storia di un horror fondamentale, e uno dei migliori degli anni 80: Il buio si avvicina. È la storia di Bones and All. A sessi invertiti: Maren (Taylor Russell) è condotta con una [...] Vai alla recensione »
A quattro anni da Suspiria, discusso remake-reimagining del film omonimo di Dario Argento, Luca Guadagnino sceglie ancora la Mostra del Cinema di Venezia come platea per la presentazione del suo nuovo, atteso Bones and All. Un film per cui c'era una notevole curiosità, questo nuovo lavoro di Guadagnino, che per il regista italiano segna l'ennesima virata di genere, stavolta nel segno di una love story [...] Vai alla recensione »
Superare di slancio i confini di spazio, tempo e genere. Questo l'ambizioso obiettivo ormai evidente nella carriera registica di Luca Guadagnino, definitivamente decollata dopo le discontinue performance degli esordi. Bones and All - la sua ultima fatica per la quale ha vinto il premio alla regia alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 - è un road movie che porta i due giovani protagonisti Maren (Tyler [...] Vai alla recensione »
Luca Guadagnino è la cosa più sorprendente capitata al cinema (non solo italiano) da molto temp0. Imprendibile, ingegnosamente anarchico nella gestione del suo principio di piacere, animato da una disciplina di lavoro ferrea, rifiuta di piegarsi al gioco del manierismo autoriale riuscendo, però, a emergere come "T'autore" per eccellenza. Guadagnino fa della discontinuità una sua strategia di approccio [...] Vai alla recensione »
Maren (Taylor Russell) è una giovane donna che ha imparato a sopravvivere ai margini della società, Lee (Timothée Chalamet), un vagabondo dall'animo combattivo. Il loro incontro ha il sapore di un primo amore, I due intraprendono un viaggio lungo centinaia di chilometri attraverso l'America degli anni '80, fatta di povertà e conformismo. E neanche il loro amore riesce a strapparli alla loro realtà [...] Vai alla recensione »
Primo dei due registi italiani in Concorso a Venezia ad essere andati negli States a girare le loro opere con attori americani (l'altro Andrea Pallaoro di Monica), Bones and All - ispirato all'omonimo libro della scrittrice statunitense Camille DeAngelis Fino all'osso (Panini Books, 2015) - ha ricevuta alla prima pubblica veneziana, venerdì sera 2, un accoglienza contrastata tra fischi e applausi. Vai alla recensione »
Si attraversa il Midwest, la grande periferia impoverita a bordo di pick-up scassati, ai margini del nulla. Ai tempi di Reagan. Lee (Timothée Chalamet) e Maren (Taylor Russell) condividono padre e madre alcolizzati, tossici, assenti, mostri mutanti dell'ingiustizia sociale che da mangiati si fanno divoratori di carne umana. Eredità di rabbia estrema subita dai teenager in cerca di morsi più radicali, [...] Vai alla recensione »
Dimenticate le ansie dei vegani, degli intolleranti al lattosio o di chi è sempre all'erta su glutine: nessuno più di un cannibale deve preoccuparsi della provenienza e degli ingredienti" del suo prossimo pasto. E a parte questo, anche avere una relazione con qualcuno presenta non poche difficoltà. Forse solo un altro cannibale può capire a fondo problemi e pulsioni.
Amare è mangiare e non solo con gli occhi. Quando rivolgendosi alla persona amata si dice "ti mangerei" si fa metaforico riferimento a un antico bisogno di consumare esseri umani, divenuto con la civiltà un tabù. Immaginiamo che oggigiorno qualcuno torni a essere vittima di questo irrefrenabile desiderio. È ciò che avviene in "Fino all'osso" (Bones and All) in cui Luca Guadagnino, avvalendosi del romanzo [...] Vai alla recensione »
Se antropofagia definisce la pratica di cibarsi di carne umana, è anche vero che nel linguaggio comune usiamo il termine cannibalismo in senso metaforico. Per esempio, si può cannibalizzare un prodotto; e forse, comportando un reciproco desiderio di appropriazione, ogni rapporto amoroso può essere considerato «cannibalesco». In Un couple - sullo sfondo bretone di scogliere e di un idillico, selvatico [...] Vai alla recensione »
Maren (Taylor Russell) è una giovane cannibale. Lo scheletrico Lee (Timothée Chalamet) pure. Entrambi, la prima volta, hanno mangiato la babysitter. Vagheranno per l'America degli Anni 80 tra spaventosi colleghi e un passato traumatico (la mamma di Maren è in manicomio dopo aver mangiato le sue braccia). Più si amano, meno divorano gli altri. Un oscuro viandante che ha conservato i capelli delle sue [...] Vai alla recensione »
Ieri sono arrivati sul Lido i primi titoli in concorso che danno un senso all'affanno frustrante della prenotazione dei biglietti, alle sveglie troppo presto al mattino, a tutto quanto i nuovi sistemi festivalieri «virtuali» imposti dalla pandemia hanno eliminato in termini di improvvisazione e composizione del proprio personalissimo palinsesto: Une Couple di Frederick Wiseman e Bones and All di Luca [...] Vai alla recensione »
Giovani cannibali "on the road" attraverso gli States, in cerca di amore e di una impossibile (?) normalità. Sebbene faccia presto trapelare l'anomalia - rompendo già nelle prime sequenze l'apparente ordinarietà di un contesto americano anni 80 - il nuovo film di Luca Guadagnino rimane straniante fino alla fine. Al centro di «Bones and All» (Ossa e tutto) - tratto da un inquietante romanzo della californian [...] Vai alla recensione »
Balzo poderoso in avanti del Concorso, con almeno due film meritevoli. Il primo film italiano in gara, che italiano poi non è, porta la firma di Luca Guadagnino, che esplora l'horror dopo il remake di "Suspiria" con una storia on the road in America, dove due adolescenti vivono la loro diversità di cannibali. "Bones and all" è un morso significativo che lascia il segno.
Per arrivare Fino all'osso c'è un percorso di sangue e carne che il nuovo film di Luca Guadagnino compie affondando i denti nell'America degli anni Ottanta. Quella in cui si muove Maren, ragazza abbandonata dal padre dopo l'ennesima crisi che ha riportato alla luce il suo debole per il cannibalismo. La scoperta del mondo "di fuori" in cui si ritrova catapultata, porta così la diciottenne protagonista [...] Vai alla recensione »
Bones and All sembra vivere in una sorta di limbo: da una parte il solido pragmatismo americano (con la protagonista, la diciottenne antropofaga Maren, che simbolicamente percorre il territorio dalle punte estreme della costa Est al Midwest), dall'altra l'inclinazione marcatamente europea all'astrazione e all'intellettualizzazione. Alla base c'è il romanzo Fino all'osso di Camille DeAngelis, che [...] Vai alla recensione »
Sarebbe facile liquidare Bones and all, di Luca Guadagnino, come "un film di cannibali". È molto di più, ed è forse il miglior film assieme a Chiamami con il tuo nome e di questo regista cinefilo, raffinato e forse poco animato da chi ha, del cinema, un'idea ancora novecentesca. Bones and all significa "fino all'osso", nel senso di spolpare fino in fondo un pranzo prelibato.
Oggi al Lido è il giorno del primo film italiano in concorso, Bones and all, opera attesissima perché vede alla regia Luca Guadagnino e sullo schermo Timothée Chalamet, proprio come già avvenuto per il bellissimo "Chiamami col tuo nome", film divenuto poi un cult. Adattamento cinematografico dell'inquietante omonimo romanzo di Camille DeAngelis, che ne ha curato la sceneggiatura insieme a David Kajganich [...] Vai alla recensione »
Cieli infiniti nell'America rurale degli anni Ottanta e, sotto di loro, i corpi di due post-adolescenti, Maren e Lee. Immaginate quel magnifico film che era Near Dark, di Katherine Bigelow, con l'emozione calda di uno sguardo di Bernardo Bertolucci dentro un paesaggio raccontato da Sam Shepard... No, non è né un mix né un remix, e se ci sta qualcosa di più lontano dall'estetica postmoderna e dalle [...] Vai alla recensione »
Bones and All, dal romanzo di Camille DeAngelis, è il nuovo film di Luca Guadagnino, in Concorso a Venezia 79. Interpretato da Taylor Russell e Timothée Chalamet, protagonisti, e Mark Rylance, sembra sintetizzare i due film precedenti del regista, Call Me by Your Name (2017) e Suspiria (2018): il sentimento dell'uno, l'horror dell'altro, seguendo on the road la liaison di due giovani cannibali, Maren [...] Vai alla recensione »
A quattro anni dal remake di Suspiria e a uno solo dal documentario su Salvatore Ferragamo, Guadagnino ritorna a presentare un suo film alla kermesse veneziana, dove è ormai di casa, e lo fa nuovamente in concorso. Questa volta partecipa con un film fuori da una normale classificazione (iscrivibile in almeno quattro generi) ma comunque molto vicino a quella abbiamo imparato a riconoscere come la sua [...] Vai alla recensione »
"Non dire una preghiera per me adesso" gorgheggia Simon Le Bon un attimo prima che la dentatura di Maren si serri sull'indice della sua compagna di classe del liceo, durante un pigiama party; "Cammina in silenzio, non andartene in silenzio" gli fa eco più tardi in Bones and All Ian Curtis, quando oramai il viaggio è iniziato, e non c'è modo né di fermarlo né di capire davvero in quale direzione si [...] Vai alla recensione »
Luca Guadagnino è un habitué della Mostra, sempre in concorso, talvolta con film che forse non avrebbero meritato quella collocazione. Questo nuovo sì, invece (secondo me). Si chiama "Bones and All", cioè "fino all'osso", benché la traduzione migliore, con cinico retrogusto, sia "pasto completo". Almeno dal punto di vista di un cannibale che vive ed opera negli Stati Uniti.