Titolo originale | Lean On Pete |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 121 minuti |
Regia di | Andrew Haigh |
Attori | Charlie Plummer, Steve Buscemi, Chloë Sevigny, Travis Fimmel, Steve Zahn Thomas Mann, Amy Seimetz, Justin Rain, Rachael Perrell Fosket, Dana Millican, Jason Beem, Tolo Tuitele, Ayanna Berkshire, Connor Brenes, Kurt Conroyd, Dennis Fitzpatrick, Rusty Tennant, Julia Prud'homme, Jason Rouse, Lewis Pullman, Bob Olin, Teyah Hartley, Heath Lourwood, Joseph Bertot, Frank Gallegos, Francisco Diego Garcia, Alison Elliott. |
Uscita | giovedì 5 aprile 2018 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Teodora Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,98 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 9 aprile 2018
Un giovane e il suo cavallo sono i protagonisti della trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Willy Vlautin. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Charley Thompson ha incassato 78,2 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Charlie è un adolescente che non ha mai conosciuto sua madre e che vive con il padre. Poco distante dalla loro nuova abitazione scopre la presenza di un maneggio ed entra in contatto con Del Montgomery, un non più giovane proprietario e allenatore di cavalli che fa correre ovunque sia possibile guadagnare qualcosa. Charlie diventa il suo aiutante e si affezione a un cavallo, Lean On Pete, veloce nella corsa ma progressivamente affetto da disturbi che spingono Del a venderlo perché venga soppresso. Charlie non può accettare passivamente questa decisione.
Talvolta le sinossi, per evitare di fare troppo spoiler, non possono rendere la complessità di un plot. Perché questa non è l’ennesima ripetizione con varianti dell’amicizia tra un giovane (abbiamo avuto anche numerose ragazze nella filmografia del sottogenere) ed un equino. Non poteva essere altrimenti con un regista sensibile e attento alle storie da cui prende ispirazione.
In questo caso si tratta del romanzo omonimo di Willy Vlautin che l’autore ha fatto precedere da questa epigrafe di John Steinbeck: “È vero che siamo deboli e malati e sgradevoli e rissosi ma se a questo si riducesse tutto ciò che siamo sempre stati saremmo già scomparsi da millenni dalla faccia della terra”. Come sappiamo Steinbeck è stato il cantore di coloro che, colpiti da catastrofi economiche e di altra natura, si rivelano capaci di rialzare la testa guardando avanti.
È questo lo spirito che ha guidato Andrew Haigh nel realizzare un film che si rifà al cinema degli anni Settanta (pensiamo ad esempio a Un uomo da marciapiede) ma che si cala nella contemporaneità. Perché il percorso che Charlie compie, con e senza Lean On Pete, è quella di tanti americani dei nostri giorni alla ricerca di un lavoro e bisognosi di un punto di riferimento affettivo. Charlie però non smette di cercare soluzioni, rischia di toccare il fondo ma lo utilizza per darsi la spinta per risalire, anche se il rischio di lasciarsi andare alla deriva è sempre in agguato. Gli spazi che attraversa (Haigh è da sempre estremamente attento alle location e qui, in modo particolare, ai suoni e ai rumori ambientali) sono abitati da persone che non sempre sono ‘brave persone’. Spesso si tratta di vite decadute che hanno imparato ad arrangiarsi e poco importa se questo implica attività non legali. Charlie le osserva ed è capace di allontanarsene e di difendersi, se è il caso, ma Haigh non le giudica. Questo non significa approvazione ma presa d’atto di un mondo in cui talvolta anche le migliori intenzioni si possono trasformare in graffi sull’anima per lenire i quali non resta che aggrapparsi a una vecchia fotografia. Charlie ne è consapevole.
Negli ultimi tempi abbiamo avuto la possibilità di vedere diversi film sull'altra faccia dell'america. Quella della povertà, della mancanza di opportunità, dei falliti, dell'assenza di una vera rete familiare, della malattia mentale, dello strapotere dello status quo, ma anche della solidarietà. Detroit, Tre manifesti ad Ebing, Missouri, Un sogno chiamato Florida, [...] Vai alla recensione »
Quando è assente l'affetto di esseri umani, la loro attenzione, quando gli adulti sono scorbutici e senza scrupoli, allora l'innato amore per gli animali diventa qualcosa di più che un semplice prendersene cura. Così accade a Charley, 15 anni quasi 16, vive solo col papà, suo buon amico ma di comportamenti “adolescenti” e troppo distratto da amicizie [...] Vai alla recensione »
Un ragazzo e un cavallo a piedi nel deserto verso il Wyoming. Il ragazzo è in fuga dalla dissoluzione della sua famiglia, il cavallo dal destino che attende gli animali non più abili alla corsa. Un rapporto sottile ma intenso, fugace come il vento, ma in grado di aprire il cuore a una non facile speranza. Film dal passo lento, pieno di paesaggi silenziosi ma anche di tanta dolente solitudine. [...] Vai alla recensione »
Road movie dickensiano, che vede come protagonista un orfano (abbandonato dalla madre da piccolo, assiste impotente all'omicidio del padre) che lavora come aiutante di un allevatore di cavalli da corsa. E quando viene a sapere che il suo cavallo preferito, Lean on Pete, non essendo più abile alla corsa verrà venduto ai messicani per farne carne da macello, lo ruba e cerca di attraversare il deserto [...] Vai alla recensione »
Charley Thompson è la storia drammatica di un orfano sperduto e il suo viaggio tra stato di Washington, Oregon e Wyoming, ma non appartengono all’immaginario del western o del road movie, nonostante la fuga e la vastità degli spazi attraversati. L’immersione nell’ambiente delle corse di cavalli, nella desolazione del deserto, nella povertà estrema [...] Vai alla recensione »
Potrebbe essere un film semplice ma in realtà è semplicistico, potrebbe essere una lunga storia d'amore e liberazione ma è una storia lunga la cui uncica liberazione avviene dopo oltre due ore di film.
#Venezia74. LEAN ON PETE e' il film chr disinnesca qualsiasi concetto sulla presunta "politica degli autori". L'inglese Andrew Haigh acclamato per i precedenti WEEKEND e 45 ANNI vola in America e si cimenta con la fuga di un sedicenne e di un cavallo, Pete da Portland al Wyoming dove vorrebbe raggiungere la zia, dopo la morte del padre. Patetismo, bei paesaggi, efficaci bellurie visive.
Questo film mi ha fatto schifo scena dopo scena, a peggiorare. Non ne consiglio la visione. Ho sprecato una sera a guardarlo.
Il primo tempo è una lenta e un po' noiosa preparazione alla svolta che si avrà nel secondo tempo, decisamente più interessante. Seguendo la parabola in discesa e la fuga di un'adolescente il film getta un sguardo sull'America profonda, quella della provincia: abbietta e senza speranza che ricordava Calvino nelle sue lezioni americane.
Visti i precedenti, era difficile immaginare che il britannico Andrew Haigh decidesse di farsi americano. I casi di riuscito mimetismo, a parte il taiwanese Ang Lee che si fece americanissimo in "La tempesta di ghiaccio" e "I segreti di Brokeback Mountain" (già si era fatto inglese da canonica e da brughiera per "Ragione e sentimento" tratto da Jane Austen) sono rari.
È un po' zuccheroso questo melodramma americano, però funziona. Protagonsta il quindicenne Charley (l'eccellente Charlie Plummer), abbandonato dalla madre da bambino, che vive col padre in una roulotte a Pordand. Per guadagnare qualcosa diventa aiutante del burbero allenatore di cavalli Del e presto amico inseparabile del puledro Pete. Quanti guai prima di trovare la serenità.
Non è "il ragazzo che sussurrava ai cavalli". La simpatia dell'adolescente Charlie (Plummer, Premio Mastroianni a Venezia) per il quadrupede corridore incerto Lean on Pete, è una proiezione della sua solitudine e una ribellione all'indifferenza. Abbandonato dalla madre, cresciuto come può da un padre proletario, da occasionale supporter di un cinico allevatore scommettitore (Buscemi) Charlie diventa [...] Vai alla recensione »
Regista di due film tutt'altro che banali sulla classe media del suo Paese (Weekend e 45 anni), il britannico Andrew Haigh cambia radicalmente regime narrativo con una storia on-the-road ambientata in America. L'adolescente Charley, che vive solo col padre, trova lavoro in una scuderia. Quando il genitore è aggredito dal marito di una delle sue amanti, il ragazzo si mette in viaggio con un cavallo, [...] Vai alla recensione »
Lean on Pete, dal nome di uno dei protagonisti, un cavallo, in Italia arriva come Charley Thompson che è il nome dell'altro protagonista, un quindicenne in fuga entrambi, animale e ragazzo, accomunati da una vita nel segno della cattiva sorte, azzoppato il primo, orfano e poverissimo il secondo. Il nuovo film di Andrew Haigh (45 anni, Weekend), vincitore alla scorsa Mostra di Venezia del premio Mastroianni [...] Vai alla recensione »
Un ragazzo abbandonato e un cavallo destinata al mattatoio viaggiano insieme in un'America dolente dove tanti, pressati dalla necessità di sopravvivere, hanno dimenticato il valore dell'onestà e dell'amicizia. Tratta dal romanzo di Willy Vlautin La ballata di Charley Thompson (Mondadori) il film di Andrew Haigh vive di grandi spazi e di figure disperate.