Produce la Amblin di Spielberg. Un adattamento della saga videoludica omonima, uno dei prodotti più di successo dell'ultimo decennio. Espandi ▽
Nel 26esimo secolo l'umanità ha conquistato lo spazio, colonizzando nuovi pianeti, ma ha incontrato anche un nuovo nemico: il Covenant, un'alleanza di razze aliene, unite in nome di una religione. Cercano di realizzare una misteriosa profezia e per farlo si affidano a una umana, la benedetta Makee, cresciuta tra loro e capace di entrare in sintonia con misteriosi artefatti. Tra gli umani, la dottoressa Halsey ha sviluppato una squadra di supersoldati, gli spartani, guidata da John-117, detto anche Master Chief. Ignaro del proprio passato, l'uomo è come Makee capace di entrare in sintonia con gli artefatti alieni. Per studiare questa connessione, ma pure per prenderne il controllo, Halsey installa in lui l'intelligenza artificiale Cortana.
La serie tratta da uno dei più grandi successi videoludici non è all'altezza delle aspettative, né dal punto di vista produttivo né, soprattutto, da quello narrativo.
Nonostante una produzione iniziata molti anni fa e supervisionata nientemeno che da Steven Spielberg con il suo studio Amblin Television, Halo è vittima di idee poco ispirate, di un manicheismo fuori tempo massimo e di effetti speciali che si fanno via via più inadeguati. Recensione ❯
[2022 - in corso] - Stagioni: 2. Episodi: 17. Serie a lunga narrazione
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Serie tv basata sui romanzi di "Jack Reacher" di Lee Child. Espandi ▽
Rinasce per la TV il personaggio ideato da Lee Child, in una versione molto più fedele alle pagine dei romanzi ma priva del carisma di Tom Cruise, a cui la serie cerca di supplire con un ambiguo surplus di violenza. Per tener viva la tensione durante otto episodi, la vicenda deve inevitabilmente rivoltarsi più volte, offrendo un flusso costante di antagonisti per le scene d'azione che sono il sale della serie. Alla fine la trama starebbe anche relativamente in piedi, però il manicheismo la disinnesca: non solo i cattivi sono così cattivi che sembrano usciti da un horror estremo, ma hanno anche facce che ne denunciano immediatamente la natura malvagia e corrotta. Vorrebbero insomma essere quei personaggi che "si ama odiare", ma non hanno né il carisma né l'approfondimento sufficiente. Lo showrunner Nick Santora è inoltre un veterano di serie Tv d'azione però anche da questo punto di vista Reacher, che avrebbe potuto essere un nuovo Banshee visto il soggetto estremo, riesce a brillare solo in alcuni momenti. La sensazione è che si cerchi quella violenza ma senza il coraggio di abbracciarla davvero, riportandola con ipocrisia in una sfera per nulla disturbante e del tutto hollywoodiana. Recensione ❯
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La serie tv ispirata al romanzo "Fire & Blood" di George R. R. Martin. Espandi ▽
Viserys della casata Targaryen è divenuto il Re dei Sette Regni quando suo nonno Jaehaerys ha imposto ai suoi sottoposti di scegliere tra lui e la sorella maggiore Rhaenys. Sogna di avere un figlio maschio ma la sua regina muore nel parto e suo fratello Daemon insulta la breve vita del neonato. Per questo oltraggio, Viserys decreta che il suo erede sarà sua figlia Rhaenyra. Anche quando successivamente si sposa con Alicent Hightower e ha finalmente figli maschi non cambia la propria decisione, che però sarà prevedibilmente poco apprezzata dagli altro nobili dei Sette Regni, che vorrebbero un uomo sul Trono. Crescono così i semi della futura guerra civile...
Il prequel de Il trono di spade fa tutto il possibile per dimostrarsi femminista ma la serie originale resta di ben altro livello, nonostante i draghi siano più presenti e spettacolari che mai. Vediamo draghi dalle dimensioni enormemente diverse tra loro, al punto che nell'ultimo episodio la sola testa Vhagar appare grossa quanto l'intero corpo di un altro drago, quasi fosse una sorta di Godzilla volante. Il finale regala draghi in volo come ancora non ne avevamo mai visti. Recensione ❯
[2022 - in corso] - Stagioni: 1. Episodi: 10. Serie a lunga narrazione
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Una squadra di agenti interviene per impedire la fine del mondo facendo tornare indietro il tempo. Espandi ▽
L'ennesima serie a base di loop temporali inseriti però in un côté di spionaggio internazionale e cospirazioni, con esiti movimentati ma non sempre convincenti.
Difficile prendere Progetto Lazarus tanto sul serio quanto vorrebbe, ed è un peccato perché nelle scene d'azione i registi, capitanati dal tedesco Marco Kreuzpaintner se la cavano bene con inseguimenti piuttosto vari ed elaborati e con qualche buona sparatoria.
Anche il cast è di livello: la qualità degli interpreti riesce a trasmettere le emozioni dei personaggi e a rendere convincenti anche le loro decisioni più estreme, ma sono il mondo tutto intorno e le azioni in cui si cimentano a fare acqua. Recensione ❯
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Colpi di scena e un giusto tasso di brutalità per una disillusa riflessione sugli interventi americani all'estero. Azione, Drammatico, Thriller - USA2022.
Un ex ufficiale della CIA, che vive fuori dalla rete, si ritrova in fuga da persone che vogliono ucciderlo. Espandi ▽
Dopo trent'anni vissuti più o meno serenamente in incognito, Dan Chase trova un intruso nella sua casa e con sorprendente efficienza lo elimina. Capisce così di essere stato scoperto e di essere ancora una volta nel centro del mirino. Lo contatta infatti poco dopo Harold Harper, ex agente CIA passato all'FBI e a capo della caccia all'uomo, sperando di convincerlo alla resa. Ma Dan non si lascia intimorire nemmeno dalla minaccia che venga rovinata la vita di sua figlia e inizia a mettere in atto una elaborata controffensiva...
L'impronta registica data da Jon Watts è davvero felice e i suoi calibrati movimenti di macchina, lontani dagli a volte confusi Spider-Man, ci restituiscono il tono e la lucidità del film che l'ha fatto emergere: Cop Car.
The Old Man è inoltre una serie che non manca di colpi di scena e dal giusto tasso di scioccante brutalità: i due rottweiler che accompagnano il protagonista non sono lì per giocare a riportare la palla... Inoltre non ci si accontenta dello status quo di un uomo in fuga e le carte in tavola continuano a muoversi, rendendo la vicenda via via più intricata e internazionale. Recensione ❯
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La serie evento Disney+ con Ewan McGregor nei panni dell'iconico Maestro Jedi. Espandi ▽
Dieci anni dopo il crollo della Repubblica e l'ascesa dell'Impero, Obi-Wan Kenobi vive in incognito sul pianeta Tatooine, sorvegliando a distanza la crescita del piccolo Luke Skywalker. Riceve però una richiesta d'aiuto dagli Organa, i genitori adottivi di Leia: la figlia di Anakin e Padmé è stata rapita. Obi-Wan, detto Ben, ne seguirà le tracce fino ad arrivare a confrontarsi con gli inquisitori, e in particolare con la "terza sorella" Reva. La caccia al celebre jedi arriva presto all'attenzione di Darth Vader, che decide di prenderne il comando in prima persona, desideroso di un nuovo confronto con il vecchio maestro.
Doveva essere un film ma, dopo molte riscritture, è diventato una miniserie lo spin-off dedicato a Obi-Wan Kenobi, che purtroppo non è degno della levatura del personaggio.
I colpevoli sono numerosi, ma diciamo subito che va escluso dalla lista Ewan McGregor, il quale, al contrario, non ha mai interpretato così bene questa parte. Il suo Obi-Wan invecchiato e affranto, ma sempre saggio e sicuro dei propri ideali, fa il possibile per caricarsi la serie sulle spalle. Purtroppo i limiti di scrittura, regia e pure di effetti speciali, finiscono per neutralizzare gli sforzi di McGregor e lasciare l'amaro in bocca per l'intera operazione. Recensione ❯
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L'action-thriller di dieci episodi ideato dal premio Oscar® Mark Boal. Espandi ▽
Il thriller si svolge tra Colombia e Venezuela e racconta le operazioni di salvataggio di Amber Chesborough (Jessica Collins), una scienziata che viene qui riconosciuta come spia della Cia. Il fratello Bambi (Luke Evans) e il marito Prince (Michiel Huisman) affronteranno una missione ai limiti delle loro capacità umane e militari: entrambi soldati delle forze speciali, nella loro ricerca dovranno fronteggiare non solo le difficoltà nella gestione dei rapporti geopolitici ma anche e soprattutto un conflitto umano, relazionale e intimo.
Echo 3 rappresenta una vera svolta nel racconto di guerra, ponendo lo spettatore in una condizione di visione complessa, costantemente sollecitato a interpretare il racconto su due livelli narrativi che si sviluppano innanzitutto a livello diegetico.
Ottime anche le interpretazioni di Huisman, Collins ed Evans, certamente caratterizzate da una ricerca intima e personale che sfonda i confini dell'Actors Studio e si avvicina a una ricerca più europea del personaggio, garantendo così, insieme alla regia, l'accesso alle metafore e ai parallelismi tra le relazioni umane e i rapporti di politica interna ed estera degli USA. Recensione ❯
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Un esplosivo racconto di formazione, una commedia dark-rock immersa nella cultura pop degli Anni 80. Espandi ▽
Nord Italia, scintillanti anni 80. Per amore della figura paterna perduta, Alice si trova catapultata nel mondo del crimine, nel quale impara a sopravvivere anche grazie all'uso dell'immaginazione, alimentata da riferimenti, televisivi, cinematografici e musicali degli anni 80. Come la fortunata Stranger Things, che fa dell'esplicita citazione di un determinato immaginario letterario e cinematografico (King e Spielberg, primi fra tutti), il suo principale marchio di fabbrica, anche Bang Bang Baby si segnala per la spudorata volontà di citare, e nel caso della serie Prime video di far suo, un determinato contesto e trasformarlo in una vera e propria impalcatura su cui costruire ogni puntata. Insomma, a prescindere da difetti e inciampi, c’è da rimanere affascinati di fronte a Bang Bang Baby e alla sua voglia di sperimentare… Voglia che la presenza delle SVOD non fa che incentivare e che, anche se a piccoli passi, era ora travolgesse i prodotti seriali italiani. Recensione ❯
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Spin off di Star Trek: Discovery, la serie legata al mondo ideato da Gene Roddenberry che si colloca temporalmente nel decennio precedente alla serie originale di Star Trek. Espandi ▽
Il capitano Christopher Pike ha avuto una visione del proprio tragico destino: tra dieci anni rimarrà mutilato e orribilmente sfigurato in seguito a una contaminazione radioattiva. È quindi restio a tornare sul ponte di comando della USS Enterprise, ma infine si convince a compiere il proprio dovere. Accanto al Primo Ufficiale Una e all'ufficiale scientifico Spock, Pike conosce nuovi membri dell'equipaggio, tra cui Uhura, specializzata nelle comunicazioni.
La serie ha un intento chiaramente differente e un protagonista dal fato segnato, su cui costruire un copione affascinante. La prima stagione di Strange New Worlds è da vivere come un tutt'uno, un consolatorio viaggio nel passato che insegna come quella antica lezione di solidarietà e ricerca della conoscenza sia ancora la chiave giusta per affrontare un futuro ignoto e pericoloso. Per l'equipaggio dell'Enterprise come per l'umanità del XXI secolo. Recensione ❯
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E se tutto quello che pensavi di sapere della tua vita fosse solo una bugia? Espandi ▽
Inizia come un A History of Violence al femminile, ma la tensione tiene solo due episodi (su otto) prima di iniziare a dileguarsi, affogata in una melassa di flashback. Decisamente un peccato, anche perché sarebbe bastato poco a evitare lo scivolone: più sintesi, un po' più d'azione e il gioco era fatto. Invece quello che inizia come un thriller prende sempre più la forma di un risaputo dramma familiare alto borghese, dove un fosco segreto sepolto nel passato getta la sua ombra sul presente. Un capitale di credibilità purtroppo poi sperperato in un intreccio che manca di energia e insiste nel raccontare un passato in cui non crede fino in fondo. Tratta dall'omonimo romanzo di Karin Slaguther, Frammenti di lei può contare su un'ottima Toni Collette nel ruolo di Laura, donna impenetrabile, spesso dura, che dopo aver sopportato una vita senza dare nell'occhio decide di riprendere il controllo della sua esistenza. Purtroppo i villain non hanno il suo stesso carisma, uno perché affidato a un attore anonimo e mai davvero minaccioso, l'altro perché tenuto da parte per una possibile seconda stagione. Recensione ❯
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Serie drammatica ispirata all'autobiografia di un famoso criminale svedese, Clark Olofsson dal titolo "What Happened". Espandi ▽
Bill Skarsgård veste i panni di Clark Olofsson, criminale svedese che dagli Anni Sessanta a oggi è entrato e uscito di prigione per così tanti reati da diventare una vera e propria celebrità. Sin da bambino Clark si appassiona alla libertà: sesso, soldi, notorietà sono le sue aspirazioni. Passando da una condanna all'altra, diventa presto un volto paradossalmente amato dal pubblico. Il trampolino di lancio di questo criminale-divo sarà la prima rapina in diretta Tv della Svezia, quella avvenuta nella piazza di Norrmalmstorg, da cui nacque il concetto di Sindrome di Stoccolma.
Un racconto a metà strada tra realtà e finzione, dove spesso il limite tra le due viene abbattuto dal punto di vista soggettivo e surreale del protagonista.
L'egocentrico gioco che Clark mette in scena cattura lo spettatore in quanto lo cala in un labirinto umano, rendendo a livello narrativo lo stesso stato di piacere in cui si trovò la popolazione svedese durante la rapina di Norrmalmstorg che coniò la cosiddetta Sindrome di Stoccolma - e che qui diventa sinonimo di bingewatching. Recensione ❯
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Tatiana Maslany veste i panni di She-Hulk/Jennifer Walters, un'avvocata specializzata in casi legali che vedono coinvolti i superumani. Espandi ▽
Jennifer Walters è in viaggio in auto con suo cugino Bruce Banner, alias Hulk. L'improvvisa apparizione di un velivolo extraterrestre li manda fuori strada e, nell'incidente, il sangue di Bruce e quello di Jennifer entrano in contatto, trasformando anche lei in una "gigantessa di giada". Con grande sorpresa di Bruce, Jennifer è molto più brava di lui a contenere la rabbia e presto impara a controllare a piacere anche la propria trasformazione. Tanto da decidere di tornare alla sua carriera di avvocato, che sarà però stravolta dalla nuova superidentità. Da subito contestata dal pubblico maschilista, She-Hulk: Attorney at Law gioca d'anticipo e decostruisce la stessa reazione che prevedibilmente ha suscitato. La protagonista è stata accusata di non aver fatto nulla per meritare i propri poteri e pure di essere una "Mary Sue", ossia un personaggio femminile a cui tutto riesce con facilità. L'origine incidentale dei poteri del personaggio è però fedele al fumetto di partenza, così come il maggior controllo che She-Hulk dimostra della trasformazione e della forza di Hulk. Dunque viene a mancare la foglia di fico del tradimento dell'originale e si esplicita tutta la pochezza di chi muove queste accuse. Recensione ❯
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La serie è ambientata all'incirca 100 anni dopo i fatti raccontati in Vikings e porta sullo schermo le vere avventure dei grandi Vichinghi realmente esistiti. Espandi ▽
Ambientata cent'anni dopo la Vikings di Michael Hirst, questa serie sequel racconta di altri vichinghi che hanno fatto la Storia ed è fedele al tono e alla spettacolarità della serie originale. Canute è stata una delle figure storiche più importanti dei regni del Nord intorno all'anno mille, mentre Leif e Freydis fanno parte della Vinland saga, ossia le storie sull'esplorazione continente nordamericano. Anche Harald e Olaf sono poi personaggi storici di spessore, in particolare il secondo che, dopo la sua morte, fu canonizzato santo prima da un cardinale e poi da Papa Alessandro III. Dal punto di vista spettacolare la serie ha da subito il budget per la ricostruzione di grandi battaglie e scene di massa ed è fedele alla struttura delle ultime annate di Vikings, con uno scontro campale a metà stagione e uno a fine stagione. Una serie che non brilla, ma anche senza aggiungere poco più che un capitolo di Storia, soddisferà i fan della serie originale grazie alla fedeltà ai temi e ai valori produttivi messi in campo. Recensione ❯
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Un gruppo di studenti cerca di mettersi in salvo da un'epidemia zombi. Espandi ▽
In una scuola superiore sudcoreana, in una cittadina non troppo lontana da Seoul, dilaga il bullismo. Una vittima dei prepotenti è incapace di difendersi e preside e docenti non sono riusciti ad aiutarlo. Suo padre, professore nello stesso istituto, disperato per l'impotenza decide di sperimentare su di lui un siero che ne aumenti l'aggressività. Il risultato lo trasforma però in zombie e presto l'esperimento sfugge al controllo dell'uomo, infettando una studentessa che diffonde la piaga non solo a scuola ma pure in città… Senza perdere tempo, Non siamo più vivi precipita i protagonisti in un angosciante e incessante assedio, ma dopo le prime furibonde puntate il ritmo rallenta e le idee iniziano a esaurirsi. L'assedio zombie come situazione esplosiva dei contrasti umani, della nostra follia, delle nostre paure e del sadismo che può scatenare una presunta impunità da fine del mondo, sono elementi del filone fin dai film di George Romero. Non basta però aggrapparsi a questa convenzione per portare i personaggi a estremi illogici, soprattutto se poi si vuole trascinare la storia per dodici ore. Recensione ❯
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Marc Spector è un ex agente della CIA la cui vita è salvata dal dio della luna Khonshu. Espandi ▽
Tutte le mattine Steven Grant si sveglia nel suo appartamento di Londra, legato, con un circolo di sabbia intorno al letto e la porta sigillata da nastro adesivo. Gli capita infatti di perdere coscienza e ritrovarsi altrove senza sapere come, quindi cerca di mantenere il controllo mentre fa il commesso in un museo. Presto però si ritrova nel bel mezzo di una guerra tra il fanatico Harrow, che cerca di risvegliare un'antica dèa egiziana, e Konshu, il dio della luna che dice di averlo scelto come avatar, solo che non si riferisce davvero a Steven, ma alla sua altra personalità: Marc Spector. Questi, avvolto in un costume di mistiche bende, è il vigilante notturno Moon Knight, che protegge e vendica i "viaggiatori della notte".
Uno dei personaggi più affascinanti della Marvel arriva in Tv con una serie pressoché autonoma dal resto dei titoli prodotti da Kevin Feige e con due grandi attori. La promessa di toni più adulti è però in buona parte disattesa e solo negli ultimi episodi la serie trova la propria misura.
Ethan Hawke, soprattutto nella quarta e nella quinta puntata, ha il modo di dimostrarsi un villain affascinante - pur senza che le sue motivazioni siano mai davvero chiarite. Oscar Isaac si diverte invece con una comedy molto fisica nelle prime puntate, ma dà il meglio di sé nel faccia a faccia metafisico tra le due personalità di Steven e Marc. Recensione ❯
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